Ho sempre avuto un carattere forte e dominante verso gli altri, e questa mia personalità ha fatto si che potessi raggiungere traguardi inaspettati nel mio lavoro e nella mia vita sessuale.
In famiglia sono sempre io che ho ragione, e se qualche volta sbaglio gli altri ammettono che è stata solo una mia distrazione. Quello che voglio raccontarvi ha dell’incredibile, ma è capitato proprio a me. Lavoro presso un ‘azienda che tratta impianti sofisticati di computer e software e questo ha fatto sì che sono in rapporto di lavoro con molte donne e uomini. La mia azienda nel periodo estivo assume personale per poter permettere ai suoi dipendenti di poter fruire delle ferie maturate durante l’anno e nello stesso tempo con i nuovi assunti cerca di mantenere i ritmi di produzione al massimo. Nel mio ufficio venne a lavorare una coppia di coniugi con un’età di circa 50 anni. Praticamente erano dei lavoratori a contratto a termine ma con buone speranze di proroga se il mio giudizio su di loro era positivo. Lei abbastanza formosa con un seno prosperoso di altezza media, mentre lui di carattere mite, calvo, e con modi servili da dare quasi i nervi. Praticamente ero io il capo e quindi il più delle volte mi avvalevo di questo mio grado per farli lavorare di più nella prospettiva di una assunzione a tempo pieno. Dopo circa un mese che ormai eravamo assieme avevo notato che la donna aveva un carattere dominante verso il marito e sembrava che lei lo facesse apposta anche davanti a me, per umiliarlo ancora di più. Un giorno eravamo in bagno io e Carlo (così si chiama il marito) e praticamente eravamo affiancati nell’urinare e notavo che lui guardava continuamente il mio pene. Siccome che portavo degli occhiali scuri lui non poteva vedere che lo stavo osservando e siccome a me i froci non mi sono mai piaciuti gli dissi con modo sarcastico che cavolo aveva da guardare. Alla domanda lui divenne in viso rosso e abbassò lo sguardo come per chiedere scusa ma io non contento gli dissi : Visto che ti piace guardare fammi una sgrullata e magari me lo pulisci. Lui rimase interdetto e aveva sempre lo sguardo basso, ma io incalzai mettendogli una mano in testa e costringendolo ad inginocchiarsi e quindi gli avvicinai il cazzo al suo viso.
Ormai stavo rischiando tutto, poteva entrare qualcuno in bagno, la moglie poteva preoccuparsi della sua assenza, potevo avere un pugno sui genitali, ma lui fece la cosa che più desiderava, aprii la bocca e lo inbocco aspirando con forza da farmi quasi male. Per fermarlo gli diedi uno schiaffo e lui con il viso stravolto mi guardò come un bimbo che gli viene tolto il succhiotto. Con calma gli dissi di succhiare piano e se volevo bere la mia sborra da oggi lui sarebbe stato mio schiavo personale. Lui non rispose subito ma all’avvicinarsi del mio cazzo al suo viso ebbi la risposta che mi attendevo e incomincio a succhiare piano massaggiandomi le palle. Ormai sentivo prossimo l’avvicinarsi della sborra e per essere sicuro che lui non si tirasse indietro lo guidavo con la mia mano a dare il ritmo della succhiata. Dopo pochi minuti sborrai cosi tanto che lui non ce la fece a trattenere tutto e parte del mio seme cadde a terra. Io non contento lo costrinsi a leccare tutto quello che aveva perso. Poi mi abbottonai la patta e con fare schifato gli dissi che presto mi sarei occupato di sua moglie.
Dopo una settimana che era successo il rapporto nel gabinetto con Carlo il marito di Valeria, io continuai a tormentarli con la mia prepotenza e notavo sempre più spesso negli occhi della donna una ribellione che non avveniva per paura di essere licenziata. Carlo ormai era diventato il mio schiavo personale, non perdevo occasione per umiliarlo sempre di più, dandogli i lavori più sgradevoli e costringendolo a fare straordinari che regolarmente non gli venivano pagati. Stranamente notavo in lui una certa soddisfazione ad essere trattato così, dimostrando di avere una indole masochista e di essere pronto a tutto per soddisfare tutti i miei capricci. Ci fu una volta che gli feci capire chiaramente che quello che era successo tra noi quel pomeriggio nel cesso era stato un episodio che io non volevo ripetere anche perché avere rapporti con uomini a mé faceva schifo ma visto la sua remissività avrei potuto usare lui soltanto per i miei bisogni corporali e magari avere rapporti carnali con sua moglie. Lui non rispose ma disse se questo era quello che desideravo lui era disponibile, il problema grosso sarebbe stato convincere la moglie ad accettare un nuovo amante, visto che lei aveva già una persona che la soddisfaceva sessualmente. A quelle parole mi feci spiegare per bene che cosa intendeva e quali erano i suoi rapporti con sua moglie. Carlo mi disse che lui era sempre stato un masochista gay e il matrimonio con Valeria era stato imposto dalla famiglia per problemi economici che c’erano a suo tempo. Valeria aveva capito subito il carattere suo e praticamente a casa la donna era lui mentre lei conduceva una vita del tutto libertina, mi disse anche che la moglie si faceva sempre raccontare dal marito le sensazioni che provava nel sentirsi schiavo e nello stesso tempo era gelosa di queste sensazioni che lui provava nel sentirsi dominare. Gli aveva anche raccontato del rapporto che c’era stato tra noi nel cesso. Furono quelle parole mi fecero capire che in fondo anche Valeria poteva essere dominata e che dovevo trovare l’occasione giusta per dimostrarlo.
Un giorno eravamo rimasti in ufficio per l’inventario e visto che si era fatti tardi dissi a Valeria se poteva farci un caffè per ristorarci. Lei si allontanò nello sgabuzzino per poter preparare il caffè, io mi alzai dalla scrivania e mi avvicinai a Carlo che era seduto e con un cenno gli dissi di prendermi il cazzo in bocca perché dovevo pisciare. Ci fù del panico da parte sua, ma convinto che dovevo giocarmi tutto gli diedi un ceffone talmente forte da farlo cadere a terra. A quel trambusto ritornò la moglie e chiese cosa era successo. Io risposi candidamente che siccome dovevo pisciare e suo marito era il mio cesso personale lui si era rifiutato e quindi lo avevo schiaffeggiato. Valeria mi guardò con aria stravolta e incomincio a inveire contro il marito e a me. Incurante mi sbottonai la patta e mi avvicinai al viso del marito. A quel gesto Valeria si blocco e Carlo ormai schiavo apri la bocca e imbocco il mio cazzo succhiando piano. Chiaramente mi stavo eccitando e quindi la mia voglia di pisciare svani per accentuarsi la voglia di sborrare. Feci un gesto alla moglie e gli dissi di avvicinarsi Lei prima titubante ma poi con passo deciso venne verso di me e avvicino il suo viso verso di mè dove incominciai a morsicarla sul collo. Strinsi le sue tette quasi a farla male e la costrinsi a inginocchiarsi anche lei. Praticamente avevo ai miei piedi il marito e sua moglie a contendersi il mio cazzo. Ormai ero eccitato al massimo e volevo inculare la moglie quindi senza pensarci due volte dissi al marito di insalivare il culo della moglie e di prepararla per l’inculata. Carlo subito esegui il mio ordine e dopo circa cinque minuti di pompaggio da parte della moglie e di saliva da parte del marito al culo di Valeria, mi misi di dietro e la inculai selvaggiamente. Il rapporto non durò molto e sborrai cosi tanto da farla uscire dal retto più della metà. Ordinai al marito di inghiottire tutto quello che era uscito fuori. Valeria era distesa a terra come in trance mentre il marito leccava tra le gambe di sua moglie per raccogliere i residui di sborra che erano rimasti incollati sul culo. La voglia di pisciare mi ritornò e quindi chiamai Carlo e gli dissi di aprire la bocca, cosa che lui fece; e molto lentamente per dare tempo a lui di mandare giù, urinai. FINE