La porta si è appena chiusa. Ora sono solo, nudo, disteso sul letto. In questo momento le sue gambe staranno scendendo elegantemente le scale mentre io sono qui ad immaginarla, ancora pieno di voglia. Guardo le lenzuola sfatte dalla passione. Alcuni peli risaltano nel candore del tessuto. Suoi? Miei? Sicuramente nostri, e questo basta. Il cuscino è intriso ancora del suo profumo. Lo annuso. Che voglia pazzesca che ho di lei. Sono irrequieto, voglio ancora sentire il suo corpo caldo, il suo respiro affannoso. Mi guardo, mi immagino insieme a lei. Osservo il mio dito. è ancora bagnato dal suo nettare. Lo annuso e mi ci perdo. Quel odore è una droga per me. Il profumo dell’orgasmo della mia dea mi annienta. La voglio. Continuo ad ispirare profondamente il suo odore. Il mio membro si è violentemente risvegliato. Le tempie mi pulsano, la bocca secca, la voglio, la voglio. Ora le telefono e la faccio tornare qui. No, non posso, sta andando al lavoro. Ma come posso trattenere il mio desiderio? Inspiro ancora. Potrei morire d’amore per quella donna. Sono come un animale in gabbia. Mi alzo dal letto, il membro rigido sobbalza ad ogni mio passo. Poi mi siedo sul bordo, guardo la sua foto. Annuso ancora. Immagino il mio dito che lentamente sale lungo la gamba, le tocca lievemente i peli, per sentire se sono bagnati. Ora si fa più audace, le sfiora le labbra, scivola facilmente sui suoi umori. E calda, tanto calda. Spinge appena appena e subito si sente avvolto dal tepore di quella rosa delicata. Spinge ancora e questa volta si sente risucchiato. Ora è dentro. Oscilla molto lentamente, ed esce nuovamente. Ora sale piano piano. Ecco, l’ha toccata. La piccola clitoridina rosa è li, che implora attenzione. Si piccola mia, sono arrivato. Si conoscono da tanto. Entrambi sanno ciò che vogliono. Lui comincia a girarle attorno, la corteggia, e a lei questo piace. Quando le si strofina addosso lei freme insieme alla sua padrona. Lui si fa più audace, la tocca con più forza, ma sempre delicatamente. La piccola clitoridina si leva in punta di piedi pronta a gridare il suo piacere. “Oh, mio dolce compagno”. Ora non capisce più nulla, si sente stordita, la sua padrona grida e si contorce dal piacere, ed il povero dito ha un bel daffare a non perderla di vista. La piccola clitoridina adesso è tutta bagnata di felicità. Il suo amico dito le gira lentamente intorno, ma non troppo vicino, lo sa bene che in questi momenti lei è tanto tanto sensibile. Le da un ultima lieve carezza prima che il suo padrone lo allontani da lei. “Ciao mia dolce compagna”, “Ciao mio bel ditino”.
Suona la porta. Mi alzo di scatto. Sono ancora nudo, eccitato. Guardo dallo spioncino. è lei, è tornata. “Ciao, spero che non ti arrabbierai se sono di nuovo qui, ma stamattina ho troppa voglia di te”. Mia dolce dea, lo sapevo che avresti avvertito il mio desiderio, entra e fammi ancora morire d’amore. Eh già, oggi per ditino e clitoridina è proprio una giornata fortunata. FINE