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Donna a quarantatre anni

Inizio col presentarmi il mio nome è Laura, sono una donna quarantatreenne, ancora molto piacevole come donna, bionda occhi celesti, seno piccolino una seconda misura, fisico ancora duro anche se provato, una figlia che è la fotocopia del mio ex marito credetemi davvero bella come lo era lui. Tornando al nocciolo del fatto che volevo raccontarvi, scusatemi se esordisco col dire che la vita nei miei confronti non è mai stata di larga mano, quasi c’è da pensare che se c’era da dare uno scappelloto a qualcuno io ero la preferita. la mia disavventura inizia quando avevo diciassette anni, conobbi un ragazzo di nome Alberto, stupendo alto 176cm occhi verdi capelli biondi carnagione chiara, fisico perfetto, aveva messo gli occhi su di me, questo aveva creato invidia da parte delle mie amiche, quando uscivo con lui non sfiguravo e come se uscissero due bellezze davvero da far girare sia maschi che femmine, nei primi tempi eravamo una coppia perfetta, belli giovani, e sembrava che fossimo fatti l’uno per l’altro. Le nostre famiglie si erano conosciute e sembrava che per ambedue non vi erano problemi, infatti con Alberto andavamo a scuola assieme, si studiava il pomeriggio e dopo si usciva eravamo diventati inseparabili, il nostro rapporto era diventato più intimo e non eravamo più amici ma una vera coppia.
Qualche pomeriggio che studiavamo a casa mia e mia madre usciva per fare delle compere, era l’occasione buona per scambiarci baci toccamenti vari, si facevamo del petting davvero avanzato, ma non ci spingevamo oltre, anche se io non mi sarei opposta a fare sesso completo, ma Alberto non si spingeva oltre.
Come sempre le cose belle durano poco, il padre di Alberto era stato trasferito a Roma e quindi tutta la famiglia si spostava nella capitale, ma noi ci giurammo eterno amore, ci alternavamo per incontrarci, Alberto veniva da me quattro volte l’anno e io altrettanto a Roma, cosi andammo avanti sino a quando Alberto si laureo, ma io non riuscivo a stare concentrata sullo studio e lasciai l’università. Avevo compiuto venticinque anni, quando mi sposai con Alberto, dopo che lui ebbe il posto in banca ma oramai dovevamo sposarci non potevamo continuare a stare lontani avremmo fatto delle rinunzie ma avremmo messo su il nostro nido d’amore avremmo rinunziato anche al viaggio: la cerimonia in chiesa con pochi parenti e dopo un pranzo, salutammo tutti e ci minimo in viaggio per raggiungere Roma, la nostra prima notte la trascorremmo in auto per raggiungere la nostra casa, passò anche la seconda notte e così via, ma di sesso nulla, si limitava sempre al petting, non riuscivo a capire come mai Alberto agisse in tal maniera, lo amavo gli chiedevo solamente le sue carezze, che mi coprisse di tenerezze. Trascorrevo le mie giornate sempre più piatte un giorno in via veneto un altro a piazza di Spagna e cosi via. Ora volevo che il nostro amore si completasse con un figlio, cosa che accadde non chiedetemi come ma se devo essere sincera, dovrei dire di averlo fatto da sola, si ero incinta dopo che avevo preteso un rapporto con mio marito, da quel giorno è iniziata la mia discesa verso il baratro, erano passati solo tre mesi e tornai dai miei genitori.
Loro mi accolsero ma vollero sapere il motivo per cui avevo lasciato Alberto, mentii loro dicendo che volevo che mio figlio/a nascesse nella mia città, mio marito mi chiamava ogni giorno e qualche volta scese a trovarmi mi prometteva mari monti ma appena tornava a Roma da sua madre tutto cambiava, solo allora mi resi conto che tra me e lui vi era un muro che dico muro una catena montuosa, era sua madre che voleva se non era d’accordo alla nostra unione non era meglio che parlasse prima? ma continuo a raccontarvi, subito dopo aver partorito una bimba stupenda, è iniziata la mia discesa del baratro, entrai in depressione, e chi sa cosa vuol dire depressione immagina le disavventure, a quello si aggiunse la malattia di mia madre che in sei mesi prosciugò i risparmi di mio padre, e non servi a nulla, lasciò questa terra. La mia situazione peggiorava di giorno in giorno, sino a quando si scoprì che io ero affetta di una disfunzione immunitaria, il dolore per me era come oramai riuscivo a sopportarlo benissimo se la mia mente era in condizioni ottimali, tanto che non facevo più ricorso agli antidolorifici con delle cure costose riuscii a riprendermi, il tempo passava e non mi rendevo conto di nulla, stavo perdendo gli anni più belli della mia vita, mia figlia cresceva, mio padre mi dava da vivere e badava sia per me che per mia figlia, la nostra vita non era più la stessa, qualcosa dentro me era cambiata, contattai mio marito e gli chiesi gli alimenti, che mi fissò in 1000000 al mese senza che decidesse nulla il tribunale, ora che cominciavo a stare meglio, dovevo dedicarmi un po’ a me al mio corpo che aveva perso il suo splendore, ma rimanendo lo stesso una bella donna, dovevo trovare chi mi aiutasse a portare avanti mia figlia e mi desse la tranquillità e l’amore che non avevo mai ricevuto.
Iniziai a avere contatti telefonici con una persona che dopo venni a scoprire che mi stava prendendo in giro era sposato, e non aveva nessuna intenzione di lasciare sua moglie, l’unico suo scopo era quello di portarmi a letto, era il secondo uomo che giocava con i miei sentimenti, distruggendomi nuovamente, i maschi questi bastardi, avrebbero dovuto pagare giurai a me stessa che nessun uomo mi avrebbe, più presa in giro e nessuno mai mi avrebbe fatto lo scherzo di ledere i miei sentimenti , ero di ghiaccio nessuno più mi avrebbe usata, anzi dovevo essere io ad usali a mio piacimento.
Entrai in modo casuale in un giro di persone che si contattavano telefonicamente, per formare delle coppie come si fa con i computer, (chat).
E iniziai a conoscer molta gente e come sempre succede l’inevitabile incontro, il mio primo appuntamento fu con un ragazzo di Roma che venne a trovarmi, ma non mi piaceva ne come uomo ne come amante, mi limitai a fare con lui una cena e null’altro, il mio numero di cellulare cominciò a girare e le chiamate che mi arrivavano erano tante, sino a quando decisi di accenderlo solamente in determinate ore del giorno, sino a quando non conobbi Giuseppe un uomo di 45 anni sposato che mi disse in maniera nuda e cruda che io forse gli interessavo come una donna da portare a letto, oltre quello non avrebbe potuto darmi oltre, in verità la sua verità non mi fece male, e con lui intensificai le conversazioni che divennero ogni giorno più intime, sino a quando non facemmo l’amore per telefono, la cosa fu bella, ma mi lasciò insoddisfatta mi resi conto che non cercavo un amore solitario, ma qualcosa di concreto che mi facesse capire cosa fosse l’amore fisico il sesso di dare e ricevere da chi ti sta vicino.
Dissi a Giuseppe che quel tipo di rapporto non mi piaceva e che avrei cercato un uomo che mi rendesse donna, anche se avevo partorito una figlia, non conoscevo realmente cosa fosse il sesso.
Giuseppe mi disse che era disposto a venire da me, per trascorrere un fine settimana assieme, mi chiese di prenotare una stanza in albergo a nome suo per il venerdì sera, e trovare un ristorante, dove cenare . Il giorno successivo feci in maniera di poter prenotare sia l’albergo che il ristorante, arrivò il venerdì e il pomeriggio andai a farmi una doccia, scelsi un vestito adatto all’occasione, e dissi a mia figlia che la sera non sarei tornata a casa, cosa che lei non accettò di buon grado e mi dimostro il suo disappunto alla mia decisione, ma ero decisa a portare in fondo la mia decisione.
Attesi la chiamata di Giuseppe, che non tardò ad arrivare, ci demmo appuntamento in un bar, dove ci saremmo incontrati per conoscerci . Lo riconobbi subito, ci salutammo e mi invitò a sedermi per prendere un aperitivo dove superammo le difficoltà del primo incontro, devo dirvi che era una persona simpaticissima aveva saputo rompere il ghiaccio senza alcun imbarazzo, finito l’aperitivo mi chiese se avessi prenotato in un locale dove si mangiasse il pesce, alla mia risposta affermativa disse di spiegare la strada dove si trovasse questo locale, appena giunti mi fece i complimenti per l’ottima scelta, sperando che la cena fosse di pari qualità, ci sedemmo e ordinammo, vi devo confessare che era un uomo di buon gusto, e molto furbo, dal mio bicchiere non faceva mai mancare il vino, che aveva scelto(un prosecco davvero d. o. c. ). la cena andava avanti in maniera meravigliosa, il ghiaccio era del tutto rotto. tutte le remore che avevo per lui erano svanite anche per merito de buon vino. finito di cenare andammo sul lungo mare per fare due passi, ci fermammo in un bar consumammo un amaro e dopo lui mi chiese se potevamo andare in albergo, gli feci cenno di si con la testa, e ci avviammo verso la macchina. Giunti in albergo ed espletati gli obblighi di rito salimmo in camera, lui fece moltissimo per non mettermi a disaggio, si avvicinò a me per baciarmi, anche se non ero una donna di primo pelo come età lo ero come esperienza, tremavo tutta, e lui tra un bacio e l’altro mi stringeva a se sussurrandomi parole dolci, e mi carezzava le spalle e dietro la nuca, saltare il fosso era davvero difficile ma la sua dolcezza la sua calma e la sua volontà di non farmi violenza mi spinsero a rilassarmi e portare a termine il nostro obbiettivo. Tra un bacio e l’altro inizio a cercare di liberarmi del mio vestito, lo pregai di spegnere la luce, cosa che lui fece repentinamente, si avvinghi nuovamente a me e riprese a baciarmi, continuando la sua opera di vestimento, sino a quando non mi denudò del tutto e mi stese sul letto, per svestirsi anche lui impiegò pochi attimi, e mi fu vicino sul letto, ricominciando a baciarmi , sul collo dietro l’orecchio, i brividi iniziavano a percorrere il mio corpo, ora cercava la mia bocca, che io non riuscivo ad aprire, sentivo la sua lingua che cercava di forzare l’ingresso facendo pressione sui miei denti, le sue mani percorsero i miei fianchi sino a sfiorare la base dei miei seni e risalire sino ai miei capezzoli che si erano induriti e appena li prese tra le sue dita la mia bocca si schiuse per emettere un rantolo di piacere, la sua lingua non perse l’occasione ch’egli venne data e cercava la mia lingua, che appena la tocco cominciò a roteare su dimessa sin a quando non mi lasciai pendere dall’eccitazione e risposi al bacio, ora sentivo le sue mani scivolare lungo il mio corpo in una carezza dolcissima e delicata dandomi delle sensazioni mai provate, sentivo il mio corpo rilassarsi sempre più sotto le sue carezze, i suoi baci, sino che mi sentivo annullata, oramai ero una sua preda, con la sua bocca iniziava a scendere sul mio collo per raggiungere i miei seni, con la lingua roteava sui miei capezzoli, sino non affondo la sua bocca su di uno e lo inizio a succhiare, i capezzoli erano irti sembravano delle fragoline a punta, la sua bocca passava da un seno all’altro il mio corpo non lo controllavo più era come una corda di chitarra che vibrava, in maniera incontrollata, dalla mia bocca iniziavano ad uscire rantoli di piacere, lui con la sua bocca scendeva lasciando un solco con la sua lingua che scendeva ancora più giù verso il mio ombellico, con le mani che erano libere, allargò le mie gambe e vi si posizionò in mezzo e continuò ascendere con la bocca sino a quando, non schiuse il mio sesso e vi si affondò con la bocca, la sua lingua percosse in tutta la sua lunghezza il mio sesso per risalire e fermarsi sul mio clitoride, che iniziò leccarlo e dare qualche succhiotto come se fosse un ciuccio di bimbi, alzai i fianchi e inarcai i reni era qualcosa di inverosimile che stavo provandoli piacere era immenso non riuscivo a controllarmi più oramai ero un serpente sotto di lui mi contorcevo dal piacere, stavo scoprendo tutto quello che era il godere solamente adesso, non sapevo se dovevo svincolarmi da lui, o se dovevo aggrappare la sua testa al mio sesso, non mi controllavo stavo impazzendo dal piacere stavo godendo? era questo il piacere che un uomo da ad una donna? queste sensazioni per me sconosciute, e che stavo conoscendo a 43 anni, avevo perso gli anni migliori della mia vita per colpa di quello che ritenevo il mio grande amore il mio principe azzurro. Giuseppe ara ancora con la testa tra le mie gambe, mi aveva afferrato per i fianchi, continuava a laccare e succhiare il mio clitoride credo che avrò goduto un infinità di volte, dalla mia bocca uscivano dei suoni incomprensibili, Giuseppe sempre con dolcezza si stacco dal mio sesso, tenendomi le gambe aperte, avvicinò il suo arnese, lo fece scivolare lungo il mio solco, lo portò vicino al mio clitoride, e ridiscese vero il mio buchetto, li si soffermò per qualche istante credo che facesse questo per inumidire il suo fallo, sino a quando non puntò il buchetto e in maniera continua premeva il suo fallo contro il buchetto del mio sesso, erano 20 anni che non entrava nulla li dentro ero nuovamente vergine, il dolore era grande e pregai Giuseppe di non farmi soffrire ancora e di toglierlo provavo troppo dolore, la sua pazienza era grande, ma la sua tenacia non era da meno, quando mi sussurrò all’orecchio che mi avrebbe penetrato tutto di un colpo e il dolore sarebbe stato unico, no voleva che io soffrissi tanto per quella penetrazione, puntò il suo fallo nuovamente e affondò dentro di me in un sol colpo emisi un grido di dolore che sicuramente sentirono in tutto l’albergo, ma lui non si mosse da sopra me mi sentivo piena sino all’utero, sentivo il suo muscolo pulsare era qualcosa di davvero inimmaginabile un uomo dentro di me mi stava facendo sua, io sentivo ogni pulsione del suo membro, mi sentivo impalata, non sapevo cosa fare cosa dire, quel momento di stasi dirò qualche minuto ora il dolore non predominava più sulle mie sensazioni, pregai Giuseppe di muoversi ora volevo sentire il suo fallo muoversi dentro di me, cosa che lui fece delicatamente s dava dei colpi sempre più lunghi sino a quando non usci in suo fallo da dentro me per poterlo affondare nuovamente, ma questa volta il suo ritmo era molto più veloce, sentivo il suo fallo sbattere contro l’utero, mi riempiva tutta e aderiva perfettamente al mio utero, i suoi movimenti erano veloci e iniziai a dire a Giuseppe che mi facesse sentire come godeva come mi avesse riempito del suo piacere, volevo percepire cosa si prova quando un uomo ti gode dentro.
Forse questo diede uno stimolo in più a Giuseppe che prese un ritmo di una trivella erano dei colpi uno dietro l’altro che non capivi più nulla, ad un tratto sentii il suo fallo che si ingrossava dentro di me il suo andar e rivieni oramai era incontrollato e dei getti caldissimi mi stavano riempiendo l’utero, la piamente era inebriata stavo godendo anch’io assieme a lui? So semplicemente che lui si distese su di me ed io non avevo neppure la forza di parlare, con il suo peso schiacciava il mio corpo, ma non stavo male ero frastornata, ma appagata, ora non volevo altro che riposare un po’ sentivo il bisogno riordinare le mie sensazioni volevo che fossi cosciente di tutto quello che non avevo avuto tutto quello che quel mammone del mio ex marito non mi aveva dato per colpa di sua madre, e mi aveva distrutto la vita sia fisicamente che moralmente che spiritualmente. Mi alzai dal letto per andare in bagno tutto il suo seme che aveva versato dentro di me mi stava scolando verso i glutei, appena mi alzai inizio a scendere verso le gambe feci di corsa e mi misi sotto la doccia, ma non mi sentivo sporca mi sentivo felice e mi stavo lavando quel liquido era appiccicoso e mi dava un po’ di fastidio forse non ero abituata a questo, e dovevo toglierlo dal mio corpo. finita la doccia tornai a letto Giuseppe, era sdraiato a pancia in su, vidi il suo fallo e era di dimensioni alquanto grande almeno per me visto che conoscevo solo quello del mio ex marito, e non avevo termini di paragone con altri, stava fumando una sigaretta, quando giunsi vicino a lui mi chiese se il fumo mi desse fastidio, gli risposi di no e mi stesi accanto a lui accovacciandomi un po’, lui mi cinse con il suo braccio, e mi chiese se mi andava di sospirarne un po’ con la testa feci cenno di no.
Giuseppe riprese a carezzarmi, o allungai la mano per prendergli in mano il suo fallo che in posizione di no erezione non riuscivo ad impugnarlo del tutto, con l’altra sua mano guidò la mia in un saliscendi sulla sua asta, che sentivo prendere consistenza sotto la mia mano, sino a quando non assunse una rigidità di un pezzo di legno, e per assumere un movimento migliorami poggiai sulle ginocchia e lo presi a due mani, e continuai quel movimento, lui con le sue mani mi prese la testa e cercò di dirigerla verso la sua asta, in verità non ero molto propensa a mettere in cocca quel grosso affare, ma lui sempre con i suoi modi delicati fece opera di persuasione, avvicinai la mia bocca a quella cappella di colore violacea, e diedi qualche piccolo bacio, dopo mi chiese di leccarlo, e infine di succhiarlo, che sensazione avere quella mazza dentro la bocca e dovevi stare attenta a no restare soffocata, ti riempiva tutta la bocca e tenerlo in bocca succhiarlo , leccarlo era qualcosa che mi dava piacere, sentire tra le mani quella mazza così dura e lunga e ad esser sincera come sapore era davvero gradevole da avere in bocca, e alternavo tra il succhiare cercando di metterne dentro il più possibile sino a toccare le tonsille, o leccare quell’asta sino alla radice, Giuseppe a queste mie alternanze dava dei colpi di reni per darmene di più di quello che io riuscivo a mettermi dentro, il mio saliscendi ora era più ritmato provavo piacere, nel tenere quella mazza in bocca e volevo dare piacere anche a lui, ad un tratto si stacco dalla mia bocca e mi sdraio sul letto, mi alzo le gambe e li poggiò alle sue braccia, e puntò nuovamente la sua mazza al mio sesso, e mi penetro d’un colpo, e devo confessarvi che la sua foga mi diede la sensazione che avesse raggiunto lo stomaco, e si fermò non si mosse, aspettava che io gli dessi il via per iniziare la sua danza dentro di me, chiesi a Giuseppe se riusciva a tenermi in braccio e pomparmi mentre io ero aggrappata al suo collo, non se lo fece ripetere due volte senza uscire da dentro me, si chinò su di me in maniera che potessi aggrapparmi al suo collo, tirai su le gambe e cinsi il suo bacino, lui con le sue mano mi teneva per i glutei e sentivo la sua mazza entrare e d uscire da dentro di me che era una goduria, si stavo provando delle sensazioni sempre nuove qualunque variante avevamo alla penetrazione per me era una novità, lui mi propose di penetrarmi da dietro e farmi sentire tutta maestosità del suo affare, gli risposi immediatamente che nel didietro non avevo neppure preso una suppostine e avevo paura del dolore viste le sue dimensioni, e diedi la mia indisponibilità a quel tipo di rapporto, lui mi disse che io avevo capito male e che lui mi voleva penetrare sempre nella mia passera, ma da dietro, mi adagiò sul letto sfilandosi da me, facendomi mettere in piedi nel laterale del letto e con le mani poggiate sul materasso, mi allargo le gambe quel tanto che bastava per penetrarmi e mi infilò dentro la sua mazza, iniziando a muoversi dentro di me sentivo il rumore delle mie chiappe che battevano contro la sua inguine, com’era bello sentirsi piena sino all’utero il tuo sesso allargato, da una mazza del genere, Giuseppe iniziò ad aumentare il suo ritmo voleva anche lui godere, io non sapevo più quanti orgasmi mi avevano travolto, forse era un orgasmo a ogni suo affondo, ad un tratto mi disse che voleva godermi in bocca, voleva vedere il suo sperma, riempirmi il viso la bocca, estrasse il suo fallo dal mio sesso, e si mise davanti a me e con le sue mani continuò a fare quel movimento di saliscendi, sino quando vidi aprire quella bocca e uscire uno schizzo di liquido caldo che somigliava al latte colpirmi in faccia e lui con le mani cercava di colpire la mia bocca , dalla sua bocca uscivano dei gemiti, e incitamenti ad aprire la bocca per ricevere il suo piacere, cosi feci altri schizzi mi arrivarono sino in gola , rischiando di affogarmi per l’improvvisa quantità di liquido che mi trovai in gola e che per non soffocare dovetti inghiottire, il sapore infondo non era tanto sgradevole, lui continuò a passarmi la sua mazza sul viso come per spandermi, il suo liquido. il suo membro iniziava a perdere consistenza, e lui si distaccò da me e si sdraio sul letto, io andai nuovamente in bagno per lavarmi il viso e tornai a letto stendendomi accanto a lui, guardai l’orologio erano gia le due e trenta la notte era ancora lunga, quell’uomo mi stava dando la possibilità di conoscere il sesso, di sapere qual è il vero rapporto tra un uomo e una donna. Lui si era girato sul mio lato e aveva la sua mano sul mio seno, e giocherellava con un capezzolo alcune volte lo strizzava, il suo fare anche se mi procurava dolore era qualcosa di strano, il dolore si mescolava al piacere, lo lasciavo fare, le sue mani percorrevano il mio corpo senza trascurare alcuna parte di me era una qualcosa di piacevole, chiusi gli occhi per godere quelle carezze, e i brividi che mi provocavano, finalmente un uomo si dedicava a me regalandomi quelle sensazioni sconosciute.
Forse mi ero appisolata, aprii gli occhi di scatto, e vidi Giuseppe, che era sempre su un fianco che mi guardava, allungai una mano e gli feci una carezza sul suo viso, lui si chinò su di me e posò le sue labbra sulle mie che schiusi per sentire la sua lingua che cercasse la mia, istintivamente la sua mano scese verso le mie cosce per raggiungere il mio sesso, la sua mano cercava di farsi spazio, emisi un grido di dolore, mi stava facendo male, i miei peli del pube, si erano arruffati tra di loro, e con la sua mano li stava stappando, lui mi chiese sotto forma di scherzo, di raderli in maniera di essere più sexi e non avrei avuto quell’inconveniente, non ebbi neppure il tempo di riflettere un po’ che si alzò dal letto andò in bagno prese la sua truss da barba e ne tiro fuori la schiuma rapida e la spruzzo sul mio pube, dopo mi mise un cuscino sotto il mio culo, e mi allargo le gambe per spalmare meglio la schiuma, dopo prese una lametta e inizio la rasatura, portando a nudo il mio sesso, non mi lascio neanche un pelo, prese una asciugamani la inumidì e tolse qualche residuo di schiuma, prese una scema che aveva sempre nella sua truss, e la spalmò sul mio corpo finche non si assorbi del tutto, dopo mi invitò a guardarmi allo specchio per vedere cosa tenevo nascosto sotto quel ciuffo di peli, appena ci stendemmo nuovamente sul letto si avvicinò con la bocca al mio sesso e fece schioccare dei baci di quelli che fanno rumore dicendo che una passere come la mia, l’aveva avuta solamente a sedici anni, ma a quell’età non aveva l’esperienza del momento.
Dai baci passo a leccarmi con la lingua ma questa volta scendeva sino al mio buco e vi affondava la lingua la entrava e l’usciva come se fosse un fallo di dimensioni molto più piccolo del suo, per poi tornare sul clitoride, quando all’improvviso, scese più del dovuto e quando sentii quella lingua calda e umida sfiorare il buco del mio posteriore, ebbi in sussulto mi ribellai, dicendo che non volevo, lui con la sua flemma da fare invidi a chiunque, mi disse di lasciarlo fare, che mi avrebbe regalato delle sensazioni mai provate in vita mia, avevo strette le mie chiappe in maniera tale da renderle corpo unico, le parole di Giuseppe le sue carezze fecero breccia su di me e mi rilassai un tantino, lui torno a leccarmi il mio sesso con la lingua era davvero un maestro il mio desiderio aumentava, la mia mente si distoglieva da quel pensiero, inarcavo le mie reni, per sentire meglio la sua lingua che si alternava tre il mio clitoride e il buchetto, i miei umori scendevano in maniera continua verso il mio buchetto posteriore, e lo inumidivano, la mia mente era oramai a mille. quando lui scese con la lingua verso il buchetto posteriore, ebbi un sussulto ma questa volta non mi strinsi, lo lasciai fare quella lingua mi stava dando un nuovo piacere che era differente da quello provato sino a quel momento, anche se provavo quella nuova e strana sensazione rimanevo sempre sul chi va la no ero ancora pronta per quel tipo di rapporto, e pur vero che io in quella notte stavo provando, tutti i piaceri che sino al giorno prima per me erano sconosciti, Giuseppe con molta pazienza continuava la sua opera, con la sue lingua esperta, e sentiva sotto i suoi colpi, che ero in tensione, e non ero affatto rilassata, la sua astuzia fù quella di continuare senza forzare il gioco, il mio sesso era grondante di piacere, lui distolse le sue attenzioni dal mio posteriore e mi alzala gamba destra avvicino il suo sesso al mio, entrò dentro di me senza alcuna difficoltà, e inizio il suo movimento dentro di me io cercavo di rispondere colpo su colpo, ero come in trans, il piacere che ricevevo era davvero grande non riuscivo a controllare le mie sensazioni, per me era un orgasmo dietro l’altro, non so se il mio fisico avrebbe retto a tanto, intanto Giuseppe continuava a pompare dentro di me io non facevo altro che incitarlo, anche se dentro di me stava iniziando il fuoco, la sua mazza era come un trapano che non si fermava un momento mi stava gia pompando da un tempo che non ero in grado di stabilire ma abbastanza per me in quel momento, i miei orgasmi oramai diventavano come dei turbini non aspettavo altro che lui mi irrorasse col suo godimento no aspettavo altro e iniziai a chiedere a Giuseppe di godere stavo impazzendo volevo i suoi getti caldi dentro di me non volevo, il suo piacere che si fondesse con il mio in un unico godimento cosa che non tardò molto ad arrivare per Giuseppe che aumentando il suo ritmo, mi inondò dentro quei getti mi mandarono in uno stato idilliaco, oramai sfinita non avevo neppure la forza di alzarmi dal letto, ero stremata quest’ultimo amplesso mi aveva tolto ogni ultimo residuo di forza, e l’unica cosa che riuscii a fare fu quella di abbracciarmi a Giuseppe, e stringerlo a me.
Sicuramente cademmo in un sonno profondo, a svegliarci ci penso il sole che filtrava nella stanza, anche la nostra pancia reclamava, avevamo entrambi un certo languorino, guardammo l’orologio, erano le 12. 30, con Giuseppe decidemmo di farci un doccia, e andare al ristorante per pranzare, così facemmo, andammo allo stesso ristorante della sera precedente, dove Giuseppe mi fece servire dei frutti di mare, crudi, che ne sono ghiotta, in particolare le ostriche, e cosi via, come primo prendemmo delle linguine allo scoglio, non vi dico che delizia, come secondo un arrosto misto, sorbetto frutta, amaro, caffè, ci alzammo da tavola che erano le tre del pomeriggio, Giuseppe si fermò in una pasticceria, lasciandomi in macchina, tornando aveva in mano un vassoio, e due bottiglie di cui una di liquore e una di spumante. Facemmo due passi sul lungo mare, erano all’incirca le 17. 30 quando rientrammo in albergo, ci decimo consegnare le chiavi della camera, e ci avviammo nell’ascensore, Giuseppe, mi spinse col suo corpo verso l’angolo aveva le mani occupate, mi baciò sulla bocca, si era appena staccato quando si aprì la porta dell’ascensore, ci avviammo verso la camera che mi premurai ad aprire, nella stanza c’era un profumo di lavanda e di fresco infatti avevano rifatto il letto, andando in bagno notai che avevano cambiatole asciugamani, con Giuseppe togliemmo il copriletto, e ci mettemmo in libertà, presi la mia truss e andai in bagno, mi lavai i denti, e mi diedi una rinfrescata alla mia passera, e andai di la e mi stesi sul letto, anche Giuseppe andò in bagno e ne uscì dopo un po’, sicuramente anche lui si era dato una rinfrescata, e uscendo dal bagno ora mi rendevo conto delle dimensioni del suo sesso, che era davvero grande sia come lunghezza che grossezza, e lo sapeva usare anche bene.
Si stese accanto a me e parlammo un po’ del mio passato, spiegando la situazione che avevo vissuta e che mi trovavo a vivere. tutto ciò era per credere al grande amore.
Le mani di Giuseppe iniziarono a accarezzarmi, si girò verso di me inizio col baciarmi, nuovamente i seni, per dopo risalire alla bocca, le nostre lingue, si intrecciavano tra loro, le nostre mani, frugavano il corpo dell’altro, quando Giuseppe, si girò su se stesso e con la bocca iniziò a leccare il mio sesso, il mio viso fu sfiorato dal suo che iniziava a prendere consistenza, lo presi tra le mani e iniziai anche io a leccarlo e succhiarlo, lo sentivo ingrossare sotto le mie mani, prendeva consistenza sempre più sino a quando non diventò duro come il marmo, con la mia lingua ci giocavo e gli davo baci a quella bocca che quando facevo scendere la pelle più giù si apriva come se volesse dire qualcosa il piacere in me cresceva sempre più, non resistivo a quelle carezze lascive, che ricevevo dal mio sesso, dissi a Giuseppe che volevo essere penetrata sino in fondo volevo sentirmi riempita da suo sesso, lui non se lo fece ripetere che mi venne sopra e punto il suo pene contro le lebbra del mio sesso, e con movimenti dati dalla sua mano lo sentii che passava dal clitoride al buchetto sino che le piccole labbra si schiusero, e si affondo in me in un sol colpo, dalla bocca mi usci un grido di piacere, lui mi stava impalando nuovamente sentivi che mi arrivava all’utero, lui non si muoveva e io cercavo di dare dei colpi di reni per sentirlo muovere dentro di me, ma lui non accennava minimamente a iniziare a muoversi, pensai che forse potevo fare qualcosa di nuovo, cercavo di contrarre i muscoli del mio utero, per stingerlo e per dopo allentare la morsa, cercai di farlo sempre più in maniera di procurare anche a lui del piacere, all’improvviso, si alzo sulle braccia e inizio un movimento lento ma profondo quasi ad uscire del tutto da dentro di me per poi affondare di colpo che sensazioni ero sicura che altre due stantuffate, e avrei raggiunto il mio primo orgasmo e così fu ma lui in maniera imperterrita continuava nel suo movimento, ma io no ero da meno con colpi di reni, assecondavo i suoi affondi, eravamo in sincronismo sui movimenti, ma orali inizio il suo ritmo, affondando di più dentro di me, Giuseppe si fermo e si sfilò da dentro di me e rifece mettere a pancia in giù e mettendo sotto il mio bacino i cuscini, in maniera che il mio sesso fosse più in evidenza, e mi penetro da dietro e iniziò a muoversi in maniera davvero stupenda lo sentivo sempre, mi toccava davvero l’utero, sentivo qualche dolorino procurato dai suoi affondi ma il dolore non era insopportabile, invece devo confessarvi che il dolore si mescolava al piacere, e mi dava sempre delle sensazioni diverse, lui continuava a possedermi con una certa irruenza, ma era bello, e lui tornò a uscire da dentro me, e mi rigirò e si mise tutte due le gambe cingere la sua testa, e mi penetro ma questa volte lo tenevo distante dal mio corpo non poteva affondare del tutto il suo sesso dentro il mio il dolore che mi procurava era molto e mi sentivo sempre più piena in questa posizione la foga della sua penetrazione non riuscivo a controllarla con le mani, chiesi di fermarsi avevo troppo paura che mi accese male, lui si dimostro molto comprensivo, e mi lascio scivolare le gambe e continuò a possedermi con le gambe poggiate sul letto, ma questa volta il suo movimento era più veloce era davvero piacevole, tentavo di alzare le gambe per aggrapparmi al suo bacino ma appena li aprivo per aggrapparmi la sua penetrazione era più profonda e tornava a prendermi la paura e quindi tornavo alla posizione iniziale. La sera prima forse per la foga e il desiderio, di vivere questa avventura e non conoscendo le dimensioni di Giuseppe lo prendevo senza tanti problemi, forse l’averlo visto, e toccato quando già avevo appagato il mio desiderio bruciante, mi rendeva un po’ diversa o forse lui doveva sciogliermi ancora di più, lui continuava a spingere dentro di me il suo sesso, sino a quando lo sentii nuovamente gonfiare, per poi esplodere dentro di me tutto il suo piacere, mi sentivo allagata dentro, Giuseppe, si sfilò da me, e mi chiese cosa mi stesse succedendo ero cambiata rispetto alla sera mi chiese se lui avesse commesso, qualcosa che non era stato di mio gradimento, gli risposi di no effettivamente la paura si stava impadronendo di me non potevo rovinare questi piacevoli momenti per la paura di quell’arnese, ma anche dentro di me mi facevo quella domanda era veramente per le dimensioni di quell’arnese mi stava bloccando? o forse la sera quel vino mi aveva reso diversa di quello che ero? non mi rimaneva che provarci nuovamente, ma mentre la mia mente faceva queste riflessioni, lui aveva stappato lo spumante e me ne stava offrendo un bicchiere, mi sedetti sul letto incrociando le gambe, e iniziai a bere, era uno spumante amabile e freddo , scendeva che era un piacere, apri il vassoio dei dolci, e mi porse una pasta con panna e fragoline, e torno a riempirmi il bicchiere, nel mangiare la pasta qualche fragolina sporca di panna mi cadde sulle gambe, quando la stavo per prendere lui mi allontano la mano e mi disse che l’avrebbe raccolta lui con la sua bocca, cosa che fece, non solo raccolse la fragolina ma mi lecco dalla coscia quei pochi residui di panna. Giuseppe mi invito nuovamente a bere, la mia mente iniziava a pensare un pochino differentemente, lui si era reso conto che se dovevamo provare le stesse sensazioni della notte precedente doveva far si che lo spumante facesse, il suo lavoro, e mi riempì nuovamente il bicchiere, e mi distraeva raccontando anche qualche barzelletta, facendomi ridere, io ora iniziavo a parlare di tutto in maniera quasi sconclusionata, ma mi sentivo felice, lui non perse occasione, per ricominciare a mettermi sotto pressione, prese il suo sesso con le mani lo porto all’altezza della mia bocca e fece si che lo facessi diventare nuovamente duro aveva voglia di ricominciare, iniziai a succhiare il suo sesso, aveva ancora sapore dei miei umori, lo aiutai a tenerlo in bocca, lo baciavo lo succhiavo, lo leccavo dalla radice alla punta, lo feci diventare duro e non so come mi scappò dalla bocca, gli chiesi se mi sverginasse dietro, volevo donargli una cosa che non avevo mai fatto e che da quel passaggio non era mai stato violato, vidi i suoi occhi accendersi di una luce che non immaginate , lui mi disse che per farlo voleva che mi facessi ungere il mio buchetto con della crema, si alzo dal letto, e aprì la sua truss e estrasse una scatola di crema per il viso, e mi fece girare e con le dita affondò nella scatola e prese una certa quantità di crema e inizio a spalmarla nel mio buco e certamente vi infilava un dito non provavo dolore e ne piacere, forse aveva cambiato dito ora lo sentivo entrare ed uscire, e prese ancora un altro po’ di crema e continuò la sua opera, ora sentivo dentro di me qualcosa di più grosso del dito, e continuava a fare gioco, infine prese la crema e iniziò a spalmarla sul suo sesso, si mise dietro di me e mi chiese la mia collaborazione, per potere portare a termine la mia richiesta, mi chiese di tenere le chiappe aperte con le mani e mi fece poggiare la testa sul materasso, e poggiò il suo sesso al mio buco, e inizio a spingere sentivo la pressione che lui esercitava con il suo sesso per forzare quell’ingresso mai violato, la sua pressione aumentava sempre più, ad un tratto come se qualcosa avesse ceduto sentii un gran dolore era entrato dentro di me, quanto ne avesse entrato, mi sentivo spaccare in due non facevo nulla per aiutarlo, ma lui a quel punto no sentendomi dire nulla continuò a spingere oltre, ma questa volta il dolore aumentava, mi sentivo piena pregai Giuseppe di non forzare più sentivo troppo male, lui non fece alcun movimento non si muoveva , lentamente mi andavo abituando a quella presenza dentro di me cercavo di svincolarmi, ma lui mi teneva ben salda per i fianchi, il dolore non era forte come prima, chiesi a Giuseppe di uscire da dentro di me, ma lui non si curò minimamente di quello che io stessi chiedendo, ad un tratto sentii che lui diede un colpo e affondo in maniera totale dentro di me, cercavo ora di svincolarmi, ma lui non lo permetteva, ora era tutto dentro di me il dolore non riuscivo a sopportarlo era incredibile, mi aveva violato anche se con il mio consenso, ma il dolore era tantissimo, non riuscivo a svincolarlo da dietro di me, mi teneva saldamente attaccata a lui, anche se cercavo di dominare il dolore alcune volte perdevo il controllo, e quindi in dolore prevaleva sulla mia mentre il tempo anche se lentamente trascorreva, cercavo di assuefarmi alla presenza di quel corpo estraneo dentro di me. Giuseppe, allungò una mano in cerca del mio sesso, voleva toccare il mio clitoride cosa che gli riuscì facilmente, appena lui inizio a manipolarmi il clitoride, e mi sentii leggermente rilassata, inizio a muoversi dentro di me in maniera lenta, il dolore era solo un ricordo, il movimento iniziava a diventare qualcosa di piacevole, si il piacere stava prendendo campo sul dolore e iniziai a provare piacere nel sentire quel coso grande dentro di me sentivo che raggiungeva il posto più recondito dentro le mie viscere, la mia mente viaggiava per i lidi del godimento dove l’unico obbiettivo era l’orgasmo. Lui ora si muoveva dentro di me molto lentamente, e io iniziavo a rispondere attivamente a quel piacere che lui iniziava a darmi, il suo sesso dentro di me sembrava di una lunghezza incredibile, lo sentivo come se fosse dentro la mia pancia ora il suo movimento mi procurava anche piacere devo dire che non mi era dispiaciuto donare a lui questo privilegio di possedermi di dietro, si era l’uomo che tutte le donne volessero a letto per fare sesso, lungo , grosso, e instanccabile, lui mi pompò non so per quanto tempo e dovetti dirgli che ora non aspettavo altro che sentire i suoi schizzi che raggiungessero la mia pancia e così lui aumentando il suo movimento, il piacere che lui mi stava facendo provare era tantissimo, non aspettavo altro che mi riempisse con il suo orgasmo che non tardò ad arrivare e mi lasciò spossata, li sul letto.
Restammo ancora sul letto per dirci tante altre cose. FINE

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