Era uno dei momenti che più le piacevano della giornata: al mattino, ancora al riparo nel caldo lettone matrimoniale, sola, dopo che il marito si era alzato per andare al lavoro. In quei momenti la mano si appoggiava mollemente sul soffice pelo scuro che ricopriva il monte di venere, arricciando i peli fra le dita, dopo avere sollevato la camicia da notte.
Con la mente fantasticava, pensando alla visita medica che l’attendeva quella mattina, mentre un dolce calore si irradiava dalla vagina in tutto il basso ventre. Antonella pensava al giovane dottore che, di lì a qualche ora, l’avrebbe sottoposta alla periodica visita ginecologica di controllo. Le sue dita si intrufolano dolci e, al contempo, decise fra i peli della vagina, scostando le grandi labbra e rabbrividendo per il piacere provocato dal sottile risucchio; il dito procede sicuro e dopo avere forzato l’orifizio della vulva penetra lentamente in profondità dentro di lei. Che magnifica sensazione sentirsi penetrare. Il dito affonda in profondità dentro di lei, immergendosi nel lago bollente della sua vagina e cominciando un lento movimento di va e vieni. Un sospiro di godimento le sfugge dalle labbra mentre, con l’altra mano, comincia ad accarezzarsi un seno attraverso la stoffa morbida della camicia da notte.
Le gambe si aprono sempre di più, quasi indipendenti dalla sua volontà, scostando completamente le lenzuola in modo da permetterle di sondare in profondità e senza intoppi la sua vagina ormai trasformata in un lago di piacere. Con il dito medio comincia a strofinarsi anche lo stretto e grinzoso orifizio posteriore, violato solo saltuariamente da suo marito ma non per questo meno sensibile alle penetrazioni. Intanto l’altra mano è scivolata sotto la camicia da notte e stringe fra due dita il capezzolo ormai inturgidito, ricevendone in cambio vampate di calore. Antonella sprofondò nel liquido mare del godimento, trastullandosi a lungo la fichetta ma senza arrivare all’orgasmo: voleva arrivare dal ginecologo con la vagina in tiro per assaporare fino in fondo il suo piacere di esibizionista.
Si alzò quindi dal letto con uno sforzo di volontà e, dopo essersi leccata il suo sapore, succhiando golosamente il dito indice che poco prima l’aveva profanata nel suo intimo, si lavò e cominciò a vestirsi. Per l’occasione decise di sfoggiare uno dei suoi completi intimi più sexy e indossò quindi un paio di mutandine di seta nere velatissime, attraverso le quali si poteva vedere il folto pelo vaginale; dietro le mutandine si stringevano fino a diventare quasi un tanga, sparendo fra le sue chiappe morbide e sode; si mise poi un reggiseno a balconcino di pizzo pure nero che sembrava offrire il suo seno rigoglioso come su un vassoio e indossò un paio di calze velatissime nere autoreggenti che risalivano molto in alto sulle sue cosce tornite di splendida trentasettenne. Le calze inguainavano un paio di gambe lunghe e affusolate, appoggiate su due piedi piccoli e graziosi messi in valore dalle calze che, con il loro ispessimento sulla punta, velavano in maniera molto arrapante le dita con le unghie dipinte di rosso. Indossò poi una gonna aderente e molto al di sopra delle ginocchia e una giacca direttamente sopra il reggiseno che lasciava vedere il profondo avvallamento fra i due seni polposi. Dopo essersi truccata e avere indossato delle scarpe Chanel con il tallone scoperto uscì di casa dirigendosi verso lo studio del ginecologo.
Era proprio un gran bella gnocca: alta, i capelli biondo oro, due tette che la terza misura del reggiseno faticava a contenere, un culo morbido ma nello stesso tempo sodo e polposo, due lunghe gambe che le calze velatissime facevano risaltare ancora di più.
“Prego signora, si accomodi” disse la giovane infermiera. Indossava un camicie bianco piuttosto aderente al corpo che modellava deliziosamente il seno prorompente e i fianchi ad anfora; attraverso le fessure fra un bottone e l’altro Antonella poté vedere che la ragazza indossava delle calze autoreggenti bianche velatissime, nonchè mutandine e reggiseno pure di un bianco verginale ma, nello stesso tempo, arrapantissime. Si sedette accavallando le gambe con un fruscio delizioso delle calze e attese il suo turno. Dopo pochi momenti l’infermiera le fece cenno di entrare nello studio. Antonella entrò e dopo pochi convenevoli si sedette davanti alla scrivania del dottore accavallando le gambe e lasciando che la gonna scoprisse le cosce abbondantemente, fino a mostrare la balza elastica di pizzo che sosteneva le calze autoreggenti. L’effetto sul dottore non si fece attendere: la scrivania aveva infatti il ripiano di cristallo attraverso il quale il dottore poteva vedere comodamente le gambe delle sue pazienti e Antonella si accorse che gli occhi del giovane non si staccavano un momento dalle sue cosce inguainate nelle calze velatissime scure. Dopo avere risposto alle solite domande il dottore le disse
“Prego signora si prepari per la visita”. Antonella si alzò facendo frusciare le calze e si diresse dietro al paravento per spogliarsi. Intanto il dottore, non visto, accendeva tramite un pulsante nascosto sulla sua scrivania una telecamera disposta in modo da riprendere ogni particolare dello spogliarello e della successiva visita delle sue pazienti. Aveva predisposto quel marchingegno fin dall’apertura dello studio e a casa possedeva ormai una vera collezione di filmini che riprendevano tutte le sue clienti più carine: era uno dei suoi passatempi preferiti farsi delle belle seghe ricordando le visite più arrapanti fatte durante la giornata. Intanto Antonella si toglieva la giacca e le scarpe, e, dopo avere slacciato la cerniera, faceva scivolare la gonna lungo i fianchi fino a terra, appoggiandola poi sulla sedia.
Dopo essersi messa in una posizione tale da vedere riflesso nello specchio il dottore seduto alla sua scrivania e quindi lasciando a lui la possibilità di vedere dal vivo il suo spogliarello, si tolse il reggiseno massaggiandosi poi i seni ormai liberi e fece scivolare le mutandine fino a terra. Con indosso soltanto le calze autoreggenti uscì da dietro il paravento e si diresse verso il lettino ginecologico. Il dottore si avvicinò non nascondendo nei suoi occhi l’ammirazione per quel corpo nel pieno del suo sviluppo di donna ormai matura e le disse di sedersi sul lettino, lasciando penzolare le gambe di lato. Si mise quindi dietro di lei e appoggiò l’orecchio alla sua schiena per sentire i battiti del cuore e il respiro dei polmoni. Per tenerla ferma le passò con noncuranza un braccio intorno al corpo, sotto il suo braccio, appoggiando la mano sul suo ventre appena sotto i seni. Mentre stava appoggiato alla sua schiena sentiva il torace di lei alzarsi e abbassarsi al ritmo del respiro e, ogni volta che Antonella espirava, sentiva il dolce peso dei seni appoggiarsi alla sua mano. Il dottore faceva infatti scivolare in maniera impercettibile ma continua la mano sul ventre di Antonella verso l’alto in modo da sentire in modo sempre più diretto i suoi seni morbidi e sodi. Antonella si rendeva conto di quel maneggio e lo assecondava piegando leggermente in avanti la schiena. Terminato di ascoltare il respiro il dottore si rialzò e le passò davanti per sentirle il cuore con lo stetoscopio.
La fece sdraiare sul lettino e cominciò l’auscultazione poggiando lo strumento sul suo petto mentre, con l’altra mano, scostava il seno sinistro di lei. Sentiva il suo capezzolo inturgidito dal freddo dello strumento che sfregava il palmo della sua mano. Era una sensazione meravigliosa che, unita al pensiero della videocassetta che nel frattempo stava riprendendo ogni particolare della scena gli faceva diventare l’uccello sempre più duro. Diventato più audace il dottore spinse il bacino in avanti verso il lettino ginecologico, fino ad appoggiarlo con finta noncuranza alla mano che Antonella teneva distesa lungo il fianco. Lei non reagì e il cazzo del dottore si indurì ancora di più. Anche l’auscultazione del cuore finì e il dottore posato lo stetoscopio precedette alla palpazione del seno. Antonella stava sdraiata con i seni e i capezzoli ritti verso l’alto per l’eccitazione mentre il dottore le massaggiava le mammelle con dolcezza ma esercitando una pressione molto piacevole intorno al seno, dall’esterno verso il centro, fino a massaggiare praticamente il capezzolo prima di un seno e poi dell’altro. Nel frattempo il suo cazzo durissimo si sfregava impercettibilmente contro la mano che Antonella, volutamente, teneva lungo il fianco.
Lo sguardo del dottore intanto spaziava su quel corpo interamente nudo eccettuate le calze, del quale stava palpando i seni rigogliosi, soffermandosi sul fitto pelo scuro che ricopriva il monte di venere e sulle lunghe gambe, fino alla punta dei piedi deliziosamente velati dalle calze. Anche la palpazione delle tette finì e il dottore invitò Antonella ad appoggiare le gambe sulle staffe laterali, avanzando il bacino per permettergli l’esplorazione degli organi genitali. Antonella eseguì con il volto leggermente arrossato dall’eccitazione del momento: un estraneo stava per guardare, toccare, penetrare dove soltanto suo marito aveva accesso. Il dottore si sedette in fondo al lettino, fra le sue gambe inguainate di nylon, esattamente di fronte alla sua vagina ricoperta dal folto pelo nero che lasciava trasparire le grandi labbra rosse e leggermente dischiuse. Senza infilarsi i guanti di lattice per l’esplorazione il dottore appoggiò la mano sinistra sul monte di venere ricciuto e cominciò l’esame dei genitali esterni, sfiorando leggermente i peli, praticamente accarezzando le labbra che, a quel tocco, si schiudevano ogni momento sempre di più.
Le aprì dolcemente mettendo in evidenza tutta la fessura sormontata dalla clitoride che cominciava ad uscire dal suo cappuccio e scostando anche le piccole labbra, fino ad aprire il buco nero della vulva. Da quella grotta luogo di grandi godimenti fuoriuscivano piccole gocce di liquido vaginale, dovute all’eccitazione che montava sempre più nel ventre della ragazza. Quasi trattenendo il respiro il dottore accarezzò quelle pieghe riposte e appoggiò leggermente il dito medio all’ingresso della vulva, assaporando al tatto il calore e la vischiosità del liquido vaginale che, avendo il dottore ormai aperto completamente l’accesso alla vulva, cominciava ad uscire più copiosamente. Poi, con un movimento lento ma continuo spinse il suo dito in profondità in quella splendida vagina. Antonella non poté trattenere un sospiro di godimento che le sfuggì dalle labbra semi aperte; il dottore alzò gli occhi, abbandonando per un attimo quella vagina calda ed accogliente, per guardare in viso la ragazza:
Antonella si stava abbandonando completamente con le labbra socchiuse, gli occhi rivoltati all’insù e le tette che andavano su e giù per il respiro ormai reso affannoso da quelle carezze intime. Il dottore con la scusa di visitarla approfonditamente, spinse il dito in profondità ed iniziò poi un movimento lento ma continuo di va e vieni ritirandolo fino sull’orlo della vulva per poi sospingerlo decisamente in profondità fino a toccare l’utero di Antonella. La sua mano cominciava a bagnarsi di liquido vaginale; Antonella non riusciva più a trattenersi e dimenava il bacino mugolando e sospirando sempre più forte.
Le sfuggì anche un piccolo grido quando il dottore appoggiò il pollice della mano destra contro il suo roseo forellino posteriore, completamente bagnato di umori vaginali, mentre, con l’altra mano, le accarezzava la clitoride. Il cazzo si era indurito in modo pazzesco e sforzava contro la patta dei calzoni. Seduto in mezzo a quelle lunghe gambe, con lo sguardo che vagava dai piedi velati dalle calze, risalendo lungo i polpacci e proseguendo lungo le cosce fino a concentrarsi nuovamente su quella vagina sgocciolante di umori caldi e profumati, il dottore spinse il pollice fra le natiche burrose di Antonella, sforzando l’ingresso grinzoso del culo fino ad essere risucchiato in profondità nell’ano. Adesso poteva sentire le sue dita che andavano avanti e indietro nella vagina e nel culo di Antonella, separate solo da una sottile mucosa calda e bagnata; Antonella godeva ormai senza ritegno e dopo un poco si lasciò andare ad un orgasmo profondo e lungo che la lasciò senza fiato. Il dottore ritirò le dita e, senza farsi notare, succhiò golosamente gli umori vaginali di cui erano ricoperti, poi, non trattenendosi più, avvicinò la bocca a quella vagina gocciolante e cominciò a leccarla metodicamente, ! dalla clitoride fino al buco del culo, ora tenendo la lingua morbida ora indurendola e penetrando nella vagina o nel culo della ragazza che, lungi dal protestare, riprese a dimenarsi e a godere quando il dottore prese fra le labbra la clitoride e la risucchiò avidamente. Con le mani il dottore si liberò il cazzo e si sparò una sega velocissima che lo portò rapidamente a sborrare lunghi fiotti di un denso liquido bianco sul tappeto sotto il lettino, contemporaneamente al secondo, squassante orgasmo di Antonella. Con il viso impiastricciato dei copiosi liquidi vaginali fuoriusciti dalla vulva della ragazza si rialzò e tornò a sedersi dietro la scrivania, dicendo ad Antonella, con una certa dose di ironia, che per quel giorno la visita era finita.
Con le gambe molli ed il viso ancora arrossato dagli orgasmi Antonella si alzò e tornò dietro il paravento per vestirsi: si infilò le mutandine direttamente sulla vagina fradicia di umori, poi il reggiseno, la gonna e la giacca! del tailleur. Completamente vestita ma ancora rossa in volto uscì da dietro il paravento; il dottore aveva appena finito di controllare che la telecamera fosse stata tutto il tempo in funzione e avesse quindi ripreso ogni particolare di quella visita. Senza una parola Antonella si avvicinò alla scrivania tenendo lo sguardo fisso negli occhi del dottore, si mise di fianco alla sua poltrona, la girò verso di se e si inginocchiò fra le sue gambe, aprendo la patta e facendo scivolare fuori il cazzo sulla cui punta ancora si potevano vedere ed assaporare alcune gocce di sborra. Aprì la bocca e si fece scivolare quel palo di nuovo duro e turgido fino in gola iniziando un pompino da concorso: voleva in qualche modo ricambiare il dottore di quegli splendidi orgasmi che aveva goduto pochi istanti prima. Con gli occhi sbarrati il dottore osservava quella testolina bionda che andava su e giù sul suo cazzo poderoso e dopo pochi momenti eiaculò una seconda volta in bocca e sul viso ! della ragazza;
Antonella si alzò si leccò viziosamente le labbra, gli diede un bacio sulla bocca con la sua lingua ancora impastata del suo sperma e uscì dallo studio rassettandosi la gonna. FINE