Torno a casa, accendo il computer, digito la userid e la password che mi era stata assegnata ed eccola lì, mia moglie, capelli neri sciolti, alta 170 cm, carnagione chiara, le sue splendide tette terza abbondante, quel suo schianto vita un po’ abbondante come tutte le sue forme, quel viso con lineamenti dolci e con due occhi da cerbiatto, come al solito completamente nuda (non le era consentito altro stato), ma insolitamente sola. Si notano benissimo e segni delle frustate recenti e quelle più tenui dei giorni passati (veniva frustata quasi tutti i giorni)
Stava approfittando di questo raro momento di pace per prepararsi un caffé nell’appartamento tipo grande fratello che le era stato assegnato. Erano ormai piú di 3 mesi che non la vedevo se non via web. Non finisce il suo caffé che entrano due uomini, uno bianco e uno nero, appena entrati la mia lei si mette in posizione come le era stato insegnato: in ginocchio, busto eretto, mani dietro la schiena e bocca socchiusa in attesa di istruzioni. L’uomo di colore estrae dalla patta un cazzo di dimensioni ragguardevoli e lo infila in bocca alla mia sposa che diligentemente comincia a succhiare e dice:
“vedi, è completamente a nostra disposizione, non può dire di no a nulla, se vuoi puoi provarci” e il bianco:
“sei sicuro che non la rovino, in poche riescono a contenermi”,
“questa è ben navigata, prende da tre mesi decine di cazzi al giorno ovunque vogliano metterlo, e ti garantisco che il buco preferito è quello che tu ambisci; guarda! ” Poi rivolgendosi alla mia donna ordina:
“in posizione! ” Lei prontamente mette la fronte a contatto con il pavimento e con le mani allarga le chiappe mostrando i suoi accessi. Allargando le chiappe il buco del culo si apriva da solo, era stata sicuramente usata diverse volte in giornata, i suoi buchi non avevano mai il tempo di riprendere le misure originali.
“Però! ” Esclama il bianco
“forse ho trovato il buco che fa per me! ”
“Te la preparo” dice il nero. Punta la grossa cappella nel buchetto e affonda come nel burro nella mia sposa. Comincia a pompare con foga provocandole un evidente godimento,
“lecca la figa a questa troia che già gode” disse all’amico. Questi si spoglia e restando in mutande si infila sotto a 69 e comincia a succhiare la clitoride. Quella troia di mia moglie comincia a godere senza pudore, al che le viene ordinato di sfilare le mutande al suo leccatore. Esegue e si trova davanti la faccia un cazzo di dimensioni mai viste prima. è ancora mezzo floscio e gli arrivava quasi al ginocchio, lo prende in mano se lo porta in bocca, e comincia a succhiare, il suo piacere si è spento e nel volto é evidente la preoccupazione, infatti ben presto si ritrova a leccare un palo di 35 cm per 10 di diametro e ben sapeva dove sarebbe finito di lì a poco. Non si sbagliava. ll nero esce dal culo dicendo:
“dai prova te”, le sale a cavalcioni sulla schiena per tenerla ferma con le gambe e con le mani le allarga le natiche offrendola all’amico superdotato. Questi appoggia la sua cappella sul foro sbadigliante e comincia a spingere. Quell’enorme strumento appena comincia a farsi strada nel pur ben allenato pertugio provoca un dolore lancinante e un senso di sfondemento alla povera donna, che istintivamente si sdraia a terra, divincolandosi dalla morsa del nero. Questi infuriato prende uno scudiscio e comincia a colpire sulle natiche e sulla schiena con forza lasciandole evidenti striature rosse e strappandole grida di dolore.
“In posizione! ” grida. Lei con il viso striato dalle lacrime, appoggia la fronte nel pavimento e allarga le natiche con le mani.
“Sfonda questa troia” incita l’amico. Questo si rimette in posizione e con una decisa spinta vede sparire la sua grossa cappelle nel povero culo delle mia sposa. Si ferma per godersi quell’anello di carne che gli fasciava la punta del suo uccellone, mentre il compare allarga con le mani per facilitare la spinta decisiva. Dopo aver dato il tempo al povero foro di adattarsi all’intrusione, esce , prende del lubrificante e lo applica a piene mani nella voragine che aveva lasciato, poi con un unica spinta lo pianta fino alla radice strappando un grido disumano alla povera vittima.
Il nero allora porta una mano nel sesso fradicio della mia sposa e comincia a masturbarlo portandola ben presto al godimento. Era veramente una grande zoccola, riusciva a godere anche in situazioni di estrema sottomissione, o forse era proprio ciò che voleva, e pensare che io non ero riuscito mai neppure a incularla, non me lo aveva mai dato, ora era lì con il culo completamente sfondato che godeva come non l’avevo mai vista!
Al superdotato non gli pareva il vero, visto le misure che si ritrovava, non gli rimaneva facile trovare culi disponibili e la sodomia era la sua passione. Pompava con sempre maggior vigore fino a raggiungere una furia animalesca, vedevo il suo membro uscire quasi completamente per poi affondare di nuovo fino in fondo. La troia, presa dal godimento, inarca la schiena e va incontro ai colpi del suo inculatore per cercare la massima penetrazione. Lo stronzo era anche prestante e resistente, martella per un quarto d’ora senza sosta prima di svuotarsi negli intestini di mia moglie distrutta dopo orgasmi multipli. Resta piantato in lei per qualche secondo per godersi gli ultimi spasmi di piacere per poi uscire.
Il nero subito le ordina:
“‘in posizione e non stringere il culo”, lei allarga le chiappe mostrando il suo buco devastato: gli restava incredibilmente aperto, per un diametro di un grosso uovo. Dopo averlo contemplato compiaciuto, anche lui gli scivola dentro senza la minima resistenza; dopo qualche minuto di pompaggio esclama:
“l’hai completamente sfondata, non sento praticamente niente! ” e così dicendo estrae il suo uccello e lo pianta nel buco canonico. La troia sentendosi riempire la figa dà evidenti segni di godimento, cosa che fa eccitare nuovamente il bianco, che gli si pianta davanti pretendendo un pompino. Dopo poche leccate ritrova il vigore perso poco prima nel suo culo e propone all’amico:
“perchè non ce la facciamo in due? ! “. Questi senza proferir parola si sdraia sulla schiena, fa accomodare la mia sposa sopra il suo uccello piantandolo fino in fondo nella figa, l’altro gli si pone dietro, cerca la strada con la sua enorme cappella e appena la trova lo spinge nel culo con un unico poderoso affondo. Mia moglie strabuzza gli occhi e emette un gridolino, ma appena i due cominciano a muoversi risponde ai colpi con partecipazione ed entusiasmo. Non riuscivo a credere che fosse lei, in mezzo a due energumeni che le devastavano le intimità; il mio sguardo era fisso sul suo culo: non credevo che potesse mai ricevere senza danno un arnese del genere, eppure il suo godimento era evidente, con le mani si teneva le chiappe divaricate per accogliere appieno quelle virilità che la stavano squartando. Vengono quasi assieme dentro provocandole un ulteriore orgasmo.
La lasciano lì, carponi, con il culo sbadigliante e con un rivolo di sperma che le usciva da entrambi i buchi e le colava lungo la coscia. Prima di alzarsi per andare in bagno a svuotarsi passano qualche minuto, si siede sul water, si odono evidenti i rumori dell’aria mista a sperma che le fuoriescono dal culo. Rimane un quarto d’ora come in trance, poi passa sul bidé a rinfrescare le mucose arrossate. Non fa in tempo ad alzarsi che irrompono sette giovani.
“Facci vedere come ti ha ridotto l’amico di Amir (il nome del nero), in posizione! ” Si era già sparsa la voce del trattamento che aveva appena subito. Questa smonta dal bidè si inginocchia, fronte sul pavimento e allarga la chiappe con le mani mostrando la voragine. I sette si spogliano in fretta contemplando e commentando le rosse mucose che si vedevano attraverso il suo culo spalancato, poi cominciano a prenderla a turno, prima gli passano tutti nel culo, poi, toltasi lo sfizio di una sodomia così facile, cominciano a prenderla in tutti i modi per diverse ore. Doveva soddisfarne sempre tre o quattro contemporaneamente, quindi la doppia penetrazione era una costante e gli altri si alternavano nella bocca. Ad un certo punto uno dei giovani si sdraia sulla schiena e ordina a mia moglie:
“Inculati! ” Lei gli sale sopra dandogli la schiena, afferra l’uccello con le mani, se lo punta sullo sfintere e si impala fino in fondo, si ferma per qualche istante, poi comincia a fare dei movimenti circolatori con il bacino come per cercare una penetrazione più profonda, dopodichè comincia con un saliscendi sempre più veloce. Si ritrova subito con due cazzi davanti al viso che comincia a succhiare alternativamente e a volte contemporaneamente. Uno poi gli si pone davanti e la prende nella passera con foga, ma dopo pochi colpi esce e cerca di entrare anche lui nel culo. Non trova molta resistenza, dopo poche spinte riesce ad incuneare la cappella tra la parete alta dello sfintere e l’uccello dell’amico, poi con una energico affondo, si pianta anche lui allargando a dismisura il già tormentato buchetto. La mia lei ha un piccolo sussulto, la doppia intrusione non sembrava causarle troppi problemi, ma era evidente che non godeva più tanto, era stanca, sopportava sperando che finissero presto. Da quel momento la doppia anale diventa una costante, tutti vogliono provare questa esperienza e la rigirano in tutti modi pur di metterle due cazzi nel culo. Per finire la mettono “in posizione” e uno alla volta le sborrano nel culo, poi le porgono un bicchiere e le dicono:
“caga qui la nostra sborra”. Lei si inginocchia, mette il bicchiere sotto e comincia a spingere. Era evidente il suo imbarazzo per la tanta aria che insieme allo sperma usciva dai suoi intestini. Riempie per metà il bicchiere e senza aspettare l’ordine scontato se lo porta in bocca e beve tutto il disgustoso contenuto.
I sette se ne vanno a tarda notte dopo averla usata in tutti i modi possibili, lasciandola nel letto sfinita.
Voi vi chiederete cosa ci facesse mia moglie in una casa dove chiunque possa disporne come meglio creda.
Mia moglie qualche anno fa, stanca di fare la casalinga, decide di intraprendere un’attività commerciale. In un primo momento gli affari non andavano male, ma poi nel giro di poco tempo l’esposizione con le banche diventa insostenibile e l’inevitabile richiesta di rientro non tardò. Per non perdere tutti i nostri averi, casa compresa, ci siamo rivolti a uno strozzino del posto, non sapendo che lavorava per il potentissimo e spietato boss che controlla il territorio. Lo impariamo quando, scaduto il debito non avevamo neanche un centesimo dei 500. 000 euro prestatici. Nel chiedere la proroga lo strozzino ci dice che dovevamo rivolgerci a Don …… Panico!! Solo allora ci rendiamo conto in che guaio ci eravamo cacciati. Don …… era famoso per non tollerare ritardi e per i metodi della sua organizzazione. Ci presentiamo all’appuntamento sapendo che per mia moglie non ci sarebbe stato scampo, insolvenze di tale entità venivano saldate con la vita. Suoniamo al citofono di un enorme villa poco fuori città. L’enorme cancello in ferro battuto si spalanca automaticamente, dall’altra parte ad attenderci c’era un maggiordomo sulla cinquantina minuto, che con fare gentile e distaccato ci fece strada. Dal lungo il viale che attraverso il parco conduceva alla villa potevamo intravedere decine di uomini armati che sorvegliavano la villa. Dopo essere stati perquisiti fummo introdotti in un piccolo ufficio dove, dietro una scrivania ci aspettava il boss con alle spalle tre energumeni di due metri di colore come guardie del corpo. Ci sediamo sulle due sedie con la morte nel cuore. Dopo un lungo silenzio, il boss esordisce:
“Carissima signora, lei mi deve a tutt’oggi 534. 241, 23 euro, cosa vogliamo fare, io non posso tollerare oltre, le posso concedere altri tre giorni per raccimolare il contante, dopo di che sa ciò che l’aspetta. ”
Dopo qualche secondo di interminabile silenzio provo a dire:
“Ecco, noi… ”
“Lei taccia, sto parlando con la signora” mi interrompe il boss.
Mia moglie era paralizzata per il terrore e riuscì a stento a dire:
“ecco… veramente… cioè… contante non ne abbiamo… potremmo vendere la casa… 200. 000 potremmo metterli assieme… se potessimo trovare un accordo… “.
“BASTA!! ” grida il boss e fa un cenno al bestione che gli stava dietro. Questi estrae un coltellaccio e si avvicina a mia moglie, l’afferra per i capelli e gli piazza l’arma nel collo attendendo l’ordine di sgozzarla dal capo. Nel frattempo la mia sposa terrorizzata si piscia addosso facendo una grossa piscolla sotto la sedia. Tremava come una foglia e fissava il suo aguzzino attendendo l’ordine. Dopo un interminabile silenzio dove si sentivano solo i singhiozzi della mia lei, don … si appoggia sullo schienale della sua poltrona e dice:
“una soluzione ci sarebbe” e fece seguire una lunga pausa dove il silenzio divenne assoluto.
“Lasciala” ordinò al suo uomo, e rivolgendomi alla mia signora
“si rilassi e ascolti bene, io, come avrà notato, ho una grossa organizzazione, ho al mio servizio centinaia di uomini. Sa qual’è uno dei maggiori costi di gestione di un tale esercito? ” Breve pausa durante la quale mia moglie fece timidamente di no con il capo.
“Le puttane”.
“Le dò un’alternativa alla morte… la schiavitù”.
“Lei dovrà essere completamente a disposizione dei miei uomini per una durata di cinque anni, durante il quale riscatterà il suo debito con le prestazioni che le verranno richieste, di qualunque genere esse siano, non potrà mai dire no. Unico limite: non le saranno inferti danni permanenti; per danni permanenti non s’intende la dilatazione degli orifizi che, mi creda, sarà inevitabile. ”
“Prendere o lasciare, ha un minuto per decidere. ”
La mia lei mi fissò negli occhi, poi abbassò lo sguardo e sotto voce disse
“accetto”. Non aveva altra scelta.
Il boss allora suona un campanello sulla scrivania, entra subito dopo il maggiordomo al quale dice:
“prepara la signora”. Questi sempre con fare garbato comincia a spogliarla lasciandola completamente nuda, poi le spiega la posizione che doveva tenere in presenza di uomini dell’organizzazione e la posizione fronte al pavimento e natiche divaricate quando le veniva ordinato. Si crea una situazione surreale: mia moglie in quella posizione con il boss le guardie e il maggiordomo che osservano e commentano le sue intimità come se io, il marito, non ci fossi. Il boss le infila un dito nel culo, poi a fatica due e mi dice:
“è strettissima, non l’hai mai inculata? ” Io imbarazzato faccio cenno di no.
“Il culo andrà per la maggiore, ma se la concediamo così la rompono subito, bisogna prima allargarla un po’! ” E rivolgendosi al maggiordomo
“procedi pure”. Questi prende un flacone di lubrificante e unge con cura l’orifizio anale fuori e all’interno, poi estrae dai pantaloni un cazzo non tanto lungo la di un diametro almeno doppio del mio lo appoggia sul buchetto e con grande perizia comincia a farlo scivolare lentamente dentro. Mia moglie urlava come se la scannassero, cercò di divincolarsi, il boss prende uno scudiscio e comincia a colpirla con ferocia urlando
“in posizione troia! “. Io ero paralizzato. Si rimette carponi singhizzante, allarga le natiche e il maggiordomo riprende la sua intrusione. In pochi minuti riesce a piantarlo fino alla radice senza far uscire una stilla di sangue dal quel culetto vergine, poi comincia a pompare e dopo pochi minuti esce dal culo e si porta davanti e garbatamente dice:
“mi permetta di ieacularle in bocca signora”. la poverina con il viso striato di lacrime, comincia a succhiare ed a ingoiare tutto lo sperma che quasi subito gli scarica in bocca. A quel punto il boss si rivolge alle tre guardie e dice:
“volete approfittare pure voi? ” Non se lo fanno ripetere due volte, in pochi istanti sono tutti nudi già eccitatissimi addosso alla mia sposa. Uno si sdraia fa accomodare la donna sopra di lui e comincia a scoparla con gusto, subito l’altro glielo infila in bocca affondandolo fino alla gola. Il terzo non tardò a spingerlo senza complimenti nel culo appena preparato dal maggiordomo. Cominciano a pompare all’unisono, e successe qualcosa di incredibile, quella troia della mia consorte comincia a mugolare, non potevo credere che potesse godere in una situazione di simile sottomissione e violenza. Ben presto i mugolii si trasformarono in versi di evidente godimento, i nostri sguardi si incrociarono per un momento, ma lei abbassa lo sguardo per la vergogna del suo piacere, poi non resiste più e si lascia andare ad un devastante orgasmo. I tre soddisfatti inveiscono sulla sventurata e ben presto la riempirono di sborra in tutti i buchi.
A quel punto io vengo congedato, mi viene indicato il sito internet dove potevo vedere la mia sposa, e mi accompagnano alla porta. Prima di uscire mi volto e vedo la mia dolce sposa sdraiata nel pavimento con un rivolo di sperma che le uscì dalle natiche e uno dalla bocca che mi guardava con uno sguardo disperato come per chiedere aiuto… ma non potevo fare nulla.
FINE