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La spagnola

Ciao a tutti, come vi avevo promesso, questa volta vi racconterò di quando ebbi la possibilità di scoparmi le tette della donna che poche settimane prima mi aveva donato una scopata, nei laboratori web dell’università, piena di nuove e bellissime sensazioni. Erano passate, come ho detto, alcune settimane e di lei non avevo più avuto notizia ormai ero sicuro che non l’avrei rincontrata più, quando un pomeriggio come scorrazzavo per i corridoi dell’università la incontrai.. appena la vidi rimasi di stucco era ancora più sexy di quella sera, portava una gonna nera fino a poco sopra il ginocchio con spacco laterale che metteva in mostra la sua coscia foderata da calze nere, le sue tette erano a malapena trattenute dentro da una camicetta bianca aperta fino a 3 bottoni che lasciavano intravedere l’inizio del solco delle tette.. . come se non bastasse per farsi notare portava dei stivaletti neri con tacco che quando camminava in qui corridoi la sentivi di sicuro se non la vedevi. Cavolo pensi, ha 45 anni, è rotondetta, ma certo che può diventare veramente molto eccitante! ! ! Che TROIA! Io mi ero fermato, lei mi veniva in contro ma non fece trapelare nessuna emozione, mi passo di lato senza fare nessun cesso.. . cavolo pensai non mi a cagato neanche di striscio! ! : (Mi volta per vedere dove andasse.. . ma subito mi dovetti ricredere sul suo atteggiamento verso i miei confronti, poco più in la di me inizio a salire una scala.. casualmente ^_^ le cadde dalle mani una carpetta, e lei per prenderla si dovette chinare, questa mossa fece aprire quello spacco vertiginoso che portava sulla coscia, insieme a quello spettacolo offertomi si voltò per un attimo verso di me e sorrise.. . questo io lo presi come un invito a seguirla.. . Lei riprese la sua carpetta si rialzò e continuò per la sua strada, ma questa volta c’ero io che le facevo da ombra! ! ! Passammo alcuni corridoi, salimmo le scale.. . alla fine arrivammo nel luogo che ben presto si sarebbe consumato il piacere.. era un ufficio di segreteria, chiuso al pubblico in un area dell’università un po’ isolata.. . Lei entrò e lasciò la porta socchiusa.. . non mi feci pregare e la seguii Entrai, chiudendo la porta dietro di me, lei ancora stava poggiando le cose su una scrivania.. . ma subito si girò per guardarmi.. . appena mi vide i suoi occhi si riempirono di piacere.. .. avvicinandosi a me disse: – “Prima nel corridoio ti volevo saltare addosso.. . ma non era il luogo” ed io risposi sorridendo.

– “Saltare addosso? ”

– “Si ho una voglia matta, ho la passera già bagnata, voglio la tua lingua, voglio il tuo cazzo, voglio la tua sborra.. . sto impazzendo”.

– “Ammazza come siamo arrapate oggi: ).. . anche io ti desidero! ! ”

– “Allora cosa aspetti leccami” – dicendomi queste parole si tiro su la gonna, che a fatica tratteneva le sue curve, e con due dita si allargò la passera facendomela vedere per bene (si non portava le mutandine). Quella visione non fece che aumentare ancora di più la mia eccitazione, guardavo quella donna che con dovizia si allargava la figa per farmela vedere.. . ammiravo come il suo interno cosa era lucido dagli umori che avevo iniziato a colare fino a lambire gli autoreggenti.. uhmmmmm avevo la lingua che desiderava assaporarla.. . ma prima gli dissi:

– “Aspetta che mi metto comodo.. non riesco a tenerlo dentro” la sua risposta fu solo un mugolio, l’altra mano aveva raggiunto quella che teneva la figa ben aperta ed aveva iniziato ad accarezzarla.. . Inizia a spogliarmi, ingaggiando senza rendermi conto uno spogliarello: ), via la felpa, via la canottiera, via scarpe calzini e pantaloni.. erano rimasti solo i boxer il suo guardo era voglioso, fisso sulla mia patta, la guardai negli occhi, guardai le sue mani che si menavano la passera, presi i miei boxer per l’elastico e giù la mia asta sobbarzò fuori ereggendosi in tutto il suo splendore.. . lei guardandomi l’asta all’aria libera affondò in un sol colpo il suo dito medio nella sua passera facendolo seguire da un urlo di piacere: “Ahhhhhhhhhhhhhh” – e con voce rauca disse: “mmm come mi hai eccitato, bastardo di un porco! “Non le risposi, mi avvicinai a lei, gli scostai le mani e mi strinsi a lei, la baciai con passione mentre le sue mani mi stringevano contro il suo corpo, sentivo i suoi seni premere contro di me, il mio cazzo si era ficcato tra le sue cosce, le mie mani le palpavano le natiche.. . ma in tutto questo la cosa che mi eccitava era la sua lingua nella mia bocca, sentivo la sua lingua le sue labbra trattare la mia lingua come fosse un cazzo, mi stava sbocchinando la lingua.. . mmmmm.. . Decisi che prima di iniziare il mio lavoretto.. . volevo toglierle tutti i vestiti volevo ammirare il suo corpo.. . così staccandomi da quel bacio, inizia col aprire quella camicetta che a stento tratteneva quelle tettone, primo, secondo, terzo bottone le sue tette erano davanti a me, il reggiseno a malapena li tratteneva, fuori dalla coppa un capezzolo già si ereggeva i capezzoli, circondati da un’aureola grandissima, le sfilai la camicetta.. . la baciai mentre staccavo il gancetto del reggiseno, quando riuscii a liberarlo, mi tirai indietro ed una alla volta mollai le spallette.. . le sue tette si riversarono fuori come una valanga, mi lanciai a baciare e succhiare quei capezzoli avari di piacere.. continuai per un bel po’ incitato dai suoi mugolii di piacere, nel frattempo lei mi aveva preso l’uccello in mano e me lo stava menando lentamente, mentre l’altra sua mando, anche stavolta, stava giocando con il mio sfintere.

Decisi che volevo di più volevo la sua passera, mi staccai dai suoi seni e scendendo giù a baciare il ventre mi avvicinai al bordo della sua gonna.. . ero in ginocchio davanti a lei, la gonna che prima si era tirata su per menarsi la passera era tornata giù.. . lei mi guardava dall’alto al basso mettendosi un dito in bocca reso ancora più eccitante dal rosso delle sue unghie.. . gli poggiai una mano sulla gamba destra.. e lentamente iniziai a salire, su sempre più su, iniziai a spostare la gonna e a mettere la mano sotto, salii un altro po’ e subito venni a contatto con i suoi umori che ormai avevano bagnato le calze fino a meta coscia.. . non resistetti più a quel contatto e con un movimento veloce tirai via l’ultimo lembo di stoffa che mi separava dal piacere sublime.. .. Davanti ebbi la sua figa colava di piacere, emanava un profumo sublime.. . era fantastico.. . se non mi trattenevo sarei venuto anche senza che mi toccasse.. .. alzai la testa, la guardai, e leccandomi le labbra tornai giù immmergendomi nella sua figa, gli ficcami la lingua dentro, la sua reazione non si fece accendere:

“Ahhhhh siiiii uhmmmm dai leccami più forte”.. .. un invito che certamente non avrei rifiutato.. . Gli feci allargare un po di più le cosce. e tenendogliele alzate verso l’alto ripresi a leccarle la figa, scendendo sempre più in giu, ormai la mia lingua si alternava tra il suo clitoride e il suo ano.. . ma lei tirandomi indietro la testa mi disse: “Voglio il tuo cazzo.. . dammelo in bocca.. . ” Non mi feci pregare, ma prima gli offrii le mie palle, cosi gli montai sopra porgendogliele in bocca, non si fece pregare, spalancò la bocca ed inizio a leccarle e succhiarle una alla volta.. . mentre con una mano mi stantuffava lentamente.. .. adesso mi aveva spostato più indietro.. . avevo la sua lingua che iniziava a fare su e giù dal mio membro.. . un brivido mi percorse la schiena quando in un sol colpo ingoio buona parte della mia asta.. . inizio il suo su e giù, la sua lingua si muoveva sul mi cazzo.. . roteava sulla mia cappella.. .. scendeva giù per la mia asta e tornava giù.. . contemporaneamente la sua mano carezzava le mie palle.. e scendeva sempre più giù.. . fino a quando arrivò al mio ano.. .. che ormai si era abituato al suo lavoro.. . e ben presto il suo dito sprofondo dentro.. . con mio grande piacere! Il suo dito entrava ed usciva dal mio ano, dando il ritmo delle mie pompate nella sua bocca e delle mie dita dentro la sua figa.. . ero eccitato al massimo.. .. Sentivo il piacere crescermi nelle palle, lo sentivo salire sempre più in alto, sentivo i suoi capezzoli strusciarmi addosso da sotto, erano duri come l’acciaio! Non ce la facevo più volevo venire, cosi le dissi: “Dai ficcatelo tra le tette, voglio venire li! “. La donna con maestria mi dette l’ultima succhiata, e giro si stava tirando anche le palle, si sistemo per bene e pizzicando e poi tirando i capezzoli stringe il mio membro tra la sua soffice carne. Inizio a dare il ritmo, vedevo il mi membro apparire e scomparire da quella immensa goduriosa montagna di carne, man mano che il piacere saliva iniziavo a dare io il ritmo delle pompante, ben presto lei smise di muoversi, ma non di fare niente, infatti aspettava la mia cappella al varco del suo solco per darle una leccata, nel frattempo le mie mani si davano da fare sul suo corpo, gli affondavo le dita nella passera e poi gli prendevo tra le dita il clitoride, non dovetti attendere molto per sentire il suo respiro farsi più intenso e vedere il suo bacino iniziare a muoversi, stava per avere un orgasmo, ed io volevo venire insieme a lei.. . cosi aumentai il ritmo delle mie pompate.. .. Quando sentii lei ansimare per l’orgasmo non resistetti più la mia cappella inizio a spruzzare una quantità mostruosa di piacere, che la bocca di lei non si lasciava scappare, uno, due, tre schizzi sembrava non finire mai. Avevo goduto come non mai, e a giudicare da come sorrideva lei, credo che la cosa fosse sta reciproca. Mi accascia sopra di lei ormai esausto, rimanemmo cosi per un bel po’, appena ci riprendemmo dei rispettivi orgasmi, ci guardammo e sorridendo ci unimmo in un bacio che mi tiro via l’ultimo poco di fiato che avevo. Continuammo a coccolarci per non so quanto tempo, quando ci accorgemmo che fuori ormai era buio, è col buio era arrivato il momento di tornare a casa.

– “E stato bello” – mi disse – “Anche per me, non ho mai provato tanto piacere in vita mia”

– “Sei bravo ragazzo, farai felice molte donne” – mi disse – arrossendo gli risposi.

“Non sono bravo, e solo che lo faccio con amore” – mi sorrise.

– “E ora di andare”.

– “Sì mi sa di sì, ma senti, non so neanche come ti chiami” – gli dissi.

– “Martina uhmmm” – mi disse pulendosi le ultime goccie di sborra – “Andiamo va! ” – gli dissi sorridendo, ma in cuor mio sapevo che non l’avrei più rivista. Ci rivestimmo, ci demmo l’ultimo bacio e mi disse:

“Addio ragazzo” – gli risposi ormai triste:

“Non dire mai addio, la vita è strana, meglio un CIAO”.

– “Allora CIAO” – e se ne andò. Riordinai le idee, e me ne andai anche io, quell’addio purtroppo fu vero, non la vidi più ma di lei mantengo sempre un ricordo vivo. Il racconto è di pura fantasia, riferimenti a cose, fatti o persone, realmente esistite e/o esistenti è puramente casuale. FINE

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