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Impalato

Arrivai in piscina verso mezzogiorno. Silvia e Francesca erano già li probabilmente da un paio d’ore a curare la loro abbronzatura. Avevano preso due sdraio situate al bordo della piscina e i loro topless erano uno spettacolo apprezzabile per le persone che affollavano quella zona del piccolo albergo di Beaulieu. Almeno per la parte maschile, s’intende. Mi fecero un cenno con la mano e le raggiunsi in pochi secondi. Accanto a Silvia c’era una sdraio libera così mi tolsi la maglietta e mi misi a prendere il sole con loro. Discutemmo di argomenti banali, finchè una scena che si svolse a pochi metri da noi catturò la nostra attenzione. Un ragazzo palestrato si spalmava dell’olio sui pettorali e via via su tutto il suo statuario corpo. Silvia e Francesca non lesinarino commenti entusiasti e guardarono la scena con crescente eccitazione, finchè quella montagna di muscoli si sdraiò al pari di noi tre.

Passarono alcuni minuti nei quali comprai un cornetto e mi misi a sgranocchiare le noccioline situate sull’estremità. Silvia si girò verso di me, mi lanciò uno sguardo di sfida, e disse:

“avresti il coraggio di fare uno scherzetto innocente a quel ragazzone? “. Dentro di me pensai che era l’ultima persona che avrei voluto fare arrabbiare, ma non volevo mostrarmi debole, così le risposi

“quanto innocente? “. Silvia: “vedi il tuo cornetto, passa davanti a lui, fai finta di inciampare e fallo finire nel suo slip”. Risposi ridendo:

“sei pazza? “. Lei mi guardò con disprezzo e mi diede del coniglio.

Dopo pochi secondi, ferito nell’orgoglio, mi alzai, feci sette-otto passi e giunto ad un metro dal bestione finsi di inciampare e finii col gelato contro i suoi slip. Mi scusai, mentre sentivo le risate delle mie amiche farsi sempre più acute. Nel frattempo anche gli altri ospiti della piscina seguivano la scena. Il ragazzone ghignò, cosicchè pensai che l’avesse presa sul ridire credendo ad un incidente. Feci quindi per tornare trionfante dalle mie amiche, finchè una presa che mi parve d’acciaio cinse il mio braccio. Il palestrato mi girò e con la mano sinistra mi afferrò per il collo sollevandomi di una decina di centimetri. Mi si bloccò il respiro ed ero nel panico più totale. Lo sentì allora porre la mano all’interno del mio costume e con uno colpo secco me lo strappò di dosso lasciandomi nudo come un verme al cospetto di tutti i presenti. Il peggio però doveva ahimè ancora arrivare. Infatti il ragazzo sfilò l’ombrellone dal supporto che ne sosteneva il gambo e con violenza mi fece sedere sull’enorme asta che spingendo mi entrò nell’ano per non meno di 20cm. Mi ritrovai nudo e impalato al sostegno di un ombrellone da piscina. Feci appena tempo a vedere le mie amiche ridere di gusto che il ragazzo avvicino il suo slip, intriso di gelato alla vaniglia ormai sciolto, alla mia bocca. Con una mano allora tirò fuori un membro dal diametro enorme e pieno di vene e mi disse di leccaglierlo. In quella situazione di panico e sottomissione non potei che obbedire e dopo avergli leccato la cappella, mi ritrovai col suo enorme pisello in bocca. Mi scopò letteralmente finchè non venne in parte dentro ed in parte sul mio viso. Soddisfatto, si rimise il pene ammosciato nello slip e se ne andò verso la doccia per sciacquarsi. Io mi guardai intorno cercando aiuto e vidi allora che Silvia era intenta a fotografarmi con la sua macchina digitale. Gli altri ospiti mi guardavano con un misto di pietà e indifferenza. Chiamai allora Silvia e Francesca e le implorai di aiutarmi. Convinte dai miei lamenti si avvicinano a me ma invece di sollevarmi estraendomi il palo si misero a deridere le dimensioni del mio pene. Silvia toccandolo col piede mi disse:

“non sapevo che oltre a essere un cesso eri anche un minidotato”, poi fece un primo piano al mio organo sessuale.

Mi lasciarono lì e solo una decina di minuti dopo un ragazzo tedesco mise fine alle mie pene, sollevandomi in modo da liberarmi dal palo che era conficcato dentro di me. Non riuscendo a camminare andai a carponi sino in camera scatenando le risate di molti passanti.

Due settimane dopo Silvia e Francesca attaccarono le foto di quella giornata in diverse sale dell’università che frequentavo, nonchè le fecero girare in decine di siti internet. FINE

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