Non avevo ancora avuto delle esperienze eclatanti o per meglio dire esplicite, solo passaggi superficiali con coppie che volevano trasgredire, che cercavano qualcosa di diverso, ma non sapevano cosa.
Una coppia palermitana mi aveva legato ad una poltrona, con qualche pinzetta e niente più.
Mi ero quindi deciso a trovare la gente giusta, come singolo era difficile ricevere risposte, mi misi a scrivere, fino a quando al telefono mi chiamò Paolo, che con la sua Miriam fanno una coppia di coniugi bolognesi, sulla trentina.
Chiacchierammo un po’, quindi parlai con Lei, la quale aveva una voce da favola dolce e tutta emiliana: chissà come avrei fatto a tirare fuori un po’ di arroganza da padrona !
Decidemmo che, essendo i nostri sogni nei cassetti un po’ hard, forse sarebbe stato meglio scrivere, così da evitare l’imbarazzo del dialogo, anche se solo telefonico.
Essendomi proposto quale regista della situazione, la sera stessa scrissi tutto d’un fiato la situazione che avrei voluto vivere e gliela spedii.
Passarono tre settimane piene, prima che capitassi a Bologna, ma furono tre settimane di continui sogni ad occhi chiusi ed anche aperti, loro avevano ricevuto la mia lettera e Miriam con voce piena di sesso una sera mi aveva confidato che moriva dalla voglia di recitare quel copione che avevo scritto, anzi la sua fantasia, ormai scatenata, fantasticava ingrandendolo a dismisura: ma anche i nostri arnesi si inturgidivano e si infuocavano.
Arrivai per le 19. 00, ora di cena, sempre in abito elegante, com’è mio solito, sbarbato ( ed anche depilato), capelli curati: non sono certo un fusto, ma col mio fisico asciutto, atletico, la mia carnagione mora, me la cavo, mi venne ad aprire Lei, ormai sapevo dalle telefonate com’era fatta, ma con quel baby-doll addosso che le faceva trasparire le sue forme era arrapatissima.
Non era sicuramente una miss, una bella seconda di seno, un po’ rotondetta di corporatura, un culo da favola alta quanto me, belle gambe, in forma, forse palestrate: la Fica era ancora un mistero.
” Ciao Luca, eravamo in ansia oltre che eccitati nell’attesa ”
Il dialogo si fece subito caldo, Lei era veramente decisa e la sua voce era già un po’ diversa.
Al centro del salone, si alzò da un divano la sagoma di Paolo, alto un po’ robusto, viso simpatico e pulito:
“Accomodati, beviamo subito qualcosa ? ! ”
Bevemmo e per tutto il tempo non feci altro che ammirare le cosce di quella che tra poco sarebbe divenuta la mia Padrona, ogni tanto le schiudeva e mi lasciava intravedere la fessura: completamente depilata.
La cosa mi eccitò tantissimo, questo non l’avevo richiesto, anche Paolo vedendomi già infuocato, si lasciò scivolare la cintura dell’accappatoio che l’ avvolgeva così da far intravedere una parte del suo arnese.
Altra vista che ci mandò tutti alle stelle.
“Bene ” disse Lei con voce asciutta e un po’ più severa di prima ” la cena è pronta, in bagno troverai il tuo vestiario, appena pronto vieni a servirci in cucina”
Così dicendo si alzarono ed imboccarono quella che doveva essere la porta della cucina, nel frattempo Paolo mi indicò la porta del bagno.
Ci entrai socchiudendo la porta alle mie spalle, mi spogliai in fretta ed indossai i pochissimi indumenti concessimi: un paio di slip fatti di soli lacci che mi legavano e stringevano il cazzo, già duro e quindi contorcendolo lo infilai dentro, mentre mi lasciavano liberissimi i miei glutei e tutto il culo fino alle palle.
Quindi c’era un grembiule nero anch’esso in lattice, ancora un cappellino e nient’altro.
Uscii e mi avviai in cucina: un grande vano, anzi un salone, con da un lato la cucina e dall’altro la sala pranzo :
“Eccomi ” annunciai
Lei si alzò dal tavolo, si avvicinò a me, mi girò intorno, nelle mani teneva un frustino, di quelli ad unico fusto, con linguetta in cima e lo piegava, con esso mi sollevò il grembiule per controllare che il mio cazzo fosse ben legato e stretto : e considerando l’eccitazione mi sembrava che dovesse scoppiare da un momento all’altro.
“Inginocchiati, a quattro zampe, metti in mostra le natiche ” obbedii immediatamente, visto il tono della voce, notevolmente severo.
“Da questo momento, parlerai solo se sarai direttamente interpellato, rispondendo solo SI PADRONA o si PADRONE, non alzerai lo sguardo al di sopra della mia fica o del cazzo di Paolo….. intesi ? ! ”
così dicendo, completò la carezza che aveva cominciato col frustino tra le mie natiche e nel solco, con una sonora scudisciata che mi fece sobbalzare e rispondere
“SI… PADRONA… ”
“Bene, adesso alzati e servici la cena ! ” obbedii dopo aver risposto
Paolo aveva seguito tutta la scena rimanendo seduto al tavolo, era ancora in accappatoio, ovviamente slacciato e da lontano avevo notato che non aveva potuto fare a meno di masturbarsi ammirando la situazione.
Presi i piatti che vi erano già pronti e li servii a tavola, Miriam si era accomodata e adesso erano uno di fronte all’altro, servii da bere, ma Lei volle anche che le affettassi un po’ di cibo e con la scusa della mia vicinanza, cominciò dapprima a palparmi le natiche, quindi passò al solco tra di esse, palpeggiò le palle già stracolme ed indurite, quindi affondò il dito nel piattino del burro, me lo portò davanti al viso per osservarlo .
” Adesso cominciamo una piccola ispezione e sono sicura che anche Paolo vorrà visitarti, ma ricordati appena finita, imboccherai il mio dito e lo pulirai ben bene: devo cenarci”
“Si Padrona ” risposi
Così dicendo e mentre io continuavo ad affettare il suo cibo, me lo infilò dietro: mi ero allenato ad altre misure, non eccessive certo, ma il suo dito e quella situazione mi eccitarono dilatandomi ancora di più.
“Ah.. sento che sei veramente elastico, Paolo vuoi controllare tu ? ”
” Certo sarà un vero piacere ! ” rispose Lui.
Stavo per avvicinarmi a Paolo, quando una scudisciata mi colse impreparato :
“Ti avevo ordinato di ripulirmi il dito con la bocca! In ginocchio ” obbedii e mi ficcò il dito in bocca.
Lo insalivai, lo succhiai e glie lo riconsegnai pulito ed asciutto.
“Bene, bravo adesso, dopo un’altra serie di frustate, che conterai ad alta voce, potrai andare dal tuo padrone per essere ispezionato ”
Alzati e girati . Obbedii.
Rivolto verso Paolo, leggermente inchinato, Lei prese a frustarmi ed io ad alta voce contai fino a dieci scudisciate, sonore e dolorose e le mie natiche bruciavano!
Le frustate mi avevano calmato la grande eccitazione dovuta alla prima ispezione.
” Bene adesso vai dal tuo Padrone”
“Si Padrone ” e mi avvicinai a Lui, anche Lui mi fece affettare un po’ di cibo: ma era una scusa per avere più a portata di mano il mio culo, che palpeggiò e carezzò.
” Oh povero Luca, hai il culo in fiamme, adesso ci spalmiamo qualcosa di fresco ” così dicendo si imbrattò il palmo della mano, ancora nel piattino del burro e prese a rimassaggiarmi i glutei.
Un senso di freschezza mi pervase, l’eccitazione riprendeva a salire ed il mio cazzo pigiava contro lo slip in lattice che lo stringeva, tanto da farmi allargare le gambe per il fastidio.
Lui ne approfittò
“Cos’hai ? stretti questi slip ? la Padrona non vuole che per adesso li togli, che peccato non ti abbiamo ancora visto il cazzo ”
Il suo invece si vedeva benissimo, un arnese di oltre 20 cm, che sgusciava dalle sue gambe un po’ divaricate .
Mi inarcai, quando il suo dito quasi asciutto mi prese, era più grosso di quello di Miriam che ne frattempo aveva finito quasi di cenare e si era avvicinata a noi.
” Senti che bel culetto elastico e profondo che ha ? è vero in queste settimane si è allenato dilatandosi come ci raccontava al telefono ”
” Una vera goduria, liscio e depilato come una femmina” e tirò fuori il dito che, malgrado le non grosse dimensioni, un po’ di fastidio mi aveva dato, riabbassandomi l’eccitazione del pene e quindi diminuendo il suo dolore per la ristrettezza di spazio dov’era confinato.
“Ma guarda l’ arnese del mio Paolo, Luca, non ti sembra un peccato, così senza una bocca che lo avvolge ? Anzi guarda quelle goccioline che sono sulla punta, sono le sue secrezioni dovute all’eccitazione”
“Inginocchiati in mezzo alle sue gambe e fammi vedere che livello di troiaggine hai nel cervello ”
“Si Padrona ” Obbedii, Paolo si era spostato dal tavolo per farmi spazio, mi inginocchiai, ma prima che mi avvicinassi Miriam riprese :
“Stai attendo, però se lo spettacolo non mi soddisfa, sentirai le mie frustate” ” Si Padrona”
Mi concentrai, guardai quel cazzo che si ergeva tra le gambe di Paolo, le palle gonfie a dismisura il suo sospiro già affannoso, mentre Paolo si appoggiò al tavolo per assistere meglio alla scena.
Tirai fuori la lingua e lambii il prepuzio, assorbendo quelle piccole gocce che erano fuoruscite per l’eccitazione, le mani le appoggiai alle sue coscie, per tenermi su, non lo toccai con esse.
La mia lingua scese sull’asta, lo sliguai dal basso verso l’alto, ripresi a stuzzicarne la punta, ridiscesi fino alle palle.
Lui gemeva, e fremeva tutto dall’eccitazione.
“Basta così ” intervenne Lei . Ho capito che ci sai fare, vieni fuori, libera il tavolo, voglio gustarmi meglio questa scena.
Mi alzai, il mio cazzo mi stringeva ormai con violenza e dolore, liberai velocemente il tavolo, anche perché Paolo fremeva in attesa della ripresa del lavoro.
Lei osservava.
“Paolo perché non ti sdrai sul tavolo ? Ti sentirai più comodo ”
” Hai ragione ” sentenziò Paolo e vi si sdraiò sopra col membro per aria che sembrava un pezzo di legno teso incastrato nel suo corpo, tanto era rigido.
Paolo si era messo disteso lungo tutto il tavolo.
“Sali sul tavolo ed inginocchiati in mezzo alle sue gambe ! ” ordinò Lei, le obbedii, salii usando la sedia, mi accovacciai in mezzo alle gambe di Paolo ed ammiravo quella mazza di carne che sembrava per scoppiare, mentre il mio era ancora imprigionato stretto ed il male era sempre lancinante.
” Bene ” riprese Lei, carezzandomi le natiche col frustino
“riprendi quello che hai interrotto poco fa, su da bravo e farmi divertire, senò sono guai per le tue chiappe ”
“Si Padrona ” Le risposi.
” In ogni caso, ho capito che ti piace, per cui alla fine ti meriterai lo stesso una punizione ”
Così dicendo mi tirò una frustata che mi ammosciò completamente il pene .
Questo stato di continua eccitazione e diseccitazione mi stava scombussolando il cervello e cominciavo tremare un po’.
“Si Padrona ” risposi e ripresi a slinguare con la mia morbida lingua quel tozzo di carne che fremeva sotto i miei colpi.
La posizione era scomoda, il tavolo era lungo, finii con lo sdraiare le gambe e mi trovai, sempre col culo per aria, ma disteso tra le gambe di Paolo.
“Imboccalo! ” sentenziò Miriam e senza che me lo facessi ripetere, lo imboccai.
Era enorme per la mia bocca, ma dopo almeno un minuto, dopo aver preso, lasciato e ripreso ogni centimetro dell’asta, arrivai alla base.
Paolo non resistette !
” Sto per venire…. Vengo, , , vengo !! ” Urlò Paolo.
Era la prima volta che un uomo vi veniva in bocca, lo sentii fremere maledettamente, la mia eccitazione crebbe a dismisura, lo schiacciavo contro il tavolo, ma il movimento mi fece venire.
Gemevo ma avevo provato a distaccare la bocca dal cazzo di Paolo, quando mi arrivò una frustata
“Non mollare il cazzo di Paolo ” sentenziò la Padrona
” Non ne lasciare perdere alcuna goccia o saranno guai ! ”
” Mah ! cosa hai fatto ? Stai venendo pure tu ? E chi te lo ha ordinato ” e giù frustate sulle mie natiche a non finire.
Finii invece di godere, anche velocemente, ingoiai e leccai Paolo ed ebbi due minuti di tregua, il tempo che Miriam, la Padrona, andasse ad armeggiare nell’altra stanza alla ricerca di qualcosa. FINE