Lo Spiletta è il singolo che viene agganciato dalle coppie per farlo partecipare sia attivamente che solo come spettatore ai loro giochi erotici. Il più delle volte questi incontri vengono “consumati” in posti insoliti come strade deserte, parchi, vie secondarie ecc. A milano, come in altre città ci sono dei posti ben precisi dove gli Spiletta attendono queste coppie, le quali si fanno riconoscere con dei segnali convenzionali, come: stoppate più lunghe del solito, abbagliate, passaggi frequenti con occhiate di intendimento ecc.
Era la sera del mio divorzio, il mattino ero stato dal giudice che aveva sentenziato la separazione effettiva tra me e mia moglie. Quella sera per “festeggiare” la “liberazione” con degli amici avevamo organizzato una cena. Dopo la cena con uno di questi chiaccherando su cosa fare, mi parlò di questo posto (vicino casa nostra) dove venivano le coppie in cerca dei singoli. “Cosa coppie che cercano singoli? ” dissi stupito. “Ma dai che cazzo dici, vuoi farmi credere che portano giù le moglie per farle scopare da altri, e loro cosa fanno? ” “Loro si segano, oppure partecipano anche loro, anzi alcuni ti fanno mettere in macchina con la donna, e loro stanno fuori a guardare”. Ero allibito, non credevo alle mie orecchie. Decidemmo di andare a vedere questo posto. Effettivamente era proprio “sotto casa” in una via dove passavo tutte le sere, ed effettivamente vedevo uomini fermi all’angolo della strada, ma pensavo che fossero amici in attesa di altri amici, mai avrei pensato a quello che realmente aspettavano. Quella sera non successe niente, non vidi nessuna coppia. In quel posto ci tornai da solo le sere successive, niente di niente. Ero ormai convinto che mi avesse preso per il culo. La sera che decisi di non tornare più mi successe il fatto. Era ormai mezzanotte, stanco di aspettare, misi in moto la macchina per tornarmene a casa, quando incrociai una Giulietta bianca. Buttai uno sguardo all’interno dell’auto e vidi una coppia, lui sui trentacinque anni, lei non più di venticinque, i nostri sguardi si incrociarono per un secondo, e mi parse di capire una cosa: “seguici”.
In un attimo invertii la marcia e li seguii, vidi che più volte segnalavano con lo stop e lei ogni tanto si girava. Mi portarono sotto alla tangenziale, non c’era anima viva, io tremavo come una foglia sia per l’emozione e sia per paura. Prima di spegnere completamente la macchina la coppia diede un lungo colpo di stop. Non mi decidevo a scendere. All’improvviso vidi che la portiera dalla parte di lui si aprì e scese, e guardando verso di me, fece scendere anche lei, cominciarono a limonare, e lui la girò verso di me in modo che potessi vedere tutto. Gli sollevò la gonna, il bel culo di lei, bianco spiccava nel buio; incominciò a chiamarmi con la mano. A quel punto scesi anch’io dalla macchina e mi avvicinai a loro e dissi
“Non fate scherzi perchè non vi conviene, se sospetto qualcosa” rivolto verso lui “ti do un cazzoto in testa che ti lascio li in terra”. Lui mi rispose “Ma scusa se volevamo fare qualche scherzo non sceglievamo te che sei grande e grosso, ne prendevamo uno più piccolo, ti sembra? Guarda che bel culo che ha mia moglie, toccaglielo dai fammi vedere come gli palpi le chiappe”. Avevo il cazzo che mi spaccava i jeans, talmente era duro, presi le chiappe di quella figa mondiale in mano e glieli strinsi, aveva una pelle da far resuscitare un morto, un culo a mandolino e una carne soda come un sasso. Lei si girò verso di me mi prese le mani e se le appoggiò sulle tette; cazzo che tette, i capezzoli duri come due chiodini. Mentre le pastrugnavo le tette, si avvicinò ancora di più a me e mi slacciò prima la camicia e poi pantaloni, il cazzo saltò fuori come una molla. Cominciò ad accarezzarmelo e con la lingua mi leccava i capezzoli; lui di dietro gli poggiava il cazzo sulle chiappe e le diceva: “Hai visto che cazzo che ha, hai immagginato bene, hai saputo sciegliere, sei proprio una troia, ti intendi di cazzi eh? ? ? ? ” E lei “Si ha proprio un bel cazzo, grosso come piace a me, non vedo l’ora di succhiaglielo, sentirmelo in gola…. ” E senza neanche finire la frase, si inginocchiò davanti a me e se lo infilò tutto in bocca…. Cazzo che bocca, il mio cazzo sparì completamente nelle sue labbra. Con la lingua incominciò a leccarmi la cappella soffermandosi sul filetto, e poi ancora dentro, tutto in bocca; e così per un po’. Pompava e leccava, pompava e leccava…. cazzo che bello. Ad un certo punto lui la fece alzare, la spogliò completamente e la fece sdraiare sul cofano della macchina e mi disse “Dai scopatela, fammi vedere come la fai godere questa vacca.. ” e si mise da parte a segarsi. Non me lo feci ripetere due volte, le presi le caviglie le alzai le gambe, e appogiai il mio cazzo alla sua figa… era fradicia, difatti non feci in tempo ad appoggialielo che fu inghiottito in quella figa tutta bagnata, la troia incominciò a spingere come una forsennata contro il mio ventre. Dopo alcuni colpi lei incominciò ad urlare come una bestia “Cazzo… Carlo…. mi fa godere, ha un cazzo portentoso.. ahhhh.. godo .. Carlo godo… ahhhhhhh”
Il marito sempre segandosi mi incitava “Dai dai dai che la fai godere ‘sta troia… guarda come gode… si dai… bravo… trombala…. non l’ho mai vista così infoiata.. dai scopala…. ” Sentivo che la sborra della vacca mi innondava il cazzo, avevo tutto il ventre bagnato dal suo umore. Ad un certo punto smise di spingere, mi scostò, si inginocchiò davanti a me e se lo risprese in bocca, guardandomi negli occhi mi disse: “Fammelo leccare, mi piace leccare il cazzo che sa di figa.. ” e se lo infilò in bocca sempre guardandomi negli occhi. Dopo alcuni minuti di sbocchinamento si alzò mi mise la lingua in bocca. Sentivo il sapore di figa che aveva in bocca, e questo mi mandò ancora di più in orbita. Avevo un cazzo talmente duro, che a toccarlo mi faceva male. Ad un certo punto la troia si avvicinò con le labbra al mio orecchio e facendo finta di leccarmelo mi disse sottovoce “Lo voglio nel culo…. si voglio il tuo cazzo nel culo, però non glielo diciamo a Carlo.. mettimelo nel culo, fai finta di sbattermelo ancora nella figa, ma infilamelo nel culo, ti prego…. voglio sentirmelo dentro nelle viscere… dai” Detto questo si mise alla pecorina sul cofano, prese il mio cazzo e se lo appoggiò in mezzo alle chiappe. Non feci nessuna fatica, il buco del culo era tutto bagnato della sborra uscita dalla figa. Insospettito il marito mi disse “Non metterglielo nel culo .. mi raccomando.. quello é riservato a me” E lei
“No Carlo stai tranquillo me l’ha sbattuto nella figa…… ce l’ho nella figa… ohhh che bello.. mi sta scopando la figa… si il culo è solo tuo… ” Dando dei gran contraccolpi di culo. Andai avanti ad incularla per un po’, ormai culo e figa sembrava un buco unico, il cazzo andava avanti e indietro come un pistone. Ad un certo punto lui incominciò a godere, e mentre sborrava gridava “Si scopala la vacca.. dai trombala sta grossa troia falla gridare……. ohhhh vengo.. vengo…. “. Se quel momento fosse passato qualcuno di li e si fosse fermato, avrebbe chiamato la polizia, io che gridavo mentre la inculavo, lui gridava mentre sborrava, lei gridava dal piacere di essere inculata … cazzo che roba… Quando lui venne si appartò per pulirsi il cazzo con i fazzolettini, lei si girò si rimise a gambe all’aria sul cofano e guardando verso di lui, mi disse, “Dai che non ci vede, inculami così, dai che voglio sentirmelo nel culo così tutta larga, .. dai inculami mentre mi sgrilletto” E cominciò a menarsi la figa come una forsennata. Con l’altra mano mi prese il cazzo e se lo puntò nel buco di culo, spingendosi contro. Il cazzo risparì dentro quel culo meraviglioso e ricominciai a pomparla avanti e indietro. Dopo un po’ la vacca venne, cominciò ad urlare “Vengo cazzo vengo.. dai vengo… così dai montami… dai godo.. cazzo come godo.. godo.. godo…. godoooooooooooo” E venne. Lui nel frattempo si era già rivestito e vedendo la sua donna che godeva come una matta, rititò fuori l’uccello e ricominciò a segarsi. Lei dopo aver goduto, si inginocchiò davanti a me e cominciò a spompinarmi e guardandomi negli occhi mi disse “Dai voglio sentire la tua sborra in gola.. ” … dopo tre o quattro boccate, sentii la sborra che iniziava a salirmi su per il cazzo, lei si accorse, prese il cazzo con una mano e iniziò a segarmi mentre con la lingua mi solleticava la cappella, con le labbra pronte a pendere la sborra, ad un certo punto incominciai a gridare “Dai zoccola fammi uscire la sborra dai… voglio sborrarti in faccia.. dai continua così… dai….. sborro…. ” Il primo schizzo di sborra gli finì sui capelli e man mano gli altri gli riempirono la faccia; la sborra gli colava dagli occhi dal naso e dalla bocca, e lei non contenta continuava a ciucciarmi il cazzo cercando altra sborra, ormai aveva la bocca piena, quella che gli fuoriusciva la rimandava dentro con le dita, succhiandosele… L’avevo riempita, a quella scena il marito che continuava a segarsi, le si avvicinò e aumentando il ritmo con la mano puntò il cazzo sulla faccia e schizzò anche lui. Lei prese in bocca anche il cazzo del marito e dopo aver finito di spremerlo, si alzò si passò le mani sulla faccia e si spalmò la nostra sborra su tutto il corpo, sulle tette, sulla pancia, e sulla figa dove si soffermò e menandosela, ci disse, “Adesso mi masturbo con la vostra sborra… qui davanti a voi… ” così fu. Lì in piedi davanti a noi, si mise una mano sulle tette e con l’altra infilata in mezzo alle cosce, incominciò a menarsela fino a godere nuovamente. Prima di andarcene, mi chiesero il numero di telefono, ci salutammo e per alcune settimane ci ritrovammo nello stesso posto. Lei, un giorno mi chiamò e mi disse che aveva confidato al marito dell’inculata a sua insaputa, lui si incazzò e non mi chiamò più. Con lei mi rividi altre volte. Oggi a distanza di tanti anni ho conosciuto altre coppie con cui ho fatto di questi movimenti più o meno divertenti, ma con tutta sincerità devo confessarvi che LA PRIMA COPPIA NON SI SCORDA MAI”.. FINE