Il Capitano era uno strano tipo che non avrebbe potuto godere di noi fino a quando non ci avesse ammanettato, mani e piedi , per fare a suo piacimento senza che noi potessimo minimamente opporci e ribellarci.
Non aveva che un vago interesse per la penetrazione che eseguiva solo quando una sua vittima si metteva carponi nella più bestiale delle posizioni, e solo quando lui poteva profanare quell’altare d’amore comune ai due sessi.
Prima cosa , ci fece spogliare completamente , e intanto sbeffeggiava la nostra nudità nel più sconcio dei modi.
Poi ci fece mettere carponi, come due cagne, e ammanettò la mia mano destra alla sinistra di Carla, il mio piede destro al suo sinistro.
La vista dei nostri culi nudi , per aria lo eccitò oltre misura .
Afferrò , prima del cazzo , lo scudiscio e ci colpì ripetutamente.
Ben presto mollò la frusta , si calò le braghe e penetrò dietro prima me , poi Carla , con quel suo cazzo simile ad un ariete. Fu doloroso ma fortunatamente non durò a lungo.
Sia le frustate che la vista dei nostri culi nudi l’aveva condotto sì vicino a spasmo che non potè penetrarci a lungo.
Emettendo copioso il suo seme si abbattè sulla schiena di Carla.
Si tirò in piedi annaspando e quindi fece rialzare anche noi.
Ci condusse al centro della stanza e ci ordinò di allargare le gambe , più che potessimo.
Si distese supino tra le mie gambe , mi ordinò di annaffiarlo della mia naturale pioggerella, il cui scroscio attese a bocca aperta.
Liberatamente gli pisciai addosso, mentre schioccava le labbra , felice , come gustando il più fine dei vini.
Strisciando sulla schiena , andò a porsi sotto Carla che emise un torrente qual non avevo mai visto.
< < Bevi porco! > > gridò.
< < Oh sì! Insultami ! > > l’implorò lui.
Il capitano gemeva di soddisfazione, leccandosi le labbra e manipolando il proprio membro, finchè di nuovo emise un getto appiccicoso di seme giallastro , più simile a pus che a sperma. FINE