Questione di stile

Quella sera avevano bevuto tutti un po troppo e il bar del campeggio era un incrociarsi di sguardi che avrebbero potuto infiammare un santo.
Eravamo saliti in Sardegna con una bella e improvvisata comitiva che si era allargata nel corso della vacanza.
Quella sera Claudia aveva fatto la smorfiosa con Andrea più del solito.
Avevo come l’impressione che la mia amichetta avesse superato quel limite invisibile che inconsapevolmente avevamo fissato.
Giocavano spesso a farsi il filo e di solito ridevo con loro.
Quella sera però i loro sguardi ubriachi si erano incontrati con una complicità che non gli conoscevo e durante un ballo si stavano strofinando un po’ troppo mentre si mormoravano parole sul collo.
Poi Andrea torno al tavolo dove sorseggiavo il mio Martini e mi incollo un bacione caldo sulle labbra.
Tutto tornò a posto quando anche Claudia riprese a fare la smorfiosa con gli altri maschietti.
E quando si spense la musica Andrea mi trascino in tenda allupato più del solito per via dell’alcool.
Pochi secondi e sotto la tenda mi mostrava orgoglioso la sua potente erezione abbassandosi il costume che indossava dal pomeriggio.
Bastò quella splendida esibizione a che mi eccitassi e gli saltassi addosso.
Era davvero in vena, inizio a pomparmi fra le gambe con un ritmo che solo poche volte riusciva a sostenere ed io venni ripetutamente con le mie labbra che assorbivano la salsedine sulla sua pelle.
Dio cosa mi stava facendo… soffrivo a trattenere i gemiti, ma al tempo stesso volevo che tutto il campeggio sapesse quanto stavo godendo.
Continuava a sbattermi, ma non ne voleva sapere di venire, intanto la mia umidità andava scomparendo con il susseguirsi degli orgasmi.
E lui mi pompava.
Lo implorai di venire perchè mi incominciava a fare un po’ male.
Alla fine mi ritrassi e con la bocca andai a cercare quello splendido strumento di piacere per dargli il giusto premio.
Lui mi allontanò e con una mossa rapida mi rigirò supina.
Sapevo cosa mi aspettava.
Portò la mano dalla sua bocca fino al mio culetto, poi dolcemente si fece largo nel mio corpo.
Avrei giurato di non avere più energia ma a quella nuova potente dimostrazione di possesso tornai ad agitarmi sotto il suo corpo.
Bastò che avvicinasse la mano destra sul mio clitoride per regalarmi l’ultimo potentissimo orgasmo che soffocai sulla sua mano sinistra prontamente accorsa alla mia bocca.
Venne con me e il tepore di quel caldo seme nelle viscere mi accompagno dolcemente al sonno.

Mi svegliai contenta senza ricordare cosa avessi sognato.
Alla mattina ci si ritrovò tutti al bar del camping a fare colazione.
Io giocavo a riconoscere negli sguardi del resto del gruppo se qualcuno ci avesse sentito nella notte.
Alla spicciolata andammo tutti in spiaggia.
Tornai in tenda a recuperare il pallone da volley.
Andrea era steso stanco sul sacco a pelo e mi disse che mi avrebbe raggiunto di lì a poco.
Dopo la rituale partita di pallavolo sul bagnasciuga facevo la lucertola lasciandomi dondolare dalla musica salsa che veniva dal bar.
Il sole cominciava a picchiare forte e io non trovavo la mia crema nella borsa.
Il bisogno della crema e uno strano presentimento mi portarono a tornare in tenda.
Trovai la crema, ma Andrea non c’era.
Mi avvicinai qualche piazzola più in là alla tenda di Claudia e Silvia; da lì proveniva qualche strano rumore che riconobbi subito.
Mi infiammai, non ci potevo credere.
Mi accostai alla retina di quella piccola finestra e li vidi.
Claudia e Andrea completamente nudi l’uno accanto all’altra si baciavano.
Non sò se per voyerismo o con l’intenzione di irrompere nel momento cruciale, rimasi ancora lì, in silenzio, a guardare.
“Non ti preoccupare” diceva lei, mentre lui le mormorava qualcosa di incomprensibile.
“Capita, sei così dolce”.
La vidi allora che con la mano andava a stimolare il suo fallo molle che non trovava il vigore che io gli conoscevo.
Andrea stava quasi piagnucolando.
Claudia lo rassicurava e gli massaggiava le spalle.
Si sbaciucchiavano teneri.
“Forse è meglio che andiamo in spiaggia”.
Mi era passato il fuoco della gelosia e decisi di entrare.
Abbassai la chiusura della tenda e rapidamente la richiusi alla mie spalle.
Si staccarono rapidamente uno dall’altra impietriti, biascicando parole inutili “non è come pensi”,
“scusa”,
“aspetta”.
Portai il mio dito alla bocca:
“sshhh” dissi
“silenzio”.
Fecero per cercare i vestiti, ma con un gesto li bloccai.
Mi avvicinai allora ad Andrea che terrorizzato mi guardava.
Lo guardai negli occhi, poi scesi con le labbra su quel suo fallo che sembrava morto.
Lo presi morbido in bocca, lo sentii crescere piano piano.
Con la lingua percorsi tutta la sua lunghezza poi tornai a ciucciare fino a che riacquistò la solidità che amavo.
Claudia allibbita ci guardava incerta se togliere il disturbo.
Recuperai il preservativo dal loro giaciglio e mentre con una mano masturbavo il mio uomo con i denti aprii la bustina e poi, con cura, rivestii quel fallo eretto.
Feci un cenno a Claudia che finse di non capire, quindi la presi per un fianco e la portai sul corpo disteso di Andrea.
Mi guardò ancora incredula.
Le dissi che volevo e mentre lei scendeva il suo bacino su quel fallo potente portai la mia bocca a quella di Andrea, presi a baciarlo succhiando il suo piacere per la penetrazione.
Erano ancora immobili, dovetti così invitare io i loro movimenti.
Lo baciai ancora un po’ mentre iniziavano a dondolarsi l’uno nell’altra.
Poi pian piano scivolai di lato e lasciai che le labbra di Claudia prendessero il posto delle mie.
Non durò moltissimo, ma li vidi godere felici assieme confortati dal mio sorriso.
Mentre si godevano il dopo, i nostri sguardi si raccontavano tutto, in silenzio.
Avrei deciso io per il futuro.
Così dopo un po’ dissi:
“beh, si va a fare un bagno? ! ? “. FINE

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