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Il sedere di Cristina

All’età di 21 anni ho conosciuto colei che allora mi parve la donna giusta per me: Cristina.
C’intendevamo bene di carattere, mi piaceva molto fisicamente ma …. c’era un ma.
Sinceramente avrei voluto subito fare l’amore con lei ma giunti al dunque, lei mi disse che voleva arrivare vergine al matrimonio.
Quando l’ho conosciuta aveva 19 anni.
Diceva che non si sentiva pronta e che non si sentiva di avere rapporti completi sino al matrimonio.
Dopo pochi mesi palparla nuda divenne una abitudine.
Dato che la figa non la voleva dare avevo pensato di farle il culo (fra l’altro aveva, e ha, un culo molto invitante) ma sapendo come la pensava in certe cose preferii prima saggiarne la reazione.
L’occasione la ebbi quando in occasione del 18esimo compleanno di suo fratello, i genitori regalarono al ragazzo un nuovo videoregistratore super-ultra.
Il mese successivo riuscii a sostituire una cassetta nuova di un film che aveva comprato con una cassetta che avevo acquistato io.
Chiaramente la cassetta che le ho dato era una “anal” molto spinto.
Conteneva alla partenza le immagini molto crude e i discorsi di una ragazza studentessa che studiava insieme ad un ragazzo.
Poi finiva a letto con lui e mentre lui cercava di entrare in figa lei si rifiutava. Poi lui la pregava di dargli almeno il culo poiché dell’ingresso da quella parte non sarebbe rimasta traccia.
Lei prima si rifiutava dicendo che le pareva una cosa stupida e anche dolorosa dato che lei non lo aveva mai fatto e infine logicamente glielo concedeva e si faceva rompere il culo.
Poi il film proseguiva ecc. ecc. Io ero interessato a che vedesse le prime scene per saggiarne la reazione.
All’inizio era già chiaro che il film non era quello che doveva essere ma io feci finta di niente aspettando le reazioni di lei.
Lei mentre guardava, prima restò allibita poi diventò rosso fuoco e mentre il cazzo del ragazzo affondava fra le natiche della ragazza, Cristina, che era talmente paralizzata da non spegnere (io me ne guardai bene dal farlo), si rifiutò di continuare a guardare definendo quello che vedeva dell’immondizia,
delle cose depravate, vomitevoli, schifose ecc. ecc.
Conclusi che da quella parte, almeno per allora, c’era ben poco da fare.
Prima di continuare una premessa. Io sono appassionato di elettronica e prima di quell’avvenimento mi ero procurato una di quelle piccole trasmittenti miniaturizzate che captano i discorsi effettuati nelle vicinanze e li ritrasmettono entro poche centinaia di metri su una frequenza udibile con una normalissima radio Fm.
Era una baracchina dal prezzo molto modesto ma mi servì in quel momento.
In pratica volevo verificare le reazioni di lei dopo che io ero uscito da casa sua.
Pertanto l’avevo mimetizzata e ben nascosta in casa di Cristina.
Una precisazione: io e lei abitiamo nello stesso palazzo e allo stesso piano.
Dirò di più: l’appartamento dove abita lei ha il balcone che confina con il mio ed é diviso dal mio solo da una specie di divisorio alto di ferro e vetro smerigliato.
Questo divisorio poteva essere staccato dal muro dato che era fermato da dei grossi bulloni e leggermente piegato verso la ringhiera in modo da far transitare una persona magra, anche se a fatica, a ridosso del muro stesso.
Questo lei non lo sapeva. Io invece l’avevo scoperto quando da bambino giocavo con un altro bambino che allora abitava lì vicino (lei venne dopo ad abitare lì con i suoi: appunto quando poi diventò la mia fidanzata).
Eravamo riusciti ad estrarre i bulloni e ci divertivamo a scorrazzare di qua e di là.
E proprio il giorno prima avevo badato a smollare i bulloni e a sostituirli con altri vecchi (così non si vedeva la differenza) ma molto più corti (bastava un giro e si staccavano).
Avevo altresì oliato le giunture di questo divisorio (il tutto perché mi era venuta anche l’idea che se lei vedendo il film, avesse dimostrato un atteggiamento non completamente negativo, in seguito volevo passare di là sul balcone per vedere se, una volta andato via io, magari si masturbava).
In ogni modo la lasciai quando arrivò suo fratello facendo credere ad entrambi che dovevo andare a fare non ricordo che cosa.
Invece tornai silenziosamente in casa e mi misi ad ascoltare attraverso la radio.
Mai e poi mai avrei comunque pensato di ascoltare quello che in realtà udii!
Non sto qui a descrivere passo per passo cosa sentii ma faccio un riassunto generale della situazione che m’immaginai attraverso quello che sentivo.
Cristina si faceva palpare dal fratello (penso non fosse certo la prima volta da come parlavano).
Gli stava confidando che il film comperato non era quello che lei voleva ma uno pornografico.
Lui insistette per vederlo insieme e lei cedette presto. Iniziarono a vederlo mentre lui la stava palpando.
Le considerazioni da fare sono ovvie: l’immagine che lei si dava con me era falsa.
Non per la verginità ma perché tutta la scena fatta con me non la ripeteva certo con il fratello anzi direi il contrario.
Comunque il fratello commentava liberamente il film mentre sua sorella si eccitava.
In breve le tolse pantaloni, camicetta, reggiseno e infine mutandine (capivo questo dai loro commenti e gemiti).
Anche lui doveva ad un certo punto essersi tolto le mutandine e doveva cercare di prenderla in braccio seduti poiché lei si lamentava che in braccio non voleva andare senza mutandine.
Lui ribatteva che ogni volta era la stessa storia e non capiva perché lei non si fidasse ancora che dentro non glielo avrebbe messo: le disse che lei sapeva bene che il massimo che lui faceva era sfregarglielo fra le natiche e fra le cosce (sull’esterno della vagina).
Ad un certo punto capii che lei aveva ceduto.
A quel punto uscii sul balcone e pianissimo mollai i bulloni, spostai il divisorio e passai dall’altra parte.
Andai sino alla porta del soggiorno che dava sul balcone e piano piano guardai dentro.
Quello che dirò ora é il riassunto di quello che vidi e di quello che, al ritorno in casa, ascoltai dal registratore che avevo lasciato acceso collegato alla radio.
Nel guardar dentro dovevo essere molto prudente perché va bene che c’erano le tende e che erano tutti e due talmente infocati da non capire più niente, però dovevo stare attento a sporgere solo la testa verso i vetri tenendo il corpo contro il muro.
Certo che, se anche mi avessero visto, non penso avrebbero reclamato: non so cosa avrebbero fatto però …. !
Ma la situazione non sarebbe stata comunque piacevole!
Comunque Cristina era in braccio a lui senza mutandine entrambi.
Da quello che capii dopo dalla registrazione già in quella posizione lui tentò di incularla ma dato che lei si spostò velocemente non ci riuscì.
Poi senza che Cristina opponesse più molta resistenza se la rimise in braccio.
Guardarono il film per qualche minuto coccolandosi poi lui la rovesciò sul divano a ventre in giù e si allontanò tornando con una bottiglia di olio.
Mentre andava nell’altra stanza vidi che aveva un cazzo più grosso del mio.
Il mio è cm 19 di lunghezza per 16 di circonferenza ma l’arnese che vedevo eretto era ben più grosso.
Mentre andava a prendere l’olio feci dei velocissimi ragionamenti.
Era ormai chiaro che il sedere di Cristina stava per essere aperto (anzi, dato il cazzo fra le gambe di lui, direi “spalancato”).
Potevo rientrare velocemente in casa, buttarmi alla loro porta e suonare dicendo che ero io.
Li avrei spaventati e sarebbero stati costretti ad interrompere e magari più tardi non si sarebbe ricreata l’atmosfera giusta.
Potevo magari telefonare. Anche se non rispondevano il suono del telefono poteva innervosirli e guastare il momento magico.
Infine potevo farmi vedere e in pratica pretendere di essere io a romperle il culo.
Ma mi eccitava anche l’idea di vederla farsi aprire incestuosamente il culo dal fratello.
Inoltre, considerato il fatto che fosse il fratello, mi pareva persino di potere accettare senza particolari problemi il fatto che stesse per violare il culo di Cristina.
Comunque quando ritornò con la bottiglia dell’olio Cristina non si era mossa di un millimetro.
Il divano era messo contro la parete di lato al balcone in modo perpendicolare.
Insomma stando seduti sul divano il balcone restava di lato.
Vidi che mentre tornava con l’olio tremava un po’ ed era molto agitato.
Fece alzare sua sorella e ribaltò il divano.
Era un divano letto ad una piazza e per accedere al letto si ribaltava il sedile su se stesso.
Per fortuna fece ridistendere Cristina sul materasso (che restava dentro al divano) con il culo rivolto verso il balcone (se fosse stata la testa non avrei potuto più guardare per timore di essere visto e non avrei visto l’entrata dietro).
La fece mettere alla pecorina (come avevano fatto i due del film prima).
Poi iniziò con le dita a spalmarle il buco di olio. Io ero molto agitato, pensavo che ero sempre in tempo a fermarli ed ero a volte indeciso ma più che altro erano timori che mi sorgevano solo per mettermi in pace con me stesso: in realtà ero eccitatissimo e desideravo che si sbrigasse ad aprirla per non pensarci più.
Ad un certo punto lui tentò di metterglielo dentro ma, o lui era troppo agitato per riuscire bene o lei non collaborava, fatto sta che non riusciva.
Però a differenza di prima Cristina non si spostava più ma si limitava a lanciare urla acute dicendo che le faceva troppo male.
Lui allora si rialzò e mentre stava tornando in cucina vidi che il suo cazzo sembrava ancora più grosso.
Forse la tremenda eccitazione aveva ingrossato la cappella che sembrava paonazza, o forse la mia eccitazione m’induceva a galoppare con la fantasia immaginando scene erotiche da brivido, fatto sta che il suo cazzo mi sembrò enormemente ingigantito.
Forse ricordando il film (che usava la stessa scena del burro di Ultimo tango a Parigi) tornò con del burro e né staccò un bel pezzo e lo spinse dentro il culo di sua sorella.
Mi venne da ridere: pensai che se le metteva anche del sale le avrebbe condito il culo.
Poi ne staccò un altro pezzo e glielo spinse ancora dentro.
A quel punto iniziò a spingere con il suo cazzo mentre sua sorella urlava e tentava di divincolarsi.
Ma lui si era ancorato stringendosi a lei.
In realtà si capiva che lei non tentava di fuggire.
Probabilmente era un riflesso condizionato alla spinta del cazzo di lui.
Infatti, non appena lui cessava un attimo di spingere e lasciava la stretta, lei non ci pensava proprio a spostarsi ma continuava solo a dire di fare piano
perché era troppo grosso! Infine riuscì a spingerne dentro un pezzetto.
Ma subito si bloccò, si tese tutto e iniziò presumo a sborrarle in culo.
Penso che dall’eccitazione gli fosse restato duro o comunque gli tornò duro subito e quindi, sempre fra le urla e i tentativi di divincolarsi di Cristina, la penetrò sino in fondo e iniziò ad incularla.
Col culo erano vicinissimi alla porta sul balcone e ad un certo punto vidi colare lungo le cosce delle mia fidanzata un rivolo di roba bianca che usciva dal culo.
Non so se fosse il burro sciolto o la sborra del fratello ma la cosa era tremendamente eccitante. Poi fra un’erezione e l’altra e una sborrata e l’altra se la inculò per un bel po’ di tempo.
Ogni tanto smettevano e si baciucchiavano un po’.
Alla fine lui cercò di entrarle in figa e qui successe il finimondo.
Prima lei si spostò e lo guardò poi iniziò ad urlare dicendogli che era un farabutto, un delinquente, che già l’aveva insultata facendole “quello” (si riferiva all’inculata) e che ora tentava anche di metterglielo “nel posto giusto”.
Questo a lei che l’aveva aiutato ecc. ecc. ecc.
Dovetti scappare via per paura che nella foga mi vedessero e sentii il resto dalla radio.
Ad un certo punto lei iniziò a tirargli addosso qualcosa e poi a menare pugni e calci.
Lui cercò solo di difendersi penso senza contraccambiare.
Cristina sembrava impazzita ma non ho problemi a dire che aveva torto marcio.
Prima quando si godeva quel cazzone nel culo la pensava ben diversamente.
E secondo me l’errore del fratello é stato quello di tentare di farle la figa quando lei aveva perso eccitazione.
Probabilmente se lui avesse tentato all’inizio subito dopo averle sfondato il culo sarebbe riuscito a romperle anche la figa!
Comunque continuavo a sentire dall’altro appartamento grida e insulti.
Mi decisi allora a telefonare facendo finta di essere in una cabina e chiedendo a Cristina se mi raggiungeva così andavamo insieme a mangiare un gelato.
Quella che era tutta nuda, col culo appena rotto e ben pieno di burro e della sborra del fratello, figuriamoci se veniva! Infatti, mi disse che era scivolata e aveva battuto il sedere per terra per cui le faceva male e non aveva voglia di scendere.
Di certo era pronta di riflessi: aveva già trovato la scusa per giustificare il mal di culo.
Era comunque di una dolcezza incredibile durante quella telefonata (forse già iniziavano i sensi di colpa)!
Le dissi quindi che sarei arrivato subito per vedere come stava.
Come chiusi la telefonata sentii dalla trasmittente che suo fratello, che nel frattempo doveva essersi rivestito, uscì velocemente da casa e altrettanto velocemente io suonai alla sua porta fingendo di essere appena tornato. FINE

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