La storia che vi voglio raccontare mi vede come partecipante secondario per tutto il periodo precedente la crisi che ho dovuto redimere in qualità di persona meno coinvolta nelle vicende.
Sono stati coinvolti, o meglio siamo stati coinvolti direttamente in quattro due coppie che all’epoca dei fatti avevamo appena finito le superiori.
Lucia e Franco erano la coppia perfetta cioè quella unione che il senso comune chiama esemplare.
Erano insieme dalle medie e ancora per tutte le superiori sino ai giorni della maturità quando cominciano i fatti che ho il proposito di narrarvi.
Io e Daniela lo eravamo da molto meno, un anno prima della maturità ci eravamo messi insieme più per un fatto fisico che per trasporto sentimentale. In ogni modo eravamo felici per la nostra età e quello che ci interessava di più erano il divertimento e lo studio.
Avevo conosciuto Daniela perché era amica della sorella di Lucia che frequentava la mia stessa classe.
Pomeriggi di studio e frequentazione extra scuola avevano formato una piccola compagnia e l’avvento dei diciott’anni portò la patente e le prime scopatine in macchina nei campi.
Lucia prima della classe sempre informata, un po’ saccente, subì un cambiamento radicale.
L’avvento del sesso le portò un inaspettato e radicale concetto di vita.
Come tutte le cose che nascono in fretta e che fino al giorno prima lei aveva testardamente scartato a priori, senza la giusta conoscenza, fecero scoppiare il bubbone.
Franco sinceramente innamorato di Lucia si vide ingannato e truffato dalla persona che amava perché lei era entrata di prepotenza nella dimensione del sesso con ogni sotterfugio e senza la dovuta apertura a gli altri.
Aveva scoperto che il ragazzo che per anni aveva condiviso con lei un ruolo di coppia non le interessava più.
Stava passando la fase della passione e voleva soffermarsi su più di un fiore; punto di vista interessante e condivisibile ma in perfetto disaccordo con l’inganno perpetrato nei confronti di Franco che era stato escluso ed emarginato.
Lucia continuava a passare da un amico all’altro per fare sesso e lo mascherava con amore quando non lo era affatto sino al momento che ci provò anche con me.
Il mio rapporto con Daniela è sempre stato disinibito e libero e lei con me; forse perché il nostro incontro era nato da una casualità.
Avevo l’abitudine di masturbarmi in soffitta dove tenevo delle riviste porno e un pomeriggio Daniela venne a cercarmi e mi trovò mentre mi stavo tirando un raspone da far epoca.
Lei per tutta risposta mi fece un pompino da primo premio e la nostra vita sessuale fu da allora popolata da tutte le posizioni del kamasutra e ci piaceva farlo.
Poi un giorno verso la fine della scuola lei mi disse che aveva fatto e faceva sesso orale con Lidia la sorella di Lucia assicurandomi che non era assolutamente lesbica.
Io le credetti subito perché sapevo che il sesso tra ragazze etero era anche chiamato auto erotismo femminile, un unione completa tra la masturbazione e un rapporto orale.
Il fatto che le coppie lesbiche adottassero lo stesso sistema era ininfluente visto che si stava parlando di sesso e non di amore.
Ne ebbi la riprova quando le chiesi anch’io di partecipare ai loro incontri perché avevo sempre sognato di fare del sesso comunitario.
Facemmo la più bella scopata fino ad allora mai fatta ed anche Lidia si comportò bene e le due ragazze goderono ed unirono perfettamente penetrazioni e sesso orale.
Per festeggiare la maturità scolastica la famiglia di Lidia e Lucia ci diedero la villa al lago con annesso giardino per festeggiare il nostro esame facendoci cosi incontrare tutti per un fine settimana soli e liberi di fare ciò che credevamo. Lucia pensava di portarmi a letto, io invece pensavo di farle passare quel vizio stupido di scopare di nascosto.
Ero convinto che una bella trombata collettiva le avrebbe fatto bene; si presentava anche una buona occasione di rivincita per Franco che ancora era il fidanzato ufficiale e detentore di un gran cesto di corna.
Appena giunti a destinazione Lucia non resse alla tentazione ed io l’aiutai nel suo intento facendomi trovare solo nella rimessa.
Lei incominciò a strusciarsi su di me massaggiandomi il membro da sopra i pantaloni. Io le misi una mano sulla vagina spostandole le mutandine da sotto la gonna imponendomi risoluto
< vai in camera tua e spogliati nuda io arrivo subito >
< ma .. > fece lei presa in contropiede pensando di poter condurre il gioco
< fai quello che ti dico sali in camera e spogliati completamente e cominciati a farti un ditalino >
Prima che lei prendesse le scale le tolsi le mutandine e la gonna corta < vai subito a fare quello che ti ho detto! > le chiesi con fermezza.
< ma così potrebbero vedermi > disse lei mentre sfoggiava uno splendido culo. Il pube purtroppo peloso non era molto femminile ma ugualmente le legai un lembo della maglietta con un nodo scoprendo definitivamente così addome e sedere.
< Vai > le dissi mettendole una mano sul culo spingendo l’indice sul bruno anello. Lei sentì la spinta ma non protestò.
Gli altri non si fecero vedere ma Lucia non lo sapeva e raggiunse con affanno la sua camera.
Io arrivai con comodo e subito le misi una mano sulla figa che era già umida segno evidente di un suo eccitamento. In precedenza Lidia aveva messo tra i tendaggi la loro telecamera che riversava le immagini in taverna dove Patrizia, Lidia e Franco messisi in libertà guardavano le nostre evoluzioni.
Appena mi fui spogliato le avvicinai alla bocca al mio cazzo e le chiesi un pompino; lei dapprima si avvicinò cautamente poi sempre con più vigore cominciò un magnifico andirivieni ficcandolo tutto in gola.
Con gli occhi chiusi
assaporava quel magnifico gelato ingoiando i primi umori con voluttà.
La sua lingua alla base del glande mi eccitava e quando passò sulla sommità sentii di essere pronto all’eruzione
< piglialo in bocca > le ordinai. In altre circostanze non ce ne sarebbe stato bisogno; Patrizia non si farebbe mai fatta sfuggire neanche una goccia.
Lei ubbidì appena in tempo per il primo di cinque fiotti generosi, caldi e copiosi.
Le tenni la testa ferma per scongiurare un suo qualsiasi allontanamento; non mi deluse e ingoiò con gusto tutto il mio miele.
La sua vagina era calda e profumata e mi guardava invitante ma il suo pelo abbondante le copriva persino la fessura facendomi desistere dal continuare.
< Io non lecco fighe in questo stato > le dissi
< cosa ha di strano! ? > chiese lei
< Il pelo ! > poi dopo una pausa ad effetto
< ti radi le gambe ? > le chiesi passandole un dito sulle gambe lisce e rosee
< .. Ma tralasci la tua fighetta ? > Detto ciò mi alzai e presi della schiuma da barba, forbici e rasoio
< Adesso ci mettiamo in ghingheri >
Lei non oppose resistenza il confronto con le gambe l’aveva convinta e si sedette sul letto in posizione ginecologica tenendosi le gambe aperte con le mani.
Feci in modo che si mettesse in favore di camera e con le forbici sfoltii tutto il pelo lasciandolo ispido e corto.
Massaggiai la parte con la schiuma di sapone e quindi passai il rasoio.
Il passaggio liberatore del rasoio mise in luce la pelle rosea della sua vagina che stava acquistando bellezza e attrattiva.
Finito il pube rimasero la grandi labbra e non ultimo il buchino bruno che subito inforcai con il manico zigrinato del pettine.
< cosa fai ? > mi chiese
< il buchino è ancora vergine e lo devi dilatare a poco, a poco > Lei non disse niente e si lasciò passare la crema per rilasciare la pelle mai abituata alla rasatura.
< se ti radessi abitualmente non avresti questo rossore > le dissi.
La trapanai ancora un po’ con il pettine poi la misi alla pecorina e le infilai la vagina umida che ormai non resisteva più.
Appoggiai il membro con decisione e lo affondai facendole scappare un urlo di gioia.
I miei testicoli batterono sulle grandi labbra segnando l’inizio di uno stantuffare veloce e ritmato che mi fece venire il fiatone unito ai gemiti di piacere di Lucia. Lidia mi aveva detto che lei prendeva la pillola per cui battevo furioso il pezzo desiderando una sborrata epocale.
Il letto si era macchiato del nostro sudore e degli umori di Lucia che godeva come una pazza in quella posizione che per lei era nuova.
Venne prima lei poi subito dopo la seguii con una eiaculazione da concorso; le lasciai nella sua pancia un fiume di sborra che la riscaldò e la fece godere oltre modo.
Quando lo sfilai presi un po’ di sborra caduta e la usai per lubrificarle la gemma bruna; prima inserii un dito poi anche un secondo.
Il suo ano rispondeva molto bene allargandosi elastico senza traumi.
Lei esausta di mise di schiena e rimanendo a gambe aperte ansimava con il fiato corto con i postumi di un coito forte e avvolgente.
Intanto la sua vagina continuava a restituire il nettare bianco che prontamente raccolsi e lo portai alla sua bocca; a quel sapore nuovo e inebriante la sua bocca lo assaporava e ne cercava dell’altro.
Fino a quando la sua vagina ne restituiva lo passai prontamente alla sua bocca.
Lei era ancora esausta quando decisi che era l’ora della gemma bruna e preso un po’ di olio, datomi da Patrizia, le unsi bene quel forellino promettente.
Si vedeva che lei non aveva mai avuto penetrazioni anali e quindi non le lasciai tempo per pensare; la rimisi alla pecorina e con delicatezza le misi il glande sul forellino.
L’ano cedette perfettamente mentre io le dicevo di rilassarsi ed di inarcare la schiena; affondai il pene con scorrevolezza sino in fondo e quando le mie palle toccarono le grandi labbra cominciai un su e giù poderoso ed intenso che la prese e la trasportò in un coito forte e continuo facendola urlare di goduria. La mia canna esausta venne e le riempì l’intestino con un getto di sborra calda che consacrò Lucia a pieno al piacere del sesso.
Le mancava solo l’erotismo femminile e per quello sua sorella e Patrizia l’avrebbero senz’altro erudita a dovere.
Era ora di scendere e di passare alla seconda fase del piano; mi alzai e le chiesi
< dove sono il tuo intimo di ricambio > lei subito non capi e poi mi indicò il cassetto. Sequestrai tutte le mutande e tutti i reggi seno dicendole
< Non dovrai metterli mai perché si dovrà capire che non li porti e non mettere pantaloni all’infuori di quelli elasticizzati.
< va bene > disse lei eccitata.
Io scesi e li trovai in taverna che guardavano le immagini di Lucia mentre Lidia faceva un pompino a Franco e Patrizia che si faceva un ditalino.
L’eccitazione per aver azzittito Lucia e per la buona riuscita del piano avevo la canna svettante pronta ad una nuova penetrazione.
Ovviamente appena uscito dalla camera di Lucia mi ero nuovamente liberato dei vestiti ed ero quindi sceso nudo, bello come un dio.
Passai dietro Lidia ancora intenta in un pompino e le penetrai l’ano dandole un inaspettato piacere e intanto continuavamo a guardare le immagini di Lucia che si spalmava lo sperma che le usciva dal quel sederino prodigioso.
Quando lei indossato un paio di ciclisti si preparò ad uscire intensificai gli stantuffi per finire prima del suo arrivo e con un colpo ben assestato le venni nell’intestino.
Appena mi staccai
Patrizia si occupò della sua pulizia passandole lunghe lappate e rumorosi risucchi.
Appena uscita dalla camera noi ci preparammo a riceverla adeguatamente; Lidia e Patrizia afferrarono i nostri membri e attaccarono un poderoso pompino.
Lucia scese e non ci trovò subito; percorse tutto il piano terra cercandoci e noi potevamo sentire i suoi passi risuonare sul soffitto della taverna.
Quando finalmente scese le ultime scale, che ci dividevano, il rumore dei suoi zoccoli si arrestò.
La scala era di spalle al divano dove noi eravamo seduti, quindi non poteva ancora vederci in costume adamitico mentre poteva vedere la tele accesa che riversava ancora le immagini di camera sua.
Quasi subito lei ci raggiunse e finalmente vide cosa stavamo facendo riuscendo solo a dire < Bastardi, troie > ma poi le mancò il fiato.
Si alzò Franco staccandosi delicatamente da Lidia e apostrofò Lucia con altrettanta arroganza
< senti chi parla di bastardi. Colei che tromba a destra e a sinistra, che pensa solo a mettermi le corna. Sei tu una troia, che lo fa di nascosto dicendo a tutti di amarli, sei tu quella che cerca di fare sesso con la scusa dell’amore > Franco era rosso in faccia ma continuò
< Una cosa è parlare di amore, un’altra e scoparsi mezza classe solo per il gusto di farlo. Non me ne frega un cazzo se tu ti scopi mezza classe anzi potevi portare qualche amica che io mi potevo inforcare. La cosa che più mi ha fatto incazzare che tu mi hai preso per il culo >
L’uditorio era silenzioso e Franco riprese < sei troia perché non hai capito che potevi fare sesso con me, con patrizia e con tua sorella senza sotterfugi e giochi a nascondino .. sei una gran bastarda >
< Io non sono una che lo fa con tutti insieme > disse lei con meno vigore
< Si perché sei una ingorda e vuoi tenerti tutto per te. Ma sei supponente perché non sai che il sesso di gruppo è più divertente, e più vario >
< e soprattutto poi prendere un cazzo via l’altro se c’è ne l’occasione > si intromise Daniela
< stai zitta puttana > cercò di zittirla Lucia
< no! sei tu la sgualdrina ignorante e presuntuosa che fino ad un anno fa la usavi solo per pisciare perché non ne conoscevi altro uso > le rispose acida Daniela che non sopportava le ipocrisie di Lucia.
Io mi stavo godendo la scena e non intendevo intromettermi ancora per un po’.
< Esatto > urlò ancora Franco < non conoscevi altro che la posizione del frate e volevi spegnere la luce perché ti vergognavi. Ma adesso no ! lo fai alla pecorina prendendolo anche nel culo; e ti piace anche ! >
< bhe è normale > disse Lidia
< certo che è normale > precisò Franco < non è normale la sua mancanza di umiltà che non le permette di vedere al di là del suo naso. Bastava che si fosse fatta un po’ di auto coscienza per capire che di sesso non ne sapeva niente ed era più normale confidarsi con le sue amiche. Invece no, fa di testa sua e questo è il risultato >
< Non lo mai vista farsi un ditalino > commentò Lidia
< Taci svergognata > le rispose lei acida
A questo punto le due ragazze le si rivoltarono contro chiedendo le scuse
< ci hai chiamato troie e puttane. Parli proprio tu, che hai messo corna su scala industriale; la vera ragione della tua situazione e che la devi smettere di prendere l’iniziativa in campo sessuale; devi provocare e aspettare, farti trombare ma non pretendere di decidere il come. Non sei femminile nella parte del cacciatrice. Oggi che non hai condotto i giochi hai goduto e ti sei comportata bene da vera donna >
< Scommetto che non ha il coraggio di spogliarsi e spompinarmi > disse Franco
< Se è per quello neanche leccare una figa > azzardò Daniela
< lasciate perdere è una battaglia persa > disse Lidia
Lucia ci guardò per un po’ poi fece per andarsene e quindi decisi di intervenire e la chiamai con voce risoluta
< Lucia vieni qui >
Lei si voltò immediatamente e mi guardò un po’ impaurita ma attese che io continuassi
< Siamo in quattro qui che abbiamo cercato di spiegarti cosa è il sesso di gruppo a te che soltanto un ora fa non sapevi cosa fosse una penetrazione anale. Dopo che ti è piaciuto e hai dimostrato di avere pulsioni normali vuoi forse andartene ? Lo sai, perché lo sai, che ti eccita la cosa però vuoi fare la stronza sostenuta e per un orgoglio cazzuto da ragazzina viziata te ne vai via ? ! Tu adesso rimani qui e ti fai passare quell’atteggiamento da superiore >
Lei lo guardò rossa in viso e non disse niente, Daniela si alzò e le tirò giù i ciclisti liberando la sua vagina che profumava intensamente di eccitazione.
Bastò una passata del dito di Daniela su quella vulva infiammata per farla venire improvvisamente, di botto con violenza tanto che le gambe non la ressero.
Prontamente sostenuta da Daniela la misero sul divano e Lidia sua sorella le offrì la sua vagina accucciandosi sulla sua testa mentre Daniela le introduceva una carota nel culo.
< leccami sorellina, leccami, mettimi dentro la tua lingua > la implorava Lidia.
La carota nel suo bel culetto e il profumo invitante della sorella la fecero venire ancora.
Fu a questo punto che Lucia si attaccò alle grandi labbra della sorella cominciando a ciucciare forte e con intensità annusando e assaporando quella delizia.
Intanto Daniela volle provare la figura del triangolo e appoggiate le sue cosce sulle spalle di Lidia si abbandonò sulla vagina di Lucia sorreggendosi sulle braccia.
La posizione non era delle più comode perché non era confortevole sorreggersi sulle braccia e inoltre rischiava di cadere di lato.
Resse per qualche istante poi il trasporto e l’eccitazione che le procurava la lingua di Lidia nella sua figa la fece desistere e disse
< chi mi trapana ? > e detto ciò di accucciò sul pavimento alzando vogliosa il suo sedere mostrando ano e figa.
Mi avvicinai e le appoggiai la cappella violacea sulle grandi labbra; affondai il colpo e raggiunsi le sue natiche con il mio pube e coincise con un grido di goduria di lei che si inarcò vogliosa
< Franco il tuo uccello, voglio il tuo uccello in bocca > Franco smise di guardare il 69 delle due sorelle e offrì il suo membro in una eccezionale erezione.
Cominciai un andirivieni tranquillo e ritmato che coincideva con gli affondi che Franco imponeva alla bocca di Daniela nido ideale per quell’uccello rapace.
Venni dopo qualche minuto appena in tempo per cambiare bersaglio e affondare la mia verga nel suo delizioso culo. Franco sottoposto ad uno sfibrante bocchino le venne tutto in bocca deliziandola con il suo nettare e quando lei volle dividerlo con Lucia la capii al volo. Io avevo ancora il mio pene nell’ano di Daniela e sentivo i suoi muscoli stringermi piacevolmente il glande; tenendolo sempre dentro spinsi Daniela in avanti che gattonò verso il divano.
Con me dietro ci avvicinammo alle due ragazze sino a permettere Daniela di dare un bacio lungo e saporoso a Lucia scambiandosi vicendevolmente lo sperma di Franco con il miele di Lidia.
Quella limonata femminile bagnata da abbondante sperma e liquidi vaginali mi eccitò oltre modo e sentii la cappella ingrossarsi e dilatare le pareti del suo ano; ripresi allora a stantuffare sentendo progressivamente l’ingrossamento della mia nerchia che affondava in quel culetto roseo e delizioso.
Intanto Lidia aveva voglia di cazzo e scesa dal 69 si mise alla pecorina vicino a Daniela e pretese attenzione
< ho preso la pillola per favore sborratemi dentro. Franco non se lo fece dire due volte e la inforcò con vigore; la sua vagina calda accolse tutta la sua asta che giunta completamente in fondo iniziò la sua corsa verso il coito.
Franco stantuffava velocemente perché sentiva Lidia godere più intensamente e si eccitava a sentirla godere più forte e ad ogni gridolino sentiva la sua cappella ingrossarsi.
Avevo vicino Franco che montava Lidia e potevo anche vedere le due ragazze che di tanto in tanto si baciavano sulla bocca; la vista di quelle due schiene bianche e gaudenti fu la goccia che fece traboccare il vaso e venni, questa volta esausto, nell’ano della mia ragazza sudata e contenta.
Appena lo sfilai lei si mise di schiena e volle sopra di lei Lucia che aveva tutta per lei un culetto pieno di sborra, ben due eiaculazioni la aspettavano.
Grata di tanta grazia Lucia si mise a 69 sopra Daniela e si tuffò in quella cornucopia che era il suo ano.
Intanto Franco era in dirittura di arrivo e con un ultimo colpo di reni eruttò nella vagina di Lidia che urlò di piacere e poi cadde esausta sul pavimento.
Con ancora il respiro affannoso cominciò a raccogliere il caldo nettare dalla sua vagina portandoselo alla bocca felice e gaudente.
Per riprenderci un attimo riguardammo il filmato mio e di Lucia e la vista di quelle immagini i nostri membri tornarono in vita e bastarono pochi colpi di sega per farci venire un’idea. Franco si diresse verso Lucia che ancora stava leccando l’ano di Daniela e la staccò dolcemente mettendola distesa su di un fianco e messosi dietro la inforcò nell’ano; un colpo unico e fluido che ingoiò tutto il suo pene.
A questo punto mi sdraiai davanti a lei e alzandole la gamba le penetrai la vagina, un affondo fluido e potente che le fece giungere fino in fondo la mia asta dura e lei poteva sentire noi due agitarsi dentro di lei.
< vi giuro ragazzi che non ho mai goduto come adesso > confessò lei presa dall’estasi.
Potevo sentire Franco muoversi attraverso la sottile parete della vagina e i muscoli di lei che mi strizzavano il glande.
Cominciammo a pompare all’unisono sollevandola da terra per portare meglio i nostri affondi a
bersaglio; il caldo e la stanchezza non ci fecero durare molto ma Lucia in questo breve arco venne tre volte rumorosamente e questo ci eccitò talmente tanto che le facemmo dono della nostra sborra deliziandola oltremodo.
Quando ci fummo staccati Daniela e Lidia si buttarono su di lei per raccoglierle tutto il nostro nettare.
Da quel giorno Lucia non ha più avuto atteggiamenti da stronza e adesso lo facciamo regolarmente tutte le settimane dopo la palestra. FINE