Era qualche mese che il mio rapporto con Giulia, la mia ragazza, si era “raffreddato”, lei trovava sempre più spesso delle nuove scuse per mancare ai miei appuntamenti.
Via via cresceva sempre più in me il sospetto che lei avesse una storia parallela alla mia, con un altro uomo.
Così un giorno decisi nono stante il suo dissenso al telefono, di andarla a trovare a casa sua, una villetta in montagna.
Quando arrivai, come di sovente la porta sul patio era socchiusa, così non ebbi difficoltà ad entrare in casa, come del resto facevo solitamente.
Entrato nel soggiorno sentii dei gemiti che provenivano dalla cucina, e sbirciando, notai Giulia che si stava letteralmente facendo sbattere da un tizio sui 30 anni, alto biondo, e dal fisico prestante.
Il sangue mi andò agli occhi e mi sentivo morire dalle rabbia, quando i due si accorsero della mia presenza.
Non ebbi la forza di reagire e scappai di gran corsa.
La mattina dopo, intorno a mezzogiorno ricevetti la telefonata della mia ragazza, che senza scomporsi per quello che era accaduto il giorno prima mi disse di raggiungerla a casa sua per parlarmi di una cosa molto importante.
Nel tardo pomeriggio mi recai da lei, mi aprì lei stessa la porta, sembrava un’altra donna,
Il viso radioso e ben truccato, una abito elegante stile donna in carriera, un paio di scarpe nere col tacco molto alto aperte davanti e le unghia dipinte di rosa.
Notai subito che sul divano del soggiorno stava seduto quel tipo dalle sera prima, che in una mano aveva una sigaretta e nell’altra un bicchiere di liquore.
Non riuscivo a parlare, lei mi condusse per mano dentro e mi fece sedere sulla poltrona.
Mi presentò il tizio che si chiamava Giorgio, e mi disse che era il suo amante e che se avessi voluto continuare a vederla e frequentarla, non solo dovevo accettare quella situazione ma dovevo diventare inoltre il loro schiavetto personale.
Io inizialmente mi rifiutai ma quando lei mi disse “allora vattene, sparisci per sempre dalla mia vita e non farti più vedere”, io la implorai di non lasciarmi e accettai di ricoprire quel ruolo così umiliante.
Subito lui prese il sopravvento ordinandomi che da quel momento in poi avrei dovuto chiamare padrone lui e padrone lei, e che mi era concesso parlare a loro guardando solo in basso le loro scarpe.
La mia ragazza si sedette sul divano e mi ordino di leccarle le scarpe, la mia lingua passava tra le sue dita, sulla pelle nera dei sandali e sulla fibbia dorata vicino la caviglia, lui mi mise entrambi i piedi sulla schiena usandomi come sgabello, dopo una buona mezzora lei mi interruppe dicendomi,
“per il momento può bastare, ora dovrai succhiare il cazzo del mio uomo, sai? Ho voglia di farmi sbattere da lui e voglio che sia già duro al momento giusto”.
Cosi mi prese per i capelli e diresse la mia bocca verso l’uccello di Giorgio che intanto aveva sbottonato i pantaloni.
Io non volevo prenderlo in bocca, ma due sberle che mi diede Giorgio mi fecero cambiare subito idea, così cominciai a succhiare quel cazzo che via via diventava più grosso dentro la mia bocca.
Ad una tratto un calcio di lui mi fece balzare per terra, così entrambi andarono sul divano a scopare per più di un’ora.
Lei con mia estrema meraviglia lo prendeva anche nel culo vedevo quel cazzo così enorme scomparire dentro il suo culo per poi comparire nuovamente rosso e lucido.
Poi la prese anche davanti, io stavo li in ginocchio a farmi una sega ed i loro insulti rivolti a me piovevano da ogni parte, lei mi diceva
“cane, impotente, frocio, sei la nostra puttana” e lui
“non vedo l’ora di offrirlo ai nostri amici questo cane”.
Quando smisero mi costrinsero a leccare e pulire i loro sessi sporchi, poi andarono a dormire dicendomi che l’indomani sera avrebbero invitato della gente a cena e che io sarei stato la loro “serva personale”. FINE
