Questo racconto è un ricordo di un’incredibile esperienza erotica accadutami qualche anno fà, quando frequentavo il 3′ anno di un’istituto tecnico.
Avevo una compagnia di classe particolarmente interessante, non altissima ma con corpo stupendo, uno splendido seno ed un incredibile culetto.
Indossava molto spesso abiti sexy, gonne molto corte, calze velatissime, camicette trasparenti.
Io e il mio compagno di banco Beppe non facevamo che interessarci al suo splendido corpo, la osservavamo mentre camminava e fantasticavamo sui suoi interessi sessuali.
Contrariamente a tutte le nostre compagnie, Simona ci sembrava molto più interessata al sesso, lo capivamo da come camminava, da come si vestiva.
Stufi di passare notti insonni sognando di accarezzare il suo corpo un giorno abbiamo deciso di farci avanti ma non avendo nessun il coraggio di andare per primo abbiamo provato a sondare il terreno insieme.
La professoressa di italiano è mancata e l’ora buca è stata l’occasione ideale.
Così ci siamo avvicinati ed abbiamo iniziato a scherzare, facendo commenti abbastanza arditi sul suo abbigliamento e confessandole che ci sembrava estremamente sexy.
Con nostra sorpresa anzichè allontanarci in malo modo Simona ha iniziato a civettare ed a giocare con noi.
Credo che inizialmente si sentisse lusingata per gli apprezzamenti e desiderasse semplicemente scherzare un poco e renderci ancora più interessati a lei.
Quello che ne io e ne lei ci aspettavamo fu invece la reazione di Beppe, che sentitosi incoraggiato iniziò a palparle il seno.
Lei era visibilmente a disagio ma si limitò ad a cercare di allontanarlo senza troppa foga.
Beppe allora, ormai eccitato, la prese da dietro bloccandole le braccia ed invitandomi a toccarla un po.
Dopo un attimo di esitazione allungai una mano sulle sue splendide cosce e l’altra sul suo eccitante anche se non grossissimo seno.
Le calze morbidissime, il seno sodo, le sue rimostranze non fecero che eccitare di più me e Beppe.
Beppe continuando a tenerle le braccia bloccate dietro si liberò una mano, le sollevò la gonna e le infilò la mano nei collant palpandole il sedere.
Io mi avvicinai e la baciai con foga, mettendole le lingua in bocca e palpandole le tette.
A questo punto arrivarono in corridoio, eravamo vicini al bagno dei ragazzi altri due nostri compagni che quando videro la scena si fermarono ad osservare allibiti.
Simona si dimenava, sembrava volersi liberare ma però avevo la sensazione che fosse eccitata.
Ancora qualche secondo e anche i due che erano stati a guardare si gettarono su Simona palpandola dappertutto.
Aveva le tette fuori e almeno tre mani infilate nei collant e nelle mutande.
Il mio cazzo era diventato enorme e quando già stavamo pensando di trascinarla nel bagno vedemmo arrivare la professoressa di francese.
Lasciammo subito Simona, che si ricompose e corse via.
Rientrammo in classe. Ricordo che ero un po preoccupato perchè non ero sicuro dell’atteggiamento di Simona e temevo che potesse succedere un macello.
Lei invece non disse nulla.
Il giorno seguente venne a scuola più sexy del solito e al momento della ricreazione andò alla finestra vicina ai bagni.
Quello che era successo il giorno prima lo sapevamo ormai tutti e oltre che io, Beppe e gli altri due altri tre ragazzi ci seguirono.
Fu la ripetizione della scena del giorno prima, a differenza che la portammo direttamente nel bagno dei ragazzi.
Come il giorno prima finse di fare resistenza ma capimmo subito che ci stava.
Indossava una minigonna cortissima, collant autoreggenti molto sexy,
una camicetta trasparente ed un completino di pizzo bianco.
Le fummo addosso in attimo, le togliemmo la camicetta, la baciammo a turno selvaggiamente e Beppe le tolse le mutandine.
Si accovacciò di fronte a lei ed iniziò a baciarle la fighetta bionda.
La cose le piacque parecchio e noi palpammo con maggior foga.
Beppe, sempre lui, si slacciò i pantaloni ed estrasse il suo cazzo appoggiandolo sulla figa.
In quel momento suonò la campanella e dovemmo smettere, non prima di averla palpata per un altro poi di minuti.
All’uscita Simona raggiunse Beppe e me e ci disse che volava parlarci.
Ci disse che la cosa si era spinta troppo oltre, che non voleva fare la parte della sgualdrina davanti a tutti e che quindi era meglio che tutti dimenticassimo quanto era successo altrimenti avrebbe fatto un casino.
Suo padre arrivò a prenderla in quel momento e dovemmo interrompere la discussione.
Nel pomeriggio Beppe era con me a casa mia quando squillò il telefono, era Simona che voleva vederci per discutere l’argomento.
I miei non c’erano, come al solito via per lavoro, e così la invitai a venire a casa mia.
Quando arrivò ci disse nuovamente che voleva che la cose finisse lì, ecc.
Beppe non la lasciò finire il discorso, le salto addosso e cominciò a spogliarla.
Eravamo entrambi scatenati.
La lasciammo nuda con silo le calze nere e ci spogliammo anche noi.
Facemmo di tutto, pompini, la scopammo in modo incredibile, era una vera porca.
Si scatenò completamente, ci fece sborrare almeno tre volte ciascuno.
Io le sborrai in bocca, in fica e nel culo mentre Beppe le riempiva la fica.
Non era vergine in nessun buco, ci confesso che con il suo ragazzo, fra l’altro molto geloso faceva di tutto.
Al termine della scopata ci fece promettere di dire agli altri compagni di classe che il giochetto era finito, voleva essere lasciata stare.
La ricompensa era che almeno una volta alla settimane sarebbe venuta a studiare e soprattutto a scopare con noi.
Mantenemmo il patto e passammo un’incredibile anno scolastico.
A Maggio venimmo a sapere che al termine dell’anno scolastico si sarebbe trasferita in un’altra città e che quindi avremmo perso la nostra fantastica fonte di divertimento.
Decidemmo però di farle una sorpresa, così l’ultimo giorno di scuola,
dopo l’immancabile pizza la invitammo a venire da noi per un pomeriggio speciale.
Quando arrivò in casa c’erano oltre a me e a Beppe altri 6 ragazzi della nostra classe e un altro nostro amico.
Quando entrò e vide tutti questi maschi Simona si spavento, cerco di scappare ma la bloccammo.
Finimmo il lavoro di quel giorno a scuola.
La palpammo selvaggiamente.
La spogliammo, a turno le leccammo la fica e l’ano, le facemmo ditalini, anche anali e la penetrammo in tutti i modi selvaggiamente.
Godemmo tutti come pazzi e Simona si dimostrò una vera troia.
Il giochetto durò tre ore.
Simona andò a casa distrutta.
Purtroppo qualche giorno dopo si trasferì in un’altra città e di lei non abbiamo più avuto notizie.
Ancora oggi quando ci incontriamo per cene di classe fantastichiamo e ricordiamo quelle incredibili esperienze passate con Simona. FINE
