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Nicoletta insegnante perfetta

Quest’anno non era andata bene mi ritrovavo a dover riparare latino a settembre: oltre alla fatica la prospettiva di dover rinunciare alle vacanze in Francia che da molto aspettavo.
I miei genitori corsero ai ripari e mi trovarono un insegnante per delle ripetizioni private.
Aveva 25 o 26 anni mora capelli corti a caschetto, non molto alta ma con quella carica erotica che solo poche donne hanno, un’indescrivibile sensazione mi colse quando la vidi per la prima volta, già’ dalla prima lezione cominciai a fantasticare sui suoi seni ben fatti, sulle sue gambe molto sexy e sul suo culetto delizioso incorniciato dai jeans attillati.
Ogni lunedì e venerdì mattina mi recavo a casa sua per la lezione di un ora dove più’ che alle traduzioni di Cicerone mi trastullavo ad indovinare: “Il reggiseno ce l’ha o no e se ce l’ha di che colore è, e le mutandine le porta o no? ”
Lei non passava una volta che mi rimproverasse per le mie sbadataggini, era molto severa tanto quanto era carina e vederla incazzata la faceva diventare ancora più’ bella.
Era la fine di luglio un caldo afoso attanagliava i pochi sfortunati che come me dovevano passare l’estate in città’.
Come di consueto presi la bicicletta e mi recai a casa sua che distava dalla mia circa un paio di chilometri, suonai il campanello e arrivo lei di persona ad aprirmi la porta.
Quando la vidi mi si inturgidì’ subito il membro portava una gonna marrone che terminava sopra il ginocchio e un camicetta a fiori molto leggera e calzava due scarpe con i tacchi pronunciati proprio quelle che preferivo con un apertura sul davanti.
“Siamo in ritardo eh, come al solito? ” disse lei quando mi vide “oggi sono sola in casa mio marito è fuori tutto il giorno così staremo più’ tranquilli” continuò lei.
“Bene” dissi io con una leggera nota di emozione nella voce.
“Oggi fa proprio caldo” disse lei sedendosi alla scrivania e sollevandosi la camicetta per ventilarsi.
Quel gesto mi fece perdere la mia naturale timidezza e le risposi in maniera gentile.
Eravamo uno di fronte all’altro, morivo dalla voglia di vederle le gambe perciò feci cadere una penna e mi dilungai a raccoglierla.
Aveva delle gambe veramente perfette, accavallate le cosce si mostravano al di fuori della corta gonna e guardandole dal basso immaginai la dolcezza della sua pelle in quei punti.
Cominciammo la traduzione dal latino, tutto ad un tratto avvenne il miracolo: passandosi una mano sul collo aveva inavvertitamente sbottonato la camicetta che ora era aperta sul limite della decenza.
Cominciai a sudare forte quando mi venne vicino e si chinò su di me per farmi notare qualcosa sul quaderno.
I suoi seni ondeggiarono ora potevo vedere nella scollatura il reggiseno non c’era.
Lei se ne accorse e con un pizzico di malizia quasi come le piacesse che le guardassi la scollatura disse: “Andiamo sempre meglio ora ho capito perché’ non ti concentri, perché pensi sempre alle mie tette. ” Poi venne davanti a me seduto, mise le mani sui fianchi con un atteggiamento tutto femminile che mi faceva eccitare e continuò: “Ma ti piacciono così tanto le mie tette? ”
Io annuii sempre più’ agitato. “e le mie cosce ti piacciono? ” mi mise il piede sulla sedia proprio in mezzo alle mie gambe che quasi me lo sfiorava con la punta della scarpa e si sollevò la gonna fino alle mutandine. Mi chiese: “La fidanzata ce l’hai oppure no? “. Io feci cenno di no con il capo sfiorandole timidamente le cosce con le mani.
Ancora non mi rendevo conto di quello che succedeva, ero lì con Nicoletta a metà tra l’escandescenza e il compiacimento che lei cominciò a sbottonarsi la camicetta.
Arrivo fino al punto che si vedeva il bel seno con i capezzoli turgidi.
“Baciami le tette subito” disse con tono imperioso. Io non potei fare a meno di ubbidire come una recluta con il suo comandante e mi sporsi avanti lei si chinò un poco e mi mise il seno proprio davanti alla faccia tenendone uno con le mani disse ancora: “Avanti, bacia”
La strinsi con le braccia e le misi tutte e due le mani sul sedere morbido che finalmente potevo toccare. Quante volte avevo sognato di farlo ora mi sembrava proprio come l’avevo immaginato, le misi una mano dentro le mutandine e lei si scosse tutta sfiorandomi il viso con il seno.
“Così no disse lei. ” E mi mollò un ceffone sonoro.
“Ma come il seno si e il sedere no? ”
“Facciamo come dico io” Disse e si tolse la gonna. “spogliati voglio vedere i tuoi muscoli” io mi sollevai in piedi e davanti a lei mi tolsi tutto rimanendo in mutande.
Lei ne approfittò per levarsi tutto il resto rimanendo completamente nuda di fronte a me. poi cominciò a toccarmi il petto e poi sempre più’ giù’ e con uno scatto deciso mi abbasso le mutande. Si inginocchiò davanti a me e lo prese in mano lui era diventato, dopo quella scena, più’ duro del granito e cominciò a lavorarmelo con la bocca facendomi provare una deliziosa sensazione. Dopo alcuni minuti venni e le inzuppai la faccia e li seno con il mio sperma.
” Adesso chiavami, presto, prima che arrivi mio marito, fammi sentire donna”.
Io la misi a sedere sulla scrivania le allargai le gambe e cominciai a penetrarla con furore, lei mugolava di soddisfazione e la voltai e cominciai a prenderla da dietro, afferrandola forte per i seni. ” Andiamo a farlo in bagno” lei mi accompagnò per la sua casa fino alla vasca da bagno che in un attimo fu piena d’acqua mise il bagnoschiuma, si levò le scarpe e saltò dentro cominciando a fare un mare di schiuma, io la seguii e in un attimo fui di fronte a lei e incominciai a lavarle il seno con l’acqua e la schiuma. Lei divaricò le gambe e disse: “Lavami anche la passerina”
Si alzò in piedi e mise il suo pube proprio di fronte alla mia faccia, io non resistevo alla tentazione di passarle una mano sulla sua peluria bagnata e carezzare la carne calda delle sue labbra morbide.
Cominciai a strusciargliela con dolcezza con la mano, lei urlava dal piacere e faceva lo stesso con il mio membro ci masturbavamo a vicenda e godevamo come dei folli.
“adesso prendimi ancora” disse lei tra un gemito e l’altro.
Dopo avere passato la lingua sulla sua la passerina la penetrai di nuovo con foga nell’acqua, lei cingeva con le gambe i miei fianchi, era una sensazione stupenda chiavare la mia insegnante tanto severa e cosi eccitante.
Alla fine me ne andai lasciandola ancora tutta bagnata.
Per tutto il resto dell’estate lei mi imponeva durante le lezioni di chiavarla a ripetizione in tutte le posizioni e io con gioia la soddisfacevo pienamente.
L’esame di latino fu superato per un pelo con uno striminzito sei e quando ricominciai le lezioni ebbi una stupenda sorpresa: la mia vecchia e orribile insegnante di latino era andata in pensione la nuova insegnante era proprio lei Nicoletta ….
Non sarei più stato rimandato in latino per il resto della mia vita scolastica. FINE

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