Mentre esci dal portone mi perdo nelle mie preoccupazioni ma i tuoi movimenti turbano i miei pensieri, ti guardo mentre attraversi il parcheggio.
Fai dieci passi e poi ti fermi ad aspettarmi, non ti giri per vedere quello che faccio, sai benissimo che ti sto ammirando e che mi mette in imbarazzo essere scoperto.
Aspetti che ti raggiunga, la mia mano si appoggia sulla tua schiena e poi scende piano, si ferma alla base del sedere dove termina la coscia.
Riprendi a camminare verso la macchina, sto pensando a dove si potrebbe andare, ma aspettare mi rende nervoso, guardo la borsetta appoggiata sulla tua spalla, sfili qualcosa e quando sei davanti alla portiera ti cade per terra: è il rossetto.
Mi chino per prenderlo e mentre mi rialzo sfioro i tuoi fianchi, ti appoggi alla macchina, metti una mano dietro al mio collo e avvicini a te la mia faccia, ci baciamo, timidamente, come due bambini, le tue labbra si dischiudono la tua lingua cerca la mia.
Cerchiamo i nostri colli, come dei vampiri, ci baciamo e mordiamo.
Lasci cadere la borsetta, ti spingo contro la macchina, alzo il tuo vestito e sfilo il perizoma, non opponi resistenza, neanche tu riesci ad aspettare, slacci i bottoni dei miei jeans e sfili dai boxer il mio pene in erezione.
Passo con le mani sulle tue gambe, le sfioro e intanto le scopro, prendo il sedere tra le mani e ti sollevo, prendi il mio pene con la mano, avvicini la punta al clitoride, lo massaggi e poi ruoti il bacino per portare a tua vagina davanti al mio membro, ti penetro dolcemente all’inizio, ma quando ti spingo contro la macchina affondo in te.
Le tue braccia attorno al mio collo, le tue gambe cingono il mio sedere, più forte ad ogni colpo, le nostre bocche si cercano, si perdono sui nostri corpi, sulle nostre spalle, vado piano e lascio che le sensazioni arrivino lentamente alla testa, non mi rendo conto, non so se qualcuno ci possa vedere, ma non mi importa.
Le spalline del vestito cadono dalle spalle e i tuoi seni catturano le mie voglie, non posso muovere le mani, e cosi inizio a baciarli, a leccarli.
Apri la mia camicia, appoggi le mani sui miei pettorali tesi, pianti le tue unghie alla base del collo, e scendi graffiandomi, fino alla pancia, mi prendi in vita e tiri verso di te, risali e ricominci a graffiarmi, non mi fai male, anzi mi ecciti ancora di più e mentre stai per arrivare all’orgasmo ti soffermi sui miei capezzoli, li pizzichi e passi a fare lo stesso ai tuoi, sollevi i tuoi seni li porti verso la mia lingua che li solletica.
Arriviamo all’orgasmo mentre ci stringiamo ancora più forte e piano piano ci rilassiamo, esco da te, i tuoi piedi riprendono contatto col terreno e il vestito ricade e ti ricopre.
Il mio pene è nelle tue mani, lo rimetti nei boxer, richiudi i bottoni e mi baci.
Ricomincio a pensare a cosa potrei regalarti oltre a me per il tuo ventiseiesimo compleanno… FINE