Mentre si rivestiva André osservava la nipote, da dove si trovava poteva benissimo vedere i suoi due buchi che restavano oscenamente aperti.
A quella vista sentì nuovamente crescere il desiderio.
Da come si era comportata era più che sicuro che Katia avrebbe accettato tutto ciò che gli avesse proposto.
La nipote era proprio la puttana che aveva creduto, un po’ di lezioni e sarebbe diventata la schiava che doveva e probabilmente che voleva essere.
“Bene, noto con piacere che non hai mentito!
Soprattutto noto anche quanto ti sia piaciuto farti sottomettere.
Con un po’ di lezioni tu imparerai ad essere una schiava perfetta che esegue tutti gli ordini che le sono impartiti!
Ora hai una scelta, vuoi seguire le mie lezioni con interesse o preferisci che te le impartisca con la frusta? ”
Katia rifletté un momento sulla risposta da dare, prima le era piaciuto, anche quando lo zio l’aveva colpita, ma era meglio per il momento dimostrare interesse.
“Io vorrei molto che lei m’insegnasse tutto ciò che desidera! ”
“Hai fatto la scelta giusta. Imparare a soffrire è molto meglio con un insegnante paziente e premuroso. Bene poiché è ancora presto per la cena iniziamo ora. Per prima cosa ti mostrerò un paio di videocassette che abbiamo girato io e alcuni miei amici. In questi filmati le donne che vedrai erano delle schiave professioniste, tu non ti devi preoccupare presto sarai come loro. Osserva bene ciò che subiscono perché lo farai anche tu. ”
Nel frattempo diceva questo André aveva tolto da un armadio lo schermo di un proiettore e poi lo aveva aperto davanti a Katia, il proiettore e il primo filmato.
Andò poi verso l’interruttore delle luci e, dopo aver spento quelle a bianche, accese quelle a luce rossa; infine fece partire il filmato.
Katia vide sullo schermo una donna circondata da cinque uomini, un sesto filmava la scena che si svolgeva nel salotto dello zio.
Alla donna fu chiesto di spogliarsi completamente ma lei rifiutò.
Appena lo fece l’uomo, che le aveva impartito l’ordine, prese il frustino che aveva in mano e la colpì con forza. Il vestito si lacerò e la donna sussultò per il colpo improvviso.
Un altro colpo la investì prima che lei si decidesse a chiedere pietà ed a spogliarsi.
Quando fu completamente nuda le ordinarono di sedersi a gambe aperte sul tavolo vicino e di masturbarsi.
La scena della masturbazione fu ripresa da più punti e durò fino a quando la donna non venne.
Nel frattempo i sei uomini avevano estratto i loro falli e si stavano masturbando.
Uno di loro chiese alla donna se non preferisse qualcosa di più lungo anziché le dita da infilare nella figa.
Anche se aveva già goduto lei rispose di sì.
E si senti infilare nella fregna una delle candele del candelabro che le stava in fianco.
Non contenti i padroni continuarono ad infilarne, allargandogliela in maniera mostruosa, fino a quando non ne entrarono più; erano quattro.
A quel punto presero a muoverle imitando il movimento delle penetrazioni.
Dalle smorfie e dai suoni che la donna emetteva si capiva che il piacere che provava era accompagnato anche da un certo dolore.
Alle candele dopo un po’ si sostituì la mano di uno degli uomini la donna venne nuovamente.
Gli uomini la fecero alzare poi a turno la scoparono in bocca e le fecero ingoiare tutta la sborra.
André a quel punto fermò il filmato e si avvicinò a Katia.
Le mise un dito nella figa che era già grondante d’umori.
“Vedo che lo spettacolo ti è piaciuto, ora sono curioso di vedere quante candele riesco a fare entrare nella tua di figa. Ti va l’idea? ”
Fra un gemito e l’altro, sì perché André non aveva smesso di masturbarla con la mano, rispose di si.
Quando la mano lasciò la sua figa per raccogliere l’occorrente Katia si sentì mancare, il desiderio era forte e doveva assolutamente godere.
André ritornò e dopo aver lubrificato una delle candele con un po’ di vaselina la infilò nella figa vogliosa, la mosse per un po’ poi ne preparò un’altra i iniziò a spingerla dentro.
La figa era stretta ma dopo un po’ non senza che Katia ne soffrisse riuscì a farla entrare.
Iniziò quindi a muoverle entrambe facendola venire.
Katia pensò che tutto fosse finito invece dopo un po’ sentì che un’altra candela era spinta dentro.
Urlò per il dolore ma la sua avanzata non si fermò.
“No, basta, mi fai maleee, noooo! ”
“Quante volte ti devo ricordare che non puoi rivolgerti a me dandomi del tu!
Ora ti insegno io! ” detto questo spinse violentemente la candela dentro.
“Aaaaaahhhh! ”
“Ti piace ora, hai la figa bella piena, ora dimmi vuoi che ti scopi con queste belle candele che la riempiono? ! ”
“No, per pietà no! Me le tolga la prego signore mi stanno fondando la figa, mi fanno male! ”
“No, penso che te le lascerò ancora dentro per un bel po’ in fondo devi imparare ad accogliere cose ben più grandi di queste. Ora io vado a cenare tu goditi questa tortura”
Diede ancora una spinta alle candele facendole entrare quasi completamente e se ne andò. FINE
