Sono una ragazza di 21 anni, mi chiamo Susy.
Vivo sola con mio fratello e sono una delle poche ragazze che alla mia età subiscono ancora punizioni corporali.
Oggi vi scrivo perchè mi piacerebbe avere contatti con altre amiche che come me ancora subiscono certe umiliazioni. Così per sentirmi meno sola : ) : )
Fin da piccola ne ho ricevute per vari motivi.
Non sono una grande studiosa, inoltre amo la vita notturna, ma voglio raccontarvi una delle sculacciate che ricordo con più vergogna.
Tutto accadde all’età di 18 anni.
Quel giorno uscii con Salvo, il mio nuovo ragazzo. Mio fratello era andato a giocare a basket in trasferta a Roma. Al termine di una bella serata decidemmo di andare a casa mia.
Presa dall’eccitazione intrapresi un sensualissimo spogliarello, ma… Porc… Mio fratello rientrò prima del previsto, per di più, evidentemente felice per una buona vittoria, in compagnia dei compagni di squadra. Iniziai a rivestirmi, ma proprio in quel momento Sandro (non ve l’ho detto ma è il nome di mio fratello) entrò in camera mia.
Iniziò col darmi un ceffone poi, vistosamente adirato, mi tirò a se e mi trascinò in soggiorno dove lo aspettavano gli amici.
Non sapevo cosà fare, non avevo neanche il coraggio di parlare. Non potevo vedermi, ma ero sicuramente rossa dalla vergogna, gli unici indumenti che ancora indossavo erano una calza autoreggente e il perizoma. Cercavo di stringere a me le braccia per coprire i seni, ma lui, tirandomi con forza mi costrinse sulle sue ginocchia mentre agli amici faceva notare il mio comportamento da “prostituta” nonostante il suo tentativo di educarmi con sani principi.
Iniziò a sculacciarmi quando intervenne il mio ragazzo che inveendo contro mio fratello chiese di evitare una simile messa in scena. Tutto sprecato.
Purtroppo mio fratello aveva perso le staffe. Mi lasciò cadere per terra e costrinse Salvo ad andarsene.
Ero stremata, prima ancora di ricevere la vera punizione sentivo un peso tale da non riuscire a trattenere il pianto.
Quella sera mio fratello mi sculacciò davanti a tutti i suoi amici, per poi chiudermi nella stanza da bagno fino al giorno dopo. Quindi, scusandosi per i suoi amici per aver rovinato loro la bella serata, li congedò.
Rimasi tutta la notte seduta in un angolo a piangere e a ripensare all’umiliazione subita.
Il giorno dopo Sandro mi aprì la porta e mi fece uscire, ma ancora adirato mi fece stare, sempre nuda, faccia al muro in castigo per ben 2 ore. Quindi mi obbligò a mettermi di fronte ad una sedia, a 90 gradi con le mani appoggiate al sedile. Sfilò dal jeans la cinghia di cuoio e inizio a prendermi a cinghiate sul sedere obbligandomi a contarle una ad una. Dopo una serie interminabile di cinghiate andò in cucina a prendere il tagliere per pane e iniziò a sculacciarmi con tutta la sua forza. Il dolore era esasperante tanto che ad un certo punto mi girai di scatto per abbracciarlo e per chiedergli perdono. Mi abbracciò anche lui, ma non disse niente.
Per una settimana fui costretta a mangiare in piedi e a dormire prono.
Da allora ne ho avute tante altre di sculacciate, ma come questa nessuna. FINE