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La crociera Libidinosa

Io, 37 anni, e mio marito Luca, 40 anni, siamo una coppia benestante di Napoli, viviamo in un bellissimo attico sul mare e a dirla tutta siamo due maiali. Ci piace fare sesso in tutti i modi e in tutte le situazioni. Non siamo contrari ai rapporti fuori dal matrimonio anzi, visto che siamo abituali frequentatori di club privee, diciamo che siamo contrari agli abituali e monotoni rapporti di coppia.
L’anno scorso, in occasione del nostro settimo anniversario di matrimonio abbiamo deciso di fare una lunga crociera nel mediterraneo, ed è proprio di questa crociera che vorrei raccontarvi.
è facoltativo presentarsi all’imbarco di una crociera con le idee chiare su quello che si farà nei quindici-venti giorni di navigazione. Noi, io e mio marito Luca, avevamo invece ben chiaro fin dall’inizio che lo scopo era quello di scopare: dovevamo farlo il più possibile e nelle situazioni più strane.
“Sofia” – mi diceva lui nei giorni che precedevano la partenza – “voglio proprio farmi questa abbuffata di fregna. Voglio pensare solo a mettere il mio bell’uccello in quanta più figa è possibile”.
Si eccitava così tanto, pensando a quello che poteva succedere, che di solito ero costretta a fargli uno smorzacandela al volo anche in condizioni di emergenza. Voi capite che, con in casa i tappezzieri che vi stanno rifacendo la sala, è un po’ sospetto chiudersi in bagno insieme ed uscirne dopo quindici minuti con quel sorrisino di soddisfazione tipico di quando si è scopato bene, senza suscitare i commenti salaci di chi ha sentito come mugolavate!
Un giorno eravamo così eccitati che abbiamo coinvolto in una magnifica scopata anche i due tappezzieri, Eugenio e Matteo. Avevano appena finito di lavorare e mi hanno chiesto gentilmente se potevano usare il bagno per darsi una ripulita. Li accompagno nel bagno e dopo avergli dato due asciugamani puliti esco dal bagno senza però chiudere completamente la porta.
Mi apposto nel corridoio e quando sento che si sono spogliati e stanno facendo scendere l’acqua della doccia busso alla porta chiedendo se avessero bisogno di qualcosa ed entro senza aspettare una risposta.
Trovo il più anziano, Matteo, a torso nudo che si sta lavando al lavandino mentre Eugenio è sotto la doccia. Noto subito il possente fisico di Eugenio con il suo petto villoso ma per sfortuna non riesco a vedergli bene il cazzo coperto dalle sue mani. Riesco però a capire che si tratta di un cazzo enorme in quanto le sue mani riescono a stento a nasconderlo. Faccio finta di scusarmi ed esco dal bagno eccitatissima.
Mio marito, che mi aveva raggiunto nel corridoio, nota la mia eccitazione e mi porta nell’altro bagno. Qui mi spoglio invitando Luca a scoparmi aspettando che i due operai escano dal bagno. Lasciamo la porta aperta e i nostri ospiti non hanno difficoltà a vedere me appoggiata al lavandino con mio marito che mi chiava da dietro attraverso la porta più aperta che chiusa. Eugenio si ferma a guardare mentre Matteo estrae dal suo pantalone il cazzo e inizia a menarselo.
Quando mio marito nota che i due operai sono fuori della porta senza smettere di stantuffarmi mi dice:
“E brava Sofia, ti sei eccitata vedendo il cazzo di Eugenio. Lo vorresti provare eh…”
“Sii…” gli rispondo “voglio i loro cazziiii…”
“E cosa vorresti farci? ” continua mio marito per far eccitare maggiormente gli operai.
“Li voglio nella figa e nel culo… voglio bere la loro sborra…”.
Mio marito, allora, toglie il cazzo dalla mia figa mi prende in braccio e mi porta in camera da letto seguito da Eugenio e Matteo che iniziano a spogliarsi nel corridoio.
Una volta sul letto, si siede su una poltrona e incitando gli operai gli dice:
“è tutta vostra ragazzi… avete sentito vuole la vostra sborra accontentatela…”
Eugenio e Matteo non si fanno pregare e mi raggiungono sul letto. Matteo mi porge il suo cazzo da succhiare mentre Eugenio inizia a leccarmi la figa ancora grondante di umori dovuti alla scopata con mio marito. Il cazzo di Matteo è buonissimo con quel sapore dolciastro. Io però volevo scopare e quindi fatto stendere Matteo sul letto mi impalo sul suo cazzo e inizio a scoparlo mentre mi occupo con la bocca del cazzo di Eugenio. Non mi ero sbagliata era un cazzo veramente mostruoso non molto lungo ma larghissimo, volevo farglielo diventare immenso per poi prenderlo nel culo. Quando reputo che le sue dimensioni siano soddisfacenti quasi lo imploro a metterlo dentro.
“Eugenio, voglio il tuo bel cazzone nel culo… Il mio bel fiorellino rosa chiede solo di essere sfondato…”
Eugenio appoggia il suo bel cazzone sul mio buco del culo e me lo sfonda tra i miei mugolii da bestia impazzita. Mi sento tutta piena ma ancora non mi basta, mio marito si avvicina e mi offre il suo cazzo da succhiare.
Continuiamo quella scopata per molto tempo, mi sento completamente aperta e non sento più niente penso solo a godermi quei tre bei cazzoni. Il cazzo di Eugenio mi entra ora nel culo senza difficoltà e lo sento sfregarsi contro quello di Matteo. Mi sembra quasi che la sottile membrana che divide figa e culo stia per cedere sotto i potenti colpi degli operai. è magnifico sentirsi così aperta. Non mi resta che aspettare la loro sborrata che avviene quasi all’unisono. Mi fanno sdraiare sul letto e mi porgono ad uno ad uno i loro cazzi da succhiare mentre con le mani masturbo gli altri due. Il primo a venire è mio marito che mi svuota le sue palle sulle tette. Dopo è il turno di Matteo che mi schizza tutta la sua sborra in faccia. Per ultimo viene Eugenio che mi afferra per la nuca e mi spinge il suo cazzo fino alle tonsille, mi viene in bocca obbligandomi a bere tutto il suo seme.
Mi lasciano esausta ma soddisfatta sul letto dandoci l’appuntamento al giorno dopo.
Ma ritorniamo all’argomento principale del mio racconto: la crociera.
Devo dire che anch’io subisco il fascino della crociera; del fatto di essere quasi obbligati in una situazione di potenziale confino e, appena messo piede su questa nave perfettamente attrezzata, la mia figa comincia a muoversi verso un oggetto del desiderio comune a tante femmine su quella nave: il capitano. Quest’uomo non più giovane, abbottonatissimo nella sua divisa, grazie ad un’estrema affabilità diventa il bersaglio della galanteria di tante di quelle donne da doversi chiudere in una torre d’avorio fatta di gentilezza, diffidenza e fermi rifiuti.
Pensavo di riuscire comunque ad averlo al nostro tavolo per tentare di giocarmi la mia chance e, mentre con Luca mi abbottavo di cazzo in culo e in bocca nella nostra cabina, gli parlavo dei miei progetti di accalappiamento. Lungi dal contrariarsi, mi dava consigli su come colpire la sua fantasia. Il giorno successivo ci troviamo sul ponte a prendere il sole. Siamo accanto ad un’altra coppia, Dacia e Nino, di Avellino. Con questa coppia ci trovavamo benissimo in quanto era maiala come noi o forse anche di più. Avevamo incontrato e conosciuto questa coppia durante una delle nostre scorribande notturne.
Eravamo sul ponte della nave alla ricerca di un posto tranquillo dove scopare quando, ai bordi della piscina notiamo una coppia, Dacia e Nino appunto, che sta beatamente scopando. Mi eccito a vedere come la troia mugola ad ogni colpo ben assestato del compagno, mi inginocchio ai piedi di mio marito e inizio a succhiargli il cazzo. Non vogliamo interferire, non conoscendoli, nei giochini dell’altra coppia e quindi ci limitiamo, almeno inizialmente a scopare per conto nostro. Siamo così presi dalla nostra scopata che non ci accorgiamo che l’altra coppia ci ha visto e si sta avvicinando a noi. Lei è vestita con una gonna lunga mentre sopra è quasi completamente nuda e prendendo suo marito per il cazzo ci si avvicina. Una volta fatte le presentazioni Dacia propone di scambiarci i partner e senza aspettare una risposta si inginocchia ai piedi di mio marito e si infila il suo cazzo in gola iniziando a spompinarlo con gusto. Deve essere molto brava in quanto sento mio marito gemere come mai lo aveva fatto prima. Io per non essere da meno faccio sdraiare Nino su un lettino e mi impalo in uno spettacolare smorzacandela.
Noto che mio marito ha iniziato a scoparsi Dacia, il cazzo di Luca le è entrato in figa mentre le sue mani sono appoggiate sul parapetto. Lui le ha alzato la gonna e le mutandine, che sono abbassate a mezza coscia, le impediscono di aprire completamente le gambe. All’inizio siamo un po’ preoccupati che qualcuno ci veda ma travolti dalla passione non ci creiamo tanti problemi.
Dacia sotto i possenti colpi di mio marito viene quasi subito lasciandolo con il cazzo ancora dritto. Allora lo ho chiamato invitandolo a venirmi nel culo.
Il cazzo di Nino era così ben fatto che riusciva a darmi la sensazione di aderire perfettamente alle pareti della mia figa e quando gli ero sopra, con mio marito che me lo sbatteva nel culo sentivo quasi di aver trovato le mie misure perfette.
Abbiamo continuato a scopare per tutta la notte scambiandoci più volte i compagni e non disdegnando neanche le reciproche leccate di figa. Alla fine con i nostri uomini esausti per le innumerevoli godute e noi con le fighe e i culi in fiamme ci siamo addormentati tutti aggrovigliati sul ponte della nave e ci siamo svegliati solo alle prime luci dell’alba.
In questo clima di scopate continue ci accordiamo con loro per portarci a letto il capitano e pensiamo che offrirgli un bel sandwich tra me e Dacia non doveva essere un’offerta facilmente rifiutabile. Quella sera a cena lui si siede al nostro tavolo per quello che doveva essere un breve saluto, ma i nostri uomini che con una scusa si alzano e se ne vanno, le nostre scollature che si aprono, e i nostri piedi che cominciano ad entrare in azione, lo fanno restare per un tempo che è sicuramente inusuale per i suoi ritmi da ufficiale integerrimo.
Capisce che il nostro scopo al di là delle moine di rito, è serio, a accetta volentieri il bigliettino che gli facciamo scivolare in mano: `Sei troppo figo, bussa alla cabina dì una di noi quando vuoì. Dobbiamo essere state così convincenti che appena uscite dal ristorante ce lo troviamo davanti.
Senza dire una parola lo precediamo, lui ci segue e chiusa la porta si avventa su di noi ancora vestite. Si toglie i pantaloni immacolati e resta con la sua giacca d’ordinanza e questo bell’uccello dritto che sparisce subito nella bocca di Dacia mentre io gli succhio le palle.
Quel doppio pompino lo fa impazzire e ci viene in faccia con una quantità di seme mai vista. Mentre il capitano si spoglia, io e Dacia ci ripuliamo a vicenda leccando dai nostri visi il liquido dolciastro ed appiccicoso. Nonostante la sua non più giovane età il comandante ha ancora il cazzo duro e vuole scopare con noi. Si stende sul letto e incomincia a stantuffare Dacia mentre io gli sbatto la figa in faccia che lui inizia a leccare avidamente. Continua così per un po’ ma ad un certo punto si ferma e ci chiede:
“Dove sono finiti gli uomini? “.
Luca e Nino che aspettavano nel corridoio entrano subito e il culo del capitano gode con noi. FINE

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