L’amica

G. è un mia cara amica, ed ogni tanto ci incontriamo, per bere qualche cosa insieme a chiacchierare del più e del meno, di come procede la nostra vita e dei nostri sogni.
G. è una donna, abbastanza disinibita, e molto diretta.
Qualche volta la nostra serata finisce a casa mia o a casa sua con inevitabile sesso.
è Domenica, e alla tv non c’è nulla di interessante e la chiamo.
Mi dice che è libera e se vogliamo uscire a bere qualche cosa insieme non ci sono problemi.
G. stava cercando un nuovo appartamento dove trasferirsi, così si avvicinerebbe al posto di lavoro.
La stavo aiutando a trovarlo. Il tema della serata è rimasto quello.
Continuammo poi a parlare del lavoro e del triste rientro del lunedì mattina. Ero già stato con lei, poche volte.
Alcune cose di lei erano per me ancora un pianeta da esplorare.
Non sapevo ancora cosa gli piacesse veramente.
Cosa potesse farle raggiungere il suo orgasmo nel modo più rapido possibile. Avevo già tentato alcune volte, ma con scarso risultato.
Si erano già fatte le due del mattino, e praticamente, ci stavano buttando fuori dal locale.
La stavo riaccompagnando a casa e lei mi disse che preferiva dormire sul mio letto.
Almeno l’indomani mattina l’avrei potuta accompagnare al lavoro, visto che era più vicino.
Non aveva voglia di alzarsi presto.
Sull’ascensore iniziammo le nostre effusioni, con baci e carezze.
Il mio pene era già dritto, la strinsi forte a me, per farglielo sentire.
Lei rise, dicendomi che lo sentiva e mise la mano sulla patta dicendomi,
‘aspetta che te lo raddrizzò.
Sentivo la sua mano, e nel silenzio iniziai a baciarla sul collo.
L’ascensore era arrivato al piano, ma per qualche istante rimanemmo chiusi dentro a giocare con i nostri sessi.
Entrammo in casa e lei cominciò a spogliarsi.
La fermai e la sollevai di peso, portandola sul divano del salotto.
Lei seduta sul divano ed io in piedi davanti a lei.
Fece per aprirmi la patta, ma fermai le sue mani.
Mi ero inginocchiato ed avevo sollevato la sua gonna.
Iniziai ad accarezzarla tra le cosce e le tolsi le mutandine.
Affondai la mia lingua dentro di lei, mentre sentivo le sue mani premere sulla
mia testa, accarezzandomi i capelli.
Dopo un po’ cercai di alzarmi, ma le sue mani continuavano a premere, senza lasciarmi la possibilità di uscire.
Mi liberò da quella presa e mi liberò dai miei pantaloni. Il mio cazzo era già pronto ad esplodere.
Lei si alzò e si mise a 90 sul divano.
La penetrai immediatamente.
Sentivo i suoi gemiti, ma volevo sentirla più forte, la volevo sentir urlare di piacere.
Mentre la scopavo, gli massaggiavo la schiena ed il collo.
Mi venne in mente di accarezzarle le orecchie.
In quel momento sentii un sussulto da parte sua.
La girai e cominciai a succhiargli l’orecchio sinistro, ma non cambiò molto.
Decisi di cambiare ed iniziai a succhiargli il lobo dell’orecchio destro, mettendo la mia lingua anche all’interno.
La sentii gemere più forte ed iniziai a succhiare con più vigore.
Lei fece per scostare la testa, ma con più pressione cercava di divincolarsi, con più forza cercavo di tenerla ferma.
Finalmente avevo trovato il punto che cercavo.
Avevo trovato il suo ‘punto debolè.
Più sentivo il suo affanno e più la mia lingua si insinuava nel suo orecchio.
Era bloccata e tutti i suoi sforzi per
liberarsi da quella presa erano inutili.
Sentii la sua voce chiedermi di liberarla, ma la ‘sfidà era appena incominciata.
Non mollai la presa, e lei incominciò a cercare il ‘mio punto debolè.
Lo trovò.
Sfiniti dall’orgasmo raggiunto, ci siamo seduti a guardare la tv.
Non c’era nulla di particolare, ma credo che eravamo entrambe ‘ipnotizzatì da quello che ci era appena capitato. FINE

About Hard stories

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