Che schifo!! direte voi. E in effetti, prima dello scorso anno non è mai piaciuta neanche a me, ma dopo quel pomeriggio… mi dispiace quasi aver finito le superiori e nn studiarla più. In compagnia, s’intende.
Era Maggio e l’esame si stava avvicinando.
è sempre stato l’unica pecca delle superiori; un sacco da studiare e scene isteriche tra tutte le mie compagne. D’altronde i miei compagni maschi avrebbero fatto fatica a disperarsi, siccome ero in classe solamente con delle ragazze. 19 alunni e neanche l’ombra di un’altra figura maschile, non male eh?
Dicevamo… l’esame era alle porte, e nonostante io non abbia mai brillato come impegno, ero sempre stato tra i migliori studenti del corso e questo le mie compagne di classe lo sapevano.
A riconoscerlo più di tutte era una coppia di gnocche che tutta la scuola “mi” invidiava. Erano sempre state amiche per la pelle, fino dalle scuole elementari e avevano sempre fatto tutte le scuole insieme.
Era veramente fenomenale vederle girare sempre vicine, così affiatate e così…fighe!! Passatemi il termine, non propriamente fine, ma questo è proprio l’aggettivo che più si addice ad una coppia come loro.
Alte entrambe sull’1. 65 e bionde tutte e due, erano però una l’opposto dell’altra.
Arianna, la più magra, era il classico modello della bellezza fine: visino da bambola e fisico asciutto, non molto seno e un culetto che sembrava disegnato da Giotto, il famoso autore del cerchio perfetto.
Silvia, invece, era molto più provocante e aveva il fisico di una bomba sexy. Portava una quarta piena che sembrava non avesse bisogno del reggiseno per stare su, e anche il resto del corpo era un omaggio alla lussuria.
Proprio loro, all’intervallo, mi chiesero di ripassare insieme a loro Storia dell’Arte per l’imminente prova d’esame, e chiaramente io accettai. Non avevo ancora in mente quello che sarebbe potuto succedere, ma studiare con due così, è sempre qualcosa che ti fa apprezzare la scuola, no?
Dato che avevo tutti gli appunti registrati sul mio computer, ci mettemmo d’accordo per trovarci a casa mia, nell’appartamento di sopra, dove avevo la mia camera e la stanza del computer.
Faceva piuttosto caldo e di sopra non c’era il condizionatore, così nessuno di noi aveva molto addosso, soprattutto Silvia, che mi deliziava con una canottierina veramente fenomenale. Ad ogni movimento potevo vedere il suo seno che si muoveva davanti ai miei occhi, e piegata era uno spettacolo da perderci la testa.
Dopo qualche minuto di chiacchiere del più e del meno e pettegolezzi vari su amiche e amici, decidemmo di metterci al lavoro, almeno per avere un’idea di quello che ci sarebbe toccato.
Ma la loro presenza era molto più stimolante delle statue e dei dipinti.
Avete mai provato a studiare con una ragazza seduta in braccio, che struscia il suo culo perfetto sul tuo uccello che sta ormai per saltare dai pantaloni, ulteriormente agitato da un’altra che, con la scusa che l’altra sedia è troppo lontana per vedere bene il monitor, ti sta appoggiata alle spalle, con una quarta abbondante che ti preme sul collo?
Beh, io proprio non ce la facevo, e si vedeva, dalla goffaggine con cui mi muovevo tra i vari documenti.
Stavo proprio per arrendermi, quando Arianna, facendo finta di mettersi a posto gli short mi prese involontariamente (? ) contro il pacco, che ebbe un’impennata.
“Oh, cosa abbiamo qui? ” disse facendo la finta santarellina.
“…il risultato dei vostri studi” ribattei io.
“Mmh, interessante, non credi Silvia? ” Disse Arianna scendendo dalle mie gambe e inginocchiandosi davanti a me. Sorrise all’indirizzo dell’amica, che, capita la situazione, prese a farmi passare le mani sul collo e giù per il petto, fino ad incontrare la punta del mio cazzo, che ormai non poteva più essere contenuto dai pantaloncini.
“Si si, molto direi” rispose Silvia prendendomelo in mano da sopra e abbassandomi pantaloncini e slip “Un argomento di spessore, non c’è che dire”. Muovendosi da sopra la mia testa, i suoi seni mi strusciavano contro e uno dei capezzoli, talmente turgido da sembrare un chiodo, mi toccò l’orecchio.
Non capivo più niente!!
Dopo averlo preso tutto in mano, Silvia pilotò il mio cazzo, che ancora nn credeva al tutto il bendiddio che gli stava intorno, verso la bocca di Arianna, che incominciò a leccarmene la punta. Passava la sua lingua sulla cappella e poi giù fino alle palle, lavorandomi per bene, fino a che anche Silvia non si inginocchiò di fianco a lei, reclamando la sua razione. Se lo passavano di qua e di la, leccandomelo come un bel cono gelato, e devo dire che Arianna, pur con la sua faccia da bambolina ingenua, ci sapeva proprio fare.
Iniziò a baciarlo con ancora più foga, e poi, mentre Silvia mi slinguava le palle mandandomi in paradiso, iniziò a spingerselo in gola, sempre più a fondo. Nel frattempo, la sua lingua mi vorticava intorno all’asta…che pompinara da oscar!!
Dopo pochi minuti di un simile trattamento, non ce la feci più, e scaricai senza preavviso tutto il mio piacere sulle due troiette, che guardandosi vogliose iniziarono a spogliarsi.
“Guarda qua, sei tutta sporca Sil” disse Arianna, che sfilata la canottiera all’amica prese a leccarle lo sperma, colato su tutte le tette. Non se ne perdeva neanche una goccia, la troiona.
“siiiii, leccami tutta!! ” godeva l’altra, e allora, presa da dietro Arianna, le infilai una mano negli shorts, per constatare con mio grande piacere che non portava mutandine, e che era fradicia di umori. Le infilai un dito nella figa, senza nessuno sforzo, tanto era bagnata, e i suoi mugolii di approvazione furono attutiti dalle grandi tette di Silvia, tra le quali la sua bocca era affondata.
“Spostiamoci di la” suggerii io e le due ragazze approvarono, seminando per casa i vestiti che si stavano togliendo pian piano.
Arrivati in camera, Arianna si buttò sul letto, e guardandomi negli occhi con un’espressione di immensa voglia mi accolse con le gambe divaricate.
Ma anche Silvia aveva voglia della sua parte, e si mise a 69 su Arianna. In questa posizione stavamo entrambi leccando la figa ormai grondante di Arianna, che continuava a mugolare sempre più forte.
Mentre Silvia le titillava il clitoride io le spingevo la lingua più a fondo che potevo, raccogliendo i suoi umori, e la mia lingua vorticava dentro di lei il più velocemente possibile.
La stavamo letteralmente “mangiando”.
Arianna iniziò a muoversi su e giù e il respiro diventò affannoso, mentre restituiva il favore a Silvia. “Si… Ahhhhh, bravo, continua… continuaaaa” Venne esplodendoci letteralmente in faccia, mentre anche Silvia iniziò ad avere il respiro rotto dai numerosi sospiri.
Evidentemente Arianna era proprio nata per il lavoro di bocca.
Dopo che entrambe furono venute. Il mio cazzo era tornato ad assumere dimensioni eccezionali e Silvia, accortasi del mio bastone, si avvicinò e lo prese tra le grandi tette. Iniziò a muoversi su e giù e volta che le arrivava vicino alla bocca lo baciava. Era una spagnola veramente fantastica e la mia stanga iniziò a risentire di quel trattamento. Mi allontanai per non venire subito, ma non seppi resistere alla visone della sua figa pronta ad accogliermi.
Notando dove finiva il mio sguardo, si girò e salitami a cavalcioni iniziò a impalarsi da sola. Afferrai quelle bellissime tette che mi ballonzolavano davanti e iniziai a stringerle, a palparle e sentivo il capezzolo duro nel palmo della mia mano.
“Siii, dai. Ahhhh, come sei grosso” gemeva, mentre Arianna si masturbava in entrambi i buchi. Vedevo le dita che entravano e uscivano con facilità, anche nel buchetto posteriore. Evidentemente doveva essere abituata a servizietti completi, e non sarei stato certo io a toglierle quella ottima abitudine.
La sua amica si chinò verso il basso, e il risultato fu che io venni sommerso dalle sue tette enormi, che iniziai a leccare tutto intorno ai capezzoli, torturando Silvia, che cercava di farmeli entrare in bocca. Non poteva però muoversi troppo, perché non voleva assolutamente sfilarsi dal mio cazzo che la stantuffava sempre più in profondità. Giocai ancora un po’, ma quando, al culmine del piacere mi chiese gemendo di succhiarglieli tutti, li presi con la lingua e li succhiai con foga. Questo fu la goccia che fece traboccare il vaso, e Silvia si accasciò su di me.
Arianna smise di sditalinarsi e si mosse verso di noi giusto mentre Silvia urlava il suo godimento.
“Tu però non sei ancora venuto…” mi mormorò mentre il suo culetto rotondo si alzava in un muto invito.
Silvia, non ancora sazia, si buttò su di lei e iniziò a leccarla da dietro, allargandole quelle belle chiappe, evidentemente già violate ma ancora strette.
Io feci lo stesso con Silvia, che riniziò a mugolare come una gatta in calore.
“Ahh, fai piano, li non l’ho mai fatto” mi pregò e allora Arianna, che mi voleva dentro di lei le disse “Vieni qui, fattela mangiare e tu vieni qui, ti voglio sentire tutto dentro”.
Non mi feci pregare e accostai la mia cappella al suo buchetto, così bagnato che scivolai dentro quasi senza difficoltà.
“Ahhhh, continua, tutto, lo voglio tutto dentro” Iniziai a spingere, ma non doveva aver provato questa esperienza molte altre volte: il suo culetto era davvero stretto. Avevo però perso ogni inibizione, e iniziai a spingere sempre più forte, fino a che le palle non le sbatterono contro le chiappe, che così allargate erano ancora più sexy del solito.
Continuai a spingere, a entrare e uscire per cinque minuti buoni, e dopo due orgasmi da parte sua venne anche il mio turno. Le scaricai in corpo tutto la mia goduria, allagandole il culetto accogliente. Dovette farle molto piacere, dato che venne per la terza volta, soffocando il suo orgasmo tra le labbra bagnate della figa di Silvia, che venne di nuovo.
Eravamo tutti e tre sfatti e sudati…ma che pomeriggio di studio!!
Dopo una doccia ristoratrice nel vedere quei due corpi magnifici girare nudi per casa, il mio cazzo tornò ad inalberarsi, e nonostante i preparativi per tornare a casa, entrambe le studiose tornarono ad abbeverarsi alla fonte del sapere.
Inutile dire che Storia dell’Arte diventò la mia materia preferita e all’esame fu una di quelle su cui ero più preparato. FINE
