Amo le nuove tecnologie! E pensare che solo quattro anni fa, non sapevo nemmeno che nel mondo esistevano i computer! Mi eccita poter dividere con tante donne e uomini arrapati le mie piccole storie da porca.
Sonno arrivata in Italia tre anni fa. Io, allora 18enne, e mio marito Alec 14 anni più grande di me. Eravamo appena sposati, entrambi provenienti dalla Romania rurale, e in cerca di fortuna e di una vita più eccitante. Non avevo conosciuto altri uomini al di fuori di Alec, prima del matrimonio. Questo non perché non ero attraente. Col mio metro e ottanta, i capelli lunghi dorati, gli occhi verdi splendidi e allegri e con un fisico un po’ abbondante nei senni e sui fianchi attiravo sempre l’attenzione degli uomini a tiro. E a me non sarebbe affatto dispiaciuto conoscere qualcuno di loro un po’ (molto ) più a fondo. Purtroppo pero, mi trovavo sotto il rigido controllo dei miei genitori molto conservatori che raramente mi permettevano di rivolgere più di una parola ad un uomo adulto, figuriamoci altro. Spettava a mia madre, informarmi, da ragazzina, dei cambiamenti che da adolescente mi avrebbero travolto. Presa com’era, pero, da mille problemi più urgenti, lei delego questo compito alla mia sorella maggiore, Elena, sposata da una decina d’anni, quando io ne avevo ancora solo 12. Elena mi insegno, tra l’altro, che dovevo conservare la mia verginità fino al matrimonio. Anche se non l’avesse fatto, dubito che sarei riuscita a farmi scopare, controllata com’ero, dai miei genitori.
Alec non era un grande amante. A letto mi trattava come una delle puttane da quattro soldi con le quali si era sfogato abitualmente, prima del nostro matrimonio. Aiutato non poco dalle mie fattezze, riusciva ad eiaculare troppo in fretta perché anch’io potessi godere un po’.
Nei primi due mesi in Italia, abbiamo dovuto abitare in un piccolo appartamento affittato da certi amici di Alec. C’era una camera sola dove Alec dormiva insieme agli alti tre, oltre al bagno e ad un piccolo cucinino, dove dormivo io. C’era poco spazio per le intimità e la nostra vita sessuale era pressoché nulla. Gli uomini erano rispettosi, anche se i due più giovani, quando non c’era intorno Alec, mi fissavano sempre a cercavano di attaccare
bottone. Uno di essi mi piaceva particolarmente.
Si chiamava Pietro. Era un 25enne, biondo, atletico e muscoloso, molto bello, sexy e attraente. Desideravo rimanere da sola con lui, ma raramente si
presentava l’occasione, dato che gli uomini, lui compreso, lasciavano l’appartamento di mattina presto per andare a cercare lavoro e tornavano quasi sempre insieme a tarda sera.
Un giorno pero, la possibilità si presento. Pietro non c’è la faceva più a resistermi e cosi, dopo essere uscito di casa insieme agli altri, non si era recato a lavoro me era tornato indietro e incontrare me. Non avevamo mai discusso del attrazione reciproca, ma nonostante ciò, ci fu un intesa perfetta.
Dopo aver scambiato qualche parola, lui si avvicino e mi diede un bacio. Le sue labbra sottili si attaccarono alle mie in un attimo che mi sembrava magico. Poi si fece avanti con la lingua e la inserì nella mia bocca calda. La sensazione che provai mi diede i brividi. Ero troppo eccitata. Le sue mani forti mi scorrevano lungo la schiena, mentre lui continuava ad esplorare con la lingua. Lo assaporavo con avidità. Quando allungo le mani, mi alzo la gonna e le affondò sul mio culo bianco, sodo grande e rotondo, evidentemente con grande piacere, mi accorsi di essere completamente bagnata. Le mie mutande erano fradici. Pietro se ne accorse immediatamente e decise, fortemente spinto anche dal suo eccitamento ad accelerare i tempi.
– Piccola troia!! – mi disse, togliendomi il vestito insieme alle mutandine bagnate FINE