Le due auto arrivano sotto casa di lui, nel cortile con i platani e la ghiaia.
Lei scende piano, cerca di nascondere ogni piccola emozione, ma il rumore che fanno i suoi tacchi sulle pietruzze la tradiscono.
“Chiavami, chiavami subito”.
Lui si avvia ad aprirle la porta, ma non può non stringersi l’erezione che ha nei pantaloni, forse per sentirsela meglio.
è già vicino a salire nella stratosfera come un razzo con la punta rossa infuocata.
Senza smettere di camminare lei alza appena una gamba e poi l’altra sfilandosi lo slip bagnato.
Lui apre la bocca per mangiarlo.
Le mattonelle lisce dell’ingresso sottolineano ancora il battere di tacchi.
Tic. Tac.
Come il sangue che pulsa nel pene di lui, passando sù per tutto il suo corpo, sino ad arrivargli in testa.
è gonfio e pulsante e la sua pelle ora è lucida di sudore.
Davanti la scalinata che porta su al piano superiore.
Lei si appoggia alla ringhiera, l’abbraccia, come per cavalcarla.
Inarca la schiena e inizia a far roteare la testa con tutti i lunghi capelli.
A destra, e a sinistra.
Lui ora lo prende in una mano e lo stringe.
Si accarezza il petto sotto la camicia aperta e scende sotto, ai suoi testicoli caldi.
Accenna un coito tra le coscie di lei, ma non la sfiora, le fa solo sentire l’odore della sua eccitazione passandole la mano aperta sul viso.
Lei lecca, lecca e lecca ancora e la saliva le scivola via a bagnarle il mento, poi il collo, e a goccie i piccoli capezzoli, gli consuma quella mano così gustosamente buona di sesso.
“Ti voglio entrare in gola… ”
Lei si gira e si inchina obbediente, spalanca la bocca e accoglie il cazzo meravigliosamente duro e bollente.
Lui la riempie di sborra.
Lei ride, la fa scivolare fuori, e si lecca le labbra.
Ingoia.
Tic. Tac.
Guardano in alto.
Un paio di gambe bellissime su tacchi bianchi, scendono le scale.
Lui si riposa abbandonato sugli scalini, e guarda.
La terza persona si avvicina alla donna che ormai è troppo eccitata.
Le mette una mano tra le gambe da dietro, ed inizia ad accarezzarla piano.
La lecca nella fica e poi le entra dentro con la punta della lingua nell’ano.
La prepara.
Davanti a quel culo aperto e pronto, la terza persona dai tacchi bianchi, sfodera un cazzo piccolo ma lungo e duro abbastanza per fotterla senza resistenza.
La incula.
La donna viene.
Lui la guarda venire.
“Godi troia”. FINE