La mia ragazza mi ha finalmente convinto ad andare al mare con lei. Un pomeriggio notai che non mostrava alcun segno di disomogeneità dell’abbronzatura dovuto al costume. Dopo una breve esitazione, dovuto forse alla domanda sciocca, le ho chiesto come mai non aveva il segno del costume. Con spontaneità mi ha risposto che lei e sua madre andavano al mare in un campo per naturisti. Dopo alcune insistenze mi sono fatto convincere ad andare con loro.
Partiamo per il mare e, mentre siamo in macchina un pensiero mi assale: la macchina sembra più leggera. Era stupido come pensiero ma mi opprimeva facendomi sentire in imbarazzo. Non mi vergognavo alla vista della mia ragazza come mamma l’ha fatta bensì della stessa. La madre ha 39 anni ben portati, un fisico asciutto, capelli lunghi biondi raccolti a coda di cavallo dietro la nuca, occhi scuri ed i tratti del viso molto marcati, bellissima. Se devo trovarle un difetto, dovrei rilevare l’abitudine a portare abiti aderenti che fanno risaltare le sue curve. Non era la prima volta che mi eccitavo alla vista di quella piacente donna. La figlia malgrado indossasse un vestito ampio che nascondeva molto, potevo intuire il suo seno generoso ma ben proporzionato ed un corpo più dolce di quello della madre. Così come più dolci erano i lineamenti del suo viso.
Arriviamo in questa cittadina. Marta entra nella mia camera e m’invita a prepararmi per recarci in spiaggia. Porta dei jeans strappati. Le disegnano il sedere e le gambe come neppure un pittore saprebbe fare. La maglietta bianca, un bianco candido che riflette la luce dei suoi occhi. Non indossa reggiseno e, probabilmente, neanche le mutandine. Ora arriva la parte più imbarazzante della circostanza.
Dovevo svestirmi. I miei pensieri sembravano andare al rilento e, in men che non si dica, le due donne si erano già denudate. Poso il mio sguardo sulle loro intimità e le vedo chiare e ben delineate, tali da farmi eccitare. Il mio stimolo sale in modo esponenziale e la madre se n’accorge. Lo noto dal fatto che ha posato il suo sguardo sul mio pacco. Si avvicinano ulteriormente e, mentre la madre pensava alle gambe, la figlia mi toglieva la maglietta. Prendiamo per un po’ il sole e, nel contempo, ammiro le loro passere che, sotto la luce violenta del sole, diventano ancora più belle. Sono custodite dalle loro gambe che, periodicamente, si allargano per farla respirare. Stanno diventando bagnate per il calore del sole. Marta e la madre si erano appisolate sulla sdraio.
Continuo la mia osservazione del paesaggio circostante e vedo una bella ragazza, presumibilmente straniera. La mia ragazza, era vicinissima a me ma questo non m’impedì di ammirare ed apprezzare la bella straniera. Aveva un bel corpo, seno di una quarta misura circa, glutei tondi e sodi e cosce lunghe e muscolose. Un bel corpo sodo ed atletico probabilmente frutto di qualche attività sportiva. Si gira dandomi le spalle e riesco a vedere la sua bella passera rosa che sbuca tra le sue gambe che sembra soffocare dalla stretta feroce. L’ammiro ancora e, dopo un quarto d’ora circa, si alza ed entra in acqua. Ebbi prova che era un’abile nuotatrice quando la vidi in acqua.
Mi giro verso Marta, le afferro la testa, baciandola con passione notando la madre ancora addormentata. Poi la mia bocca è scesa sul suo petto. Piano con la lingua mi sono insinuato tra i suoi generosi seni fino a raccogliere nella mia bocca il suo capezzolo duro. Il suo lento abbandono tra le mie braccia era il segnale del suo desiderio. Senza staccare le mie labbra dalla sua pelle sono sceso lentamente con la mano verso il suo pube. Giocando con le dita affondai la mia mano, seguita dalla testa, tra le sue cosce spalancate come i cancelli del cielo. Le ho leccato piano il clitoride; poi con vigore. Ho continuato fino a quando con il bacino spinto in avanti mi ha quasi soffocato.
“Non potevate aspettare almeno stanotte” ci disse la madre appena svegliata. Decidiamo di farci un bagno nell’acqua calda, che fin da subito, carezzava i nostri corpi nudi e le onde ci cullavano dolcemente come si fa con un bambino piccolo. Sento il contatto con la mano della madre che mi sfiorava il basso ventre in ricerca del mio fallo. Ora l’ha accolto stringendolo dolcemente tra le sue delicate mani. Altre volte noi tre abbiamo flirtato insieme ma questa volta non sembra come tutte le altre. Anche la figlia si unisce alle maliziosi toccate e fughe della mano della madre. Sentirsi conteso da due donne: la mia fidanzata e la madre, mi rende eccitato ed imbarazzato nello stesso tempo.
Questi istanti passano velocemente come se fossero pochi secondi! Il pomeriggio volge al termine e noi rincasiamo lentamente. Io mi butto sul divano mentre Marta si siede sulla poltrona davanti a me. Poi solleva le sue gambe sulle mie, si sdraia di lato ed infine le allarga con fare provocante. Unico ostacolo erano le mutandine che si era messa al ritorno che facevano lo stesso traguardare il suo tesoro. Mi sdraio un poco e mi avvicino alla sua bocca eccitato dalla vista. La bacio, con dolcezza e desiderio. Con una mano le slaccio i bottoni automatici della camicia. Sposto il tessuto e le carezzo un seno, poi l’altro. La mia lingua indugia sui capezzoli, poi in basso all’attaccatura, poi in mezzo. Alterno la lingua alla bocca, i baci alla lingua. Le succhio un capezzolo, poi l’altro. Il suo respiro accelera un poco. Piccoli gemiti le escono dalla bocca. Scendo e mente le bacio i seni e poi il ventre armeggio sulla chiusura dela sua mini di jeans. Tira in dentro la pancia per aiutarmi sollevando il bacino perché io possa abbassarle la chiusura lampo della mini. Rimane sdraiata sul divano con la camicetta totalmente aperta e con le sue mutandine.
Mi siedo tra le sue gambe e la tocco. Una mano le carezza il seno mentre l’altra le carezza piano la mutandina sopra la fessura. Sento i suoi umori bagnarle le labbra e gli slip. Geme e si succhia voluttuosamente un dito. Tocco le pareti della sua grotta, spostandole gli slip. Il centro morbido e setoso della sua libidine. Mi scongiura di leccarla ed io l’accontento. Abbassa così le sue mutandine tenendole ancora sulle gambe e portandole dietro la mia testa. La lingua s’insinua in lei mentre con le dita le divoro il corpo. Appena prendo tra le labbra il clitoride, si lascia travolgere. Mi abbassa così i pantaloncini seguiti dai boxer. Voglio bere il suo piacere, dissetarmi alla fonte della sua lussuria. Gode piano. Come un onda lunga del mare. Un crescendo di passione che le scuote le membra. Sul punto massimo del suo piacere le metto il mio pene sul portone della gioia. Affondo in sol colpo. Comincio una danza lenta, ritmata dal suo respiro, poi più forte, veloce e profondo. Geme silenziosamente. Si perde dentro la sua voglia di godere. Mi perdo dentro la mia voglia di lei. Sento la mia pelle bruciare. Sento il suo orgasmo partire dalla sua mente. Spingo più forte e finalmente inondo il suo ventre della mia natura. I suoi muscoli mi catturano e le spinte del mio piacere si uniscono alle sue. Un orgasmo raggiunto insieme. Violento ed intenso. Come fosse il primo della mia vita. Come fosse l’ultimo della sua.
Restiamo lunghi attimi così, io dentro di lei. Poi ci stacchiamo e restiamo in silenzio. Ognuno ad assaporare quegli attimi. Ci ricomponiamo e con la coda dell’occhio vedo la madre che ci spiava dall’uscio della camera. Marta ed io usciamo per una passeggiata romantica. Andiamo sugli scogli in cui le onde s’infrangono dolcemente. Mi siedo con la schiena poggiata al sasso che di giorno è rovente e di notte freddo come il ghiaccio.
Lei si siede davanti a me, con la schiena srotolata sul mio petto. Comincio a carezzarle i capelli. Le bacio la testa e lei si abbandona tra le mie braccia. Infilo le mani sotto la maglietta e le afferro i seni. Le bacio il collo mentre gioco con i suoi capezzoli turgidi di brezza e desiderio.
Con fatica la slaccio i jeans ed infilo una mano sotto. Non si era rimessa gli slip, sorpresa piacevole ed inaspettata. Sento i suoi muscoli contrarsi per permettere alla mia mano di scendere più in basso. Piano arrivo vicino alla radice dei suoi pensieri.
Le dita frugano tra le pareti del mio orgoglio e le allargo la fessura, poi infilo un dito nella sua carne. Il suo desiderio è chiaro come la luce della luna. I suoi umori accolgono le mie dita. Posso sentirne il sapore attraverso la pelle. Il respiro accelera, rotto da gemiti. Si solleva. Si toglie la maglietta ed i jeans e si avvicina a me. Resto seduto e lei mi offre la sua natura ed il suo amore. La lingua si sazia avidamente dei suoi odori e della sua carne. Il clitoride rimbalza tra la mia lingua ed il mio labbro.
Solleva una gamba e la poggia sulla mia spalla. Così che posso esplorare meglio il suo piacere. L’orgasmo arriva insieme con un’onda leggera. Il rumore dell’onda che s’infrange accompagna il suo urlo di piacere. Un orgasmo poco intenso ma lungo un’eternità. La afferro e la faccio sedere su di me. Marta è così dolce. Mi ama. Mi offre il suo corpo come riparo per le mie paure.
Facciamo l’amore con la gioia di farlo. Io penetro in lei per sentirla mia. Lei mi prende in bocca il desiderio per sentirmi suo. A volte mi chiede d’essere dolce.
A volte mi supplica di sbatterla con furia. Stiamo bene insieme. Non potrei farne a meno.
Si eccita mentre le bacio il collo e i seni. Vibra quando con la lingua indugio tra le labbra per poi urlare quando le afferro il clitoride. È dolcissima quando vuole essere puttana. È puttana quando vuole farmi godere con dolcezza.
Sapiente nel ritardare il mio momento prolungando il piacere dei nostri corpi.
Quando le sollevo il bacino per penetrarla da dietro mi offre il suo paradiso senza freni.
È mia, lo è stata e lo sarà fino a quando lo vorrò, fino a quando mi permetterà di crederlo. FINE