L’amica di mia sorella

Era estate , la città era deserta, i miei erano tutti al mare, io invece, chiuso a studiare per l’esame di chimica: erano circa le dieci, quando suonano alla porta.
Ero a torso nudo per il gran caldo, andai ad aprire quando vidi Mina, la miglior amica di mia sorella che non sapendo fosse al mare era venuta a trovarla.
Mina è la classica ragazza bruttina che ti fa arrapare solo a vederla, si per quei modi di fare da troia per quei sorrisi maliziosi, per quel fisico piccolo ma con le curve al punto giusto, insomma la classica tipa che ispira sesso e basta.
Mina era fidanzata con un certo Maper famoso in paese sia perchè faceva il buttafuori in discoteca, sia perchè pare avesse un cazzo lungo e grosso da far invidia ad un cavallo.
Appena la vidi sulla porta, lì tutta abbronzata con quel sorriso da puttana, la feci accomodare in casa per offrirle una limonata fredda: si sedette sul divano con le cosce leggermente aperte; portava un gonnellino a fiori che muoveva dolcemente per sventolarsi per il caldo e mentre lo faceva mi guardava, io, ovviamente cercavo di pensare ad altro, altrimenti mi sarei sborrato nelle mutande nel vedere le sue cosce sode che si strofinavano, quando ad un certo punto mi disse:
“lo so che ti stai arrapando e che hai una gran voglia di fottermi”
Io, tutto imbarazzato, le dissi di no, ma la realtà era diversa, quella frase mi aveva spiazzato: avevo sempre sognato di chiavarmi Mina, non so quanta sborra avevo sprecato masturbandomi pensando a lei.
Lei vedendomi arrossire si alzò la gonna e mi fece vedere le sue cosce in tutto il loro splendore: non capivo più nulla, il cuore mi batteva a mille sudavo per l’eccitazione, il cazzo mi tirava nelle mutande, in tutto ciò lei sorrideva, si eccitava nel vedermi e mi disse che potevo anche masturbarmi lì davanti a lei; non me lo feci ripetere, mi tolsi i boxer e cominciai a toccarmi, mentre lei in piedi davanti a me con la gonna alzata mi fece vedere le sue mutande da cui si intravedevano perfettamente i peli della sua fica: che troia!!
Ad un certo punto si abbassò e si mise in ginocchio davanti a me e si mise ad osservare la mia mano che agitava su e giù il mio giovane cazzo, lei allora si avvicinò e cominciò a soffiare sul mio glande infiammato, ad un certo punto iniziò a ridere:
“con un cazzo così non potrei mai godere è troppo piccolo per i miei gusti. Credevi forse che mi sarei fatta scopare da uno come te? stupido ingenuo, quel cazzetto va bene si e no con qualche verginella”
In quel momento mi cadde il mondo addosso, umiliato nel mio orgoglio maschile per un cazzo piccolo si ma rientrante perfettamente nei canoni di normalità: dalla delusione iniziale per la sconfitta passai ad un senso di rabbia mai provato, fu allora che la colpii con uno schiaffo ; lei d’improvviso si fece seria quel ceffone le aveva cancellato di colpo il suo sorriso ebete.
Le saltai addosso e le strappai i suoi vestiti. Mina si dimenava, in quel momento mi sentivo un vero uomo nel vederla lì indifesa ; cominciai a leccarle voluttuosamente i grossi seni duri, poi cominciai a morderle i capezzoli,
IL mio cazzo era diventato duro come la pietra, Mina era ormai mia le strappai di dosso le mutande e mentre continuavo a leccarle le tette le misi due dita nella fica e notai con sommo piacere che era completamente bagnata:
“troia ti piace allora -le gridai- puttana sta ferma”
Il suo respiro era diventato affannoso mugolava per il piacere, senza pensarci le ficcai il cazzo nella fica calda e umida, sentivo i suoi umori avvinghiare la verga, cominciai a pomparla furiosamente con colpi forti e veloci, lei ormai era mia completamente mia sentivo la sua fica stringersi sul cazzo, stavo per sborrarle dentro, allora per ritardare tolsi il cazzo e cominciai a leccarle gli umori che colavano dappertutto:
“mordimi il clitoride” -mi disse ormai complice appagata:
“Zitta puttana” e risposi e ripresi a pomparla con furia animale.
L’odore della sua fica misto a sudore mi inebriava, allora la girai e cominciai a chiavarla da dietro tenendole strette con forza le grosse tette.
In quella posizione sembrava una cagna sotto i miei poderosi colpi.
Mina ormai non capiva più nulla gridava, si muoveva al ritmo delle penetrazioni con le mani si premeva la fica era uno spettacolo mentre continuavo a scoparla con rabbia,
“puttana non godi vero? ho il cazzo piccolo per te troia!! ”
Più la in sultavo più godeva:
“si continua -mi diceva- sono una troia spingi spingi”.
Ormai stavo per venire e decisi di venirgli in bocca , le tolsi il cazzo dalla fica e tirandola per i capelli le ficcai il cazzo in bocca e continuai a stantuffare come se fosse una fica e sentivo chiaramente il cazzo nella sua gola; lei nel frattempo mi prese la mano e se la portò alla fica, per essere ancora sditalinata.
Dopo un po’ raggiungemmo l’orgasmo , i fiotti di sborra calda le uscivano dalla bocca:
“fino all’ultima goccia devi bere puttana”
Lei non se lo fece ripetere leccava e ingoiava ripulendomi tutta l’asta, era bravissima, con una mano mi accarezzava i coglioni ormai sgonfi e con l’altra continuava a masturbarmi per fare uscire le ultime gocce di sborra:
“rivestiti puttana sono stanco” le dissi.
MIna si rivesti poi ad un certo punto si sfilò nuovamente le mutandine se le passò nella fregna ancora calda e bagnata me le fece annusare e me le diede:
“tienile tu , te le sei proprio meritate, essere violentata è la cosa che più mi eccita, scusa per la storia del cazzo, l’ho detto per farti reagire e ci son riuscita, sono una gran troia? il tuo cazzo mi ha soddisfatto, giuro”.
Poi mi baciò voluttuosamente con la lingua e nel baciarla sentii chiaramente il sapore acre della mia sborra e la cosa mi eccitò nuovamente, tant’è che Mina se ne accorse e sorridendomi stringendomi forte il cazzo mi disse:
“basta per oggi è tardi Maper mi aspetta al bar”.
Mi baciò ancora e se ne andò.
Rimasi solo e annusando le sue mutande umide mi sparai una sega:
che troia!!! , pensai…….. FINE

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