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Gita porno

In marzo ho fatto una gita a Venezia con la mia classe.
Fra le mie amiche ce n’è una molto carina che si chiama Cristina.
Siamo partiti alle sette.
Io riuscii a sedermi in fondo, mentre Cristina non ce la fece perché arrivò un po’ in ritardo.
Durante il viaggio Cristina decise di venire in fondo anche se non c’era posto.
Dopo 5 minuti, stanca di stare in piedi, con mia grande sorpresa si sedette sulle mie gambe.
Avendo una delle più belle ragazze della scuola sopra di lui, il mio cazzo reagì.
Cristina se ne accorse perché, senza farsi notare dagli altri, continuò a strusciarsi avanti e indietro e inizio a canticchiare un motivetto inventato sul momento:
“Non male, non male, mi piacerebbe provarlo, che, che bello… “.
Due ore dopo arrivammo all’autogrill. Cristina mi disse:
“Seguimi” e mi condusse dall’altra parte dell’autogrill, dove non ci poteva vedere nessuno.
Mi tirò a sè e mi baciò appassionatamente.
La sua lingua si fece strada prepotente e avvolse la mia con una foga incredibile.
Con le mie mani le accarezzai i capelli, la schiena nuda, scendendo sempre di più, fino ad agguantare quelle chiappe da sogno, strette nei cortissimi jeans.
Mi sfilò la maglietta che indossavo, continuando ad abbracciarla potevo sentire i suoi capezzoli duri sul mio petto.
Anche lei mi strinse le chiappe con entrambe le mani, mentre continuavamo a baciarci.
La mia mano si infilò sotto la sua maglietta, le mie dita furono subito a contatto della sua nuda e vellutata pelle ed in breve arrivai a toccare il suo grande e sodissimo seno stuzzicando fra pollice ed indice il suo sensibile e turgido capezzolo.
Cristina prese ad ansimare, poco dopo sollevai la sua maglietta allora lei tolse le mie mani non per fermarmi ma per sfilarsi definitivamente l’indumento rimanendo solamente con le mutandine addosso.
Ripresi a baciarla, quindi la mia bocca scese sul suo collo per soffermarsi poi
sulle graziose tettine per leccare le rosee areole e succhiare i piccoli ma duri capezzoli.
Mentre la trentasettenne, tirati giù i pantaloni e cinto il mio pene, lo stava lentamente smanettando.
Poi la sua bocca scese verso il basso ventre finché sentii la punta della sua lingua attorno al glande del mio pene che era così tornato ancora più duro di prima.
Le lasciai condurre la situazione e rimasi ad occhi chiusi a gustarmi la sua bocca scivolare su e giù sul mio pulsante arnese.
Continuava a pompare, ora gemeva anche, e ad ogni spinta della testa emetteva un ‘mph’.
Una piccola goccia di sperma le colò dalle labbra umide e si fermò sul mento, a quella vista non riuscii a trattenermi e sborrai.
Diede ancora un colpo secco e io feci un balzo.
Un piccolo fiotto andò ad aggiungersi agli altri sul suo viso.
Si alzò e mi baciò a lungo passandomi dalla sua lingua alla mia lo sperma caldo. “Hai un buon sapore” disse.
Le tolsi i jeans e, mentre ci baciavamo, portai una mano ad infilarsi lentamente sotto le sue mutandine, così le mie dita giunsero a contatto della sua già bagnatissima peluria.
Quel contatto la fece fremere e sussultare mugolando profondamente, il mio dito medio si fece strada infilandosi lentamente nel suo bagnatissimo e caldo buchetto.
Le tolsi del tutto le mutandine.
“Fammi godere tu ora, voglio sentire il tuo piacere dentro di me” mi disse.
“Si, voglio sentirti stringere la tua fessura e vedere i tuoi umori colare sulle tue cosce, voglio leccarti tutta” le risposi.
Cristina avvertì la vagina dilatarsi ed il pene percorrere tutto lo spacco tra le sue cosce.
Senza che nemmeno se ne accorgesse, se lo ritrovò proprio all’imboccatura, con la punta del glande che premeva sulle labbra… la sua tana era calda morbida ed accogliente.
La figa di Cristina era ormai un vero e proprio lago di umori.
Rimase un po’ rigida, infine si sciolse e cominciò ad accompagnare i miei affondi con un frenetico movimento del bacino e con gemiti dolcissimi, e quando venne con una serie di veloci sospiri, colmi di stupore, quei suoni così ingenui mi eccitarono a dismisura e riversai in lei un torrente caldo come lava incandescente… e Cristina tremò come se le pareti della passera s’ustionassero venendoci a contatto.
Dopo esserci puliti a vicenda i genitali, tornammo dai nostri amici che, fortunatamente, non si accorsero della nostra assenza.
La giornata passò lentamente.
Continuavo a pensare alle sue tette, alle sue labbra bagnate di sperma, alle cosce madide di umori.
Alle 8, sulla via del ritorno, il pullman finalmente si fermò ad un altro autogrill. Stavo già scendendo dal pullman quando Cristina mi fermò.
“Voglio farlo qui” mi disse.
“Ma è facile che ci scoprano! “.
“Lo so, ma è molto più eccitante… “.
Quando furono scesi tutti, ci buttammo sui sedili in fondo e ci spogliammo velocemente.
Cristina era decisissima a venire, e perciò si girò a quattro zampe e mi diede il culo, io che finora avevo penetrato solo la sua fighetta aperta e lubrificata, ora mi trovavo di fronte a un culetto splendido, ma stretto comunque non rinunciai all’impresa, senza troppe difficoltà immersi il mio cazzo nel suo delizioso forellino anale.
Fasciato strettamente da quelle carni giovane e sode, sbattendo ritmicamente il pube contro le stupende natiche di Cristina, mi persi in un oceano di piacere.
Non pensavo ad altro che al mio piacere, ma malgrado questo, la sentii gemere e godere prima di me e questo mi diede la spinta decisiva per un nuovo travolgente orgasmo, e mi accasciai gemendo sulla bella schiena di lei, mentre scaricavo un nuovo carico di sperma nell’intestino di Cristina.
Non ancora soddisfatta mi stese, mi prese il cazzo, se lo inserì nella fica ormai completamente lavata e cominciò ad andare su e giù sul mio cazzo. Mentre faceva questo, si piegava con la faccia rivolta a me e mi baciava mentre io le toccavo le tette.
Lei mi cavalcava con vigoria e gemeva, mamma mia come gemeva,
“Ahha, questa è la posizione che preferisco” disse.
“Me lo sento tutto dentro la pancia, voglio che mi sventri la figa! “.
Arrivò qualcuno.
Cristina continuò a cavalcarmi godendosi il “bastone” che aveva tra le cosce.
In poco tempo Alessia, Michela e Chiara arrivarono davanti alla porta del pullman e la videro cavalcarmi sui sedili.
“Cristina! ”
Cristina la vide ed arrossì.
A quel punto le tre ragazze desiderose di unirsi a noi ci dissero:
“Dai, tutti insieme! “.
Alla fine, Cristina si girò in modo da sbattermi in faccia la figa.
Michela mi cavalcava e Chiara le ciucciava le tette mentre Alessia si sgrillettava la figa.
Le penetrai e le inculai tutte.
Fu molto eccitante perché solo Alessia aveva già scopato il suo ragazzo, ma non l’aveva ancora preso nel culo.
Al ritorno salii indietro con loro. Tutte e 4 me lo presero in bocca.
Michela usava anche le sue splendide tette, avvolgendo le sode carni intorno all’asta prepotentemente eretta, massaggiandola freneticamente per poi calmarsi e concedergli tregua e riprendere da capo il gioco.
La piccola Chiara succhiava come un’esperta pompinara.
Alessia succhiando, nel corso degli anni, era diventata proprio brava.
Cristina invece mi stava spompinando anche troppo bene per essere alle sue prime armi.
Ovviamente ripetemmo la cosa tante altre volte dopo quella serata ed ogni volta era più eccitante, ma mai come quella volta! FINE

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