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Una ragazza contro sei ragazzi

La mattina seguente, venerdì, lo incontrai a scuola e lo salutai. Affettuosamente, ma nulla di più. Lui non accennò minimamente alla sera precedente.
Pensai, “meglio così”. Ma, non smettevo un attimo di ripensarci… Ero combattuta, molto, fra “il rifarlo” ed il “troncare di netto”. Qualsiasi cosa avessi deciso, ne sarei rimasta, comunque, scontenta. Per fortuna, quel giorno, c’erano il compito in classe d’italiano e quello di matematica. In altri frangenti, non mi sarei mai esposta in questo modo…. La mia mente, per cause di forza maggiore, doveva essere impegnata con altri problemi che non fossero “il riprovare o meno l’una contro sei”.
All’uscita di scuola lo rividi. Rimasi, comunque, impassibile. E questo, mi faceva paura! Non volevo disamorarmi di Ambrogio. Prendemmo l’autobus fino alla Stazione insieme, mi chiese dei compiti in classe, parlammo di altre amenità varie, ma non si accennò minimamente al “mio dilemma”.
Il pomeriggio del venerdì lo passai prima a studiare e poi in palestra. Verso le sette di sera trovai anche il tempo di insegnare catechismo e poi alle otto presenziai alla riunione dei boy scout. Per fortuna anche quella giornata, era finita.
La mattina seguente ci rivedemmo con Ambrogio e ci salutammo frettolosamente. Poi mi disse che voleva parlarmi. Ma che voleva che lo facessimo subito.
Praticamente dovevamo fare sega a scuola! Acconsentii, più per il gusto di marinare che per altro… Saremmo andati in giro per l’intera mattinata per poi tornare sotto scuola all’ora stabilita. Inizialmente ci fu un silenzio strano. Lui così ciarliero ed io così espansiva, in quel frangente eravamo muti. Avevamo tutti e due paura di “riprendere il discorso”. Forse temevamo reazioni inaspettate l’uno dell’altro?
Ma, per fortuna, lui ruppe il ghiaccio. Fermò l’auto davanti al Pontile, insolitamente deserto quella mattinata, ed iniziò: “L’altra sera, sotto casa tua, mi hai detto di non cercarti più… di scordarmi di te… di scordarmi di quello che era successo a casa mia… di quello che mi avevi appena confessato…. praticamente di cancellarti dalla mia vita! In questi giorni, ci ho provato, … ho ripensato spesso a tutto quello che mi avevi detto.
Ci ho provato ma non ci sono riuscito! Ti sembrerà strano, ma non riesco a vivere senza vederti… senza saperti vicina… è vero, non stiamo insieme… è pochissimo che ci conosciamo… tu non conosci nulla della mia vita precedente… non conosci le mie aspirazioni per il futuro… conosci solo il cinque o il dieci per cento di me… Anche tu, per me, sei una quasi sconosciuta. Anche io non conosco la tua vita precedente, quello che ti aspetti del futuro, quello che cerchi in un altro uomo. Per questo siamo alla pari. Ma, e sottolineo il “ma”, ciò nonostante, ti ripeto TI PENSO SEMPRE!!! Ho finito. Ti ho detto tutto quello che mi sentivo dentro. Mi sono sfogato. Non resistevo più se non te lo avessi detto. Adesso mi sento più leggero. Ora pensa quello che ti pare, MA IO NON RIESCO A STARE SENZA TE!!! Non ti chiedo di rispondermi adesso, fallo quando vuoi… Se lo vorrai fare… Sappi soltanto che mi basterebbe una telefonata al cellulare ed io correrei da te! ”
Seguì, come al solito un lungo silenzio, e poi gli risposi: “Ti ringrazio di esserti sfogato con me. Ti capisco perchè anche io sono indecisa.
Oltretutto, lo sono di natura. Dubbiosa, silenziosa, attendista. Più di qualcuno, mi ha pure detto che dovrei considerarli più dei pregi che dei difetti… Sarà, ma io li considero dei difetti. Proprio per questi motivi, ti chiedo di darmi del tempo. Può essere che ti chiami tra dieci minuti, un giorno, una settimana, sei mesi oppure un anno. Può essere anche che, per la mia eterna indecisione, pur volendolo fare, poi mi rifiuti di richiamarti.
Non ti posso promettere che sicuramente ti richiamerò; ma ti assicuro che ci proverò! Dammi tempo… ” Poi, scesi e lo invitai a fare una passeggiata per il centro. Arrivata l’una, tornammo sotto scuola. Scesi all’incrocio precedente e continuai a piedi. Incontrai le mie compagne di classe che mi fecero mille domande sul perchè avessi fatto sega. “Perchè non mi andava di entrare. Semplicemente perchè oggi non mi andava di entrare” fu la mia risposta. Mi feci ragguagliare su quello che era stato spiegato in classe e mi congedai da loro.
Chiamai col cellulare Ambrogio e mi feci riportare a casa.
Sotto il portone, gli giurai di nuovo che lo avrei richiamato, anzi che avrei provato a farlo…
Mangiai svogliatamente e poi mi ritirai in camera mia. Mi chiamò Giancarlo e mi propose di uscire. Provai a dirgli che non me la sentivo, che “non ero in vena”, che volevo stare da sola. Ma, lui imperterrito, insistette a chiedermi di uscire con lui. Alla fine, cedetti. In fin dei conti, non era colpa sua se ero in questo stato. Alle tre era sotto casa mia. Girammo tutto il pomeriggio per i negozi del centro. I piedi mi facevano male. Ostinatamente continuo a mettere le scarpe col tacco e poi impreco se i piedi alla sera mi dolgono…
Verso le sei, Giancarlo scese dall’auto per discutere con una vigilessa che lo aveva multato. Ne approfittai per chiamare Ambrogio. “Ciao. Ci ho pensato. Rivediamoci domani. Però prima vorrei che ne parlassimo noi due da soli. Alle dodici sotto al piazzale della Chiesa. A domani” come al solito, non aspettai neanche la sua replica e riattaccai.
Appena chiusi la comunicazione, Giancarlo tornò in macchina. Per fortuna non si accorse di nulla. E comunque, non ne doveva avere motivo; in quel periodo, eravamo “sfidanzati”.
La mattina seguente, la domenica, andai alla messa delle nove e poi ci furono due riunioni: con i responsabili del catechismo e con quelli dei boy scout. Si dovevano decidere le ultime cose per il viaggio a Bomarzo del week-end successivo. Riuscii a liberarmi per le dodici, per poter incontrare Giancarlo.
Appena arrivai, lo trovai sul piazzale che, in piedi fuori dalla macchina, con un fascio di fiori, stava aspettandomi. “Ti ringrazio dei fiori. Sei stato molto gentile e premuroso. Ma, non dovevi scomodarti… Comunque… grazie”
“Non ti preoccupare, e il minimo che potevo fare… Un diamante bellissimo e del massimo splendore, può essere abbinato solo con fiori di pari livello… I migliori, i più freschi, i più profumati… Anche perchè, dove trovo un fiore migliore di te? ? ? “”Sei venuto qui per adularmi? ”
“No sono venuto di corsa perchè me lo hai chiesto!!! “”Ti ringrazio per essere corso in mio aiuto… Scusami, anzi, se in questi giorni, mi sono comportata così … da stronza! Ti ho chiesto di poterti vedere da solo, perchè… perchè… perchè… non so perchè, ma mi così ho deciso! ”
“Non ti preoccupare. Ti capisco perfettamente. Ti senti sporca ed un po’ mignotta per quello che hai fatto, ti sei pentita di averlo fatto, ti sei sentita tradita da me. Insomma, ti senti, profondamente, amareggiata, delusa, sconfortata, demoralizzata, avvilita da tutto quello che è successo quel pomeriggio…. E, non posso biasimarti… Hai perfettamente ragione, se ragioni così! Però, giovedì sera, prima di negare tutto, mi avevi detto tutte altre cose. Che ti era piaciuto… che fantasticavi di farlo con più uomini contemporaneamente… ed anche con altre donne… che cercavi di dimenticare queste fantasie, ma che non ci riuscivi… Proprio perchè ti vedo così dubbiosa, ho pensato che volessi parlarmi di questo… E sono corso subito! Ed ora, sono qui per ascoltarti. ” “Ti ringrazio, ancora una volta, per essere venuto. Oddio, che cazzo di verbo ho usato… Non ne potevo scegliere un altro, “meno compromettente”… Non so mai come ringraziarti, per tutto questo che stai facendo per me. è vero, come mi hai detto, l’altra volta; che io e te, non stiamo insieme; che ci conosciamo da pochissimo, etc. etc. pero… pero, ti sento molto vicino! Non so proprio come potermi sdebitare con te! è vero, sono molto in dubbio tra il continuare ed il troncare di netto. Qualsiasi sia la mia scelta, comunque ne rimarrei delusa! Certamente so che dopo questo mio sfogo, confessione, dichiarazione, o come diavolo la vogliamo chiamare, rischio di perderti per sempre. Ma, preferisco che sia adesso e non magari più avanti! Perchè, vedi anche per me, è la stessa cosa. Anche io non faccio altro che pensare a te e, soprattutto a quel pomeriggio a casa tua… Per me, il rapporto con te, lo vedo più in funzione sesso, esclusivamento sesso. Per adesso, scusami se te lo dico, io ti vedo come “un cazzo con tanta ciccia inutile intorno”. Forse sarà il momento, ma se potessi, starei tutto il tempo a gambe larghe a farmi scopare!!! Fino all’esaurimento di tutte le forze. Ti dirò di più: se dovessi stancarti prima tu, non esiterei a continuare da sola con un qualsiasi oggetto di forma fallica!!! Ti giuro che è la prima volta che mi esprimo in questi termini con un altro uomo. Oltretutto, faccio anche peccato a pronunciare queste cose, in questo luogo, così sacro… Davanti ad una chiesa!!! Che orrore!!! ”
“Forse, hai ragione quando dici che questo non è il luogo più adatto per parlare di queste cose… Possiamo farci un giro e, se vuoi, andare a pranzo in un ristorante… “”No, in un ristorante no. Però, se hai fame, come io ce l’ho, ti posso invitare a casa mia. Oggi sono sola”
“Grazie per l’invito. Ma guarda che accetto… “”OK! Saliamo in macchina, facciamoci un giro e poi andiamo a casa mia… ” Così facemmo.
Continuammo, in auto, il discorso interrotto sul piazzale della chiesa.
“Se è vero quello che mi hai detto poco fa, che in questo periodo vorresti stare sempre a scopare, perchè poi ripensi, colpevolizzandoti, a quello che è successo a casa mia? Se pensi di aver fatto qualcosa di male, si finisce qui. Senza, se vorrai, perdere la mia amicizia! Se pensi di “esserti spinta troppo oltre”, per me va anche bene la soluzione di prima! Ma, e sottolineo ma, se lo cosa ti è piaciuta e vorresti riprovarla, io per primo ti dico:
NON ESITARE!!! FALLO!!! Se vorrai, con me, ne sarò felice. Se vorrai farlo con altre persone, io proprio perchè in qualche modo ci tengo a te, ti dico FALLO!!! “”Vedi, la cosa che più mi preoccupa, è che questa mia performance, possa in qualche modo giungere ad orecchie che non mi conoscono sotto questo aspetto. In tutte le mie relazioni, finora, non ho mai scopato con qualcuno che, almeno non conoscessi abbastanza bene da potermi fidare. Anche con te, non ho ceduto subito; ho aspettato; ti volevo mettere alla prova; avevo in mente di fare sesso con te, ma volevo anche capire se “mi potevo fidare”, se fossi uno che “chiacchiera”. E, quando ho deciso, non avevo dubbbi. Ma, i tuoi amici, non li conosco, non so quanto posso fidarmi di loro, se sono delle persone che “parlano” oppure che si “tengono il cecio in bocca”. Ma, comunque, non sono questi i miei soli dubbi. Ne ho tanti altri che neanche so dirti… ”
“Ti ringrazio per avermi confessato di “avermi messo sotto osservazione”… e, soprattutto, ti ringrazio “per avermi promosso” alla prova pratica…
Spero, almeno di averla passata con un buon voto… Comunque, per ciò che riguarda i miei amici, puoi stare certa: quelli non parlano. Anzi, se lo venissero a sapere, si offenderebbero molto… ”
Interrompendolo, gli dico: “Forse non mi sono spiegata bene. Non mi riferivo ai tuoi amici dell’altra sera. Volevo dire, se caso mai avevi pensato di organizzare un’altra riunione con persone diverse, li voglio “non chiacchieroni”. Ma, se tu hai organizzato ancora una volta, sempre con gli stessi dell’altra volta, va bene! Non li conosco, ma essendo tuoi amici, mi garantisci tu! ”
“Ma Laura, come fai a pensare che io abbia organizzato un’altra riunione con i miei amici? “”Non lo so, ma un sesto senso mi dice che tu l’abbia fatto! Come lo stesso “sesto senso”, mi dice che i tuoi amici quel pomeriggio, li hai invitati tu! Per me, eravate d’accordo! Mi potrai anche dire il contrario, ma io resto della mia idea! E, sicuramente, non mi sbaglio! ”
“Con questo, mi vorresti dire che non mi credi che io non c’entri niente con quello successo a casa mia? Che non credi alle mie parole? “”Io quello che pensavo te lo detto! Se “sei innocente” o meno, lo sa solo la tua coscienza! Anzi, tu e la tua coscienza! Non voglio neanche sapere la verità! Qualunque essa fosse, non cambierebbe le mie idee! ”
Con fare un po’ stizzito: “Va bè, fà come ti pare… Se non mi credi, pensa quello che vuoi! Non posso certo imporre la mia volontà!!! ”
Alla fine di questo battibecco, arrivammo davanti ad un supermercato. L’unico aperto in questo giorno di festa. Ne approfittammo per scendere a fare un po’ di spesa.
Caricammo il carrello ed Ambrogio si offrì di pagarlo lui. Che cavaliere…
Risalimmo in macchina e ci dirigiemmo verso casa.
Avevo appena chiuso la porta di casa ed aperte le finestre di casa, quando Ambrogio, un po’ dubbioso, mi disse: “Mi sbaglio o tu prima, in macchina, mi hai accusato di aver organizzato un’altra riunione? “”Non ti ho accusato, anche perchè non c’è niente da colpevolizzare! Ho solo pensato che tu lo avessi fatto! Però, se mi dici che non lo hai fatto, ti credo! ”
“Ma, se io l’avessi fatto, tu cosa mi diresti? “”Già che mi rispondi così, mi confermi che lo hai fatto! E, per quando sarebbe, questa nuova “riunione erotica”? ”
“Beh… Si… Insomma… per quando vuoi tu! “”E se volessi subito? Oggi stesso? Adesso? ”
“Che intendi per adesso? Adesso, subito, in questo momento? Io e te da soli in questa casa? “”No… Non mi sono spiegata bene, intendevo dire se hai già organizzato qualcosa con i tuoi amici per oggi… per stasera… oppure per domani… o magari tra una settimana o tra un mese… Insomma, se ha già in mente dove vederci… TUTTI INSIEME ”
“Laura, se vuoi faccio una telefonata e ci vediamo anche subito! A casa mia non si può; qui, neanche, penso… Devo vedere se qualcuno di loro può ospitare. ”
Ed io porgendogli la cornetta: “Questo è il telefono! ”
Mentre lui compose un numero, mi avviai in cucina per preparare il pranzo.
Origliando, proprio in fine di telefonata, sentii una frase che mi suonò un po’ strana: “… E mi raccomando la sorpresa! ” Chiaramente, mi astenni dal chiederle spiegazioni sulla “sorpresa”.
Dopo pranzo, misi tutti i piatti nella lavastoviglie e l’avviai. Sparecchiai la tavola e spazzai per terra. Infine, andai in bagno per farmi una doccia. Mi spogliai ed entrai nella cabina doccia. Una veloce e rigenerante doccia, mi scrollò di dosso tutta l’ansia e l’agitazione per quello che mi stavo apprestando a fare.
Finita la doccia, tornai in cucina per fare il caffè. Presi tutto l’occorrente e caricai la moka. Nel frattempo, Ambrogio, finito di vedere il telegiornale, tornò in cucina. Il vedermi seminuda, evidentemente gli fece un buon effetto: era già “sull’attenti”.
Alchè, con tono molto allusivo e provocante, gli dissi: “Anche se ho appena finito di mangiare, ho ancora fame!!! Puoi offrirmi un antipasto? … Guarda che, per come sto messa, ne approfitto… Subito… ”
“Non chiedo di meglio! Essere il tuo antipasto… Con una come te, mi trasformo in qualsiasi cosa! ”
Non lo feci neanche finire di parlare che già sto spogliandomi… Lui non ci mise molto di più!
“L’asta”, come al solito, svettava rigida verso il cielo. Gli montai a cavalcioni e, letteralmente, “me lo scopai”. (N. d. A. : Mi piace molto cavalcare un uomo. Lo preferisco, di gran lunga, alla scopata “alla missionaria” o “alla pecorina”… Insieme al pompino, penso che siano uno dei pochi momenti che, in una scopata, una donna comandi il proprio partner! In quei frangenti, potrei fare o chiedere qualsiasi cosa che verrebbe prontamente esaudita! )
Con le mani, mi strinse fortemente le chiappe del culo. Provò anche ad introdurre un dito. E, non incontrò alcuna difficoltà!!! Of course… Tutto ciò non fece altro che aumentare la mia libido! Gli afferrai la testa e mi feci succhiare le tette. I capezzoli erano eretti ed eccitati. Per l’eccitazione, quasi mi dolevano. Qualche suo piccolo morso, non fece altro che accrescere il mio piacere… In breve, venimmo entrambi. Più che una scopata, per l’accanimento che ci mettevamo, sembrò più un combattimento tra bestie feroci! Arrivai, addirittura, a morsicarlo sulla spalla…
La moka, anche lei come noi, “aveva eruttato il suo contenuto”! Tutto il caffè si era sparso sul piano cottura… Chiesi ad Ambrogio di pensarci lui al caffè mentre io mi sarei andata a vestire.
Pochi minuti dopo, Ambrogio, mi portò il caffè in camera. Lo bevemmo a cavalcioni una dell’altro ed abbracciandoci amorevolmente. Iniziammo a pomiciare. Ma durò poco. Non potevamo “disperdere così inutilmente” le energie che ci sarebbero servite poi per “la riunione”…
Scegliemmo insieme i vestiti più adatti. Inspiegabilmente, però, mi fece indossare una felpa bianca che mi aveva regalato Giancarlo da un suo recente viaggio negli USA. Non mi sapevo spiegare la sua scelta. Gliene chiesi il motivo e lui mi rispose: “Tu mettitela, poi ti dirò il perchè l’ho scelta… ”
Feci, comunque, come mi disse.
Uscimmo da casa e ci avviammo alla “scorpacciata sessuale”. Era fissata, per le sedici, a casa di Gianni. Prendemmo l’Aurelia ed uscimmo a Maccarese.
Avevamo abbastanza tempo per cui, ne approfittammo per viaggiare piano e goderci il panorama circostante della campagna romana.
Quindi prendemmo una strada laterale sterrata e, dopo non più di cinquecento metri, giungemmo davanti ad un enorme cancello di ferro. Due colpi di clacson ed il cancello, evidentemente elettrico, si aprì.
Il viale d’ingresso era alberato, alla fine del quale si ergeva maestosa una bellissima villa a tre piani color salmone. Le fattezze sembravano quelle di un vecchio casale di campagna riadattato. Il prato verde era curatissimo e ogni tanto vi erano degli alberi da frutta, messi lì più “per abbellimento” che per effettive “esigenze agricole – economiche” . Completavano l’arredo esterno, sparsi quà e là nel parco, due fontanine con putti, due carri da campagna, un vecchio aratro ed un forno con legnaia vicino. Proprio sul piazzale antistante la casa, parcheggiate sotto una tettoia di legno, c’erano due automobili. Parcheggiammo ed appena scesi dalla macchina, ci venne incontro il padrone di casa.
“Siete i primi. Gli altri arriveranno fra poco. “”Bellissima villa ed ancora più stupendo parco. Complimenti!!! ”
“Grazie per i complimenti. ” Poi, rivolgendosi ad Ambrogio: “Ti dispiacerebbe sostituirmi come padrone di casa? Tanto la casa la conosci già. Ne approfitto per far fare un giro conoscitivo alla nostra gradita ospite. Per dovere di ospitalità mi sembra il minimo che possa fare. ”
Mi spiegò la differenza tra la frutta ecologica e quella che, normalmente, si trova sui banchi delle frutterie. L’importanza della cottura a legna del pane, della pizza ed in genere di tutti gli alimenti. Ed altre curiosità che per me, si rivelarono novità. Intanto lungo il viale, alla spicciolata, arrivarono altre macchine. Quando tornammo, sotto la tettoia, ce n’erano quattro. Mi fece vedere anche il retro della villa, dove c’era una stupenda piscina con ombrelloni e sdraie in resina. Entrammo dalla porta posteriore.
Anche l’interno della villa, come l’esterno, era curatissimo in ogni dettaglio. Quadri alle pareti e mobili in arte povera. Volgendo gli occhi verso il soffitto notai una decina di piccole telecamere. E Gianni, notando il mio stupore, mi spiegò che servivano per l’impianto antifurto della casa. In salone, arrivando da dietro, vidi cinque teste che sporgevano dalla sommità dei divani. Non appena ci sentirono entrare, si girarono tutti. Si alzarono e mi vennero a salutare. “Ci siamo tutti! Ora si potrebbe pure “dare inizio alle danze… ” pensai tra me e me. Mi sbagliavo.
Proprio in quell’istante, suonarono alla porta e Gianni andò ad aprirla. Entrarono due ragazze, una bionda e l’altra mora: Ada e Gianna della VB. Si,
proprio le due bonazze di cui si vociferava nella scuola. Si diceva che fossero state le prime e le uniche a scoparsi il bell’Ambrogio. Almeno lo erano state prima della sottoscritta… Effettivamente, guardandole con occhio critico, erano davvero due belle ragazze.
Io rimasi in piedi, dietro il divano color verde bottiglia, mentre gli altri andarono a salutare le nuove arrivate. Ambrogio, poi prendendole per mano, me le presentò: “Sono Ada e Gianna, due ragazze del VB. Forse, di vista, già le conosci. Loro sono il nostro personale regalo per te. Mi avevi detto che non ti sarebbe dispiaciuto farlo con un’altra donna, ed allora ho pensato che, forse con due, sarebbe stato ancora meglio… Spero, anzi ne sono sicuro… che apprezzerai il nostro regalo… ”
Le due ragazze, mi salutarono con entusiasmo. Io, imbarazatissima, ricambiai abbastanza tiepidamente. Qualche ora prima, a casa mia, lo avevo sentito parlare al telefono di “una sorpresa”, ma mai avrei immaginato che si riferisse ad una donna… anzi, per la precisione: due donne! E, che donne…
Non è che avessi qualcosa in contrario, (anzi… ) ma solo che non mi sarei mai aspettata questo risvolto nella “scorpacciata sessuale”.
Proprio Ada, la bionda, rivolgendosi verso di me ed indicando la mia felpa mi disse: “Dici sempre la verità? Oppure qualche volta qualche bugia, anche se piccola, ti scappa? “”Certo! Sempre e solo la sacrosanta verità. E poi, perchè questa domanda? Perchè così a bruciapelo? ”
“Be.. visto quello che è scritto sulla tua felpa, se dici sempre la verità, vorrei vedere se corrisponde al vero… Anzi, penso che tutti noi vogliano verificare se ciò corrisponde alla realtà! Se ti togliessi la felpa, potremmo constatare di persona… ”
In effetti, sulla felpa, a caratteri cubitali, era scritto: “THE BEST PART OF ME IS INSIDE” che, tradotto dall’inglese suonerebbe più o meno così : “LA PARTE MIGLIORE DI ME è SOTTO”. Avrei potuto essere più esplicita di così? Ecco, perchè Ambrogio, aveva insistito tanto perché la indossassi!!!
Comunque, proprio per sfidarla, nel giro di qualche secondo feci quello che mi aveva chiesto rimanendo col solo reggiseno. Poi, guardandola dritta negli occhi, le dissi: “Va bene così? Oppure per verificare meglio vuoi che mi tolga anche il reggiseno… ”
Avevo colpito nel segno! Non si fece ripetere la proposta una seconda volta. Mi si parò davanti e mi afferrò le tette! Poi a quello seguì la sua bocca che si incollò alla mia. Baciava bene, anzi, MOLTO BENE!
Ormai ci eravamo “sfidate a cielo aperto” e non potevamo tirarci indietro! Ammesso e non concesso che avessimo voluto farlo…
Non fu una lunga pomiciata. Nè troppo lunga, ma neanche troppo corta. Giusta per riscaldare un po’ l’ambiente (e riscaldarci noi stesse). Durò il tempo di poterci, vicendevolmente, spogliare degli inutili vestiti e di saggiare i nostri caldi corpi! Quando, a malincuore, mi staccai da lei, anche gli altri presenti erano rimasti in …. “costume adamitico” e stavano già accoppiandosi.
Gianna, l’altra sorpresa di quel pomeriggio, già si stava “dando da fare” con Massimo e Demetrio. Aldo (forse un po’ geloso di me) approfittò del momentaneo nostro distacco per “rubarmi” la sua amica bionda e poi dividersela con Gianni. A me, non rimanevano che Ambrogio e Luciano… Ero arrivata convinta di scoparmi sei bei cazzi ed invece dovevo accontentarmi, solo di due miseri cazzi!!! Invero già sull’attenti. Comunque, meglio due che niente!!!
Per primo si fece avanti Ambrogio (sempre lui o per primo o per ultimo… ) che baciandomi, finì l’opera che la bionda, suo malgrado, aveva lasciato a metà. L’altro, intanto postosi dietro, dopo essersi inginocchiato dietro di me, con le mani mi apriva “le due mele” posteriori per leccarmi il “buco marroncino”. Non esitò anche ad introdurvi due dita… La voglia di cazzo, in quella bolgia sovraumana, era ormai impellente. Stesi “il mio Ambrogio” per terra e salii sopra di lui. Il suo scettro, non fece molta fatica a penetrarmi fino in fondo. Iniziai così una lenta cavalcata. Luciano, postosi davanti alla mia faccia, mi invitò a praticargli un pompino. Visto l’omaggio, non potevo rifiutarlo… Così iniziò la mia prima scopata di quel pomeriggio. Avendo un così scarso numero di cazzi a mia disposizione non potevo “consumarli così velocemente”… Altrimenti, avrei corso il rischio di “rimanere a bocca asciutta”! Tanto perchè volevo “consumarli lentamente”, Luciano eruttò nella mia bocca la sua calda semenza, quasi subito!
Ne volevo sei tutti per me ed ora me ne ritrovavo uno solo a disposizione!!!
Non mi rimaneva che … “fare di necessità, virtù”!
Non volendo avere la replica da Ambrogio, a metà cavalcata, mi fermai e mi posi sopra di lui a 69!
In questa posizione, cerco sempre di stare di sopra. Qualche volta mi è pure capitato di stare sotto, ma non mi piace… Non riesco a dare il meglio di me stessa … “oralmente parlando”.
L’eccitazione stava salendo parossisticamente. Stavo quasi venendo nella bocca di Ambrogio, ma riuscii a fermarmi appena in tempo. Lui, intanto, aveva ripreso dove il suo amico aveva interrotto. Stava leccandomi il culo. Tornò, poi, ad occuparsi della mia pussy e poi di nuovo del mio culo. Non si decideva!!! Ma, questa sua “indecisione”, mi era molto gradita… Per quanto ci sforzassimo, non riuscimmo nell’intento. Venimmo, con reciproco godimento, a pochi secondi di distanza, una nella bocca dell’altro.
Il caos, sessuale, regnava sovrano in quella casa. Era tutto un “sussurri e grida” incomprensibile! Anche questa, era musica celestiale per le mie orecchie…
Non potevamo già fermarci!!! Andai verso Luciano, seduto sul divano e provai a fargli “risalire l’indice di godimento”… Afferrai il suo scettro, non eccezionale, ma comunque utile alla bisogna… Inginocchiandomi ai suoi piedi, lo imboccai e me lo feci scendere in gola. Con la lingua cercavo di titillarlo un po’. Con le mani, intanto le vellicavo le palle. Ogni tanto, senza fermarmi, lo guardavo negli occhi. Mi piace enormemente guardare un uomo, mentre sto facendogli del sesso orale, mi eccita tremendamente!!!
Dopo qualche minuto di impegno, riuscii a far tornare “…utile alla bisogna” l’uccello di Luciano. Ne approfittai per salirgli sopra e cavalcarlo…
Ambrogio intanto si era diretto verso il trio “Gianna – Massimo – Demetrio” E, ancora una volta mi ritrovavo sola con un solo cazzo a disposizione!!! E dire che me ne erano stati garantiti ben sei!!! Comunque, ormai, ero in ballo e non mi restava che ballare!!! …Sul cazzo di Luciano!!! Non potevo scatenarmi, come avrei desiderato!!! Ero senza “ricambio”!!! Non mi andava di… “rimanere a figa asciutta”!!! Non potendo scialacquare il materiale a disposizione, lentamente ma non di meno piacevolmente lo scopai. Mi posi a cavalcioni e piano piano mi impalai. Gli dissi di non muoversi e che avrei pensato a tutto io!!!
“Stai immobile che ci penso a tutto io!!! Avvertimi solo se stai venendo!!! ”
Poi afferratole la testa dietro la nuca, lo spinsi verso le mie tette. Non se lo fece ripetere due volte, per fortuna… Puntandomi con i piedi per terra, potevo alzarmi ed abbassarmi a piacimento…
Cercavo di poterne godere il più possibile… spingevo sempre più in fondo… Ma, data l’esigua dimensione (rispetto a quello mastodontico di Demetrio…) dell’attrezzo, non è che poi dovessi sforzarmi più di tanto… Ma, come si dice… “a caval donato, non si guarda in bocca”…
Comunque, la cosa mi stava piacendo… Anche perchè a me piace tremendamente scopare…
Invasata, incitavo Luciano a scoparmi con più accanimento… “Siii scopami!!! Inculami!!! Mordi!!!! Dimmi che sono una troia!!! Gridamelo!!! ”
Forse gli serviva che glielo gridassi perché, invece di continuare a ciucciarmi i capezzoli, iniziò a mordermeli!!! Ed iniziò anche ad introdurre le sue dita nel mio culo!!!
Per non farlo arrivare troppo presto “al capolinea”, mi rialzai e cambiai posizione. Mentre prima gli porgevo il davanti, ora le porgevo le spalle.
Oltretutto, questa nuova posizione, mi dava la possibilità di godermi lo spettacolo degli altri ospiti e…”delle sorprese”.
Lo spettacolo: Ada, “in sandwich” tra Aldo e Gianni; Gianna (sempre “in sandwich”…) tra Ambrogio e Massimo mentre riceveva (oralmente parlando) Demetrio. Chi troppo e chi niente…
Intanto Luciano, mi insalivava il didietro e cercava di introdurmi due dita dentro. Felicissima di questa sua iniziativa, lo incitavo a continuare!!!
Mi avverte che sta per venire, ed io, seppure a malincuore, devo fermarmi… Continuando comunque a masturbarmi… Una trentina di secondi dopo, tanto per fargli scendere l’eccitazione, riprendo a cavalcare. Dapprima lentamente poi via via aumentando il ritmo, ritorno a scoparmelo.
Il godimento era triplice: il cazzo di Luciano dentro; le mie dita e lo spettacolo che mi si offriva di fronte… Ma, ancora non mi bastava… Ne volevo sempre di più!!!
Poco dopo, Luciano, mi spinse giù e fattami mettere a quattro zampe (cosa normale per una vacca…) mi scopò così!!! Evidentemente anche lui si era rotto di restare immobile e farsi cavalcare…
Scoprii così che anche le persone più miti, possono diventare degli animali!!! Con la troia giusta…
I gemiti e le imprecazioni si sprecavano!!! “Scopami!!! Inculami!!! Rompimi!!! Più a fondo!!! Più forte!!! Fammi male!!! ” erano le mie parole a volte sommesse ed a volte urlate ai quattro venti!!!
Per godere ancora di più, ora anch’io spingevo il mio culo verso il suo ventre… Ogni volta lo sentivo sempre di più!!! Ma non mi bastava mai!!!
Lo sentii accelerare i suoi affondi e gli urlai “NON VENIRE!!! NON VENIRE!!! ASPETTA!!! ”
Ad un certo punto, mi staccai, bruscamente, da lui. Avevo troppa voglia di godere ancora e non volevo che finisse troppo presto!!! Lo feci mettere di nuovo seduto e mi diedi da fare con la bocca.
Per qualche secondo, mi rimirai quell’asta… Non era eccezionale, ma neanche da buttare!!!
Lucidamente splendente dei miei umori vaginali, lo accarezzavo con leggerezza come se si fosse dovuto rompere da un momento all’altro… Iniziai a
masturbarlo, molto lentamente, e ogni tanto un colpo di lingua in cima… Ero come in estasi… Poi, di colpo, come un’invasata lo ingoiai tutto. Fino alla radice. Una decina di rapidi su e giù e poi di nuovo lentamente… Intanto con le mani le massaggiavo le palle ed ad un certo punto osai anche introdurgli un dito nel culo!!! La mia figa era ormai un lago!!!
Qualche minuto dopo, lo sentii urlare “VENGOOOO” e lui che cercava di staccarsi da me… Ma ora ero io che non volevo!!! Venne, copiosamente e ripetutamente… E, mi allagò la bocca ma non una goccia si perse… Lo vidi stravolto e sdraiato sul bianco divano. Non mi rimaneva che unirmi ad una delle
altre “offerte”. Mi girai verso Gianna e la vidi in terra che si masturbava mentre Demetrio le inondava la pancia e gli altri due il viso… Un mare di sperma le ricopriva il volto!!! Poi, bastò uno suo sguardo che incrociò il mio per gettarmi a capofitto sopra il suo corpo. Iniziai a ripulirle il ventre e poi a dividere il raccolto con lei con un succoso lingua a lingua… Poi anche il suo volto fu ripulito di tutto punto. E diviso di nuovo il raccolto.
Finita l’opera di pulizia, non smettemmo di limonare!!! Essendo ormai fuori uso ben quattro dei sei cazzi a disposizione, non ci rimase altro da fare che lesbicare tra noi… Per ricambiarmi il favore, Gianna iniziò a leccarmi i capezzoli, prima il destro e poi il sinistro. Ogni tanto un morso… Neanche tanto delicato, anzi… Poi scese verso l’ombelico e lì si fermò per un po’. (mai avevo goduto a farmelo leccare… ) Poi scese verso “la fonte del piacere” ed indugiò sulla clitoride, poi iniziò a leccarmi e a soffiarmi dentro la pussy!!!
Non lesinò neanche di introdurmi due dita… Visto che i cazzi a disposizione erano… “ai box”, dovevamo arrangiarci con le ns. dita… Poi mi si mise a cavalcioni sopra di me, a 69.
Non ci volle molto a capire cosa dovevo fare… La sua pussy, aveva un sapore dolcissimo… Sembrava ambrosia!!! Era la prima volta che facevo sesso con un’altra donna. Ma, per chi ha l’animo da troia come me, tutto gli riesce facile anche la prima volta!!! Anche quello mai fatto e mai pensato!!!
Ad un certo punto, mi sentii afferrare le caviglie. Quelle due mani, dopo avermi ancora di più divaricato le gambe, ed avermele portate verso l’alto, me le fece piegare e me le fermò dietro le ascelle di Gianna.
Poi, dopo avermi sollevata, mi pose due cuscini sotto i lombi (d’altronde se sono una vacca…) Chissà che spettacolo di rara libidine si presentava agli altri spettatori… Solo allora capii che quelle mani appartenevano a Ada. Era l’unica che aveva le unghie…
Al colmo della lussuria, prelevò con due dita a cucchiaio gli umori dalla mia pussy fradicia.
Le servivano per aprirsi la strada nel mio posteriore!!! E, la sua amica, senza smettere di darmi piacere, l’aiutò aprendomi le chiappe. Non sò cosa avrei dato, per essermi potuta ammirare in quella posizione così lasciva!!! La bionda Ada, iniziò prima con due dita ad incularmi. Vista la indisponibilità di cazzi, non ci rimanevano che le dita… Poi, le dita, divennero tre… poi quattro. Mi sentivo squartare!!! Non potevo divincolarmi!!! Non potevo muovermi!!! Potevo solo godere!!! E, quello stavo facendo…
Ora eravamo rimaste solo noi tre, tre fanciulle che dovevano godere tra loro, essendo indisponibili ben sei uccellini…
Comunque, io leccavo la pussy di Gianna (che mi ricambiava il favore…) mentre Ada mi apriva il forellino posteriore con l’intenzione di farlo diventare un …Traforo del Monte Bianco!!!!
Gianna leccava da dio!!! la mia figa era un lago…. Mi sentivo in paradiso (se il paragone no risultasse blasfemo…). Avrei voluto che quel godimento non avesse mai termine…. Ed infatti, aumentò!!!
Sentì che qualcosa di diverso dalle dita di Ada, stava forzandomi il didietro… Ora al posto delle dita c’erano dei cazzi in erezione!!! Si susseguirono uno dopo l’altro. Non appena uno mi indondava, l’altro si accomodava… Praticamente ero diventata il ricettacolo di ogni cazzo che era in quel salone… Quel loro andirivieni nel mio culo, mi stava iniziando a piacere. E poi mi ero fatta tanti problemi nel ripetere le mie gesta… Godevo nel pensare che nei miei pressi c’erano ben cinque uccelli che aspettavano il loro turno per incularmi… Ero talmente inebetita dal piacere che non considerai che tra “gli impalatori” c’era anche DEMETRIO… Ma qualche minuto dopo, me ne accorsi, mio malgrado…
Sentii qualcosa di mostruoso che mi stava impalando. Avevo un dolore tremendo. Urlavo con tutte le mie forze. Cercavo di divincolarmi. Ma fu tutto inutile. Lentamente, ma inesorabilmente mi penetrò!!! La sua discesa nei miei intestini, ad un certo punto, si arrestò!!!
“Finalmente…” sospirai con le ultime forze che avevo… Iniziò la risalita… Sempre lentamente, tornò indietro e poi rispinse. Sentivo quel palo di carne che mi stava squartando!!!
Ma ora, al dolore, si stava sostituendo il piacere… Quel misto di dolore piacere, mi aveva risvegliato tutti i sensi… Ed intanto Gianna, non smetteva un secondo di leccarmi… Ora benedicevo quel palo che stava facendomi stragodere!!! Quel piacere/supplizio, non aveva mai termine… Mi sembrava che durasse un’eternità… Ma, in cuor mio, speravo che non finisse mai…. Invece una serie più ravvicinata e scomposta di “entrate ed uscite” fece arrivare al capolinea “il palo del supplizio”. Anche nel godermi dentro, non si risparmiò!!! Una serie ininterrotta di fiotti mi innaffiò gli intestini. Ero ormai giunta, veramente, al capolinea. L’eccitazione era ancora al massimo. Ma, ormai stravolta, avrei desiderato un giaciglio per …riposarmi qualche minuto.
Ero completamente fuori uso!!! Pronta per la …”revisione ed il tagliando”.
Mi rialzai per mettermi seduta, quando mi accorsi di essere talmente piena che “i frutti degli accoppiamenti” stavano riuscendomi dal culo!!! Non mi accorsi neanche di aver macchiato il divano!!! Ma ora potevo vedere che anche gli altri, non è che stessero meglio di me…. Gli occhi però, chissà perché, si fissarono sullo scettro di Demetrio. Quello che tanto dolore ma anche tantissimo piacere mi aveva procurato!!!
Guardai la pendola che stava alla mia destra, sulla parete di lato, che indicava le sette di sera. Meno male che i miei erano fuori… E che fino all’indomani non sarebbero tornati…
Ad un certo punto, Gianni ebbe il coraggio di inserire un film porno nel videoregistratore per poi dare inizio alla visione. Ma come faceva ad averne ancora voglia… Comunque, sta di fatto che, in breve, eravamo tutti di nuovo eccitati. Ada che era quella più vicino, iniziò a baciarmi e via via gli altri iniziarono ad accoppiarsi. Ero stesa in terra, ai piedi del divano, sul prezioso ed antico tappeto cinese. Con gli occhi chiusi, mugolando, stavo assaporando il lavoro che la bionda stava eseguendo, a regola d’arte, sulla mia pussy. Mi leccava e mordicchiava la clitoride, mi lappava con veemenza, intrufolava le sue dita affusolate nel mio culetto (ormai sfondato…) ogni tanto si fermava per poi ricominciare… Stavo godendo come una vacca!!! Ero ad occhi chiusi per poter assaporare meglio il piacere e mugolavo frasi sconnesse… Non capivo più un cazzo… Sentii dei movimenti intorno a me. Non appena aprii gli occhi, vidi tutti e sei intorno a me, in circolo che si stavano masturbando. Incitandoci, ad essere più troie… Come se ce ne fosse stato bisogno…
Quella visione paradisiaca, non fece altro che acuire (ancor di più…) il mio piacere… In un attimo venni, scompostamente, nella bocca della mia adorata leccatrice. Nello stesso momento, una pioggia (indovinate un po’ di cosa? ? ? ) mi colpì dall’alto!!! La faccia, gli occhi, le labbra, il seno, il ventre. Praticamente dall’ombelico in su, ero completamente ricoperta dalla loro semenza… Non la finivano più. Per quanta ne era, mi sarebbe bastata per qualche mese…
Ormai completamente spossati, tutti!!! Nessuno/a escluso/a, ci dirigemmo (chi prima chi dopo…) nei bagni di quella casa per lavarci e rinfrescarci.
Insomma, per riprendere un aspetto civile… La cosa buffa, è stata che, noi femminucce ci ritrovammo nel bagno dei genitori di Gianni. I sei maschietti, in quello di servizio al piano terra. Fino a qualche minuto prima, in quella casa c’era una tale commistione di umori e sessi da rendere difficile la distinzione tra un maschietto ed una femminuccia…. Ora, invece, una separazione sessista nei bagni…. La cosa, lì per lì, mi parve molto buffa…. Ma, ripensandoci ora, poi neanche tanto….
Tornai a casa in macchina con “i miei regali” e “l’impalatore”. Ero talmente stanca, che mi addormentai abbracciata ad Ada e mi svegliarono solo una volta arrivati sotto casa mia. FINE

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