MATERA – Signore e signorine bussano alla Questura: “Mi scusi, sa, non vorrei che il mio nome venisse fuori in questa storia del professor Giordano”. I mariti, i fidanzati si informano: “Vorrei sapere se nell’elenco c’è anche per caso questo nominativo”. La gente mormora, l’università è in subbuglio, i professori si difendono, “non generalizziamo, per favore, questo è un posto sano”, gli studenti confessano: “Con Giordano lo sapevano tutti che era così”. Subbuglio a Matera: in mezzo ai Sassi, è spuntato il sesso. Non si tratta però di un banale gioco di vocali, ma di uno scandalo giudiziario che sta scatenando da una parte il pettegolezzo becero di città. E dall’altra sta lanciando ombre inquietanti su come possono andare le cose nell’università italiana. Lo scandalo parte quindici giorni fa quando il gip di Matera, Angelo Onorati – dopo una lunga inchiesta della squadra mobile – ordina l’arresto (ai domiciliari) del professor Emanuele Giordano, docente di storia della Lingua italiana all’Università degli studi della Basilicata. È accusato di concussione sessuale, falso in atto pubblico: con lui sono indagati altri due docenti, accusati in qualche modo di averlo aiutato.
Giordano usava infatti chiedere alle sue studentesse piaceri sessuali. In cambio offriva buoni voti all’esame ma anche piaceri di altro genere. Da quello che è stato accertato, non ostacolava però più di tanto chi rifiutava le sue avance. Dagli atti risulta inoltre che in più casi, con la complicità dei colleghi, il professore è riuscito a far rifare esami già sostenuti ad alcune studentesse. Lo scopo era avere un voto più alto in modo tale da far alzare la media in vista della laurea.
L’inchiesta è nata dopo la denuncia di una studentessa e si è concentrata su quattro, cinque casi. Gli uomini del capo della Mobile, Luigi Fucarino, avevano piazzato una serie di telecamere nella stanza di Giordano: era lì che il professore riceveva le studentesse. Lì sono stati ripresi vari incontri che non lasciano molti dubbi. “Le indagini però non sono concluse” spiegano gli investigatori. Significa che, indagando, si è scoperto che il professore utilizzava da tempo sempre la stessa tecnica. E che in questi anni tante, tantissime ragazze erano state molestate e in alcuni casi avevano anche accettato le avances: si stanno valutando per il momento un centinaio di casi, “una decina di ragazze sono venute a raccontarci loro stesse quello che le era accaduto negli anni scorsi. Il fenomeno è molto più esteso di quello che pensavamo”.
“Mi ha invitato nella sua stanza – ha raccontato una di loro – e mi abbracciava alzandomi la maglietta”. O ancora: racconti di scene di sesso orale sulla scrivania, “ho sempre cercato di dissuaderlo ma sapevo che se non lo avessi fatto non avrei ottenuto quegli aiuti” dice una donna sposata, con due bambini. “Questo è tutto da dimostrare” risponde però l’avvocato di Giordano, Michele Porcari. Il professore è ancora ai domiciliari e nei colloqui con il gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. “La situazione è delicata, il professore è separato ma ha figli. Attendiamo – continua il suo legale – di vedere tutte le carte e di capire esattamente cosa sta comportando questo proseguo delle indagini preliminari, queste nuove deposizioni di cui si parla”. Mormora, Matera. FINE