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Una gomma a terra

Non ci voleva proprio! La gomma a terra proprio adesso che mancavano solo 70 km a Firenze… Può sembrare un problema facilmente risolvibile, ma non per me. A parte il fatto che non avevo mai cambiato una ruota in vita mia, mi trovavo sull’autostrada ed era da poco passata la mezzanotte. Peggio di così….
Meno male almeno che mi trovavo in prossimità di un’area di sosta, almeno avrei problemi legati al traffico delle vetture che sfrecciavano a velocità
sostenuta…
Il posto era pieno di alberi… ma neppure una luce. L’unica mia salvezza poteva essere il cellulare… avrei telefonato all’ACI per chiedere aiuto…
Cominciai a sbiancare in viso quando mi accorsi che la batteria mi aveva lasciata. Eppure ricordavo di averla messa sotto carica… o forse no? Mi trovavo in un’area deserta senza nessuno… solo i rumori della notte… le chiome degli alberi mosse dal vento… Il cuore mi batteva forte… come avrei fatto a passare tutta la notte sola, in quel luogo solitario? I miei pensieri furono interrotti da un fascio di luce che illuminò il piazzale, finalmente un’auto. Speravo fosse una vettura della stradale ma… si trattava invece di un grosso TIR che si stava accostando alla mia auto. Non mi sentivo per niente tranquilla, Si, a dire il vero nelle mie fantasie erotiche rientravano anche camionisti… ma in quel momento la paura e la preoccupazione aveva preso il sopravvento. Sentii bussare al finestrino… un uomo, avrà avuto non oltre 25 anni, piccolo di statura e con dei lineamenti fini, mi sorrideva.
Mi sentii meglio, non sembrava pericoloso, il bel sorriso e i modo gentili lo potevano benissimo far passare per un liceale. – Mi chiamo Mauro – disse. –
Posso esserle utile? –
Gli spiegai il problema… la gomma a terra, al buoi, a quell’ora…. Continuò a sorridere tranquillizzandomi, avrebbe risolto lui il problema.
Aperto il cofano dell’auto si stava apprestando a togliere la ruota di scorta quando un altro TIR si fermò sul piazzale. Rimase pochi minuti con il motore acceso… poi scesero due uomini… uno tarchiato, sulla cinquantina, non molto alto, canottiera arrotolata su un enorme ventre. Un ghigno che non prometteva niente di buono e dei pantaloncini corti sudici completavano l’aspetto. Accanto a lui un giovane con capelli lunghi biondi, una maglietta attillata che faceva intravedere una muscolatura decisa, quasi da culturista, e dei jeans. Si avvicinarono a noi offrendosi di darci una mano. Mauro disse che non era necessario alcun aiuto ma loro con modi decisi gli dissero che non potevano lasciare una bella signora come me nelle mani di un ragazzino. Avrebbero provveduto loro a tutto. Quel “tutto” era stato detto con un’espressione che non lasciava presagire nulla di buono. Mi sentivo il cuore in gola… I due si avvicinarono a Mauro… lo presero in disparte… Il più giovane dei due gli appoggio con decisione una mano sulla spalla… Poi ritornarono verso di me. Mauro mi disse che probabilmente sarebbe stato meglio che la gomma la sostituissero i due nuovi arrivati… erano certamente più esperti di lui e avrebbero fatto meglio il lavoro… Parlava senza guardarmi negli occhi… era in evidente imbarazzo. Poi disse che avrebbe aspettato prima di andare via e risalì sul suo Camion. Il biondo allora si diresse verso la mia auto… Mentre il suo amico si avvicinò a me con quel suo ghigno dipinto in volto. – Bella signora, ti renderai conto che stiamo perdendo molto tempo per te – disse con fare deciso. Gli dissi che avrei pagato il loro tempo… bastava solo che mi dicessero quanto.
– Mi chiamo Carlos, disse, e nessuno dovrà mai dire che Carlos si è fatto pagare da una donna –disse.
– Però, qualcosa per noi la potresti fare – e così dicendo mi prese per un braccio attirandomi a se. Urlai, ero terrorizzata, speravo che Mauro accorresse in mio aiuto… Ma lui, invece, rimase nella cabina del suo camion facendo finta di niente. Carlos mi strinse il braccio con violenza, mentre con l’altra mano mi rifilò un sonoro ceffone. – Non mi piacciono le persone irriconoscenti – disse, mentre appoggiava una mano sulla mia camicetta… Mi strinse il seno con decisione… poi iniziò un lento movimento circolare. I miei capezzoli si stavano indurendo, non per il piacere, ma per quella sollecitazione… Lui se ne accorse e rivolgendosi al suo amico gli disse che già mi stavo eccitando… Non era vero. Mi spinse contro il cofano della mia auto e in modo rozzo infilò la mano sotto la mia gonna… Io tenevo le gambe strette… non volevo… non volevo. Lui riuscì a forzare le mie difese e iniziò ad accarezzarmi. Sentii un suo dito cercare la mia fessura ed infilarsi dentro… Ero terrorizzata, in balia di due mani che mi frugavano… Mi faceva male… ma sentivo una sorta di eccitazione che invadeva il mio corpo. Non volevo farglielo capire ma lui si accorse che iniziavo a bagnarmi e scoppiò in una risata. – la nostra bella signora è tutta eccitata – disse, – dovremo essere cavalieri e farla divertire – Così facendo mi afferrò per i capelli e mi costrinse a inginocchiarmi a terra. Mi ordinò di aprirgli i pantaloni e di prenderlo in bocca… Mi rifiutai energicamente, mi faceva schifo e glie lo urlai in faccia. Un altro sonoro ceffone mi fece capire che non avevo scampo… Con mani tremanti gli aprii la cerniera… Aveva un cazzo enorme, non ne avevo mai visti di così grossi… Cominciai a masturbarlo… lui mi bloccò il capo e me lo cacciò in bocca… Sapeva di urina… di sudore… di sporco… ma quell’insieme di odori animaleschi mi procurava una sempre crescente eccitazione. Ormai non controllavo più la mia volontà, gli stavo facendo un pompino e quel che è peggio…. Mi piaceva.
– Nel frattempo anche l’altro giovane si avvicinò…e iniziò a toccarmi il seno… le cosce… la figa ormai oscenamente fradicia di umori. Si sbottonò i pantaloni e tirò fuori un cazzo di dimensioni normali ma già duro come l’acciaio… Nel frattempo Carlos mi prese di peso e mi adagiò sul cofano della mia auto…. La mia minigonna mi venne sfilata in un attimo e le mutandine strappate… Senza perdere tempo mi infilò il suo enorme cazzo che, pur se di dimensioni fuori la norma, scivolò dentro la mia figa bagnata. Il giovane, invece, prese il suo posto infilandomi il suo arnese in bocca… Ero ormai un oggetto nelle loro mani…. Carlos pompava su e giù con sempre maggior foga… mi stava squassando le viscere… il dolore e l’eccitazione crescevano di pari passo… raggiunsi un orgasmo sconvolgente… interminabile… Lui, si accorse di questo e la sua eccitazione aumentò… ormai mi pompava con foga sempre maggiore fino a quando con un gemito strozzato in gola mi venne dentro riempendomi della sua sborra. Si staccò da me allontanando il suo amico. Voleva che gli pulissi il cazzo con la lingua…. Il suo amico tolse il suo arnese dalla mia bocca e cominciò ad accarezzarmi il culo… Sentivo le sue mani stringere i glutei… le sue dita… infilarsi nel solco sempre più decisamente. Poi con un dito iniziò ad accarezzarmi il piccolo buco. Ero ancora vergine di la e non avevo alcuna intenzione di cedere… Gli allontanai la mano ma lui tornò alla carica… gli graffiai un braccio… Lui allora mi prese per i capelli mollandomi un sonoro ceffone. Mi disse che aveva lavorato per me… e che adesso pretendeva la sua parte. Nonostante il bruciore causato dallo schiaffo, continuai a ribellarmi… ma lui mi piegò un braccio dietro la schiena e spinse in avanti costringendomi a piegarmi sul cofano… Me lo avrebbe certamente rotto se avesse continuato… sentivo, intanto, il suo arnese cercare il mio ancora inviolato buchetto… Lo sentii appoggiarsi sopra… poi…. Un urlo di dolore uscì dalla mia bocca. Con un deciso colpo mi infilò il suo cazzo nel culo… il dolore, misto al bruciore, annebbiava la mia mente… Mi sentivo svenire… L’umiliazione, poi, faceva il resto. Il giovane, incurante dei miei gemiti, iniziò a pompare… sentivo quel coso entrare e uscire con ritmo sempre più frenetico… Carlos, intanto, aveva fatto cenno a Mauro di scendere. – Impara ragazzo – disse e lo spinse verso di me. Lui, con titubanza si avvicinò a me… iniziò ad accarezzarmi i capelli…. Le spalle… mentre il giovane biondo, con gli ultimi colpi bene assestati, riempiva il mio culo con il suo fiotto caldo…. Ero distrutta… sconvolta dal dolore, dai ripetuti orgasmi e dall’eccitazione. Mauro continuava ad accarezzarmi con dolcezza… i capelli, le spalle… le sue carezze erano dolci… sentivo rinascere in me quell’eccitazione… Aspettavo che lui iniziasse a fare qualcosa… ma niente, solo carezze…. Sconvolta dal desiderio che prepotentemente mi invadeva… lo spinsi contro la mia auto… Adesso il gioco lo avrei condotto io… Gli abbassai la lampo dei jeans… Il suo sesso uscì fuori come una molla… duro e violaceo…. Mi chinai e glie lo presi in bocca…. Pochi colpi… un fiotto caldo si riversò in gola…. Aveva resistito solo pochi minuti… forse le scene precedenti lo avevano fatto eccitare a tal punto che sono bastati solo pochi colpi di lingua sulla sua cappella per farlo sborrare…. No, non poteva finire così… mi misi a lavorare con la lingua… in poco tempo gli tornò duro… Lui mi fece salire sulla cabina del TIR… e iniziò a chiavarmi con foga… intanto le prime luci dell’alba iniziavano a rischiarare il piazzale… Quando io e Mauro, esausti ci rivestimmo… dell’altro TIR nemmeno l’ombra… Carlos ed il suo amico avevano certamente ripreso la loro strada… Io senza dire una parola scesi… salii nella mia auto e partii…. Mancavano ancora 70 km alla meta. FINE

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