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Un caldissimo pomeriggio di Luglio

Un caldissimo pomeriggio di Luglio decisi di chiamare Alice, la mia ex  fidanzata, forse in preda ad una crisi di solitudine…
Avevo appena litigato  con Giovanna, una piccola verginella che avrebbe avuto piacere a farsi svezzare  da un esperto.
Ma i suoi argomenti purtroppo non erano molto convincenti…  troppo sgarbata, troppo arrogante, sebbene avesse un fisico da sturbo.
Ritornando ad Alice, stavo dicendo…stava studiando stesa sul suo lettone,  con il condizionatore al massimo, altrimenti sarebbe morta di caldo.
Ovviamente la conversazione prese un tono particolare, con lei che mi  provocava, chiedendomi se le altre mie donne erano piu’ belle di lei, e  specialmente piu’ brave. In effetti Alice era fantastica a letto, me l’ero  cresciuta bene la piccola.
Negli anni in cui stavamo insieme avevamo  raggiunto limiti sempre piu’ lontani.
E proprio di questi che Alice volle  parlare quel pomeriggio al telefono…propose un incontro, ma non il giorno  stesso bensi’ il giorno dopo, sapendo bene che non avrei potuto.
Ma con la  scusa di aiutarla nella preparazione del suo esame, presi la macchina e in un  batter d’occhio fui sotto casa sua.
Appena il tempo di darmi una aggiustata  in ascensore, e suonai alla sua porta.
Alice aveva i suoi lunghi capelli  castani bagnati.
-Ciao Nicola!- mi disse baciandomi sulle labbra.
Era  bellissima.
Indosso aveva una tutina con i tasconi, con delle bretelle che  incorniciavano il suo seno perfetto, coperto da un top blu scuro aderentissimo.
Respirai il suo profumo ed entrai in estasi.
Inizio’ a provocarmi sin  dal primo momento, ancheggiando sinuosamente.
-Vieni, che’ mi asciugo i  capelli, senno’ con l’aria condizionata mi prende un malanno:-
All’altezza  della sua stanza da letto mi prese e mi spinse contro il muro, avvicinandosi a  me e strusciando scherzosamente il suo pube contro il mio pacco.
-Allora,  cosa vuoi oggi da me?- mi sorrise maliziosamente.
Io ridevo, ma intanto il  mio cazzo si era indurito parecchio.
Cercai di dissimulare la mia  eccitazione, per tentare di sembrare diverso dal porco che in realta’ sono.
Inoltre la situazione con Alice era tremenda: ogni volta mi provocava, mi  eccitava…e si risolveva in un nulla di fatto.
Probabilmente non le  ispiravo molta sicurezza, dopo che ci eravamo lasciati anni prima non aveva piu’  voluto fare sesso con me.
Quindi cercai di essere superiore (ma quando mai  ci sono riuscito! Mettetemi una bella figa di fronte e sono pronto a giurare di  sposarmi! Che fesso che sono!).
Per circa mezz’ora tentai di interessarmi a  tutte quelle palle di diritto privato, che lei ripeteva in maniera nervosa e  confusa.
Poi Alice disse:
-Nico, devo fare pipi’…mi accompagni in  bagno?-
Ando’ verso il bagno, ed io camminavo gia’ con tre gambe. In bagno si  sbottono’ la tutina marrone chiaro, rivelando alla luce il suo ombelico  bellissimo, circondato dal suo ventre piatto.
Apparvero di seguito degli  slip di cotone grigio, che scesero a meta’ coscia, scoprendo il suo stretto  triangolino di peli ben curati.
-Mmmh, Alice…che voglia che mi fai venire-  dissi, e le abbracciai le cosce mentre lei si era seduta.
-Nooo, Nicola!-  imploro’.-
Cosi’ non riesco a concentrarmi.-
I miei ormoni mi facevano  sragionare, tanto per cambiare: – Dai Alice, falla… poi ti pulisco io con la  mia lingua.-. Alice rise.
Niente da fare.
Si asciugo’ e si diresse ancora  verso la stanza da letto.
L’armadio a specchio era aperto per meta’, e da  uno dei cassetti intravidi un luccichio che mi era familiare, e sorrisi  diabolicamente sotto i baffi.
Si stese sulla schiena, io mi stesi sopra di  lei e iniziai a baciarla, afferrandole di tanto in tanto i seni.
Lei si  oppose in tutte le maniere possibili!
Voleva ma non voleva.
Che palle  quando le donne fanno cosi’!
Iniziai a sbottonare la sua tutina, quindi  infilai una mano nelle sue mutandine.
La sua figa completamente  asciutta.
-Nicola, togli quella mano dai! Non fare lo sciocco!- rise  Alice.
-E cosa mi piace?- chiese lei.
Sfilai le sue bretelle,
iniziai  a leccarle un orecchio.
-Ti piace essere presa con la forza- sussurrai.-
Ti piace essere trattata come la puttana che sei!-
Continuai per qualche  minuto ed inizio’ ad ansimare e a muovere il bacino in modo piu’ deciso.
Io  le mordevo il collo, la baciavo, e continuavo a sussurrare delle cose nel suo  orecchio.
-Vuoi che ti leghi, vero troia! Vuoi che rivolti il tuo culo per  aria e inizi a sculacciarti. Te lo allargherei per bene, per poi infilarci tre  dita!-.
Nel frattempo sollevai il suo top e scoprii le sue tette  fantastiche.
Alice si muoveva freneticamente, mi sbottono’ la patta,  estrasse il mio cazzo e disse:
-Ohh, ma e’ asciutto!-.
E si avvento’ a  labbra spalancate sulla mia asta durissima.
Comincio’ a succhiarlo  sapientemente, aiutandosi con la mano, e scendendo ritmicamente fino in fondo,  quasi a toccare il pube con le labbra.
Ogni volta che scendeva sentivo la  sua gola circondare la punta del cazzo, una sensazione fantastica.
E poi mi  guardava fisso negli occhi, con quell’aria da troia, le tette che pendevano in  tutta la loro armonia, la lingua che vellicava la mia cappella.
Per una  volta o due dovetti trattenermi dal venirle in bocca.
Non che le sarebbe  dispiaciuto, ma avevo ben altre idee.
-Allora ti piace?- mi chiese-
Ti  piacciono i miei pompini?-
-Mmmhhh…sii, – mugolai -continua  cosi’-.
Alice inizio’ a sentire piu’ caldo e volle riaccendere il  condizionatore.
Si tolse completamente la tutina, rimanendo in slip.
Prese ad ancheggiare di fronte a me, e di fronte al suo armadio a specchio.  Era troppo.
Una ragazza stupenda che si atteggia in quel modo…le saltai  addosso, la piegai sul letto e le tolsi gli slip.
Ma Alice si irrigidi’, non  voleva.
Si rimise addosso le mutandine e la tutina.
Per un attimo mi  credetti perso ancora una volta, i miei piani in fumo.
Tentai allora di  proporre un nuovo giochetto, apparentemente innocuo, molto perverso in  realta’.
-Avanti, puttana- le dissi sorridendo.
-se proprio non vuoi  darmela, regalami uno strip-tease, mentre io ti guardo e mi masturbo. Ti pago  bene se mi fai eccitare!-.
Alice si alzo’ e inizio’ un provocante strip-tease  di fronte allo specchio, mentre io facevo scorrere la mia mano sul cazzo.
Dopo qualche minuto la tutina scese giu’ ancora una volta.
-Forza,  maiale!- mi disse
-cosa vuoi che la tua puttana faccia per te? Vuoi che mi  masturbi anch’io?- e cosi’ dicendo scosto’ di lato i suoi slip, scoprendo il  triangolino strettissimo.
Inizio’ prima ad accarezzarsi e poi infilo’ due  dita nella figa.
Inizio’ a muoverle su e giu’.
Poi, ansimando, estrasse  le dita dall’interno della sua vagina, e le porto’ alle mie labbra.
-Assaggia! Dai, senti il sapore della mia figa! Ti piace?- mi chiese,  iniziando a leccarsi le dita a sua volta.
Il mio cazzo stava scoppiando, e  alcune goccioline trasparenti erano apparse sulla punta.
-Non vedo l’ora di  vederti schizzare?- Alice si era accorta delle goccioline.
-Vuoi venire sul  mio seno? O preferisci sborrarmi in bocca?- quelle parole mi facevano  impazzire.
Nel frattempo i suoi slip erano caduti per terra, e Alice si era  messa alla pecorina, con le tette di fronte a me, e il culo rivolto verso lo  specchio.
Si masturbava come un’ossessa, tre dita entravano e uscivano dalla  sua figa fradicia.
-Lasciami guardare meglio.- le dissi, e mi avvicinai al  suo culo.
Rimasi estasiato nel sentire l’odore del suo sesso, man mano che  mi avvicinavo.
E quando fui a pochi centimetri vidi le sue dita fradice che  si facevano strada all’interno della sua vagina.
Piu’ su, ancora asciutto,  il suo piccolo roseo sfintere, completamente depilato. Sembrava chiamarmi.
Con l’indice raccolsi una gocciolina di sperma che era affiorata da me, ed  iniziai a spargerlo intorno a quel piccolo, morbido anello di carne.
Volevo  leccarlo.
Provai ad avvicinare la bocca, ma Alice si ritrasse.
A quel  punto scattai verso il cassetto in cui avevo visto brillare quell’oggetto, e  presi le manette che lei stessa aveva comprato anni prima in Inghilterra.
Stava continuando a masturbarsi la troia, e non si era accorta di nulla.
Le andai di fianco e finsi di voler leccare il suo dito fradicio di umori.
Lo feci, lo leccai e rapidamente le ammanettai il polso.
Tento’ di  sottrarsi, ma era troppo tardi: avevo afferrato l’altro polso e le sue mani  erano imprigionate dietro la schiena.
Alice urlo’:
-Noooo…ti prego  Nicola, non farlo!-
-Zitta!- la sculacciai con una certa violenza.
-Adesso facciamo quello che voglio io, basta con le stronzate!-.
Alice si  dimenava, e si agitava. Io avevo aperto le sue stupende chiappe e iniziai a  leccare il suo forellino anale.
Piano piano Alice smise di dimenarsi,  capendo che ormai era inutile.
Credo che inizio’ a sentirsi eccitata ad  essere dominata in questo modo.
La guardai ancora una volta: era fantastica.
Questo culo fantastico in primo piano, le sue mani legate dietro la schiena,  la sua faccia poggiata di lato sulla coperta, i capelli sparsi.
Le leccai la  figa e il culo, fradici ormai del suo succo d’amore e della mia saliva.
Lubrificai la mia cappella sulle sue grandi labbra ed entrai in lei.
La  stanza si riempi’ di mugolii e di quel tipico rumore che fa il sesso, quando e’  appena iniziato.
-Mi stai sfondando, figlio di puttana!- mi disse in modo  provocatorio.
Con il pollice continuai a giocare con il suo buchino.
Quando ormai la sua vagina si era dilatata abbastanza da non divertirmi  piu’, le montai piu’ in alto e puntai la mia cappella bagnata all’entrata dello  sfintere.
-Noo, ti prego…non questo…mi farai male!- Alice inizio’ ancora  una volta a dimenarsi.
-Ecco brava! Opponi resistenza, stringi bene il culo,  cosi’ soffrirai il triplo!- dissi.
-Sei un bastardo!- mi disse ancora, ma con  molta eccitazione.
Puntai nuovamente il mio membro alla base del suo ano e  spinsi piano.
Alice non urlo’, forse per non darmi soddisfazione.
Mugolo’ molto in compenso.
Di tanto in tanto, centimetro dopo l’altro,  mi fermavo per fare in modo che il suo retto si abituasse alle mie dimensioni.
Non volevo farle del male ma alla fine persi la pazienza e iniziai a  stantuffarla con un ritmo prima sostenuto e poi decisamente violento.
Alice  urlava e mordeva il cuscino.
Con una mano andai sotto, ad accarezzare il suo  clitoride durissimo.
La sua figa era davvero fradicia.
Pian piano i suoi  lamenti di dolore si trasformarono in gemiti di piacere, fino a quando non  venne, urlando e colando letteralmente il suo succo dall’interno delle  cosce.
-Dai puttana, muovi il culo, che’ adesso voglio sborrare anch’io.- le  dissi in modo perverso.
Ma volevo vederla in faccia mentre schizzavo.
Afferrai quindi le sue ginocchia, e rimanendo dentro di lei, la feci girare  con il viso verso lo specchio.
La tirai per i capelli fino a farle sollevare  il viso e il busto…era fantastica, con le sue tette spinte in fuori dalle  braccia legate dietro.
-Avanti Nicola! Schizza! Riempimi il culo di sperma,  fammi un bel clistere bollente-
E a quel punto la lasciai ricadere sul letto  e accelerai i miei colpi fino a schizzare tutto il mio caldo sperma nel suo  intestino.
Rimasi accovacciato sulla sua schiena con il cazzo ancora infilato  nel culo, finche’ non divenne cosi’ floscio da uscire fuori dal suo sfintere,  insieme ad una buona quantita’ di sperma.
La liberai dalle manette, la  abbracciai e mi addormentai insieme a lei.

FINE

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