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Piedini di Enrica

Allora ero ancora un ragazzo, allora avevo 19 anni e dovevo andare a lezione di storia italiano e geografia da una specie di insegnante privata che riceveva durante il pomeriggio.
Mi presentai a casa di Enrica con dieci minuti di anticipo, l’insegnante era una ragazza giovane sui 22 anni molto carina, mi fece entrare in casa, io la guardai subito, bellissima, tutte le volte che la guardavo mi sembrava sempre più bella, quel giorno portava un completino blu scuro composto da una camicetta e da una gonnellino stile studentessa giapponese, quando venne ad aprire non portava le scarpe e indossava dei calzini chiari e molto sottili che terminavano poco sopra le caviglie.
Mi sorrise e mi disse
-Ciao Stefano come và? -Bene! – risposi io, lei continuò
-Adesso ho un’altro ragazzo, ti dispiace attendere per 10 o 15 minuti? Intanto puoi entrare ! – ed io risposi
-Ok aspetterò ….. non c’è problema-.
Mi fece accomodare in salotto e poi tornò nella sala dove insegnava, riamasi solo e comiciai a guardarmi intorno, un bel salotto, una bella libreria, moltissimi libri, un titolo mi attirò in particolare, sopra una mensola erano inseriti uno accanto all’altro dei libri dalla copertina rossa e l’iscrizione “Kamasutra” sopra ognuno di essi, ne presi uno a caso e cominciai a sfogliarlo, era incredibile, mostrava fotografie e disegni che non avevo mai visto, certo avevo immaginato certe cose ma non avevo mai pensato alla loro realizzazione pratica, le varie mosse venivano spiegate con cura ed erano affiancate da disegni ed in certi casi da vere fotografie dove uomini e donne si esibivano realmente nell’effettuare le mosse indicate.
Ebbi un’irrefrenabile voglia di farmi una sega, comiciai prima a toccarmi da fuori i pantaloni poi, alla vista di una foto dove una donna succhiava contemporaneamente il pene di due uomini e beveva il loro seme, mi aprii la cerniera dei pantaloni estrassi il cazzo e comincia a muovere le mani in su e giù sempre più rapidamente, forse anche per la paura di essere scoperto e quale sarebbe stata la spiegazione che avrei dato.
Venni poco dopo riguardando la fotografia, poi guardai l’orologio erano passati 25 minuti da quando ero arrivato, ma Enrica non era ancora tornata, non sapevo che fare, mi richiusi i pantaloni e decisi di andare a cercare Enrica per ricordargli della mia lezione, uscii dal salotto e mi chiusi la porta dietro poi percorsi il corridoio ed arrivai in una specie di grosso ingresso con delle porte sui lati, una di queste era socchiusa e si sentivano delle levi voci dall’interno mi accostai alla porta e provai ad ascoltare, dentro si sentivano le voci di Enrica ed una voce di qualcuno più giovane, cercai di guardare all’interno senza aprire di più la porta e senza farmi vedere.
Era uno stanzone dove non ero mai stato, c’erano anche qui molti libri, al centro della stanza c’era un tavolo circolare ad una lato del tavolo era seduta Enrica e dall’altra parte un ragazzo sui 20 al quale stava facendo lezione o perlomeno avrebbe dovuto, dalla mia posizione vedevo i due di profilo e riuscii a distinguere sotto il tavolo, che non aveva nessuna copertura, che Enrica teneva il suo piede sinistro tra le cosce del ragazzo, intravedevo la punta del suo calzino sulla parte alta del cavallo dei jeans del giovane, il suo piede era poggiato sulla sedia del ragazzo, teneva la base del piede strettamente aderente alla zona pubica di lui, Enrica non muoveva il piede, era immobile, anche se ogni tanto muoveva i diti che si distinguevano in quanto era una della poche parti che intravedevo al di sopra della gamba del ragazzo, Enrica stava ferma per procurare un piacere maggiore col suo piede o perlomeno un piacere più intenso e per sentire il pene del ragazzo che cresceva sotto il suo piedino.
Il giovane era imbarazzatissimo, era fermo e con il volto tutto rosso,
Enrica ad un certo punto disse al giovane
-Ti piace Luca? -, il ragazzo fece cenno di si con la testa senza proferire parola,
-Ma non lo dirai alla mamma vero? – lui fece subito cenno di no con la testa
-Bravo Luca, se non dirai niente a nessuno anche le prossime volte faremo lezione così- detto questo lei tolse il piede dalla sua patta e gli disse
-Apri la cerniera e tira fuori il tuo uccellino vedrai come te lo faccio diventare! – mentre lui si apriva la cerniera dei pantaloni io continuavo a guardare la scena sempre più eccitato e comincia a farmi un’altra sega.
Il ragazzo aveva il pene, che nel frattempo gli si era ammosciato, fuori dai pantaloni ed Enrica si stava sfilando i calzini, prima un piede poi l’altro, lei gli disse con fare malizioso
-Sai Luca con i piedi nudi e molto più sensuale, è più piacevole- poi introdusse i suoi piedi nuovamente tra le coscie del giovane, ma stavolta avvolse con i piedi il pene di Luca, un piede alla sinistra ed uno alla destra del suo uccello e cominciò a muovere i piedi in sù e in giù, stava masturbando il ragazzo con i lati dei talloni, il pene si Luca era tornato bello diritto e dopo pochi colpi Luca venne in una clamorosa sborrata schizzando il suo seme sugli stupendi piedini di Enrica che lo guardava estasiata e sorridente.
Contemporaneamente a Luca anch’io li seguii in una bella sborrata che colo un po’ sul pavimento, mi richiusi i pantaloni allontanandomi dalla porta e guardando l’ora mi accorsi che ormai era inutile iniziare la mia lezione, mi diressi verso l’uscita e scappai velocemente. FINE

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