All’ora concordata la schiava entra nella stanza e tenendo gli occhi bassi dice: “la umile schiava saluta il suo padrone e lo supplica di sottoporre la schiava all’ispezione corporale”. La schiava deve rivolgersi al suo padrone usando la terza persona in segno di umile sottomissione e di messa a nudo della propria personalità.
La schiava avanza fino davanti al padrone ed attende l’ordine perentorio: “spogliati”. La schiava inizia a spogliarsi ma ad un certo punto il padrone la blocca: “Schiava non devi fare uno spogliarello per tentare di far eccitare qualcuno, non ne sei ancora degna. Devi solo spogliarti per sottometterti alla umiliante ispezione corporale. In questo momento sei solo un qualcosa che deve essere analizzata. Ed ora continua! “.
La schiava riprende a spogliarsi un po´ impacciata quando viene interrotta nuovamente: “Schiava! Mi pare che ci fossimo messi d’accordo che dopo ogni mio comando tu avresti risposto con un “sì padrone” o “grazie padrone”. Per questa volta perdonerò la tua mancanza ma vedi di non sgarrare più. ” La schiava risponde umilmente con un flebile: “grazie padrone”.
“Tieni gli occhi bassi, schiava. Non sei degna di guardare il tuo padrone se non quando lui te ne concederà l’onore. ”
“Va bene padrone, perdonatemi padrone e grazie per avermi ripreso e corretto padrone”
Finito di spogliarsi la schiava resta nuda davanti al suo padrone con le gambe leggermente divaricate e le mani lungo i fianchi. Il padrone si avvicina alla schiava e le ordina di aprire la bocca, vi infila un dito e ne prende possesso. Poi mette una mano sul seno della schiava, palpandolo come si farebbe con un animale. La schiava sussulta.
“Ferma schiava, lo sai che questa è solo una presa di possesso”
“Perdonatemi padrone”
La mano del padrone scende lungo il ventre e si ferma sul pube. La presa diventa più ruvida, assolutamente non dolorosa ma solo tremendamente umiliante.
“Schiava vai a prendermi i guanti”.
La schiava fa un inchino in segno di sottomissione e si avvia a prendere dalla sua borsa da viaggio un paio di guanti tipo chirurgo. Li porge al padrone che stende la mano e la schiava gli infila i guanti. Il padrone ristende la mano sul pube e con un dito compie una piccola penetrazione vaginale. Muove il dito lentamente non per causare dolore o piacere alla schiava ma solo per farle sentire la sua presa di possesso. Il padrone ritira il dito e lo infila con arroganza nella bocca della schiava facendolo umettare per bene. Il padrone si posiziona alla schiena della schiava e la costringe ruvidamente a piegarsi a novanta gradi. Con una mano agguanta le natiche e le divarica. La schiava è in posizione assolutamente passiva con le mani sempre lungo i fianchi alla completa mercede del padrone. Il dito si avvicina all’ano e lo forza dolcemente. Nessun dolore ma solo moltissima umiliazione. Il padrone muove il dito non come se dovesse penetrare stantuffando ma lateralmente a modo di una vera e propria ispezione.
Finita l’umiliazione il padrone dà una buffetto sulla natica della schiava che suona molto più umiliante di una sculacciata. La schiava si rimette dritta e guarda in direzione del padrone verso il basso. Poi sfila i guanti dalle mani del padrone e li riposiziona nella borsa.
“Bene schiava, l’ispezione è stata soddisfacente. Rivestiti. ”
La schiava si riveste e rimane in attesa davanti al suo padrone. Il padrone la guarda come si guarderebbe un oggetto al mercato poi si alza, va verso la finestra e torna a sedersi. L’attesa sta facendo il suo effetto sulla schiava.
“Schiava, devi andare in bagno? … attenta prima di rispondere perché passerà poi un bel po´ di tempo prima che tu lo possa fare. ”
La schiava mormora riconoscente: “grazie padrone”
Mentre la schiava si avvia verso il bagno il padrone le ordina di tenere la porta aperta e di descrivere a voce alta in modo che il padrone la possa sentire ogni suo movimento. La schiava si ferma interdetta e pur di non subire questa ulteriore umiliazione dice di non avere più bisogno di andare in bagno. Il padrone sogghigna ed ordina alla schiava di rimettersi in piedi davanti a lui. La schiava obbedisce.
“Ora serva, iniziamo il tuo addestramento con un interrogatorio. Deposita sul tavolo tutto il contenuto della tua borsetta e delle tasche, mentre io controllerò ogni cosa tu spogliati, dicendo ad alta voce ogni capo di vestiario che ti togli”
La schiava inizia ad obbedire e descrive lentamente tutti i suoi movimenti: “La schiava si sta sbottonando la camicetta … ora la schiava si sta sfilando la gonna … la schiava si scioglie i sandali … la schiava si leva il reggiseno … la schiava si toglie le mutandine … la schiava è completamente nuda davanti al suo padrone”
Il padrone intanto rovista tra le cose della schiava buttando per terra quello che esamina.
“In ginocchio schiava e tieni le gambe divaricate che ti possa vedere bene”
“Certo padrone” e la schiava esegue.
“Ora schiava raccogli tutto e metti le cose in ordine nella tua borsetta. Estrai dalla borsa i vestiti che ti ho ordinato di portare e mettili in esposizione sul pavimento”.
La serva esegue l’ordine del suo padrone.
“Bene ora comincia ad indossare i vestiti uno a uno. Prima il completino da tennis con maglietta bianca, scarpette bianche e calzetti di spugna bianche, ti fai esaminare, poi ti spogli e ti infili la minigonna nera con i tacchi a spillo, calze a rete autoreggenti e la camicetta bianca, ti rispogli e ti infili i pantaloni neri, gli stivaletti neri e la maglia beige, poi ti spogli e ti rimetti nuda in ginocchio a gambe aperte ed attendi un mio segnale per iniziare di nuovo tutto da capo. E tutto questo per cinque volte! ”
La schiava compie lentamente i cinque spogliarelli, mentre il padrone con un piccolo bastone la tocca qua e là a volte ordinando di fermarsi, ed a volte rovistando nelle parti più intime della schiava. Alla fine dei cinque spogliarelli e le relative vestizioni la schiava è esausta.
Il padrone le ordina di stendersi nuda per terra. Prende un barattolino di nutella e lo spalma sulla vagina e sull’ano della schiava, dando poi da pulire il suo dito nella bocca della schiava ed ordinandole di stare immobile per un po`. La schiava si riposa ma sente il cibo appiccicoso che si solidifica sui peli delle sue parti intime. Poi il padrone ordina alla schiava di andare a lavarsi.
In presenza del suo padrone e sotto la doccia la poveretta è costretta a toccarsi davanti e dietro per levare la nutella. L’esperienza è molto umiliante perché il lavaggio deve avvenire senza sapone ma solo con acqua. Finita la doccia la schiava ha il permesso di asciugarsi.
La schiava è in ginocchio a gambe aperte. Il padrone le ordina di baciargli i piedi e di chiedere che inizi l’interrogatorio.
“La tua schiava supplica il suo padrone di voler iniziare l’interrogatorio”
Le domande si susseguono e la schiava è costretta a rispondere con sincerità. Le domande riguardano la vita intima della schiava, che ella è costretta a raccontare al suo padrone che con malignità indaga sui particolari più intimi e scabrosi e sui sentimenti provati. La terribile umiliazione di raccontare ad alta voce i propri segreti più intimi costringe ad una tremenda sottomissione psicologica la poveretta. Mentre il padrona formula le domande la schiava bacia i piedi del padrone, li lecca e succhia le dita. Il profumo soave del padrone le penetra nelle narici. La lingua scivola a ripulire tra le dita del padrone. Le leccate umilianti si alternano ai baci. Ma la maggiore umiliazione consiste nello succhiare ogni dito del piede del padrone. Uno per uno. Con lentezza e ripulendo per bene con la lingua ogni dito del piede.
Finito di leccare i piedi del padrone, la schiava deve lavare i piedi del padrone versandovi sopra per sciacquarli dell’acqua minerale che poi viene raccolta in una ciotola. Su ordine del suo signore la serva beve l’acqua della ciotola fino all’ultima goccia, leccando i bordi della stessa.
Per terminare la seduta il padrone ordina alla schiava di autosoddisfarsi per due volte davanti a lui usando un apposito membro di lattice che la schiava si era dovuta procurare in precedenza. Mentre la schiava obbedisce il padrone la tocca palpeggiandola oscenamente, soffermandosi nei posti più intimi con arroganza e facendo sentire sempre più alla schiava una presa di possesso molto umiliante. FINE