Oggi è proprio una strana giornata, ho voglia di fare sesso, da questa mattina, e la voglia, pur passando le ore non si placa.
Decido di chiamare Paola, lei non sa dirmi mai di no!
Il telefono suona a vuoto; nessuna risposta. Riprovo dopo alcuni minuti, stessa cosa.
Mi spazientisco.
Decido, dopo aver pranzato di andarla a cercare a casa direttamente.
Quando arrivo mi accorgo che non è sola in casa, infatti, sul balcone, vidi un uomo, intento a sistemare la grondaia ormai rotta.
Cerco Paola, la trovo e, senza tanti preamboli, ci conosciamo da ormai 20 anni, da quando insieme demmo l’esame per la patente, le ficco la lingua in bocca, fecendole capire immediatamente di cosa avevo bisogno.
Come ben sapevo, non si tira indietro, anzi ricambia, e dopo pochi minuti siamo nella sua camera, nudi nel letto, con lei che mi tira un fantastico pompino.
Passa poco e mi sento pronto a penetrarla, la metto alla pecorina, e, senza nessuno sforzo lo infilo nella sua figa già abbondantemente lubrificata dai suoi umori.
Incomincio a pompare, e lei, come al solito, incomincia ad urlare senza ritegno. Io sono comunque tranquillo, perché la casa di Paola è in piena campagna, e quindi nessuno può sentirla.
Dopo qualche minuto, pieni di foia entrambi, sentiamo tossire alle nostre spalle, mi si gela il sangue nelle vene!
Mi giro di scatto e vedo l’uomo della grondaia, sulla porta della camera che ci osserva divertito ed eccitato.
Non avevo fatto caso al mio arrivo di come fosse fatto. Era alto circa 1 metro e 85, abbronzato, muscoli definiti, senza un filo di grasso, avrà non più di 30 anni. Un bell’uomo, ma soprattutto grosso, muscoloso e forte. Cerco di cacciarlo intimorendolo con parole forti, ma questo non gli fa nessun effetto, anzi lo fa incazzare molto. Temo per Paola, ho paura che possa succedere qualcosa di grave.
Lui si avvicina, intanto vedo, attraverso i pantaloncini corti che indossa, una erezione spaventosa, che non mi fa presagire nulla di buono.
Cerco di fermarlo, lo spingo lontano, ma non serve a nulla, al terzo tentativo di avvicinamento a Paola, stanco della mia difesa, mi prende per un braccio, mi fa rigirare su me stesso, e mi storce il braccio fino quasi a romperlo, mi butta sul letto, vicino a Paola. Sono dolorante e spaventato, lui invece si sente un gigante; noi siamo nelle sue mani.
Si abbassa i pantaloncini, ne esce una nerchia fantastica, non avevo mai visto un cazzo così lungo, ma soprattutto grosso.
Ci prende entrambi per i capelli e ci obbliga a leccarglielo, prima Paola poi io. Non lo avevo mai fatto, e perciò mi sentivo goffo, ma la paura e la vista di quell’arnese in bocca a Paola, fecero il resto.
Ben presto mi ritrovo a spompinare, come se fosse mia abitudine, quel cazzo sconosciuto, e la cosa è pure arrapante.
Senza ormai ritegno, incomincio a leccargli le palle, completamente depilate, poi l’ombelico, il torace i capezzoli, quando arrivo al collo, lui si gira e mi ficca la lingua in bocca, così ci limoniamo per un po’, mentre Paola continua con la sua solita perizia a spompinare lo sconosciuto.
In preda ad una foia mai vista, Giorgio, così si chiama, mi rigira di colpo, sono come un fuscello nelle sue mani, incomincia a leccarmi il buco del culo, e dopo averlo ben bene lubrificato incomincia la prima penetrazione anale subita della mia vita.
è meno doloroso del previsto e ben presto mi ritrovo il tarello di Giorgio che mi trapana il culo, facendomi godere come non mai, aiutato da Paola, che, anche se non più da protagonista, riprende a leccarmi il cazzo.
Andiamo avanti tutta la giornata e la sera. In tre e a vicenda facemmo di tutto, godendo come pazzi e arrivando a notte inoltrata davvero sfiniti.
Da quel giorno, quando ci sentiamo soli, io Paola e Giorgio, sappiamo come fare per non annoiarci e per godere del nostro sesso. FINE
