Avevo 21 anni allora e mi trovavo a casa dei miei genitori con quattro miei coetanei, che erano stati miei compagni del Liceo.
Avevamo passato un Sabato sera tranquillo, quattro chiacchiere davanti a una birra, e avevo proposto di dormire da me visto che i miei genitori erano al mare e che c’era posto per tutti.
Rimaneva da dividerci i letti: uno avrebbe dormito in quella che era stata la mia camera prima che andassi ad abitare da solo, due in camera di mio fratello anche lui accasato e gli ultimi nel letto matrimoniale dei miei genitori.
Decidemmo di spartirci i posti con una partita a poker, il primo avrebbe dormito da solo e gli ultimi due nel letto matrimoniale. I miei amici erano: Carlo e Filippo minuti di corporatura, si conoscevano da molti anni, Francesco grassottello e un po’ stupido ed infine quello che mi attirava maggiormente, Dario.
Come me frequentava una palestra da molti anni ed i nostri fisici erano muscolosi e sodi, ma mentre io preferivo non “gonfiarmi” troppo (non mi piacciono i culturisti che esasperano ogni muscolo) lui si allenava di più e non essendo molto alto risultava tarchiato.
Gli mancava l’aria virile che ho io e che fa eccitare uomini e donne, ma ardevo dal desiderio di farmi leccare i pettorali e farmi spompinare il mio enorme uccello da lui.
Purtroppo le sorti della partita non mi venivano incontro: Dario stava vincendo.
Io speravo che finisse con me tra gli ultimi in modo da poter dormire insieme.
Nessuno di loro poteva sospettare che perdevo apposta per dormire con uno di loro infatti non erano a conoscenza della mia bisessualità.
Un aiuto mi venne dal whiskey che bevevamo durante il gioco.
Francesco, a differenza di me, non reggeva l’alcool e dopo un bicchiere, visibilmente ubriaco, disse che aveva sonno e che voleva andare a letto.
Dario affermò che gli avrebbe lasciato il letto singolo e che avrebbe dormito con me essendo Francesco ultimo nel poker.
Dopo queste parole cominciai ad eccitarmi tanto che il mio cazzone cominciò a premermi dolorosamente sui jeans.
Poiché si era fatto tardi andammo a letto.
Mentre Dario era in bagno mi spogliai fino a rimanere con dei boxer attillati e nascosi la mia protuberanza eccitata sotto le coperte.
Tirai su il cuscino e ci appoggiai la schiena.
Quando Dario uscì dal bagno aveva addosso degli sleep ed una maglietta piccola che si modellava sul suo bel fisico.
Si mise nella mia stessa posizione e spense la luce.
L’unica luminosità nella stanza arrivava dalla finestra e mi permetteva di dare occhiate furtive verso il suo torso massiccio.
Presi la bottiglia di whisky ne bevvi un sorso e dissi:
< Vuoi? >
Lui annuì e ne bevve un poco.
Era in quello stato, causato dall’alcool, durante il quale ti si scioglie la lingua e si può parlare di tutto più facilmente.
< Dario, è vero che, mentre eravamo in quinta Liceo, quando sei andato in montagna con Carlo e Filippo avete fatto a gara a chi ce l’aveva più lungo? >
Lui: < Sì, era stato Carlo a proporlo. Prima lo abbiamo mandato a cagare ma poi abbiamo accettato. Ognuno si è dato dei colpi di sega per farselo gonfiare e poi li abbiamo comparati>
< Chi ha vinto? >
< Che domande io! >
Speravo in quella risposta che aumentò il mio arrapamento.
Poi continuai: < Dopo cos’è successo>
< Abbiamo parlato di sesso, di seghe, di pompe e Filippo era talmente eccitato che è andato in bagno ed ha sborrato nella vasca, dall’altra stanza sentivamo i suoi rantoli di godimento. Io stavo guardando verso la porta del bagno quando ho sentito delle gocce calde colpirmi le gambe: era Carlo che aveva appena concluso anche la sua sega. >
< E te? >
< Appena si sono addormentati mi sono sparato due seghe, con la prima ho riempito di sborra la faccia di Filippo e con la seconda ho fatto la stessa cosa con quella di Carlo.
Se ne sono accorti solo la mattina dopo e mi hanno detto di tutto. Ma io ero troppo contento dello scherzo per prendermela. >
< Comunque se ci fossi stato io avresti perso il confronto, la mia verga è imbattibile! >
< Sì, sì. Anche Carlo ne era convinto ma era quello con l’uccello più piccolo>
< Ne vuoi la prova? >
< Va bene, vediamo un po’>
Feci su giù con la mano alcune volte sulla mia asta eccitata e quando ebbe quasi raggiunto i suoi 30cm la sfilai dalle coperte con aria di trionfo.
< Hai veramente un cazzo enorme! >
Mi disse con un lampo di eccitazione negli occhi.
< Se vuoi puoi anche toccarlo>
Inizialmente rimase sbigottito, ma poi l’eccitazione ebbe il sopravvento e fece per avvicinarsi.
Ma prima che la sua mano toccasse il mio membro bollente lo fermai dicendogli:
< Facciamo così, prima fai quello che voglio io e se sarò soddisfatto ti farò godere come non hai mai fatto prima>
Lui si sfilò la maglietta mostrando tutto il suo ben di dio e annuì silenziosamente.
Presi la bottiglia di whisky e ne feci cadere alcune gocce sul mio torace marmoreo e gli feci cenno di leccarle.
Lui allungò la sua lingua verso i miei pettorali e mi assaporò avidamente.
L’odore del whisky mescolato a quello virile del mio sudore lo inebriarono e cominciò a muoversi meno meccanicamente, più sinuosamente; si vedeva che l’arrapamento cresceva in lui.
Feci cadere altre gocce che formarono un piccolo laghetto nel mio ombelico, Dario per raccoglierle spostò il suo corpo sopra le mie gambe e si abbassò un poco in modo che i suoi muscoli abbracciassero il mio voluminoso scettro.
A questo punto gli dissi di passare alla parte migliore.
Secondo le mie istruzioni leccò la cappella del mio uccellone e poi lentamente risalì lungo l’asta fino ai peli.
Quindi me lo alzò in modo che potesse ritornare alla cappella leccando la parte inferiore.
Quindi infilò in bocca quello che ci stava del mio cazzone.
Non era tanto abile ma il suo godimento lo rendeva disinibito, faceva roteare la lingua intorno alla mia cappellona e poi succhiava la saliva mista al mio odore.
Gli dissi:
< Ahhhh, bravo pompinaro, di questo passo mmmmm mi farai sborrare, ahhhh.
Prendi le tue mani e avvolgile al mio enorme uccello uhhhhh e fammi una sega insieme al pompino>
Non se lo fece ripetere due volte e cominciò a muovere le mani al ritmo della pompa.
Sentivo il mio cazzo pervaso da brividi che poi si amplificavano lungo la schiena e, annebbiato dal godimento, cominciai a bagnarmi le mani di whisky e a passarle sui miei muscoli sviluppati immaginando tanti uomini muscolosi intenti a leccare tutto il mio massiccio corpo.
< Bravo! Ahhh continua, non ti fermare mmmmmmm fai degli stupendi pompini uhhhhh sto per venire, ti sto ahhhh per inondare di sborra… Vengo, vengo AHHHHHHHHHHHHHH> .
La mia inondazione di seme bianco gli si riversò in bocca, cercava di inghiottirla ma molta gli usciva.
Fu un bell’orgasmo, lungo e forte, non male per essere fatto da uno alle prime armi come lui.
Rimase attaccato al mio uccello diverso tempo desideroso di spremergli ogni goccia di nettare.
Poi lo presi lo avvicinai alla mia bocca e lo baciai cacciandogli tutta la mia lingua in gola.
Diverso sperma gli era rimasto in bocca e me lo gustai attraverso quel bacio.
A quel punto gli dissi:
< Sei stato bravo e sappi che non ho ancora finito. Ora è però tempo che tu ti svuoti le palle e voglio che tu lo faccia sul mio petto possente>
Mi sdraiai del tutto e lo feci sedere poco sopra il mio cazzo che si era già ripreso.
Mentre si faceva una sega gli toccavo i muscoli tastandoli uno ad uno felice di avere un così bel quadretto davanti agli occhi.
Venne in fretta, segno che aveva goduto durante il pompino, la sua sborrata non era voluminosa come la mia ed il suo cazzo era poco più di 20cm.
Il contatto della mia pelle con quella cascatella calda mi aumentò l’eccitazione tanto che senza dirgli niente lo misi a pecorina, con la sua stessa sborra gli lubrificai il buco del culo, gli presi una mano e la avvicinai al suo buchetto.
Lui diceva:
< Cosa vuoi farmi? Mi vuoi inculare? No, non voglio fermati> .
Ma mentre diceva questo non si opponeva fisicamente alla cosa, tanto che non fece niente quando cominciai l’operazione di allargamento col suo stesso indice.
Faceva finta di non volere ma non vedeva l’ora di sentirsi il mio enorme attrezzo nel culo.
Gli infilai dentro due delle sue dita e poi presi la bottiglia di whisky ormai vuota e la premetti sul suo buco.
A fatica la feci entrare per un po’ poi cominciai a stantuffare fortemente.
< Non ti lamentare del dolore perché il mio uccello è molto più grosso e lungo di questa bottiglia, il meglio deve ancora venire> .
Finalmente tolsi la bottiglia e ci misi il mio uccellone.
Ero troppo voglioso per incularlo lentamente, cominciai a dare colpi di reni forti e decisi e lo infilai fino a che le mie enormi palle non gli sbatterono contro.
A questo punto cominciai a tirarlo fuori fino a metà e poi a riinserirlo sempre più veloce.
Mi aggrappavo a lui e i miei bicipiti si gonfiavano per lo sforzo mentre l’odore della sua sborra sul mio petto e della mia nella bocca mi inebriavano.
< Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! Il tuo cazzo è nuovamente sull’attenti e le tue budella avvolgono il mio poderoso strumento che ti infuoca le viscere! > .
Mentre continuavo a stantuffarlo gli presi l’uccello e lo masturbai violentemente al ritmo dei miei colpi di rene, lui mugolava e sospirava:
< Continua, ahhhhh mi piace sentirti dentro col tuo maestoso membro, uhhhhh fammi godere mmmmmm> .
Ogni tanto fermavo la sega e gli toccavo i muscoli forti e caldi eccitandomi ancora di più.
Decisi di fregarmene di lui e che volevo pensare solo al mio godimento.
Generalmente mi piace godere insieme all’altro affinché gli orgasmi si mescolino in un insieme di mugolii e urla animalesche.
Ma a quel punto cercavo solo il godimento personale.
Lo feci venire con rapidi colpi di sega e questa volta la sborra era più di prima, ma non mi fermai neanche un momento.
Continuai a sfondarlo di colpi finché non venni una prima e poi, senza neanche togliergli il cazzo dal culo, una seconda volta riempiendolo del mio seme.
A quel punto gli sfilai la verga dal culo e lui si accasciò di lato.
All’inizio della serata pensavo che avrei scopato con un uomo come tante altre volte, invece quello che cercavo era godimento allo stato puro e non importava se stessi sfondando Dario o una qualsiasi puttana.
Non avevo mai voluto storie serie con uomini e donne ma solo godimento, ma in quel caso era addirittura qualcosa di più.
Come un desiderio di fregarsene di tutto e di tutti per una notte e pensare solo a quel muscoloso, dotato e virile uomo che sono. FINE
