Incontro

Dopo avere risposto – inutilmente – a decine di inserti di vari giornali specializzati e dopo avere io stesso pubblicato decine di inserti (per i quali qualche risposta ed incontro ho avuto – e un paio di questi incontri meritano anche di essere raccontati, cosa che prima o poi farò – ma non del tipo che io cercavo), mi decisi ad affrontare la situazione in modo diverso.

Telefonai ad una società di Firenze che prometteva di mettere in contatto, per dieci volte, gente che voleva scopare con gente che voleva scopare. L’impressione telefonica fu buona, così inviai la “modica” cifra di lire 500. 000 e restai in attesa.

Ricevetti diverse telefonate di donne sole. In due occasioni mi decisi ad incontrale ed entrambe lo volte scopai, ma non era quello che cercavo. Io volevo situazioni trasgressive, porche, senza alcuna complicazione sentimentale o altro. Le due, invece, erano state lasciate dai mariti ed in qualche modo cercavano surrogati. Volevano senz’altro scopare (una quasi mi violentò), ma in modo per me normale, senza alcun gusto.

Ero abbastanza incavolato, perché avevo chiarito bene alla società di Firenze quali erano i miei gusti. Scopate trasgressive e porche senza problemi. Niente donne innamorate o altro.

Ero ormai rassegnato, quando all’improvviso mi telefonò un uomo. Ottima la presentazione:
“Siamo marito e moglie, Io 50 lei 45. Io commercialista, lei maestra elementare. In buona salute, puliti, normale costituzione fisica, di gradevole aspetto. Io e mia moglie abbiamo deciso, insieme, che farebbe piacere ad entrambi se lei scopasse con un altro uomo alla mia presenza. Io non parteciperò, resterò solo a guardare”.

Una situazione di cui avevo sempre sentito parlare mi si presentava per la prima volta come possibilità concreta!

Dov’era il trucco? Mercenari? Grassoni? Brutti? Gente pericolosa? Ricattatori?

Ero molto diffidente. Lui deve essersene accorto perché sembrò dare voce ai miei pensieri e così concluse:
“Vogliamo essere sicuri di avere a che fare con una persona seria. Così ci sei stato presentato dall’agenzia di Firenze, ma vogliamo prima accertarci che tu lo sia. Abbiamo figli, viviamo in un piccolo paese, abbiamo una posizione sociale di un certo tipo e non possiamo rischiare. Per questo motivo vorremmo prima conoscerti e poi, se tu piacerai a noi e se mia moglie ti piacerà, potrete scopare. Sempre in mia presenza, però”.

Uahoooo! Sembrava che tutte le mie condizioni fossero da loro già conosciute.

“Ok, per me va benissimo. Quando e dove possiamo incontrarci? “.

Fissato a brevissimo l’incontro, mi presentai al casello autostradale indicato. Per telefono avevo avuto modo di parlare con lei, che in questa sede, per convenzione, chiamerò Anna. Aveva una voce normale, emozionata ma normale. Sembrava una voce giovane, più giovane dei 45 anni indicati dal marito. “Oddio, e se di anni dovesse averne 55? E se il seno fosse completamente sceso? E se le gambe avessero tane vene varicose e cellulite? E se ….. ”

Ero terribilmente curioso ed eccitato. Ebbi un’erezione che durò da quando salii in macchina fino all’arrivo. Al casello scesi e, come indicato, aprii un certo giornale come segno di riconoscimento. Dopo un si avvicinò un’auto con due persone a bordo. Sì, lui aveva i baffi, era brizzolato, magro ed alto. E lei era di piacevole aspetto, bionda ossigenata, seno abbondante (un po’ cadente, ma grosso), molto truccata, con unghia e labbra rosso fuoco.

Dopo le prime presentazioni ci spostammo in macchina al centro della città. Ci sedemmo ad un bar e prendemmo un aperitivo. Ci conoscemmo meglio. Lui ripeté tutte le condizioni e concluse che in effetti sembravo proprio una persona seria, per cui dipendeva solo da sua moglie e da me.

La Signora disse che le piacevo ed anch’io affermai lo stesso. Così il marito disse:

“Ok, allora fate un giro in macchina da soli così avrete il tempo di conoscervi meglio”.

Facemmo un lungo giro in macchina solo noi due. Io guidavo e parlavamo del più e del meno. La sua famiglia, i figli (tre), il lavoro (mio), vacanze, ecc. Non ebbi il coraggio di toccarla, anche per rispettare gli accordi con il marito, che voleva essere presente alla scopata.

Diciamo la verità: fui un vero imbranato. Tant’è che appena tornammo il marito chiese:
“Com’è andata? “.
e lei:
“Bene, ci siamo conosciuti”.
“E cosa avete fatto? “.
“Niente. Abbiamo solo parlato, ci siamo conosciuti meglio”. risposi io.

Il marito diventò un diavolo.
“Ma come. Non avete fatto niente? Ma quand’è che le metti le mani addosso? Che cosa aspetti? Non abbiamo molto tempo. Sbrigatevi, datevi da fare, insomma”.

Rimasi come un cretino, ma la scossa fu salutare.
Tornammo in macchina e questa volta, appena entrati, le dissi di togliere mutande e reggiseno, cosa che lei fece con gioia.
Le ordinai di toccarsi la figa e i capezzoli, mentre io guidavo lungo la statale e rallentavo per farmi raggiungere e superare dai camion. Qualcuno non si accorgeva di nulla, ma altri si rendevano subito conto di cosa lei stava facendo e allora giù colpi di clacson, gesti con le mani, frenate.

La cosa mi eccitava da morire. Pensavo di poter fare un incidente da un momento all’altro. Con la mano destra le strinsi le labbra della figa, strizzai il clitoride, la penetrai. Le mie dita, bagnate dei suoi umori, penetravano ora la mia bocca ora la sua. Ero davvero eccitato, ed anche lei lo era. Cominciò a dirmi di quanto era troia, di come le piacesse prenderlo nel culo, di come le piaceva leccare la sborra.
Io le dissi che a me piacevano le situazioni strane, trasgressive, di esibizionismo. Le dissi che avrei voluto tagliarle i peli, metterle una benda sugli occhi, stringerle i polsi con un foulard e poi accarezzarle la figa, il culo, le labbra, il seno. L’avrei penetrata con un cazzo di gomma, l’avrei massaggiata con un olio profumato che avrebbe agevolato la penetrazione anale. L’avrei scopata in ascensore, su una spiaggia deserta (sapendo benissimo che le spiagge non sono mai deserte e che qualcuno ci avrebbe visto), in un bosco (idem come prima).

Mi disse che aveva sempre immaginato di fare queste cose esibizionistiche, ma che non aveva mai avuto il coraggio di provare.

Detto fatto. Tornammo in centro. Prese le mutande e il reggiseno, ma le impedii di indossarli.
“No cara, adesso giochiamo”, dissi io, ormai sicuro di me.

Il marito ci venne incontro e fu molto contento quando ascoltò la “relazione” di come ci eravamo conosciuti e del fatto che lei non indossasse né reggiseno né mutande. Gli dissi che avevo in mente qualcosa di carino. Ci allontanammo e gli spiegai cosa volevo fare. Sulle prime fu molto contrario:
“No, no, e se qualcuno dovesse chiamare i carabinieri? “.

Cercai di spiegargli meglio cosa volevo fare e in che modo. Perché mai quel qualcuno a cui avrei mostrato Anna si sarebbe dovuto rivolgere ai carabinieri? Convenne con me che la cosa era fattibile e che i rischi che comunque correvamo (e che davano molto più pepe all’incontro di una normale scopata, anche anale) potevano essere affrontati in modo ragionevole.

Anna, però, non seppe quali erano i miei piani.

Lei ed io cominciammo a passeggiare per le vie della città. Il marito seguiva poco distante.

Era un sabato mattina di luglio. Eravamo in una città di mare, ma eravamo molto distanti dalla spiaggia, per cui tutti erano vestiti in modo normale. C’era molta gente in giro per i negozi. Anna non passava inosservata. Gli altri mariti, in particolare, erano assorbiti dalle sue tette e dal fatto che fossero così bene in mostra. Anna aveva solo una camicetta trasparente e i capezzoli si potevano vedere benissimo.

Solo qualcuno più esperto, e con qualche metro a disposizioni rispetto alla moglie, poteva osservare il culo, coperto alla vista solo da una gonnina di cotone leggero, e chiedersi: “ma le porta le mutande? Che mutande sono, se sembra proprio che non le porti? “.

Infatti non le portava, ma questo era un dubbio che loro non potevano risolvere.

Mentre camminavamo strinsi a me Anna. Potevo quasi essere suo figlio. Le chiesi se era eccitata e mi rispose di essere bagnatissima e che non vedeva l’ora di scoparmi. Nello stringerla sentii il suo capezzolo sul mio braccio, cosa che aumentava ulteriormente la mia eccitazione. Ogni tanto facevo passare il mio braccio sul suo fianco e le sfioravo il culo. Anche con la gonnina e riuscivo benissimo a sentirle la pelle nuda.

Entrammo di nuovo in bar, ufficialmente per comprare un gratta e vinci, ma in realtà solo per mostrarla ai presenti, che in effetti se la scoparono con gli occhi.

Questo stato prolungato di eccitazione è stato un qualcosa di fantastico.

Intanto giravamo per negozi ed io cercavo il posto giusto per realizzare ciò che avevo in mente. Ero stato molto sicuro con il marito, ma in effetti anch’io avevo un po’ di timore. Non volevo correre rischi, così cercai con molta attenzione. Era una cosa che avevo letto alcuni anni prima su una rivista di lettere erotiche e che mi era talmente piaciuta che, a distanza di anni, la ricordavo ancora. E adesso avrei potuto anche realizzare!!!

Finalmente mi sembrò di aver trovato il posto giusto.

Entrammo in un negozio di scarpe. C’era gente che provava scarpe da tutte le parti, ma c’era anche un giovane commesso libero. Mi affrettati a bloccarlo, prima che un’altra signora lo impegnasse. Era perfetto per il mio piano. Occhiali, lentiggini, magrolino: sembrava decisamente imbranato.

Ok. Andiamo, dissi tra me e me. Anna si sedette e chiedemmo delle scarpe viste in vetrina. Il ragazzo andò e le posò ai piedi di Anna, la quale precisò, su mia richiesta, che aveva male alla schiena e che non poteva piegarsi. Il ragazzo rispose che non c’era alcun problema e che avrebbe provveduto lui stesso.

Si piegò, tolse una scarpa ad Anna – che nel frattempo aveva posato il piede su una sorta di sgabello e aveva allargato le gambe – e cominciò a provarle la nuova. Era rimasto perplesso per un secondo, ma poi aveva ripreso immediatamente.

La scena andò avanti per tre o quattro paia di scarpe, ed ogni volta il secondo durava sempre di più. L’ultima volta impedii ad Anna di stringere le gambe e la lasciai così alla vista del ragazzo, ormai imbambolato.

Il marito di Anna, intanto, guardava dalla vetrina ed il suo viso era diventato più rosso dello smalto di Anna.

Dopo un po’ mi accorsi che anche altre persone stavano seguendo la scena, per cui presi Anna ed uscimmo.

Anna mi abbracciò forte e mi baciò. Mi assicurò che era bagnatissima e che voleva scopare con me subito, in qualunque luogo. Anche il marito si avvicinò e mi fece i complimenti, dicendo che non aveva mai visto niente di simile

Io feci finta di controllare tutto. Assicurai che lo avevo già fatto in un’altra occasione (mentendo spudoratamente) e che si poteva fare di meglio. Quindi conclusi che avevo una gran voglia di scopare Anna.

A questo punto fu il marito a prendere in mano la situazione. Salimmo tutti sulla loro macchina. Lui guidava davanti e noi due dietro. Le chiesi di farmi un pompino mentre lui guidava e lei eseguì con gioia. Devo dire che era una gran troia, perché fu uno dei pompini più belli della mia vita. Mi succhiò il cazzo in un modo esagerato, mi leccò la cappella, il buchino, l’asta, le palle, le cosce.

Il marito intanto guidava e guardava, mentre io con la testa reclinata all’indietro toccavo il culo di Anna. Penetrai con un dito la sua figa e poi, con lo stesso dito, le bagnai il culo. Lei continuava il pompino ed io iniziai a penetrarle il culo con il mio dito medio.

All’improvviso il marito sterzò per una stradina secondaria. Ci disse di scendere e di passare sui sedili davanti. Fu una vera fortuna, perché io stavo per esplodere di sborra e per esperienza sapevo che se riesco a controllare una sborrata (cosa che in questo era avvenuta non per mia scelta ma perché ero stato interrotto dal marito) poi ho bisogno di molto tempo per poter sborrare.

Lui scese dalla macchina e si mise poco lontano.

Con un sol colpo le tolsi camicetta e gonna. Eravamo tutti e due troppo eccitati per i preliminari. La montai subito ed iniziai a chiavarla furiosamente.

Lei gemeva, sussultava, ripeteva frasi oscene.

La chiamai troia, puttana, vacca, zoccola.

Con un dito la penetrai ancora nel culo, mentre le davo colpi di cazzo furiosi.

Lei venne subito, felice, beata, sorridente.

Io dovetti continuare ancora per altri colpi, sempre più forti, fino a quando saltai fuori per riempirle l’ombelico ed il seno di sperma.

Mi allungai sul mio sedile soddisfatto.

Con sommo piacere, però, mi accorsi che non era finita.

Lei, infatti, aveva iniziato a raccogliere lo sprema con le dita e se lo passava sulle labbra e sulla lingua. Mai visto niente di simile!!!

O meglio, visto sì, ma mai trovato una che davvero lo avesse fatto con me. Qualcuna, su mia insistenza, aveva provato, ma non era mai andata bene. Erano schifate. Provavano qualche secondo e poi basta. Comunque erano i qualche modo costrette e poi lo facevano controvoglia e questo mi toglieva ogni briciolo di eccitazione.

Anna no. Si vedeva che le piaceva.

Allora mi alzai sul sedile. Presi con le dita dello sperma dall’ombelico e lo spalmai sui capezzoli.

Mi chinai su di lei e cominciai a leccarle i capezzoli coperti dal mio sperma.

Anche lei restò piacevolmente sorpresa, perché mi prese la testa e mi tirò a sé.

Ci baciammo appassionatamente, con le lingue sporche di sperma.

Leccai tutte le sua labbra, il collo, di nuovo la lingua, il seno.

Eravamo in preda ad uno stato di estasi totale.

In seguito ho scopato tante altre volte con Anna, ma questo fu l’incontro più eccitante e quello ricordo più volentieri.

Continuiamo a vederci ancora adesso (sono passati 6 anni e lei ormai ha 51 anni) e spesso diciamo, insieme al marito, che ci piacerebbe incontrare altre coppie con gli stessi gusti. Chissà se questa lettera può servire allo scopo.
Ciao e a presto. FINE

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Un commento

  1. Ci sono un sacco di foto su questo sito di quella modella che fa la copertina di questo racconto. Ma chi è?

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