Francesca e il gioco d’azzardo

Fausto amava il gioco d’azzardo, giocava veramente forte, spesso al di sopra di quello che il suo stipendio gli avrebbe permesso.
Aveva però anche vinto molto, molto denaro, una automobile ed addirittura una villa, non una casa moderna ma grande, dove lui, la moglie e i figli potevano ora vivere più che dignitosamente.
Aveva più volte organizzato delle partite di poker a casa sua, e quella sera stavano giocando lui, un imprenditore della zona, una specie di boss, anche quello della sua città, ed un suo amico.
La posta del piatto era salita in modo vertiginoso, ed ora sul piatto c’erano più di settanta milioni.
L’imprenditore ed il suo amico avevano già abbandonato, ed in gioco rimanevano solo lui ed il boss.
La regola era chiara, la copertura doveva essere fatta al momento, niente pagherò, e lui aveva un’ottima giocata, un bel full d’assi con re.
Cercò di rilanciare con il denaro che gli rimaneva, cinque milioni, ma il boss con noncuranza rilanciò di altri dieci, a quel punto avrebbe dovuto arrendersi e lasciare tutto a lui, ma lui aveva già trenta milioni in quel piatto, e non voleva lasciarceli.
“Non sono in grado di vedere” disse Fausto
“Allora il piatto è mio” rispose il boss.
“Aspetta, così mi rovini, e stai bluffando, le mie carte sono ottime… ”
“La regola la conosci, i soldi devono essere sul tavolo”
Uno dei gorilla del boss, vedendo come procedevano le cose disse scherzando:
“Perchè non ti giochi tua figlia? ”
La figlia di Fausto si chiama Francesca, ha da poco compiuto 21 anni, ha un fidanzato, è alta circa un metro e sessanta, minutina e forse un pochino troppo magra, ma con uno splendido visino e un dolcissimo nasino all’insù, e quella sera, al contrario del fratello e della madre era in casa, al piano di sopra, assieme al fidanzato.
“L’idea mi piace, con tua figlia copri la puntata, se vinci ti prendi il piatto, se perdi, perdi i soldi e tua figlia è mia fino a domani mattina”.
“Se pensi che io arrivi addirittura a far pagare i miei debiti a mia figlia… ”
“Prendere o lasciare” lo incalzò urlando il boss.
Molto a malincuore salì al piano di sopra a fare la strana richiesta alla figlia, non senza avere lasciato naturalmente il suo amico a guardia delle carte.
La trovò in camera sua assieme al fidanzato che studiava.
Con lui aveva già fatto del sesso, ma lui non era uno stallone, ed entrambi erano molto religiosi, quindi le effusioni si limitavano al petting, e solo in due occasioni erano arrivati al rapporto completo.
Fausto spiegò alla figlia che non poteva assolutamente perdere, la mano era sicura, non c’era problema, lei serviva solo per coprire la puntata, niente altro.
Dopo un po’ lei accettò, in cambio della promessa che il padre non avrebbe mai più giocato, ed anche di un quarto della vincita, da impiegare per i preparativi delle future nozze con il fidanzato.
“Vestiti in modo un po’ stuzzicante e scendi di sotto, è importante che tu sia giù”
Al piano di sotto si trovavano ora i due gorilla del boss, il boss stesso, il fidanzato di Francesca e gli altri due giocatori.
Quando Francesca scese era splendida, aveva un vestitino bianco sopra il ginocchio, calze autoreggenti velate bianche, e scarpe con tacchi di qualche centimetro, anch’esse bianche, ma l’insieme la rendeva particolarmente arrapante.
Il boss le disse:
“Per favore signorina, salga sul tavolo”
“Per quale motivo? ” chiese Francesca?

“è la regola, i soldi, o contratti, o qualsiasi cosa serva a coprire il debito deve essere sul tavolo”
Il padre, con lo sguardo basso e vergognandosi annuì.
Lei si sentiva un oggetto mentre saliva e si sedeva al centro del tavolo con la tovaglia verde.
La scena, umiliante per Francesca appariva eccitante per tutte le altre persone presenti nella sala.
Il boss cercò di allungare le mani verso le gambe di Francesca, ma lei rispose in modo brusco che non aveva ancora vinto, ordinandogli di tenere le sue manacce a posto.
“Signorina, sedendosi sul bel mucchietto di denaro su questo tavolo lei accetta di essere lei a coprire la posta, cioè se suo padre perde lei sarà mia per il resto della nottata, a mia completa disposizione, completamente ai miei ordini, lo capisce? ”
Francesca rispose di sì, a bassa voce.
Si vergognava, ma il fatto di essere vicina a prostituirsi, il rischio di perdere, la eccitavano.
Si decisero a mostrare le carte, Fausto sicuro di vincere, ma quando vide le carte dell’avversario quasi ebbe un infarto, quattro nove, un poker di nove, non poteva credere di aver perso con le carte che aveva in mano.
Il boss come prima reazione allungò di nuovo le mani verso le gambe della stupita Francesca, che non sapeva più che cosa fare.
Fausto si alzò in piedi e cercò di difendere la figlia, ma venne subito immobilizzato dai gorilla del boss.
“I debiti si pagano”
Il boss vedendo la reazione di Fausto ordinò ai due gorilla di legare Fausto e il fidanzato di Francesca a due sedie.
Il boss le disse:
“Credo che ora ci divertiremo Francesca, ed è giusto che suo padre e il suo fidanzato non si perdano lo spettacolo”
L’amico di Fausto cercò di andarsene, ma venne fermato dal boss,
“resta pure, vedrai che ti divertirai”
Il boss prese a palpeggiare la nostra Francesca, che era ancora seduta sul tavolo, infilandole la mano tra le gambe e nelle mutandine, facendole aprire bene le cosce in direzione del padre e del fidanzato, che nel frattempo erano anche stati imbavagliati.
Poi il boss la fece scendere dal tavolo e la fece inginocchiare, abbassandosi la patta e tirando fuori l’uccello.
“Succhiamelo troietta, datti da fare”
E Francesca prese a soddisfare il boss con la bocca, come aveva già fatto più volte con il suo ragazzo.
I due gorilla si misero ai lati di Francesca e tirarono anche loro fuori il cazzo dai pantaloni.
Subito Francesca si tirò indietro e disse che non voleva fare questo anche a loro.
“Tu questa sera devi solo ubbidire” le disse il boss,
“o vuoi che ce la prendiamo con il tuo fidanzato? “.
Lui era legato, inerte, e dal tono Francesca capì che il boss non stava scherzando.
Prese a spompinare tutti e tre i cazzi che aveva di fronte, a turno, e a fare seghe a quelli che non aveva in bocca.
Le tolsero il vestito, lasciandola in biancheria intima, un bellissimo completino bianco di pizzo.
Le tolsero anche quella e lei rimase nuda, in preda agli sguardi di tutti quegli uomini.
Il boss fece cenno anche all’imprenditore e all’amico di Fausto di partecipare.
“Mi piace fare dei regali agli amici, fate come se fosse la troia vostra”.
L’imprenditore non se lo fece ripetere e, mentre Francesca veniva sdraiata sul tavolo e il boss si preparava a scoparsela si liberò dei pantaloni e infilò il cazzo già duro in bocca a Francesca.
L’amico di Fausto, per l’amicizia verso il padre e per tutti gli anni che conosceva Francesca non voleva, anche se il cazzo ormai l’aveva duro anche lui.
“Vuoi che ce la prendiamo con il tuo amico? ” disse uno dei gorilla, e anche lui allora cominciò a divertirsi.
La bella Francesca si era eccitata come una cagna a subire umiliazioni e insulti, che soprattutto da parte del boss e dei due gorilla piovevano copiosi.
Il boss non ebbe alcuna difficoltà ad entrare nella lubrificata fighetta, e dopo qualche minuto di pompaggio venne, riempiendola di sborra.
Appena uscì il primo dei gorilla prese il suo posto, ma il suo cazzo era di dimensioni davvero impressionanti, e sembrava che non potesse assolutamente entrare nel minuto corpo di Francesca.
Mentre tutti i maschi passavano per la figa della ragazza il boss non mancava di umiliare ulteriormente il padre ed il fidanzato della giovane.
“Guarda tua figlia, si da fare con cinque cazzi alla volta, poche troie lo farebbero”
I cazzi si scambiavano tra figa e bocca, instancabilmente.
Dopo esserle venuti tutti in figa i cazzi ricominciavano a prendere consistenza, così la fecero mettere a novanta gradi, con il busto appoggiato sul tavolo verde, presero del sapone e le lubrificarono il buco del culo.
Lei si mise ad urlare che era vergine li, e non voleva assolutamente essere sodomizzata.
Per tutta risposta il boss la inculò senza tanti complimenti, mentre uno dei gorilla la teneva ferma.

“Ora hai una figlia rotta in culo, oltre che puttana”
Disse il boss all’indirizzo di Fausto.
Anche Fausto ed il fidanzato di Francesca però si stavano arrapando vedendo la ragazza che veniva adoperata da quei maschi senza alcun riguardo.
Di nuovo tutti e cinque passarono anche per il suo buchetto posteriore, e non senza dolore da parte di Francesca.
Se il cazzo del gorilla era enorme davanti figuriamoci dietro.
Mentre veniva inculata uno, l’imprenditore le venne in bocca dicendole di bere tutto, e lei, ormai sottomessa agli ordini dei cinque non lasciò cadere nemmeno una goccia.
Finito il giro nel buco posteriore uno dei cinque si sdraiò a terra e la fece sedere sul proprio cazzo, e dopo poco lei si sentì spingere per le spalle, quindi sentì un cazzo affacciarsi al buchino posteriore.
La montarono un po’ in tutte le posizioni, e chi non era all’opera si preoccupava di far notare al fidanzato ed al padre della ragazza quanto lei fosse troia e perfettamente a suo agio con tutti quei cazzi da gestire.
Passarono più di tre ore prima che fossero soddisfatti.
Quando i cinque cazzi furono irrimediabilmente mosci per l’ennesima volta il gorilla superdotato disse
” e a lui, solo guardare? ” facendo cenno al fidanzato
“in fondo questa baldracca diventerà sua moglie, noi gliela abbiamo aperta per bene, e ora anche lui dovrebbe godersene i frutti”
Il boss disse a Francesca di slacciare la patta del fidanzato, e lei obbedì senza fiatare.
Il cazzo saltò fuori come una molla, tanto lo spettacolo della sua ragazza che si abbassava a farsi chiavare senza pudore lo aveva eccitato.
Come da ordini lo prese in bocca, ma era tanto eccitato che venne quasi subito e il boss le disse di bere.
Durante i loro rapporti orali lei si era sempre rifiutata di farsi venire in bocca, ma questa sera ne aveva già bevuta tanta…
continuando a succhiarlo anche dopo l’orgasmo il cazzo non diventò neppure moscio, e riprese subito il suo assetto da battaglia.
La fecero alzare e la sollevarono letteralmente, calandola poi sul cazzo dritto del fidanzato, ancora legato ed imbavagliato, e lei prese a muoversi, per accontentare anche lui.
L’amico di Fausto, che era di casa andò nella stanza accanto e prese la videocamera del padrone di casa, e rientrò nella stanza filmando al ragazza che aveva addosso solo le calze e le scarpe, a gambe aperte mentre si faceva fottere dal fidanzato, attorniata da uomini nudi.
La sollevarono di nuovo impalandola poi nel buchino che il fidanzato non aveva mai avuto il piacere di usare.
Quando capirono che il ragazzo stava per venire la sollevarono di nuovo e le fecero riprendere il cazzo in bocca, filmando la scena.
“Ora tocca al tuo papà” disse il boss.
“NO, QUESTO NO!!! ” disse Francesca
“con mio padre no”
“Se non ubbidisci prima picchiamo il tuo ragazzo, che è già legato, poi passiamo a tuo padre, e ti assicuro che i miei ragazzi ci sanno fare”
A questo punto lei prese ad armeggiare con la patta del genitore, che non avrebbe certo voluto far questo, ma lo spettacolo cui aveva appena assistito aveva arrapato anche lui, quindi il cazzo era già bello duro.
Dovette lo stesso constatare che la bocca della figlia era davvero un posticino molto accogliente, e legato com’era non poteva fare assolutamente niente per evitare l’incesto.
Anche con lui Francesca dovette fare come con il fidanzato, e tutta la procedura fu filmata.
Erano passate le cinque del mattino quando finì l’orgia e il genitore e il fidanzato di Francesca vennero liberati.
La videocassetta era già sparita dalla stanza e si trovava nell’automobile del boss.
Francesca era in cucina a preparare un caffè per i suoi scopatori e lo dovette servire a tutti nuda, indossava solo un cortissimo grembiulino, che rendeva la cosa ancora più umiliante.
Lo spettacolo arrapò di nuovo uno dei gorilla, che senza tanti complimenti la fece inginocchiare e le disse di fargli una pompa.
Fausto reagì, ora poteva parlare, ma il boss lo fermò e disse
“non vorrai che tua moglie sappia quello che è successo questa notte, hai venduto tua figlia. Ricordati la videocassetta”.
Francesca fece il pompino, e venne di nuovo inculata sul divano dal gorilla.
Quando il tipo le venne nel culo e uscì il suo povero sfintere non riuscì a richiudersi, e i suoi aguzzini le ordinarono di rimanere alla pecorina sul divano, alla vista di tutti finché non se ne fossero andati.
Quando tutti se ne furono andati e lei rimase sola col padre non riuscì a spiccicare una parola.
Poche ore prima era una brava ragazza, ora era solo una puttana.
Il boss disse che ci sarebbero state parecchie serate come quella nel futuro di Francesca, e che sarebbe potuto diventare un affare molto redditizio.
In cambio delle sue prestazioni nessuno avrebbe visto la cassetta registrata quella sera. FINE

About A luci rosse

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