Il naso

La sua richiesta mi era sembrata alquanto bizzarra.

Niente in lei lasciava presagire un comportamento così inusuale. Il modo in cui si veste, come parla, come si muove.

La sua immagine rispecchia una donna moderna, autonoma , capace di dirigere abilmente un intero ufficio.

I suoi modi gentili ma decisi , trasmettono una totale sicurezza a chi sta ascoltando.

Eppure me lo ha chiesto. Non riesco a credere che lo abbia fatto.

Ho passato settimane, tentando inutilmente di interessarla, ho escogitato tutte le furberie da me conosciute per affascinarla. Ho usato la dolcezza, dei fiori, le ho parlato con parole pacate , sottili.

E dopo aver quasi perso le speranze, di poter approfondire in modo più personale, il nostro rapporto, lei mi ha stupito.

Vuole che ci si incontri, e in che modo bizzarro per giunta.

Devo ammettere che sono spiazzato, e che la voglia di poterla avere si è affievolita davanti alla sua sicurezza, ma la curiosità e forse la morbosità , mi spingono a fare quello che lei vuole.

Posteggio l’auto proprio sotto il suo portone. Ho davanti a me un edificio vecchio, ma sicuramente signorile.

Cerco nel citofono il numero 26, quello che lei mi ha indicato.

Apre il portone senza neppure chiedere chi io sia.

La grande rampa delle scale i accoglie all’interno, quel sapore antico dona ai marmi delle scale un discreto fascino misterioso.

Mi avvio , a piedi, verso il secondo piano. L’eco dei miei passi rimbomba pesantemente , quasi ad avvisare tutti gli inquilini del mio arrivo.

Sul pianerottolo del secondo piano ci sono tre porte, una è semi chiusa.

Entro chiamando con voce discreta il suo nome :

“Paola. Paola, posso entrare ? Permesso.”
Silenzio.

“Sono entrato, dove sei ?”

Aspetto qualche secondo un segnale, ma non arriva. Mi avvio allora verso quel corridoio e incomincio a scrutare quella casa. è arredata con ottimi mobili antichi, pregiati. Ogni singola cosa è in stile, perfetta. Il rumore dei miei passi è attutito da un grande tappeto.

Il corridoio si apre in una grande sala. L’arredamento non cambia, e vedo del pregio in ogni suo componente.

Paola non è li.

“Paola, allora dove sei ? Ti prego fatti vedere, mi sento un po’ a disagio..”
“Arrivo, arrivo non preoccuparti. Togliti pure il cappotto e mettiti comodo, ho quasi finito.”
La sua voce è un sollievo. Mi rilasso, ed appoggio sul bordo del divano il mio cappotto.

Mi guardo nuovamente intorno e mi siedo su una poltrona.

La vedo entrare nel salone, indossa una comoda tuta che lascia trasparire le curve armoniose del suo corpo. Mi sento affascinato dal quel cambiamento, solitamente sono abituato a vederla vestita in modo molto attento.

“Hai trovato subito la strada ?”
“Si certo. Mi ero preparato con una guida della città.”

” Vuoi che prepari qualche cosa da bere ?”
” No grazie, sono a posto cosi. Che bella casa che hai. Davvero , sono rimasto stupefatto dal gusto che hai avuto nell’arredarla. ”
” Grazie, sono felice che ti piaccia. è stato il mio unico svago per diverso tempo. Ho girato una miriade di posti per trovare quello che mi piacesse. ”
La guardo , e mi accorgo di trovarla splendida. Ha i capelli sciolti ed il viso senza un filo di trucco. Posso intuire il profumo delicato e pulito della sua pelle. Eppure mi sento agitato. è come se fossi bloccato, non riesco a gustarmi quel momento che per tanto tempo avevo cercato.

” Senti, vedo che sei imbarazzato. Preferisci uscire ? Magari potremmo semplicemente goderci una buona cena”

Sono tentato di rispondergli di si.

” Paola, ma scherzi ? No, è che non so… mi sembra cosi strano.. ”
” Davvero vuoi continuare ? ”

” Credo di si … ”

Non faccio a tempo a rispondere, che la sua mano mi invita a seguirla.

Prendiamo un altro corridoio. è molto scuro. Lei si porta dietro di me, e nella penombra mi abbraccia. CI fermiamo.

Non la vedo , ma sento la sua imbarazzante presenza alle mie spalle.

Mi sfila il maglione, le sue mani passano sotto le mie braccia, e accarezzano il mio petto. Mi sento inutile, non riesco a prendere in mano la situazione, e questo mi angoscia.

Lei continua nel suo gioco , e lentamente sfila mi sfila la camicia. Ora si dedica a liberarmi dei pantaloni, rimanendo sempre dietro di me.

Il mio disagio sale, vorrei girarmi , vederla e diventare un componente attivo di quel gioco che non desidero.

Ed invece rimango attonito, senza muovermi, sento il suo viso esplorare la pelle della mia schiena , scivolare sino alle natiche e risalire su uno dei fianchi. Le mani seguono lo stesso percorso ma sul mio lato anteriore, sino ad intrufolarsi negli slip senza però mai toccare il mio sesso.

Ora le mosse diventano più ardite, le mutande si sono ormai abbassate sino a metà delle cosce, ed il suo viso, insieme alle mani esplorarono sempre più profondamente nelle mie parti intime.

Sento le sue labbra scorrermi fra i glutei, sono imbarazzato, penso alla sua assurda richiesta che mi imponeva di rimanere passivo sino ad un suo consenso e richiedeva che io non passassi per casa a farmi una doccia.

Il pensiero di avere un odore carico della giornata, mi inibisce completamente, sino a farmi girare di scatto e prenderla per le braccia cercando di baciarne la bocca.

” E no. Non erano questi i patti. ”

” Ti prego, ho voglia di guardarti e di poter accarezzarti. ”

” Dopo, amore mio. Dopo. Adesso girati e lascia che il tuo odore mi trascini alla passione. ”

Mi sento dominato, lentamente mi giro e aspetto nuovamente di sentirmi violare l’intimità.

Il passaggio del suo viso riprende dove si era interrotto. Ora le mani mi afferrano il membro, che con mia sorpresa è eccitatissimo. Non credevo che l’imbarazzo potesse eccitarmi.

Sento la sua lingua percorrere la spina dorsale, dal collo al mio sedere. Un brivido mi percorre, evidenziando un movimento del pene che lei rileva.

Ripete nuovamente il passaggio con la lingua, ma questa volta scende e sprofonda sino allo scroto.

Ho degli spasimi di piacere. La sua mano stringe violentemente il mio membro quasi a farmi male.

Adesso cambia il percorso , si posiziona innanzi a me. è in ginocchio, con le labbra accarezza i miei testicoli, sale al sino al glande, poi si avvia sul ventre e si intrufola sotto un ascella.

Dei nuovi brividi incominciano a percorrermi. Le sue mani adesso esplorano le mie natiche, solleticando il buco del mio sedere. Mi sembra di esplodere, non riesco più a sostenere quel ruolo passivo che mi è stato richiesto. Stringo i denti, con le mani le accarezzo la testa.

Il gioco prosegue ancora per qualche minuto, fino a che incomincio a sentire il suo respiro. Il ritmo del suo cuore aumenta e i movimenti diventano più decisi.

Vedo sciogliersi in lei tutto il suo controllo. La sento crollare di fronte ad un desiderio che sta divenendo incontrollabile.

La cingo ardentemente con le braccia. Geme, adesso non è più in rado di respingermi.

Ci uniamo in un bacio appassionato , mentre con le mani esploro quel corpo che tanto avevo sognato. ,

Il suo sesso è impregnato di piacere, è eccitatissima, ogni mia carezza la porta a fremere , ora è mia.

Ci sdraiamo sul pavimento e accompagno il mio pene verso il suo sesso. Passo lentamente due dita per allargare le labbra ed affondo dolcemente in quel corpo.

Non c’è nessuna resistenza, anzi i movimenti del suo bacino mi accolgono con una danza.

Cavalchiamo insieme , contorcendo i nostri corpi in un amplesso totale. Sento il profumo del suo piacere ed esploro tutte le sue voglie.

Gode, sta godendo. Abbandono anch’io la mia resistenza all’orgasmo e vengo sopra il suo ventre.

I nostri respiri sono affannati, siamo ancora abbracciati, lei prende con le dita un po’ del mio sperma lo avvicina alle labbra, lo assapora e ne gusta il profumo.

Sono passati parecchi minuti, siamo esausti, ci sentiamo completi.

Ci guardiamo negli occhi, e non sento la voglia di allontanarmi che mi assale quando sfogo le mie voglie in un incontro casuale. Sento invece il desiderio di regalarle il mio cuore, vorrei che tutto fosse chiaro.

Lei mi sta guardando, forse i miei pensieri si specchiano nei miei occhi. O forse siamo, ora, un unico sentimento.

” Adesso se vuoi puoi farti una doccia. ”

” Si, ma tu vieni con me, non voglio che quest’attimo finisca. è stato bellissimo, mi hai fatto percorrere mille emozioni, dall’imbarazzo all’estasi. Se il mio profumo è stato in grado di renderti così inebriante, domani voglio che anche tu non faccia la doccia. Mi insegnerai a godere del tuo corpo ? ”
Lei mi guarda in silenzio, mi sorride, sta dicendomi con lo sguardo “ti amo”.

” Si amore mio, domani ti donerò il mio profumo. M sappi che ci vuole un buon naso, e che devi imparare a sorseggiare il mio piacere. ” FINE

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