Accadde tutto qualche anno fà, all’età dei fatti essendo appena uscito dall’adolescenza e appena diciottenne pensavo solo a me stesso e al mio piacere personale invece che a quello della mia partner. Oltretutto lei mi era molto sottomessa, mi dava i soldi per le sigarette, per le benzina dello scooter, avevo già la macchina ma andavo a scuola in motorino, e tutto, più o meno, quello che desideravo perchè era anche ricca sfondata oltre che essere follemente persa per me se così si può dire.
Ma adesso veniamo a noi, alla mia storia, la mia ragazza era abbastanza attraente con due tette, e anche se ormai diciottenne crescevano ogni giorno di più, in cui se volevi ci potevi anche nuotare ed era anche abbastanza porca. Fù così che solo dopo una settimana che eravamo insieme il suo reggiseno volava via tutte le volte che ci incontravamo e dopo un mesetto anche la sua passera era ben conosciuta dalla mia mano. Andammo avanti a smanettarci a vicenda per un paio di mesi con lei che aveva anche introdotto qualche bocchino, tutto di sua spontanea volontà la porca, ma niente di più. Fino al giorno in cui mi chiese se volevo fare del sesso con lei. Cazzo, io non aspettavo altro, tanto è che i miei pantaloni erano volati via in un millesimo di secondo. Ma, è si c’è proprio un ma, lei disse che quel giorno non potevamo perchè sua madre sarebbe rientrata da lì a momenti, e non è bello essere colti in flagrante dalla madre della tua ragazza.
Passarono alcune settimane tra le solite scuse, “Guarda oggi non possiamo perchè lì ‘piovè!!! “, e sua madre che aveva cambiato orario di lavoro non riuscimmo a coronare il nostro desiderio di fare per la prima volta una sana scopata. Arrivò la fine della scuola, e finalmente, in un pomeriggio afoso, sdraiati sul suo letto mi fece di nuovo la proposta dicendomi che avremmo avuto il tempo necessario. Lei sulle prime era un po’ restia, capibilmente, ma la rassicurai che avrei fatto tutto io. Così si sdraiò sul letto e guidandomi l’uccello che così in tiro non era mai stato, pian piano riuscii ad entrare in lei, anche se un po’ goffamente. Mentre ci baciavamo appassionatamente, incominciavo il mio avanti indietro dentro la sua figona pelosa interrompendolo ogni tanto per non venire troppo presto e per palpargli le sue tette da favola. Ogni tanto lei faceva qualche smorfia per via del dolore e io rallentavo, anche se a malincuore, ma dopo cinque minuti non sono più riuscito a trattenere i litri di sborra che si erano accumulati e le venni sulla pancia innondandole la maglietta. Dovetti rivestirmi abbastanza velocemente e uscire perchè lei doveva farsi una doccia prima dell`arrivo della adorata mammina. Ci salutammo con un bacio e preso il mio scooter volai dai miei amici ad annunciare la grande notizia colta con grande stupore e un po’ di diffidenza, ma sinceramente non me ne sbattè un cazzo visto che ero felice come una pasqua.
Alla sera, tornato a casa, mentre ero sul letto a pensare allo stupendo pomeriggio passato mi venne in mente che lei non sanguinò quando la penetrai. Avevo sentito molte storie sul fatto che alla prima volta dalla sua figa sarebbe dovuto uscire un po’ di sangue ma non successe niente. Non ci avevo neanche fatto caso sul momento perchè ero impegnato a pensare che quella era la prima volta che venivo, ma non per via di una mano. Ma dopo un po’ mi ricordai di altre storie su di lei che circolavano alle medie, ovvero che si sparava dei gran ditalini con matite e frutti vari e raggiunsi la conclusione che l`imene se lo fosse rotta lei durante un di quei ditali.
Il giorno dopo a scuola ci rivedemmo nuovamente e lei mi chiese come fosse stato per me, visto che a lei non era piaciuto per via del dolore che aveva sofferto e che ancora la affliggeva. Con grande diplomazia riuscì a convincerla che era solo la prima volta e con il tempo, ma soprattutto con il sesso, tutto sarebbe andato meglio.
Ci volle quasi una settimana prima che riuscissimo a farlo di nuovo. L` inizio questa volta fù tutto più veloce e dopo un po’ di preliminari affondai in lei per la seconda volta. Anche in questa occasione le sue smorfie non mancarono ma io non desistetti dal mio intento di venire di nuovo per mano della sua figa. Dopo averle spruzzato tutta la mia sborra, questa volta nella sua bocca perchè non voleva inzozzare un`altra maglietta, mi rivestì e me ne andai in sella al mio scooter come ero arrivato.
Dopo la fine della scuola decidemmo di lasciarci e di rivederci ad inizio settembre, solo perchè entrambi pensammo che durante le vacanze sarebbe stata dura mantenere la fedeltà reciproca, ma prima lei volle farlo l`ultima volta, visto che a fine giugno era anche il mio compleanno. Così decidemmo di uscire insieme la sera del mio compleanno e ci demmo appuntamento per la sera del 28 giugno per andare prima a mangiare un pizza e poi per una gita sui colli.
Arrivai in perfetto orario, lei era vestita da dio, con una minigonna, perfetta per scopare, e un top attillato che faceva risaltare i suoi immensi meloni e niente calze visto che faceva un gran caldo. Dopo che la sua mammina ci ha fatto tutte le raccomandazioni del cazzo del caso siamo partiti per raggiungere la pizzeria. Durante il viaggio in macchina lei non ha smesso di palparmi il pacco facendomi rischiare qualche busso oltre che farmi quasi sborrare nei pantaloni.
Arrivati nel locale ci sedemmo uno di fronte all’altro e dopo un po’ vado in bagno a tirarmi una sega visto che ho il cazzo così in tiro che se mi tocco vengo, tornato ordiniamo di bere, una birra per entrambi, e cominciamo a parlare del più e del meno, delle vacanze e del nostro futuro. Finalmente arrivarono le pizze e io mangiai molto lentamente perchè volevo aspettare che facesse un po’ buio prima di andare sui colli, e così prendemmo entrambi un’altra birra e infine un bel limoncello per digerire, diciamo che volevo tirargli la pacca finale in modo che sbandasse un po’, pagai il conto e ci avviammo alla macchina. Durante il viaggio il viaggio mi resi conto che la sega precedente non è servita a niente date le dimensioni della mia verga ma le due birre e il limoncello cominciavano a farsi sentire soprattutto e lei.
Finalmente arriviamo ad un parcheggio sui colli, tiro fuori il plaid, tattico in queste occasioni, e ci avviamo sulla collina cercando un posticino appartato. Appena steso il plaid, cominciamo a baciarci appassionatamente non perdendo tempo, infilandoci subito le mani dappertutto, cosa resa più semplice per me visto che lei indossa la minigonna e il top. Comincio a ciucciargli i capezzoli resi più turgidi di quanto non lo fossero già dalla leggera brezza che ci avvolge, mentre con un a mano mi intrufolo nelle sue mutande cominciando a sditalinarla. Passati i primi minuti in cui praticamente ho giocato solo io, lei mi stende con la schiena a terra, mi tira un po’ giù pantaloni e boxer e comincia a farmi un pompino. Sul conto della sega fatta prima mi ero sbagliato visto che grazie ad essa sono riuscito a resistere una decina di minuti con lei che scherzosamente faceva finta di incazzarsi per il mio ritardo, ma anche io sono un uomo e con suo grande piacere le allago la bocca con un mare di sperma che lei da brava deglutisce tutto.
Essendo ancora un po’ stordito per l’orgasmo, non mi rendo conto che lei mi stà ancora ciucciando le verga che con mio grande stupore si rialza velocemente. Poi vedo lei che si alza e si toglie le mutandine, senza però togliersi la mini e mi dice che visto che era il mio compleanno, stasera i giochi li conduceva lei, detto questo si abbassa e si siede sul mio uccello e comincia a cavalcarmi. Non riesco a credere a quello che sto vedendo, ma soprattutto a quello che sto sentendo, la mia ragazza per la prima vola stà emettendo dei gemiti di piacere mentre si violenta il clitoride e io le spalpazzo le tette strizzandole di tanto in tanto i capezzoli durissimi. Per la grande eccitazione di entrambi mi scordai di mettermi il preservativo e così me ne venni libero nella sua passera con lei che dopo il mio orgasmo fece sù e giù per un paio di volte prima di godere con un urlo che probabilmente tutta la città a sentito accasciandosi sopra di mè. Appena mi ripresi e mi resi conto di quanto successo e le dissi quasi senza voce che non avevo il preservativo quando sono venuto e lei per tutta risposta mi dice: “Quindi non ti e` piaciuto il regalo? Non ti ho detto che ho cominciato a prendere la pillola per farti una sorpresa! Quindi non abbiamo corso nessun pericolo. “. Avevo cominciato a sudare freddo mentre mi immaginavo con un bebè ma poi dopo aver connesso quello che mi aveva detto sembravo quasi rinato.
Purtroppo era arrivato il momento in cui dovevo accompagnarla a casa e quindi raccogliemmo la nostra roba e la accompagnai a casa. Sotto casa ci salutammo con un bacio profondo e passionale mentre lei mi palpava il culo e io che gli mettevo un paio di dita nella figa che gocciolava della mia sborra, riempendomi la mano. Prima di rientrare in casa mi fermai per fumarmi la prima paglia della serata visto che lei non voleva che lo facessi in sua presenza, e mentre tiravo fuori le sigarette mi accorsi che avevo qualcosa in tasca, ravanai un po’ e mi resi conto che erano le mutandine della mia ragazza che evidentemente mi aveva regalato come un ricordo.
Finalmente entrai in casa e andai a letto addormentandomi subito.
Il giorno successivo lei era già partita e mi ritrovai con la mia compagnia per mettere a posto le ultime cose visto che anche noi dopo qualche giorno saremmo partiti per le vacanze, destinazione Riccione, il regno del divertimento.
Il mesetto di vacanza trascorse relativamente veloce, tra serate in discoteca o in spiaggia con qualche ragazza. Come da previsione trovai un paio di ragazze con cui mi feci qualche scopata, da maestro che ero diventato, sui lettini in spiaggia, illuminati solo dalla luna e con lo scroscio delle onde come sottofondo.
Così anche le vacanze passarono e dovetti ritornare in città, ma per fortuna settembre era vicino e presto avrei rivisto la mia ragazza, o meglio ex-ragazza.
Ci incontrammo appena possibile e parlammo delle vacanze, io le dissi delle mie avventure di sesso con un paio di ragazze e di tutte le volte che mi sono masturbato con le sue mutandine e lei mi raccontò che si era fatta delle storie con un ragazzo, ma che non era arrivata a scopare con lui, solo masturbazione reciproca e qualche bocchino, niente più mi assicurò. Decidemmo che saremmo tornati insieme e per festeggiare, finchè il tempo lo permetteva ancora, tornammo sui colli.
Era una sera non troppo calda ne troppo fredda visto che ormai l’autunno era alle porte, passai a prenderla a casa e optammo per saltare la cena e dirigersi subito sui colli visto che tutti e due eravamo eccitatissimi e la notte era ancora lunga.
Ci appartammo nello stesso punto della volta precedente e anche quella sera si era messa una minigonna. Ci sdraiammo e dopo poco quasi le strappai le mutandine cominciando a leccarla in mezzo alle cosce, baciandola dappertutto, sul ventre, sul collo e sulle tette. Quando arrivai alla sua figa notai che si era depilata e questo aumentò la mia eccitazione e senza esitare mi avventai su quella micia che già luccicava di umori. Comincia così a leccarle le grandi labbra in tutta la loro lunghezza, come un bambino con il gelato, aprendole lentamente per far apparire le piccole labbra. Presi a ciucciarle il clitoride come se fosse un capezzolo mentre le avevo già introdotto due dita nella sua fessura che non avevo mai sentito così umida. Lei intanto si dimenava e gemeva come una troia tanto è che dovetti tappargli la bocca con una mano per evitare che attirasse l’attenzione di qualcun altro. Quando finalmente venne avevo nella sua figa ben quattro dita che la masturbavano con violenza, la maglietta sù e le tette tutte rosse con i segni delle mie manate e la mia faccia che brillava per i suoi liquidi. Finalmente venne il suo turno, e anche quello del mio cazzo che sguillò fuori dai boxer appena chiamato in causa e si accomodò nella calda bocca della mia ragazza che prese a leccarmelo con foga, come non aveva mai fatto. Il risultato fu quello che in meno di un paio di minuti le venni brutalmente in bocca, e mentre le stavo spruzzando la sborra in gola mi mise un dito sul per il culo, a quella mossa mi inarcai e il mio uccello usci dalla bocca spruzzando gli ultimi schizzi di sborra sulla maglietta. Lei mi chiese il perchè di quello e io piuttosto incazzato le risposi che non ci doveva provare mai più a infilarmi un dito nel culo e che non doveva neanche sfiorarlo il mio ano, perchè quello per me era a senso unico, verso l’esterno, e niente ci potava entrare. Detto questo mi allontanai un po’ da lei e comincia a rivestirmi e le dissi che doveva farlo anche lei. Mentre mi stavo allontanando le dissi inoltre che se non voleva andare a casa a piedi avrebbe dovuto muoversi perchè io stavo già partendo, salì sul motorino e sempre incazzato come non mai mi avviai come una scheggia verso la città e verso casa sua. Durante il tragitto sentì che lei dietro stava piangendo di brutto, ma sinceramente non me ne fregava un cazzo di quello che stava facendo, volevo solo portarla a casa e andare dai miei amici a farmi due risate per tirar sù una serata che era andata letteralmente a puttane. Arrivato a casa sua, appena scese dal motorino me ne andai senza darle il tempo di dire un cazzo o di guardarmi in faccia. Per fortuna i miei amici avevano organizzato una serata alcolica in un pub e una puntata sui colli dopo la bresca ma per altri motivi, farci un paio di porre, ero in motorino e quindi non mi preoccupai per gli sbirri e ci diedi di brutto con l’alcol. Ero completamente andato e arrivato a casa mi addormentai senza più pensare a quello che era successo. Il giorno dopo, ripresomi dalla cassa alcolica ripensai al fattaccio a l’incazzò salì nuovamente e per quasi una settimana non mi feci trovare in casa dalla mia ragazza che cercava di chiamarmi tre o quattro volte al giorno. Ma purtroppo non riuscii a tirarla molto lunga e alla fine mi beccò, per dirmi che voleva parlarmi, e ci demmo appuntamento al pomeriggio a casa sua. Arrivaì in orario anche se contro la mia volontà, ma soprattutto con la sigaretta in bocca, cosa per cui in un altra occasione si sarebbe incazzata di brutto ma si rese conto che non era nella posizione di dirmi qualcosa. Cominciammo a parlare e mi chiese subito perchè mi fossi comportato in quel modo, le risposi semplicemente: “Perchè me lo hai messo nel culo!!! “, mi rispose che l’aveva fatto perchè pensava che mi avrebbe fatto piacere, visto che durante le vacanze lo aveva fatto ad un ragazzo e gli era piaciuto. Io la perdonai ma le dissi di non provarci mai più altrimenti tra noi sarebbe finita. Dopo di che mi sorrise e andammo in camera e cominciammo a pomiciare e a palparci, finchè io da sopra cominciai a scoparla con un po’ di violenza per scaricare la rabbia che avevo dentro. Dopo che lei venne ebbi un’idea per ripagarla di quello che aveva fatto quella sera, visto che continuavo a pensarci e non riuscivo a mandare giù quel dito nel culo. Così con un tono un po’ autoritario le dissi di mettersi alla pecorina con la scusa che in quella posizione riuscivo a prenderla meglio e per “sperimentare” una nuova posizione. Senza dire niente si mise come le avevo detto e ricominciai a scoparla accorgendomi che in effetti era una posizione più comoda perchè riuscivo a spingere il mio cazzo fino in fondo, ma il mio fine era un altro. Continuai ad andare avanti e indietro per un paio di minuti, fino a che estrassi il cazzo dalla sua figa e mirai il suo sfintere, nel frattempo le chiesi cosa avrebbe provato con qualcosa nel culo, e lei rispose che non lo sapeva, forse le avrebbe fatto male, e mentre diceva questo con un colpo secco le sfondai il culo. Cominciò a dimenarsi, cercando di tirarmi dei pugni che finivano a vuoto e chiedendomi di smettere, le sue parole mi entravano da un orecchio e uscivano direttamente dal altro e continuai a perforarle il buco del culo. All’inizio fece un po’ male anche a me perchè ce lo aveva veramente stretto e in più lei tirava i muscoli, ma pian piano si dilatò e il dolore, almeno per me era cessato, lei aveva smesso di ribellarsi e si era accasciata con la faccia nel cuscino che stritolava con le mani mentre oltre che a sfondarle il sederino gli strizzavo i capezzoli. La scopai per cinque minuti buoni e il mio orgasmo arrivò violentissimo come quando mi masturbai per la prima volta, le riversai nell’intestino una quantità inimmaginabile di sborra accasciandomi poi sopra di lei. Ci misi un po’ a riprendermi e alzandomi lei si girò e mi disse: “Mi hai fatto un male della madonna!!! ” e io: “Visto cosa si prova a prendere qualcosa nel culo”, e cominciai a rivestirmi ma lei mi bloccò dicendo “Ma non devi mica andare via” e mi prese il cazzo con ancora un po’ di sborra e della roba marroncina in bocca cominciando a spompinarmi. Durai più o meno cinque minuti ma prima di venire si puntò la mia cappella verso il corpo e diede gli ultimi colpi con la mano accogliendo il mio sperma sulle tette, in faccia e sui capelli. Mi rivestì e prima di andare via mi chiese se sarei potuto tornare il giorno dopo, la bacia e gli infilai in dito nel culo e dissi “Ad una condizione”, lei sorrise e me ne andai. FINE