Pazzo per Mary

Io e Mary ci conoscemmo una sera in pizzeria, la presentazione la fecero degli amici in comune, una conoscenza come se ne fanno tante, quella sera ero particolarmente giù di corda visto che ero appena stato piantato da una tizia di cui oggi ricordo a fatica il nome, inevitabilmente il discorso caddè su questo e così scoprì che anche le veniva da una esperienza analoga, era davvero carina Mary, capelli biondo cenere, un po’ cicciottella ma forse proprio per questo con un’aria estremamente sexy, mi parlava ma io non potevo fare a meno di “poggiare” gli occhi sul suo enorme seno, “sarà almeno una quinta” pensai convinto, nonostante fosse così grosso era evidentemente sodo e avvolto da un toppino che sapientemente lo valorizzava. Ben presto lei si accorse che la mia concentrazione veniva condizionata da quello spettacolo che avevo davanti a me e quando mi trovai ad alzare gli occhi incontraì un sorriso splendido e malizioso che fece crescere le palpitazioni del mio cuore e non solo!
Ero davvero eccitato la mia attenzione adesso era solo per lei, la guardavo, le parlavo, le sorridevo e lei mi rispondeva con sorrisi arrapantissimi! Alla fine della cena mi assentai per andare in bagno e dopo 2 minuti lei mi raggiunse,
“sai che sei molto simpatico” mi disse subito, “anche tu e sei anche molto carina” le risposi, mi avvicinai e la baciai, il contatto con il suo corpo ebbe su di me un effetto dirompente, “qui ci vedono tutti e poi chissà che pensano” disse, la pizzeria era deserta c’eravamo solo noi e i nostri amici che ci aspettavano al parcheggio, la feci entrare nel bagno degli uomini, e subito cominciai a toccare quelle enormi tette, il bagno faceva veramente schifo, puzzava di piscio ed era strettissimo, “non devi fare la pipì? ” mi incalzò lei, ” Si, ma ti sembra che ci riesco in queste condizioni? ” le dissi mentre le mostravo la patta dei pantaloni che sembrava stesse scoppiando da un momento all’altro, lei abbassò lo sguardo e senza dire nulla cominciò a sbottonarli, prese in mio cazzo e cominciò a fare lentamente su e giù con due dita, io allora le misi la mia mano fra le coscie, spostai le mutandine e le infilai prima uno e poi due dita nella sua fica che era bagnata come poche volte mi era capitato di sentire nella mia vita. Lei cominciò a gemere, il suo volto in breve divenne paonazzo, continuava a far scivolare sempre più velocemente la sua mano sul mio cazzo, ad un certo punto si interruppe, mi liberò completamente dei pantaloni e vidì la sua chioma bionda che lentamente scendeva verso il basso, vidi la sua dolcissima lingua appoggiarsi sulla mia cappella che sembrava in fiamme, sempre lentamente percorse in quel modo tutta l’asta del mio pene che, ne sono certo, non era mai stato così duro, poi spalancò quella splendida bocca e se lo infilò fino in gola, potevo sentire le pareti della sua bocca che aderivano perfettamente al mio cazzo, incominciò a far roteare la sua lingua intorno alla cappella, non ce la facevo più, le appoggiai una mano sulla testa per tenerla ferma come si fa con le troie e cominciai a scoparla violentemente in bocca, sentivo che andavo troppo in fondo e che rischiavo di soffocarla ma non me ne fregava niente, le riversai un fiume di sperma in bocca che in parte bevve e in parte sputò, un rivolo del mio nettare le rigava il volto mentre mi fece uno dei suoi soliti sorrisi porchi.
Insistetti per accompagnarla io a casa, ma era chiaro che non era quella la mia intenzione, senza che ci fosse bisogno di dire nulla mi diressi verso il mare, solo a ripensare a quello che era successo in pizzeria il mio cazzo si inturgidì immediatamente, era estate ed era una serata particolarmente calda così proposi una passeggiata sulla spiaggia, erano circa le 3 di notte e c’erano solo i trattori che la sistemavano la spiaggia per il giorno successivo, aspettammo il passaggio del trattorista e poi mi avvighiai nuovamente a lei. Adesso avevo decisamente voglia di scoparmela, la feci sedere sul bordo di un pedalò e senza dire una parola le tolsi le mutandine mentre lei estraeva con voracità il mio uccello dai pantaloni, lo infilai immediatamente in quel forno grondante e voglioso che era la sua fica, cominciai a stantuffarla con forza, ad ogni mio colpo corrispondeva un suo gemito, le sue mani stringevano le mie chiappe, sentii le sue unghie affondare nella mia carne, sentivo il suo orgasmo attraverso il suo corpo tremante, in breve il mio pene era zuppo del suo piacere.
Volevo comunque sentire ancora la sua bocca, lei accolse il mio cazzo fra le sue labbra come un paese accoglie un suo eroe, spruzzai quasi immediatamente sulla sua faccia, in parte finì anche sui capelli, le ricordaì la scena di tutti pazzi per Mary e ci facemmo un sacco di risate.
Da allora non l’ho più lasciata. FINE

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