Ero a casa di Anna con alcune amiche, una piacevole serata di signore ormai quarantenni un po’ annoiate che ogni tanto si riunivano ora a casa di una ora a casa dell’altra ad ingannare il tempo e scambiarsi delle confidenza.
Fu per caso che , cercando il mio soprabito, aprii la porta della stanza di Anna e vidi una scenetta molto inusuale.
Anna e Gloria erano sedute sul letto, Anna aveva le mutandine alle caviglie e stava accarezzando il seno di Gloria mentre lei le teneva la mano in mezzo alle gambe.
Rimasi sulla porta stupita da quella scoperta. Loro si accorsero della mia presenza ed Anna sorridendo mi disse
“Vuoi unirti a noi? ” .
“No. Ma grazie per l’invito. ” risposi.
Quella sera tornai a casa e ripensai divertita a quanto avevo visto.
Non ero certo scandalizzata. Sono sempre stata molto aperta riguardo al sesso anche se, ultimamente, non avvertivo più stimoli in grado di eccitarmi.
Ero, dal punto di vista sessuale, intorpidita non riuscivo a capire cosa desiderassi.
Andrea, mio figlio che vive con me da quando suo padre se ne è andato, continua a sfottermi dicendomi che sto diventando una vecchia zitella.
Fu proprio lui invece che mi fece scoprire un lato nascosto di me che non avevo mai pensato di possedere.
Entrò in bagno una mattina mentre, finita la doccia, stavo infilandomi l’accappatoio.
“Scusa mamma…”
“Entra pure. Ho finito. ”
Cercai di coprirmi al meglio ma dovevo aver dato un bello spettacolo, almeno a giudicare dalla patta del pigiama.
“Complimenti non avevo mai notato quanto fossi attraente. ”
“Cosa credevi che fossi una vecchia bacucca. ”
Scoppiò a ridere.
“Insomma. ”
“Screanzato. E lì nei pantaloni cosa ti è successo. ”
“Te l’ho detto che sei una donna attraente. ”
“Incredibile. Vuoi dire che la tua mamma ti fa quest’effetto? ”
“E già. E ora dovrò sistemare la cosa. ”
“Vuoi dire? ”
“Non vedo come altrimenti. ” Ero stupita e piacevolmente meravigliata di fare quest’effetto ad un ragazzo di diciassette anni.
Mi sedetti sul water.
“Vieni qui. Fammi vedere. ”
Si avvicinò. Avevo la sua protuberanza all’altezza del viso.
Non sapevo neanche io cosa stessi facendo.
Gli abbassai i pantaloni e mi trovai l’uccello puntato verso di me.
“Deve darti molto fastidio. ”
“Un po’ ma non è una cosa spiacevole. ”
“Vuoi che te lo tocchi? ”
“Sì mi piacerebbe molto. ” rispose incredulo.
Lo sfiorai con la punta delle dita poi lo impugnai e cominciai a muovere la mano.
L’accappatoio si era aperto e all’improvviso un getto di sperma caldo mi colpì il petto seguito da altri che mi colarono sulla pancia.
Gli schizzi mi provocarono un piacere acuto fra le gambe. Venni senza nemmeno sfiorarmi.
Andrea cercò di scusarsi.
“Scusami… non sono riuscito a trattenermi…”
Lo tranquillizzai.
“Non devi scusarti. Non è certo colpa tua e, poi non è stato affatto spiacevole. Ora però vai in camera tua fammi risistemare. ”
Quando fu uscito mi alzai e passando davanti lo specchio mi vidi imbrattata di sperma e provai un gran piacere a vedermi in quelle condizioni.
Nei giorni seguenti cercai di razionalizzare l’accaduto ma non riuscivo a raccapezzarmi.
Avevo in qualche modo fatto sesso con mio figlio e ne avevo provato un grande piacere, mi rendevo conto di quanto questo fosse sbagliato ma non riuscivo a sentirmi in colpa.
Mi ripromisi che la cosa non sarebbe più accaduta ma mi sbagliavo, non avevo fatto i conti con la frenesia che questa nuova scoperta aveva scatenato dentro di me.
A casa le cose procedevano come al solito. Apparentemente sembrava che non fosse successo nulla.
Ogni tanto ripensavo all’accaduto e mi prendeva la smania di rifarlo ma riuscivo a controllarmi.
Poi una sera al ritorno dal ristorante ci ritrovammo di nuovo in bagno in preda agli stimoli provocati dal vino.
Stavamo decidendo a chi scappava di più quando si avvicinò Andrea e mi sussurrò all’orecchio
“Non mi scappa solo la pipi”.
Sentii il viso che avvampava, cercai di resistere ma erano tentativi poco convinti.
Lui intanto l’aveva tirato fuori, non resistetti oltre e pur continuando debolmente a resistere, mi sedetti sul water.
Presa dalla frenesia aiutai Andrea a sbottonarmi il vestito ed in breve ci ritrovammo nudi uno di fronte all’altro.
Nella posizione in cui ero il suo uccello era all’altezza della mia bocca e non riuscendo a resistere all’impulso me lo cacciai in bocca un paio di volte cosa che provocò un abbondante schizzo di sperma che mi colpì in piena faccia colandomi poi fra i seni.
Travolta dalla libidine non riuscii più trattenermi e la pipì a lungo trattenuta sgorgò a fiotti potenti accentuando il mio piacere.
Esausta mi appoggiai con le spalle al muro al muro.
La voce di Andrea mi riportò alla realtà.
“È stato bellissimo mamma. Però ora se ti sposti dovrei fare anch’io pipì”.
Guardai il suo pene che si era afflosciato poi, fissandolo negli occhi, presa da un’idea folle dissi.
“Falla che aspetti? ”
Mi fissò stupito.
“Ma come…”
“Dai che aspetti? ”
Punto il pisello sulla mia pancia e un timido schizzo mi colpì seguito da altri più potenti e copiosi.
Il liquido caldo mi inondò la pancia scendendo fra le mie gambe, non finiva più.
Al termine l’uccello riprese vigore e senza dire una parola me lo infilò in bocca. Lo succhiai fino a spremergli lo sperma che ancora gli era rimasto. FINE