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Festa di Maturità

… Non so proprio come ho fatto a mettermi in questa situazione.
è stata Michela, la cara Michela, la mia amica del cuore. è stato subito dopo l’esame di maturita, quando, uscita da quella dannata aula d’esame, sono andata di corsa a trovarla, per dirle com’era andata, per tirare un attimo il respiro, per farmi rassicurare e coccolare un po’; del resto le amiche del cuore, e a questo che servono… Ricordo ancora quando sono entrata nella sua stanza, trafelata e sconvolta; quando mi sono lasciata cadere sul suo letto, cominciando a raccontarle come un fiume in piena tutto quello che era successo e che mi avevano chiesto, Leopardi e la termodinamica, degnando solo d’uno sguardo distratto i suoi libri universitari ammucchiati un po’ dappertutto – lei e già al secondo anno di Lingue – che fino ad oggi mi avevano intimidito quali testimoni di un universo altro, ma che ormai mi sono conquistata anch’io, solo ancora due o tre mesi…
Ricordo i suoi occhi azzurrissimi e sorridenti che mi guardavano mentre le raccontavo, i suoi capelli castani disordinati il giusto come si conviene a una persona che oggi non e ancora uscita di casa e non pensa di uscirne, la sua comprensione affettuosa mentre mi versava qualcosa da bere. Posso avere un’aranciata? , le avevo chiesto. Ma stai scherzando? Mi aveva risposto. Dopo un evento come questo, il minimo e un bel Martini… E mi aveva versato un bel Martini sottratto al frigobar familiare, e io sapevo che avrei fatto meglio a rifiutare, visto che ero sconvolta che la meta bastava e per di piu a stomaco vuoto, vuotissimo, ma a me il Martini piace da morire, e adesso ho capito come ho fatto a mettermi in questa situazione… Ricordo solo vagamente la sua promessa di festeggiare la mia maturità in maniera memorabile, la sua proposta di un party un po’ trasgressivo nella sua casa in montagna, e poi l’arrivo qui a Santa Caterina, disfare i bagagli e prendere possesso dei letti, tirare un sospiro di sollievo, andarcene in giro quel pomeriggio e il giorno successivo per sentieri a prendere il sole, essere felice come sempre sono stata felice della nostra esclusiva complicità… E poi il suo ricordarmi che sarebbe stato per questa sera, telefonare agli amici, andare insieme a fare la spesa e comprare svariate bottiglie non precisamente di coca-cola e fanta sotto lo sguardo sospettoso del commerciante di montagna…
E adesso sono qui. Avrei voluto dire a Michela che non ne avevo piu voglia di trasgredire, come diceva lei; che mi sarebbe bastata una tranquilla serata tra amici, due chiacchiere, qualche bicchiere e poi una passeggiata in paese e magari due salti in discoteca. Ma come facevo? Ormai in qualche misura mi ero impegnata, e mi sarei vergognata atrocemente a tirarmi indietro. E poi Michela mi ha spesso raccontato dei suoi amici universitari e di quello che fanno, della loro voglia di divertirsi e di non farsi sfuggire niente; ogni tanto, con qualcuno di loro, c’ero uscita anch’io, e non e che non mi fossi divertita, ma un po’ li guardavo come si guardano dei miti – ragazzi bellissimi e consapevoli, ragazze eleganti e gentili – e io mi sentivo la ragazzina ultima arrivata, come se i loro due o tre anni più di me fossero in realtà venti o trenta… E cosi ho dovuto mettermi il vestito carino, quello che Michela mi ha praticamente obbligato a mettere in valigia, nero con un bel gioco di trasparenze sulla schiena, e le scarpe coi tacchi alti – senza calze, per carità! Mi ha esortato Michela, nel suo ruolo di ispettrice del mio aspetto, cosa a tratti palesemente invadente, che le permetto solo perché con le sue intuizioni ci prende il 99% delle volte; truccarmi e aspettare insieme a lei nel soggiorno della sua casetta l’arrivo degli ospiti, davanti a una bella sfilza di bottiglie e piatti di salatini e tramezzini. Trepidante, forse; spaventata, un po’; ma contenta, in fin dei conti.
E gli ospiti sono arrivati. Per primi Sandro e Tiziana, una coppia molto simpatica che avevo già conosciuto, fidanzati, sembra, da un bel pezzo, ma ancora padroni di un sacco di giochi di complicità affettuosa che sembra siano solo pochi giorni; poi Paolo e Alberto, due ragazzi veramente niente male, fisici solidi e ben costruiti; Luisa e Maria Pia, due biondine esili e delicate, che sembra si possano smontare semplicemente soffiandogli addosso; un’altra coppia, Mariangela e Ugo, loro di qualche anno più avanti rispetto a noialtri (infatti, se ho capito bene, sono ricercatori) e che danno una piacevole impressione di solidità e tranquillità. Sembra che siano arrivati tutti a Santa Caterina apposta per festeggiare la mia maturità, e non posso negare che la cosa mi abbia fatto piacere; sono stati gentili, mi hanno salutato, fatto i complimenti con qualche parola di ricordo/rammarico sulle loro, di maturità, mi hanno detto tutti che poi in fondo e una cazzata, ma te ne accorgi solo dopo esserci passato, eccetera… Insomma, dopo un po’ mi sono sentita bene, a mio agio, Michela ha messo sullo stereo una musica molto piacevole, il ghiaccio si e sciolto molto in fretta e abbiamo cominciato ben presto, complice qualche buon bicchiere, a muoverci e ballare, mettendoci di tanto in tanto qualche tramezzino nello stomaco.
Poi Michela ha messo su qualche lento. I primi a ballare in coppia sono stati, com’era prevedibile, le coppie costituite; Sandro e Tiziana, Mariangela e Ugo, stretti stretti hanno cominciato a muoversi nelle luci che Michela ha prontamente abbassato. Non ho dovuto aspettare molto; e stato Alberto a venire da me, a prendermi ed invitarmi a fare un giro con lui… Ho acconsentito, devo dire, tutt’altro che malvolentieri. Abbiamo ballato a lungo, e a me piaceva sentire il suo profumo maschile mentre gli appoggiavo la testa sul petto e mi facevo trasportare. Mi ha detto che ballo molto bene, ho pensato che sicuramente lo dice a tutte ma lo stesso mi ha fatto piacere, come mi ha fatto piacere sentire i suoi complimenti sui miei capelli lunghi e la sua mano che li ha fuggevolmente accarezzati, ho fatto finta di niente ma mi e piaciuto lo stesso.
Ci siamo andati a sedere su un divano, guardando le altre coppie che continuavano a ballare; Michela stava ballando con Paolo, e Luisa e Maria Pia tra di loro. Alberto, galante, e andato a prendermi qualcosa da bere e me l’ha portato, poi si e seduto vicino a me, vicino ma non attaccato. – Stai bene? – mi ha chiesto. Io gli ho risposto di si, ed era vero. Ho visto che anche il suo sguardo non lasciava le coppie danzanti, che si stringevano sempre di più; anzi, Mariangela e Ugo hanno cominciato anche a baciarsi, in una maniera appassionata, quasi adolescenziale… Mi sono scoperta felice di poterli guardare, in un’altra situazione forse mi sarei sentita imbarazzata, ma non li. Ho scoperto che anche Sandro e Tiziana stavano facendo la stessa cosa, e hanno continuato a farla anche dopo essersi seduti su una poltrona; anzi, ho visto la gamba di Tiziana, inguainata in una calza nera e terminante in una scarpa dal tacco altissimo pure nera, infilarsi tra quelle di Marco e arrivare a toccarlo proprio li… E intanto le sue mani continuavano a massaggiargli delicatamente i capelli biondi. Boh, se la trasgressione era questa… Pastrugnamenti pubblici ne ho visti svariate volte, alle feste liceali, sai che novità…
Ma ho parlato troppo presto. Michela si e avvicinata, ha chiesto a Alberto di lasciarci sole un attimo, lui si e alzato e lei ha preso il suo posto. – Ti stai divertendo? – mi ha chiesto. – Certo, molto – le ho risposto. Mi ha preso una mano tra le sue, e mi ha detto: – Ascolta, ci siamo messi tutti d’accordo per farti un regalo… per la tua maturità. Il regalo e… qualcuno con cui passare questa notte, che sarà completamente al tuo servizio per tutto quello che vorrai fare e farti fare. Che ne dici?
L’ho guardata stupefatta ma anche divertita. Ah, era questo? – Oddio – le ho detto – temo che la scelta si riduca poi a Paolo e Alberto…
– No, perché mai?
– Non mi dire che Tiziana o Mariangela sarebbero d’accordo se scegliessi uno dei loro ragazzi…
– Certo che sono d’accordo, ma guarda che non devi mica scegliere per forza un ragazzo!
– Potrei scegliere anche te?
Michela mi sorride, fa un leggero cenno di assenso con gli occhi. Vabbé che siamo amiche intime, ma a questo non ci siamo mai arrivate, il fatto e che qui ed ora tutto sembra possibile, sarà anche l’effetto dell’alcool…
– Ma… devo proprio?
– No. Ma noi ci teniamo, sai? E poi, secondo me, e un’occasione da non perdere…
Ora ci sono dentro, mi sono accorta che anche gli altri, senza averne troppo l’aria, mi stanno guardando, come se si aspettassero una risposta, un cenno… Un’occasione da non perdere. Ma per chi? Bah. Se non volessi cosi tanto bene a Michela, ora come ora la odierei. Ma in fin dei conti chi se ne frega, se c’è da giocare giochiamo, al diavolo le ultime… Devo scegliere? E allora scelgo. Liberamente.
– Voglio Ugo.
Michela mi sorride con un’aria come se intendesse dirmi: ottima scelta. Poi guarda in direzione di Ugo, che e ancora abbracciato alla sua ragazza, e gli fa un cenno col capo. Lui la bacia a fior di labbra un’ultima volta, poi si scioglie dal suo abbraccio e viene verso di noi. – OK – gli dice Michela – il prescelto sei tu, ma non montarti troppo la testa. Comunque un brindisi s’impone. Paolo, vai a prendere quella bottiglia di champagne che e in frigo!
E cosi, un attimo dopo, il mio successo scolastico viene degnamente bagnato. – Alla nostra Simona, degnamente maturata! – dice Michela. Tutti esultano e bevono, io mi sento mezza lusingata e mezza imbarazzata. Ugo e seduto al mio fianco, mi tiene un braccio appoggiato sulle spalle, con molta morbidezza e discrezione devo dire. Dopo che ho bevuto, sento la sua bocca, ornata da una barba rada, appoggiarsi sulla mia guancia in un bacetto leggero. Non posso fare a meno di guardare in direzione di Mariangela, temendo una sua disapprovazione, ma non traspare nulla del genere, anzi continua a guardarci sorridendo.
Ugo si alza tenendomi per mano, e mi riconduce in pista, cioè al centro del salotto; cominciamo a ballare tenendoci stretti. Mi sento bene con lui, mi piace sentire il suo calore e, perché no, anche il mio che sta cominciando a montare. In fin dei conti e quasi un anno che quello stronzo di Gaetano mi ha mollata, e da allora mi sono quasi consumata il dito medio della mano destra a furia di… Insomma, ho voglia di lui, ecco. E lui lo capisce, perché le sue mani cominciano a massaggiarmi leggermente la schiena, e ogni suo tocco e come una scossa che mi percorre la spina dorsale fin giù, giù… Mio Dio, che effetto… se queste sono solo le sue mani, chissà il resto…
Dopo un tempo lunghissimo, torniamo a sederci. Solo in quel momento mi accorgo che ormai nel salotto siamo rimasti solo io e lui, evidentemente tutti gli altri sono usciti, sono forse andati a farsi quella passeggiata che immaginavo prima di, o semplicemente sono scesi in tavernetta a fare qualche gioco; in ogni caso hanno voluto lasciarci soli, e hanno fatto bene…
Ci sediamo sul divanetto. Lui riprende i calici, pieni per meta, in cui abbiamo bevuto poco prima, mi consegna il mio, brindiamo ancora e beviamo. Poi fa scivolare una mano dietro la mia nuca, mi attira verso di lui, io quasi gli cado addosso, un attimo dopo le nostre lingue giocano insieme con insistenza appassionata, mentre lui con un braccio mi tiene stretta, con l’altro percorre il mio fianco fino alla gamba, al piede racchiuso nella scarpa a tacco alto… E poi alla mano segue anche la bocca, mi percorre il fianco, scende verso il basso, percorre anch’essa la gamba, lui prima si sporge, poi scende dal divanetto, si inginocchia di fronte a me e prende il mio piede e ricolma di piccoli baci le parti che la scarpa, un bel sandalo, lascia nude, poi me la sfila e continua…
Io mi metto a ridere, la situazione mi sembra un po’ comica, oltre che eccitante. Cerco di trattenermi, non vorrei che si offendesse, ma no, lui mi guarda, mi sorride, esita solo un attimo e allora sono io che gli infilo il piede in bocca, continua, gli dico… E lui non se lo fa ripetere, prende, denuda e bacia anche l’altro mio piede, poi la sua bocca risale lungo la gamba, scosta l’orlo del vestito e sale più su, sempre più su… Mi sembra di star già per impazzire, ma non voglio lasciarmi andare subito, cosi, di botto. Aspetta, aspetta ancora…
Ci siamo, scosta le mutandine, la sua lingua e arrivata li dove volevo che arrivasse, Dio che godimento, ma non ancora, voglio divertirmi ancora un po’. Lo allontano, lo costringo a sedersi, mi inginocchio davanti a lui e glielo tiro fuori. è già durissimo, mica male, Mariangela si che se ne intende… Glielo lecco un po’, poi prendo in bocca la punta, non voglio farlo venire subito ma solo eccitarlo ancora. Dopo un po’ mi stacca, mi alza il viso, mi guarda sorridendomi e mi bacia appassionatamente. Poi mi fa alzare e sedere sopra di lui, ed ecco, mi penetra con un colpo solo, deciso, duro ma non doloroso, sono già superbagnata… E intanto che sono su di lui, e che conduco e mi faccio condurre, mi sfila dalla testa il vestito e mi slaccia il reggiseno e poi si attacca ai miei seni, me li stringe con forza, me li lecca, me li mordicchia… è sublime! In breve perdo totalmente il controllo di me stessa, non so più dove sono e con chi, e continua cosi per un tempo che non so misurare, che mi pare infinito…
Poi rinvengo, tra le sue braccia. Ora siamo distesi sul divano, e mi accorgo che intorno a noi c’è di nuovo qualcuno. Apro gli occhi, e la prima cosa che scorgo e il viso di Mariangela, a pochi centimetri dal mio, che mi guarda sorridendo. è molto bella, i suoi quarant’anni le donano un fascino tranquillo e maturo. Bruna, occhi marroni, e inguainata in un vestito bianco che le lascia completamente scoperte le braccia, ornate da numerosi bracciali. Allunga la mano, mi accarezza lievemente la fronte e mi sposta i capelli scomposti. Sono li, nuda e abbracciata a suo marito, ancora piena di lui, ma non sono per niente imbarazzata, al contrario le sorrido, sposto il viso, le bacio la mano.
E lei mi prende per mano: – Vieni, ti porto a vedere qualcosa, vuoi? – Perché no? Mi alzo, i miei passi sono molto malfermi, mi rimetto il reggiseno, cerco le scarpe e il vestito, ma lei mi dice di no, di non rivestirmi, di rimanere cosi. Poi, sempre tenendoci per mano, saliamo la scala che porta alle camere da letto. è molto oscuro, ma riusciamo lo stesso a muoverci.
Apre uno spiraglio della porta della prima camera, io guardo dentro e vedo, nella penombra, due corpi chiari, abbracciati e gementi. Vedo delle braccia e delle gambe che si muovono lentamente e che si donano carezze, vedo dei capelli biondi e scomposti, e dopo un po’ riconosco Luisa e Maria Pia. Provo stupore, ma non più di tanto. Non posso dire che abbiano dei corpi da urlo, cosi magroline come sono, ma sono infinitamente tenere. E non posso non restare affascinata nel vedere la piccola lingua di Maria Pia coprire il viso dell’amica di tenere leccatine, come una gatta innamorata, e vedere Luisa ad occhi chiusi concedersi mentre una sua mano sollecita delicatamente il suo piacere, l’altra quello della compagna. Ma non resto li a lungo. – Vieni, c’è dell’altro – mi dice Mariangela.
Passiamo alla camera successiva. Anche qui Mariangela apre uno spiraglio della porta, e anche qui posso vedere nella penombra e vedo… Tiziana legata al letto. Un pezzo di stoffa le immobilizza i polsi sopra la testa, altri due fissano le caviglie ai lati. E tra esse, inginocchiato, c’è Sandro, che la lecca. Lei tiene gli occhi chiusi, la bocca e aperta e sorridente e posso sentire distintamente i suoi sospiri, e vedere i suoi seni, gonfi e rotondi, alzarsi e abbassarsi… Ho l’impressione che Sandro la porti quanto piu possibile vicino all’orgasmo per poi ritirarsi, lasciarla raffreddare un po’ per poi ricominciare… e alla fine, lei sempre legata, la penetra profondamente, lei comincia a divincolarsi e gridare, stavolta ci siamo…
– Vieni – mi dice ancora Mariangela, tirandomi via delicatamente per un braccio. E siamo alla porta della camera successiva. Tutto mi sarei aspettata di vedere, tranne che questo.
Dentro ci sono, com’era prevedibile, Paolo e Alberto, con i loro corpi muscolosi e abbronzati che e uno sballo guardarli. Ma – sorpresa sorpresa – tra di loro c’è Michela, la mia amica! E se li sta facendo entrambi! Li guardo, allibita ad estasiata. Vedo Michela farsi accarezzare da entrambi, baciarne uno mentre l’altro gliela lecca, non solo, le alza le gambe e le lecca anche il culo, e poi baciare l’altro mentre l’uno prende il suo posto; poi mettersi carponi, farsi penetrare lentamente da dietro mentre prende l’altro in bocca, e cosi le spinte dell’uno, tramite lei, arrivano all’altro, e poi, cosa incredibile, vederla mettersi sopra Alberto, vedere Paolo andarle sopra, e poi farsi strada in lei entrambi insieme, inequivocabilmente uno per la via ordinaria, l’altro, invece, per quella alternativa… E lei grida, movimenti convulsi da crisi epilettica, viso contratto, capelli sudati appiccicati al viso, Paolo le immobilizza le mani dietro la schiena e lei gode, gode, gode…
Sono di nuovo eccitata, e Mariangela se ne accorge. – Ti piace? Allora entra, vai da loro! – mi dice. – Scusami, io torno da mio marito, ho voglia di lui… – Mi da un leggero bacio sulla testa, e poi si allontana. Ora sono sola. Che faccio? Vado via o entro? Ma siamo sicuri che mi stanno aspettando?
Michela e in estasi, deve essere venuta venticinque volte consecutive, e non si rende conto più di niente. Ma e Paolo che mi vede, mi sorride, mi dice: – Che aspetti? Entra, che ce n’è anche per te! –
Entro. Mi accosto. Loro mi prendono per mano, mi fanno sedere sul letto, vicino a Michela nuda e felice. – Sei bellissima – mi dice Alberto, facendo scorrere le sue dita lungo la mia schiena e provocandomi un brivido bestiale. Arrivano in fondo, alle mutandine, poi risalgono e si fermano alla fibbia del reggiseno, me la slacciano mentre Paolo mi abbraccia forte, poi le mani di Alberto raggiungono i seni da dietro, me li stringono, e allora non ce la faccio più, non me ne frega niente, avrò anche appena finito di fare sesso con un uomo ma ho di nuovo voglia e se non e lo stesso uomo chi se ne frega, gli prendo la testa e butto la mia lingua oltre le sue labbra, mentre Alberto continua a occuparsi della mia schiena. Per fortuna sono tutti e due ancora in tiro, e alla grande; e cosi posso anch’io vivere da protagonista quello che poco fa ho visto vivere alla mia amica del cuore… e non solo di quello, ormai. Perché, mentre sono io ad essere li in estasi, mentre Alberto mi penetra con colpi che mi incendiano dentro, e mentre Paolo ora mi bacia, ora mi accarezza il viso con il suo uccellone bestiale, ora mi bacia ancora, sento un’altra bocca, un’altra lingua percorrermi i seni, altre mani strizzarmi e tirarmi i capezzoli, e non possono essere che quelle di Michela. E poco dopo ecco che arriva anche la sua bocca sulla mia, baci profondi e sensuali, in dieci anni di amicizia ferrea non era mai successo, ma c’è una prima volta per tutto… come c’è una prima volta anche per assaporare il gusto di un’altra donna, le sue emozioni e la sua sensibilità, cosi identiche alle mie… mentre intorno a noi i due supermaschi continuano a fare il loro dovere, a portarci di nuovo entrambe all’estasi più totale e poi a scaricarsi, Alberto dentro di me, Paolo nella bocca di Michela che non posso fare a meno di baciare subito, per sentire anch’io quel sapore inusuale…
è notte fonda, siamo di nuovo tutti nel salotto, adeguatamente rivestiti. Beviamo bei bicchieroni di bibite, debitamente corrette, per rifarci; ci sentiamo tutti beatamente rilassati e tra noi non c’è nessun imbarazzo, e questo e bellissimo. – Allora, carissima, ti e piaciuta la festa? – mi dice ancora Mariangela, anche lei ricompostasi dopo un paio d’ore di passione con suo marito mentre noi ci davamo da fare al piano superiore. – è stato bellissimo. Grazie! – rispondo io. Mi rendo conto che e banale, ma non posso dire altro, non ho molte altre parole… e poi e vero, e stato bellissimo, soprattutto per la naturalezza, quasi l’ovvietà con cui tutto questo e capitato.
Poco dopo gli ospiti si congedano. Rimaniamo solo io e Michela, disfatte e felici, in mezzo al classico casino del dopofesta. – Dai – dice lei – andiamo a dormire. Domani dovremo mettere tutto in ordine, soprattutto le camere da letto… –
Ci prendiamo per mano e saliamo al piano superiore. Ma non credo proprio che dormiremo molto… FINE

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Un commento

  1. Il gusto di uno, il gusto di quell’altra… ma che era? Una gelateria??

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