Io e Alessia abbiamo avuto una storia lunga quattro anni; ci conoscevamo da molto tempo, avendo frequentando la stessa scuola, ma soltanto a 18 anni abbiamo scoperto di essere attratti a vicenda e quindi ci siamo messi assieme. Lei era una bellissima ragazza con i capelli rossi, alta 1, 70 magra con un bellissimo seno (terza abbondante) e un sede alto e sodo che faceva voltare tutti quelli la incontravano. Durante i quattro anni i nostri rapporti si limitavano ad un po’ di petting: io le toccavo le sue splendide tette sode e la sua figa, mentre lei si vergognava a toccarmi il cazzo e quindi l’ha fatto pochissime volte. Era molto timida. Dopo quattro anni la nostra storia finì, lei trovò un altro ragazzo e poco dopo si sposò. Anche io feci le mie esperienze, conobbi una ragazza con la quale feci l’amore per la prima volta, ma purtroppo anche quella storia fini. Io e Alessia ci perdemmo di vista perché io mi ero spostato a Torino per studio, prima, e per lavoro poi. Soltanto d’estate tornavo a casa per un periodo di vacanza. Fu proprio durante un’estate, circa 5-6 anni dopo che ci eravamo lasciati, che la rividi. Era in occasione di una festa campestre durante la quale io avevo sostituito mia sorella in un turno di servizio al bar.
C’era anche lei e, complice il fatto che la festa non era molto frequentata, parlammo tutta la serata di quanto avevamo fatto durante quei cinque anni, di come erano cambiate le nostre vite. Io le dissi che non avevo alcuna storia fissa, che in quella fase non la cercavo perché mi concentravo soprattutto sul mio lavoro (sono commercialista) e quindi non volevo distrazioni. Lei mi raccontò del suo matrimonio, del fatto che non avevano ancora figli nonostante lei li desiderasse moltissimo (in questo non era cambiata). Finì la serata e lei si offrì di accompagnarmi a casa con la sua macchina ed Io accettai di buon grado. Devo dire che lei era molto attraente, il suo seno mi magnetizzava la vista, ma non pensavo certo di poter fare qualche cosa con lei. Durante il tragitto parlammo ancora un po’ e lei portò il discorso sulla nostra storia di un lustro prima, ricordando i motivi per cui ci eravamo lasciati, mi parse, con una certa nostalgia (in effetti poi mi confidò che era così). Ci salutammo, ma prima di scendere dall’auto mi disse di andare a trovarla prima che finissero le vacanze.
Non ci pensai per qualche giorno, in fondo non mi interessava molto. Poi una sera che ero particolarmente eccitato e che mi stavo toccando, mi tornò in mente lei e tutto quello che mi aveva detto. Rilessi le frasi dette qualche sera prima in una chiave del tutto nuova, cioè come frasi dette da una persona che non è molto soddisfatta del suo matrimonio e che, forse vuole qualche cosa in più. Mi tornò in mente anche quanto mi piaceva toccarle il seno e la passera e così decisi che l’indomani sarei andato a trovarla.
Così feci; l’indomani andai a casa sua, suonai il campanello e lei mi accolse con un grandioso sorriso ed un abbraccio molto caloroso. Mi fece entrare, mi mostrò la sua casa e come l’aveva arredata (con buon gusto direi) e mi disse che suo marito era in Russia per lavoro e non sarebbe tornato prima di una settimana. Mi passarono per la mente i pensieri più disparati, ma cercai di cacciarli via perché altrimenti avrebbero avuto un effetto troppo visibile nelle mie parti basse (era estate e indossavo dei pantaloni corti e quindi l’eventuale erezione non avrei potuto tenerla nascosta). Lei indossava un abito leggero, al ginocchio, abbottonato sul davanti. Era effettivamente molto bella ed invitante.
Iniziammo a parlare e, questa volta, io portai il discorso sulla nostra storia, dicendole (mentendo un po’) che ogni tanto ripensavo a noi e a come stavamo bene assieme, ai motivi per cui ci eravamo lasciati, sottolineando che forse non eravamo sufficientemente maturi per superare quella crisi. Lei convenì con me su questo punto. Nel frattempo io mi ero avvicinato a lei e, preso coraggio non so da dove, mi avvicinai alla sua bocca e la baciai. Cercò di sottrarsi, ma io insistetti; la bacia sulle labbra, lei piano piano si lasciò andare e scambiammo un bacio lunghissimo, bellissimo, eccitantissimo. Risentire la sua lingua nella mia bocca mi fece eccitare immediatamente e mentre la baciavo mi dissi che dovevamo finalmente fare ciò che non avevamo mai fatto.
Mi staccai da lei, le dissi che quel bacio mi aveva sconvolto e, continuando a guardarla negli occhi, iniziai a sbottonarle il vestito. Il cazzo dentro i miei pantaloni stava scoppiano, ma volevo fare tutto rispettando i suoi tempi (i miei tempi dicevano che avrei dovuto saltarle addosso, strapparle i vestiti e prenderla così). Lei non si opponeva, mi guardava negli occhi, non parlava. Giunto all’ultimo bottone, aprii il vestito e la vidi per la prima vota soltanto con la biancheria intima. Era stupenda: indossava un completino composto da un reggiseno e (lo avrei scoperto dopo) un perizoma neri. Le sue tette erano da infarto: abbondanti ma non troppo, sode, i capezzoli irti che già si intravedevano dal reggiseno. Le dissi “sei meravigliosa”, lei mi sorrise e mi baciò. Ma stavolta non seppi tenere a posto le mie mani e le toccai le tette: mugolò e ci mise ancora più passione in quel bacio. La feci alzare dal divano (io rimasi seduto) e lasciò cadere a terra il vestito. Era meravigliosa; le baciai il ventre piatto mentre con le mani le massaggiavo la schiena scendendo fino al culo scoprendo che indossava il perizoma. La feci girare perché volevo vederlo: era un culo, anche lui, da infarto; le baciai le natiche, le leccai, le mordicchiai, mentre lei gemeva sempre di più. Sempre in quella posizione salii con le mani e le sganciai il reggiseno: la feci girare e vidi sopra di me il più bel paio di tette che avessi mai visto: bianche (lei è di carnagione chiara) sode, dei capezzoli irti, grossi e rossi con una grossa areola. Le massaggiai, mi alzai un poco per baciarle, per leccarle, per succhiarle quei capezzoli eccitati. Lei mi accarezzava la testa, mi attirava a se, voleva che non smettessi di leccarle i capezzoli. Poco dopo capii perché: semplicemente leccandoli e toccandoli le avevo provocato un orgasmo. Venne in maniera rumorosa, gridando il suo godimento. La baciai in bocca, lei mi ringraziò e mi disse che sapeva di avere dei capezzoli molto sensibili, ma pochissime volte aveva raggiunto l’orgasmo solo grazie a loro. Sorrisi anche io, piacevolmente sorpreso ed orgoglioso della mia performance. Lei mi fece sedere di nuovo sul divano e con studiata lentezza infilò le dita al bordo del suo perizoma e lo abbassò. Davanti a me avevo il più bel corpo che avessi mai visto: delle tette ho già detto, un ventre piatto e senza una smagliatura (la palestra dava i suoi frutti), più sotto una figa splendida, coperta da una folta ma morbida peluria rossa, ben curata. Ero al limite di sopportazione, il mio cazzo durissimo aveva prodotto una macchia molto ampia sui pantaloni.
La abbracciai così, avevo il viso all’altezza della sua figa e iniziai a baciarla e a leccarla. Era caldissima, bagnatissima; le feci mettere una gamba sul divano così potei leccarla con più cura. Aveva delle labbra molto pronunciate; un clitoride non molto grosso, ma che appena inidividuai leccai e succhiai con passione. Lei gemeva sempre più forte, mi tirava i capelli. Poi mi fece smettere; ero molto deluso perché volevo farla godere così con la lingua. Invece si inginocchiò e mi abbassò in un solo colpo pantaloni e slip. Il mio cazzo svettò dritto, duro e voglioso come non mai. Lo prese in mano delicatamente. Era bravissima, non era più lo timidona di qualche anno prima. Lo massaggiava delicatamente, ogni tanto se lo portava tra le tette e io dovevo fare ogni sforzo per non sborrare come un pivello. Speravo che anche la sua dichiarata (qualche anno primo) avversione per il pompino fosse passata: desideravo sentire la sua bocca sul mio cazzo. Ma non avvenne e io non insistetti.
Lei si alzò, si mise a cavalcioni su di me e se lo infilò dentro tutto d’un colpo. Fu una sensazione stupenda: era caldissima, bagnata all’inverosimile e anche abbastanza stretta. Iniziammo una scopata stupenda: lei mi cavalcava, io le succhiavo le tette e le massaggiavo il culo fino ad arrivare al buchetto posteriore. Venne un paio di volte serrando le cosce e contraendo i suoi muscoli vaginali che io sentivo aderire perfettamente al mio cazzo. Volevo sborrare anche io, non ce la facevo più, così le chiesi dove voleva che venissi; lei non rispose, mi tenne dentro la sua figa, continuò a cavalcarmi. Le dissi:
“sto venendo”, lei mi baciò, strinse le sue cosce a me e mi lasciò sborrare dentro di lei. La riempii, ne feci tantissima. Avevo avuto un orgasmo violentissimo, stupendo. Raramente avevo provato tale intensità.
Rimanemmo un po’ così, avvinghiati, il mio cazzo che si sgonfiava dentro di lei; poi ci stendemmo sul divano, fortunatamente abbastanza ampio. Io continuavo a massaggiarle le tette e finalmente parlammo.
“è stato fantastico le dissi; sei stupenda. Ho sempre desiderato fare l’amore con te e oggi me ne hai data la possibilità. Grazie”. Le dissi. Lei mi rispose:
“Da quando mi sono sposata ho ripensato spesso al nostro rapporto. Anche io desideravo fare sesso con te, ma non avevo il coraggio di chiamarti e di invitarti da me. Per fortuna che è successo. Però ti voglio dire che amo mio marito e che non intendo lasciarlo. Questa dobbiamo considerarla come il coronamento, anche se in ritardo, del nostro rapporto”.
Ero deluso, non tanto perché non intendeva lasciare il marito (io certo non la volevo come compagna fissa), ma perché volevo scopare di nuovo con lei. Glielo dissi e lei mi rispose, con un sorriso malizioso:
“Andrea (suo marito ndr) è via fino a mercoledì della prossima settimana. ” Capii che sarebbero stati 5 giorni di sesso infuocato. Ma questo lo racconterò un’altra volta. FINE