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Mora con autoreggenti e calze blu sdraiata sul letto

Cercasi Felicità (6 di 8)

—Franco ti aspettiamo in camera, ma prima devi lasciarci un po’ di tempo— si era raccomandata Simona appena rincasati e a lui non gli era rimasto che spogliarsi e scendere subito in sala lasciando le due sorelle sovraeccitate.

—Vado a campionare il filmino di oggi pomeriggio, ci impiegherò forse un paio d’ore— le aveva quindi fatto sapere uscendo dal room box, e dopo per aver spento la luce s’era ritrovato in una avvolgente luce soffusa. Simona si era avvicinata a Francesca seduta sul bordo del letto abbracciandola dolcemente, e dopo averle fatto scivolare le mani lungo il corpo aveva risposto al marito.

—Buon lavoro amore— La ragazza indossava ancora il vestitino celeste prestatole dalla sorella e stava li seduta sul bordo del letto incapace di prendere l’iniziativa. Tornò nuovamente a baciarla sul collo

—Allora sorellina domani voglio farti subito provare l’inginocchiatoio— le disse aprendole il vestitino sulla schiena.

—Che cos’è?— chiese Francesca gonfiando il seno con un lungo sospiro ansioso che divaricò i lembi del vestitino celeste sulla schiena.

—E’ un inginocchiatoio dove tu stai ferma e…— accennò Simona facendo scivolare ai lati il vestitino celeste liberando il bel seno dai duri capezzoli che si offrì in tutta la sua bellezza. Francesca sorrise

—Cosa ci fanno, ci prendono tutte da dietro?— chiese ma al tocco delle labbra della sorella su di un capezzolo chiuse gli occhi balbettando

—Dimmi, in quella posizione, ce lo mettono nella passera o nel culo?— ma non ebbe nessuna risposta immediata perché Simona baciò il suo capezzolo sino farlo indurire.

—No, niente di tutto questo— rispose Simona dopo aver alzato lo sguardo e incrociato gli occhi di Francesca dalle fossette sulle guance squisitamente arrapate

—C’è da prenderlo in bocca, anzi ci sono tanti cazzi da succhiare— ammise Simona rantolando mentre i loro respiri si mescolavano furiosi assieme alle loro lingue già intrecciate ed arrotolate

—E lo sai di chi sono questi cazzi?—

—No, non lo so! Di chi sono questi cazzi?— chiese Francesca sempre più ansante mentre i loro corpi si stringevano sempre di più l’uno all’altro. Adorava sentire Simona anticiparle quei giochi senza il minimo cenno di una qualsiasi mal riposta pudicizia, e dentro di lei non avrebbe mai smesso di toccare e farsi toccare dalla sorella.

—Sono i cazzi di tutti! Tu ti metti li e aspetti che i maschi arrivino ad infilarti il loro uccello in bocca— spiegò ancora Simona baciandole il seno sinistro e accarezzandole il destro con un movimento concentrico attorno all’aureola fino a stuzzicarle il capezzolo con le dita; il secondo, invece, era già preda della bocca. Francesca alzò le braccia verso l’alto

—E c’è fila?— chiese già in preda al piacere provocato dalle mani della sorella che le stringevano i seni.

—Se sei brava… si!— rispose Simona smettendo di risucchiare, baciare e strapazzare con i denti i due capezzoli.

—E tu sei brava?— le chiese alzandosi un attimo dal letto per far cadere a terra il suo vestitino celeste ed aiutare la sorella a sfilarsi il suo. Simona si inginocchiò appoggiando la guancia sul pube depilato della sorella che profumava di eccitazione per le molteplici volte che durante la serata si erano bagnate al solo pensiero di iniziare, condurre un gioco arrapante.

—Si molto…— rispose Simona facendo scorrere un dito fra la fessura delle grandi labbra e del sedere —Sono molto ricercata, più della Cristina— sussurrò muovendo il dito con dolcezza.

—Sei modesta a quanto sento— la incitò Francesca adagiandosi sul letto a gambe aperte.

—Non quanto te— rispose giocosa Simona poggiando le labbra socchiuse sulla vulva arrossata e tenuta larga dalle mani di Francesca.

—E’ bellissima!— la lusingò agganciando gli occhi della sorella, felice di quelle attenzioni. Ma non volle perdere tempo prezioso e tornò subito ad insinuare la lingua nella vagina percorrendola per tutta la lunghezza finché non focalizzò la sua attenzione sul clitoride ormai gonfio e dolcemente iniziò a baciarlo, a succhiarlo, a mordicchiarlo leggermente sino a farla rantolare di piacere.

 

FINE

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