Ho 19 anni e mi sono trasferita da Milano in una piccola città, Camerino, dove frequento il primo anno d’università.
Ho avuto un po’ di problemi all’inizio, soprattutto per la diversa mentalità e specialmente sul sesso.
Sono sempre stata un’amante del sesso sfrenato e le mie nuove amiche mi sembravano tutte delle suore, finché non ho conosciuto Gabriella, riminese, alta, bella e che legava poco con il nostro gruppo.
Per fortuna abbiamo legato noi due, e indovinate perché…
Un giorno, Gab è venuta a cercarmi per chiedermi se volevo uscire con lei quella sera. Io ho accettato e lei mi ha avvertito che ci sarebbe stato anche il fratello del suo nuovo ragazzo, un tipo pazzo per il “secondo canale” (e non RAI2 ovviamente), ed io ero l’unica che avrebbe potuto accettare la sua proposta.
Mi disse di vestirmi col minimo indispensabile e mi salutò.
La sera i tre mi vennero a prendere e andammo con l’auto in un garage di un loro amico.
Mentre il mio uomo andava a chiudere la saracinesca, le mani dell’altro già brancicavano il corpo nudo di Gab, perfettamente visibile tra i lembi scostati della sua pelliccia.
Lei era così bella che mi sono eccitata subito e, quando è tornato il mio compagno, mi ha trovata già nuda ad aspettarlo.
Mi sono trovata subito con una spanna di lingua in bocca, una mano sulle tette e un cazzo grosso e duro fra le dita.
Anche Gab s’era spogliata e tutte e due ci siamo chinate a spompinare il nostro uomo.
Il mio, che aveva un cazzo favoloso, mi ha incitato a continuare il pompino fino in fondo.
Anche se ero tutta presa dall’uccello che stavo succhiando, ho visto che Gab aveva interrotto il suo pompino per scavalcare il suo ragazzo e impalarsi su di lui a spegnimoccolo, e scopare a cadenza lenta di trotto, mentre lui le palpava e succhiava le tette.
Ogni tanto, Gab si voltava a guardare cosa facevo e spesso, mentre succhiavo e mi sditalinavo, i nostri sguardi si sono incrociati. Ingoiata di gusto una sborratona impetuosa, senza farne trapelare una goccia, sono venuta anch’io, con discrezione, in silenzio e col boccone ancora in bocca.
Mi sono rialzata appena in tempo per sentire un gemito dell’altro ragazzo e la voce di Gab.
“No, tesoro, no! Sborrami in bocca! “, uggiolava lei, disimpalandosi in fretta.
In ginocchio sul sedile posteriore, si è avventata a bocca spalancata sul cazzo e lo ha sbocchinato da golosa, da esperta.
Lui si è inarcato, ringhiando di goduria, e lei ha inghiottito rumorosamente, a più riprese.
Solo quando lei ha dimenato il culo, venendo, mi sono accorta che si era masturbata con l’altra mano, quella nascosta alla mia visuale dal suo corpo.
Gab ha indugiato ancora a brucarlo tra i peli e sulle palle, e poi si è rimessa a sedere.
Ci siamo fumati una sigaretta, parlando di cose banali, e poi abbiamo ricominciato a limonare.
Le solite cose, lingua in bocca, succhiatine alle tette, dita in fica, cazzo in mano, finché è stato un po’ più che barzotto, al che l’abbiamo ripreso un po’ in bocca per dargli la giusta durezza.
Come se l’avessimo concordato prima, Gab si è messa carponi sul sedile, col culo alto, e il suo uomo le si è inginocchiato dietro, le ha strusciato la cappella contro il solco e la fica, prima di puntarglielo contro l’ano, finché lei s’è spazientita.
“Spingi, stronzo, inculami! “, lo ha sollecitato, e le è sfuggito un rantolo, quando la cappella le ha forzato il buco del culo.
“Così va meglio… ” disse Gab.
“Lo vuoi anche tu, vero? “, ho bisbigliato al mio ragazzo, mantenendoglielo in forma con una sega lenta.
“Mi piacerebbe, ma tu… ”
“Anche a me piace… Vieni, dammelo! ”
Il volante rendeva tutto più scomodo, ma ce l’abbiamo fatta anche noi, e finalmente mi sono sentita dilatare e penetrare.
Lui si è meravigliato, quando gli ho tolto via la mano che cercava di farmi un ditale, e ho dovuto dirglielo, che mi bastava il suo cazzo, per godere.
Gab godeva quanto me, e anche lei è venuta due volte, a metà inculata e col suo uomo, come me.
Temevo di scandalizzarla a succhiare l’uccello che mi era uscito dal culo, ma lei non ha avuto questa preoccupazione e se lo è ingoiato, ingorda, dandomi l’esempio che ho seguito subito…
Il giorno dopo, Gab è venuta da me per ringraziarmi di averla accompagnata e, tra una cosa e l’altra, ci è tornata voglia di… indovina cosa!! FINE