Si era all’ennesima festa tra amici.
Avevo già adocchiato Loredana da un po’.
Piccola e scura, non sembrava mai familiarizzare alle feste.
Se ne stava sempre in disparte con la sua amica Daniela, una bionda slanciata dal viso dolce, desiderata da tutti, ma così timida da rifiutare ogni ballo e ogni aggancia offerto da qualcuno.
Ero con i miei amici a quella festa in giardino, un po’ annoiato a parlocchiare delle solite cose.
D’un tratto, mi venne un’idea per rallegrare la serata: visto che la bionda Daniela si rifiutava di ballare con chiunque, avrei scommesso di riuscirci a qualsiasi costo, anche con la forza.
Va bene !
Dissero tutti in coro.
Vada per la scommessa.
Forza, facci vedere chi sei !
Senza perdermi d’animo mi avvicinai alle due ragazze e chiesi a Daniela di ballare con lei, ricevendo un dolce ma netto rifiuto.
“Forza, poche chiacchiere”, le dissi.
“Balla! ” E me la tirai dietro.
“Stronzo, ma che vuoi ? ” mi rispose come una furia la piccoletta Loredana, strattonandomi la camicia.
La gettai a terra con una spallata, tirandomi dietro Daniela.
Loredana si riprese e si avvinghiò contro di me.
I mie amici ridevano.
“Ragazzi, ” dissi prendendo la palla al balzo e lasciando Daniela.
“Contrordine ! Non scommetto più di ballare con Daniela, ma di fare di questa stronzetta la mia schiava”.
Buttai a terra Loredana, mentre attorno a me si era già fatta la calca.
Loredana si tolse le scarpe e la gonna e mi si avvinghiò di nuovo.
Io la ributtai a terra.
Mi tolsi i calzoni, la camicia e lo slip.
Mi avvinghiai su Loredana, strappandole la camicetta, mentre i miei amici mi incitavano con fragore.
Ormai le ero sopra.
“avanti, lurida schiava! ” urlai,
“Farai quello che voglio? ”
Loredana, con un colpo di reni, riuscì a malapena a sgattaiolare via. Io mi ripresentai su di lei, schiaffeggiandola.
“Ormai sei mia, schiava! “, le dissi, tenendola a terra.
Loredana si salvò dandomi un calcio sugli stinchi.
Successivamente in più riprese cercai di atterrarla, ma Loredana era un anguilla, riusciva a schizzar via al momento giusto.
Più il tempo passava, più incominciavo ad essere meno lucido e a sudare.
Loredana si era accorta di ciò.
Dopo vari tentativi di bloccarla, mi fermai un attimino, pieno di sudore.
Lei colse la palla al balzo.
Capì che ero stremato e di soppiatto mi dette una ginocchiata
dietro la schiena, gettandomi a terra.
Mi vidi in preda al panico.
Tentai di rialzarmi, ma Loredana, con un balzo, mi fu sopra.
Attorno tutti erano stupiti.
Una donna piccola e minuta come Loredana, mi stava letteralmente
distruggendo.
Mi chiuse la testa fra le gambe.
Nonostante i miei sforzi non riuscivo a muovermi.
“Allora, chi è lo schiavo, stronzo ? ” mi disse urlando di rabbia e schiaffeggiandomi
ripetutamente.
“Allora? Non ho sentito ”
“Io sono lo schiavo, io” dissi singhiozzando
“E io chi sono ? La tua.. La tua.. ? ”
“Padrona ! ” dissi a malapena.
“Più forte ! La tua ”
“Padrona, padrona” dissi a gran voce.
“Più forte, non sento ” mi urlò storcendomi il naso fra le mani.
“Padronaaa! ” gridai a più non posso
Si alzò un boato. Fioccarono i battiti di mani.
Loredana, completamente nuda, si alzò su di me e mi poggiò trionfante entrambi i piedi in testa.
Poi me li mise sul collo e con gesto da distruzione finale mi pisciò in faccia.
“ora, vieni schiavo”, voglio andare a casa, mi ordinò, imponendomi di inginocchiarmi.
Mi stesi a cavallo, e con lei sopra, mi diressi fuori dalla villa, mentre la bionda Daniela, baciava la mano alla sua padrona distruttrice. FINE