Ariana uscì dalla doccia come rigenerata.
Ci voleva qualcosa da bere e poi una bella pausa fatta di silenzio e riposo.
La partita a tennis l’aveva spossata, troppo intensa, troppo combattuta e soprattutto giocata senza preparazione adeguata.
I suoi ritmi collidevano con le performance sportive a cui si era sottoposta ultimamente, tra partite e palestra si sentiva spesso senza forza.
Nella sua bella casa arredata in stile moderno, dalla quale non si sarebbe mossa neanche sotto tortura per quel giorno, teatro della sua vita perfetta, senza intoppi, piena di amore dei suoi adorati bambini e del marito, si stese sul letto dalla piega sempre perfetta e si strinse nelle spalle.
Ci voleva un bel cocktail, qualcosa di leggero che potesse definitivamente spedirla nel mondo dei sogni ma dolcemente.
Un pensiero le baleno in testa, quando annoiata si stava scrutando il ventre. Pancia piatta, addome perfetto anche se un tempo il suo fisico aveva qualcosa in più da dire. Non che le sue tette avessero smesso di essere due calamite per gli uomini, anzi, tuttavia quella era una normale crisi che ogni tanto doveva affrontare. Nessuno restava giovane per sempre.
I giorni prima del matrimonio, intenta com’era a preparare tutto, anche se fortunatamente la mamma di Carlo le aveva dato una mano concreta, si era disabituata all’esercizio fisico costante e nel corso degli anni non aveva mai più ripreso quei ritmi costanti.
Da li lentamente scivolò nel tunnel dei ricordi, rammentando la frenesia dei preparativi, la timida goffaggine di Carlo, la sua gioia ed il grandissimo ricevimento fatto dopo il fatidico si.
In quel periodo si vedeva con Alessio, un quarantenne ragioniere sposato con la figlia dello zio di Carlo, una certa Lorena, bella ragazza ma forse troppo poco indipendente.
Lui era un uomo che le aveva fatto perdere la testa, alto, incredibilmente ben strutturato, con un aspetto sempre fresco e pulito, mascella pronunciata e capelli appena brizzolati.
Le sue mani erano un toccasana per la sua pelle nuda, e senza remore le si era concessa, senza mai provare il minimo rimorso.
Il matrimonio però era importantissimo per lei, amava Carlo prima di tutto, voleva diventare una sposa, vivere una vita da donna matura, da madre e moglie.
L’ultimo mese aveva praticamente trascurato Alessio fino a non vederlo più, e spesso si era interrogata sul futuro della loro relazione.
Un volta sposata le cose avrebbero dovuto necessariamente cambiare, e quel periodo poteva essere l’inizio perfetto per troncare progressivamente.
Il giorno fatidico, Ariana sposa sexy con tanto di velo bianco si presentò all’altare con un timido sorriso che non nascondeva la sua gioia e la sua emozione.
La cerimonia si svolse in maniera banalmente tradizionale, e di quei momenti, serbava una vaga cognizione.
Ben più nitide in lei erano le immagini di quello che avvenne dopo, al ricevimento tenuto presso un prestigioso Hotel, che aveva messo a disposizione la sua struttura solo grazie all’intervento del padre di Carlo.
Ovviamente, anche Alessio era presente, e nello squisito rispetto che manifestava, non accenno al benché minimo approccio con Ariana lasciandola tranquilla.
La ragazza dal canto suo, una volta legata a vita e tranquillamente accomodata al tavolo per consumare il lauto banchetto, avvertiva un desiderio morboso verso quell’uomo, l’uomo che l’aveva scopata in tutte le posizioni e che con lei aveva condiviso tanto.
Lo vide con la moglie tenerla stretta, baciarla, scherzare con gli invitati. Quella indifferenza ostentata era una logica copertura da attuare, ma ogni qual volta si presentava l’occasione lei cercò di attirare la sua attenzione.
La complicità era tale che presto Alessio afferrò che effettivamente c’era bisogno di 4 chiacchiere e di un chiarimento, e scomparve dal salone del ricevimento.
Ariana disse a Carlo che sarebbe andata a darsi una rinfrescata, e visto che il marito era impegnato con zii e cugini, si tranquillizzò, intuendo che non avrebbe avuto tempo per cercarla.
I corridoi erano sgombri, salvo qualche fumatore ed i camerieri.
In fondo vicino agli ascensori stava Alessio, che l’aspettava sorridente.
-Sei bellissima- le disse.
Lei ringraziò e gli fece un cenno, lui chiamo l’ascensore e senza dire nulla attesero che fosse al piano. Non c’era nessuno nei paraggi, si infilarono in modo da poter parlare indisturbati.
-Vai al 4, c’è la stanza riservata a me e Carlo, lì potremmo parlare-
Lui premette il tasto e la ragazza sorrise. Parlare si, chiarire quella era la giusta via.
-Ultimamente non lo abbiamo fatto molto-
-Mi spiace-
-Ariana non devi dire mai mi dispiace-
arrivarono a destinazione, e circospetti si infilarono nella meravigliosa suite matrimoniale.
Nella stanza da letto ariana si mise parzialmente in liberta, il vestito pareva soffocarla.
-Allora, cosa te ne pare? –
Lui scosse la testa-Sei stupenda-
Lei sorrise –No, del ricevimento! –
-Oh, fantastico, Carlo è uno in gamba, hai fatto una scelta azzeccata-
-Sai, ho scelto di non vederti proprio perché io la penso esattamente come te, non so se riesci a capire-
-Perfettamente, in fondo le cose belle non durano mai troppo a lungo, e forse è giusto così! –
-Pensi che tutto possa morire così-
-No, ma con la buona volontà si ottiene tutto. Sai, Lorena è incinta-
Gli occhi di entrambi si illuminarono, era quella la loro relazione, godere del bene anche se non condiviso da entrambi.
Lei si alzò per abbracciarlo.
-Tra noi, in un altro momento sarebbe andata in maniera diversa-lo baciò delicatamente e lui ricambiò.
Si fissarono, Alessio si trattenne dal baciarla ancora, pieno di desiderio per quella donna stupenda, ma che in fondo aveva una vita intera da vivere. Ma lei che proprio non era per gli addii tristi, e che per giunta era stuzzicata oltremodo dalla situazione si strinse a lui.
In quel momento, i propositi e la buona volontà naufragarono contemporaneamente, facendoli sentire come quando godevano del tempo libero assieme.
Alessio stava per accennare una risentimento, ma se ne guardò bene. Fissò le tette di quella meravigliosa femmina, appena consacrata e pazza di lui. Come poteva rifiutarla.
-E allora? Non vuoi essere il primo a scopare questa sposina? –
Alessio esaltato dalle brame di lei e da quel meraviglioso abito bianco la cinse e con la lingua prese a frugarle il palato.
Si strusciarono l’uno sull’altra, Ariana poggiò con decisione la mano sulla patta dell’uomo e lui stringendole in sedere con forza la esortava a massaggiare con forza, palpandola vigorosamente ed offrendogli l’inguine.
Lei tirò su il vestito e giù le mutandine lasciandole per terra, strinse il polso di Alessio e lo tirò verso il bagno.
Dentro richiusero la porta e senza indugiare ripresero ad esplorare reciprocamente i propri corpi, Ariana sedette sulla mensola in cui erano situati i due lavandini, tirò fuori le tette a fatica e le offrì alla lingua del suo stallone.
Lui le morse i capezzoli con vigore, la massaggiò strizzando ad intervalli irregolari quelle magnifiche poppe poi riprese a baciarla senza fermarsi.
Le mani della donna gli aprirono la cintura, via il bottone e giù la cerniera dei pantaloni. Era come estasiata, e si concesse un attimo prima di ammirare per l’ennesima volta il cazzo più bello che le fosse mai capitato tra le mani.
Era un pene di 24 centimetri, maestoso ed imponente, protagonista di tanti giochi e tanti paragoni.
Una gigantesca verga che stupiva anche per la voluminosità incredibile, un vero pezzo di carne pulsante in grado di appagare ogni voglia.
Lo masturbò ferocemente, anche se era già talmente duro da fargli male, il glande era bollente, come una corona sulla testa di un tronco.
Prepotentemente, conoscendola perfettamente, Alessio la fece smontare dalla mensola e la costrinse in ginocchio. Strinse il pene alla base e la colpì con lo stesso sulle labbra dando dei colpetti lenti e forti, poi ponendole l’enorme mano sulla testa la costrinse ad ingoiare quell’incredibile cazzo.
Lei pompò senza sosta, assecondandolo, cercando di soddisfarlo al meglio e di fare buon gioco di lingua attorno a quella cappella saporita, non appena le permetteva di riprendere fiato.
L’uomo prese a scoparle la bocca, con calma, senza nessuna fretta, lasciando che lei gestisse gli spazzi morti, mentre una incredibile quantità di saliva gli colava dalla cappella appena la bocca di lei si staccava dal manico.
Appagato da quel vigoroso preliminare, la invitò a rialzarsi, la sollevò di peso rimettendola sulla mensola e glielo puntò sulla figa ormai pronta ad accoglierlo.
-No aspetta Alessio, fermo-
-Cosa? -disse lui sorpreso
-Oggi è il giorno delle nozze, insomma, io credo tocchi a Carlo essere il primo lì oggi-
Alessio annuì.
-Meglio-le strizzò l’occhio e la baciò.
L’uomo si guardo attorno e non trovando di meglio prese del sapone liquido, ungendosene per bene l’uccello e le dita.
Ariana sollevò il bacino e trattenne il respiro. Sapeva bene cosa la aspettava. Quell’enorme cazzo su per il culo. Le prime volte che avevano provato ad avere rapporti anali c’erano volute creme adeguate e tanta pazienza.
Tra loro tutto era perfetto e spontaneo, quella soluzione nacque in un secondo, sena bisogno di perdersi in chiacchiere.
La fica preferiva darla solo a Carlo in quel giorno di festa, la strada alternativa sarebbe andata benissimo. Anche in quei momenti non poteva fare a meno di amare ed odiare il suo sposo.
A fatica, Alessio cominciò a farsi strada, senza strafare guadagnò centimetri, sino ad infilarle la cappella e parte del membro.
Spinse piano, poi sempre più forte. Ormai il culo di lei era abituato e non fece fatica a cedere.
I colpi si intensificarono, Ariana distrutta dal dolore a dal piacere si strizzava le tette, mentre il suo amante la perforava senza sosta, violentemente.
A Carlo il culo non l’aveva mai dato, ed a quel punto la cosa diventava improponibile. Il marito avrebbe potuto accorgersi che la strada era effettivamente troppo libera, ed insospettirsi.
-Oddio Alessio fa piano-disse tra un gemito e l’altro.
-Sei una puttana, guarda cosa ti fai fare appena sposata-
La ragazza sorrise e chiudendo gli occhi si abbandonò ormai fuori dal controllo.
Alessio notandolo la ridestò estraendo il cazzo di colpo.
-Vieni-
la prese per le mani e la spinse contro la porta, ordinandole di allargare per bene le gambe.
Ariana obbedendo poggiò le mani contro la porta e mettendosi a 90 gradi offrì il suo bel culo, contorcendosi in una danza improvvisata, con il vestito da sposa che era ricaduto creando un effetto molto sexy.
Lui la raggiunse, sollevò l’abito e riprese a pomparla con forza, senza sosta, senza darle tregua, schiaffeggiandole i glutei.
-Sei la migliore-
Il vestito da sposa non li ostacolava, ed anzi aumentava l’eccitazione di entrambi.
Un rumore, poi una voce ridestò i due.
-Ariana? -era Carlo, suo marito che era venuto a cercarla. Doveva essere passato troppo tempo.
Ariana si paralizzò, ed Alessio altrettanto allarmato rallentò la scopata, senza mai smettere del tutto.
La ragazza, da brava ex attrice modulò la voce in modo da rendersi del tutto normale, ma la presenza di suo marito ad una porta di distanza mentre si faceva inculare, le aveva praticamente allagato le cosce.
-Carlo si, è tutto a posto amore, ci sono problemi? –
-No è tutto ok, pensavo ti fosse sentita male- Carlo era alticcio e felice, al settimo cielo quasi.
Alessio tranquillizzato ridacchiò sottovoce e riprese a spingere, sentendo il culo della vacca che aveva infilzato muoversi pieno di desiderio. Le afferrò le tette e la scopò ancor più violentemente, pensando al povero sposo che ingenuamente pensava di aver trovato il paradiso in quella bella moglie. Ariana gestì la situazione con estrema tranquillità.
-Allora ci vediamo tra poco amore, scendo subito tranquillo-disse mentre i colpi la facevano sbattere avanti ed indietro.
-Va bene, dai che giù stiamo morendo dalle risate-
Era talmente ubriaco che non doveva essersi nemmeno accorto delle mutandine per terra.
I due sentirono la porta chiudersi e ridacchiarono, che bella sorpresa che gli aveva fatto Carlo, involontariamente li aveva eccitati entrambi oltremodo, concedendogli uno svago particolare.
La ragazza si drizzò sulla schiena e con il collo in torsione offrì la lingua ad Alessio che succhiandola con passione, la cinse per il costato sino quasi a farle male. Ripresero a scopare, i gemiti aumentarono, e lei sodomizzata e slabbrata da quel grande cazzo venne lanciando un urlo soffocato.
-Dio amore-
Lui si bloccò di colpo, aprì la porta e la spinse fuori dal bagno, dicendole di andare verso il letto, poi si sciacquò l’uccello per rimuovere le tracce del sapone e la raggiunse mostrando per bene l’arnese.
Di fronte a lei, come galvanizzato dal suo ruolo di maschio, riprese l’azione, piazzandole di nuovo il cazzo in bocca, per il secondo rapporto orale.
Lei felice lo leccò guardandolo negli occhi. Era il massimo succhiare quel bel palo che l’aveva appena scopata nel culo.
Il vestito era ridotto ad uno straccio, Alessio lo sottrasse alle calde labbra di lei, e chinandosi le sollevò l’abito da sposa per l’ennesima volta, poi con un ghigno le allargò le gambe.
-Mi spiace, sarò io il primo ad averti oggi-
Ariana si distese meglio mentre un largo sorrise le si stampava sulla faccia, era giusto, non poteva sottrarsi, lo voleva troppo.
Non disse no, ed anzi lo invitò movendo il bacino avanti ed indietro.
Lui la penetrò senza la minima difficoltà, e se l’esperienza del culo l’aveva fatta sognare, quel cazzone nella fica, sul letto delle nozze, con ancora l’abito da sposa indosso le provocò due orgasmi di fila, senza lasciarle un momento di respiro.
Era incredibile la potenza e la capacità di resistenza di quell’uomo.
Al diavolo suo marito al diavolo gli ospiti e tutto, avrebbe voluto restare lì per sempre a farsi scopare da quel cazzo meraviglioso, dimenticando ogni cosa.
Alessio ormai pronto si sfilò con la solita agilità, le montò addosso e la invitò a stringergli le tette attorno al membro.
L’uomo incominciò una spagnola furioso scopandole le tette a ritmo serrato.
I primi spruzzi le arrivarono sul collo, poi Alessio, si tirò qualche centimetro indietro strinse l’uccello tra le mani e masturbandosi diresse il getto su entrambe le tette della ragazza esausta.
Pareva non finire mai e la sborra calda le irrorò il petto ricoprendo il seno sinistro interamente.
Per fortuna, ebbe la lucidità di non centrarle i capelli od il vestito, evitando così macchie permanenti.
Restarono in quella posa un minuto scarso, il tempo gli era tiranno.
Lui l’aiuto a rialzarsi mentre lo sperma le gocciolava dalle tette e dal collo, la baciò e poi tenendola per la nuca la fece chinare a pulirgli l’uccello.
Lei leccò tutto senza fiatare e si diresse in bagno per accomodarsi.
Lavò via tutte le tracce e si rivestì.
La bocca probabilmente sapeva di sperma di Alessio, e questo le suggerì una cosa.
Evitò di lavarsi i denti e si fece dare una mentina dall’uomo.
Si salutarono e poi ognuno scese per conto suo.
Quando Carlo vide la sua splendida moglie, sorridente fece per baciarla, Ariana ricambiò e lo servì con tanto di lingua, satura, ma felice di concedersi quell’ultima perversione.
Baciare suo marito dopo aver ripulito il cazzo dell’amante.
Che troia che era, e che bei ricordi poteva vantare, quello e tanti altri affollavano la sua mente. FINE