Era un caldo pomeriggio di maggio quando arrivai nella mia nuova casa a Milano. Avevo appena terminato le superiori e mi apprestavo ad iniziare l’università e, per evitare i lunghi viaggi, presi in affitto un appartamento nei pressi dello stadio di San Siro.
Erano già le quattro, dovevo sistemare tutte le cose nei vari mobili ed avevo poco tempo.
Alle sette, finalmente finii e, sudato e stanco, mi feci una doccia.
Mi stavo già rivestendo quando squillò il telefono.
“Pronto” risposi.
“Ciao, sono la tua nuova vicina. Stava pensando se potevo venire a trovarti, così ci possiamo conoscere un po’ meglio”.
Io, conscio di essere molto stanco ma anche volenteroso di fare buona figura con i vicini, accettai.
“Fantastico! Ci vediamo fra dieci minuti” e mise giù.
Mi rivestii velocemente e aspettai, pensando alla bella dormita che mi sarei perso per una vicina pallosa e magari anche non più giovane, spettegolando sui condomini.
Dopo pochi minuti bussarono alla porta.
Sbuffando mi alzai, mi diressi verso la porta e l’aprii.
“Ciao”. Rimasi di stucco, la mia vicina di casa era Alessia Merz! Incredibile.
“Ciao” risposi con un fil di voce. “Entra”.
Aveva indosso una maglietta bianca molto stretta e sotto la mini blu; dalla maglietta si intravedeva la forma marcata dei suoi stupendi capezzoli.
“Allora… Volevi conoscermi… “.
“Beh, veramente volevo conoscere un tuo amico”.
Delusione totale.
“Ah, e chi è questo mio amico? ” le chiesi desolatamente.
Alessia abbassò i suoi stupendi occhi verdi.
“è lui” disse. Un attimo dopo si avvicinò ed iniziò ad armeggiare con la cintura dei miei jeans, dopo averla aperta sbottonò i miei pantaloni e li fece calare a terra.
Alessia Merz mi voleva fare una pompa!
Incredibile! Eccitazione totale!
Mi sentivo un po’ intimorito per quanto stava facendo, in fondo io ero solamente un diciottenne e lei una ventenne decisamente più matura e smaliziata di me.
Non riuscivo a reagire e lei proseguì infilando molto lentamente una mano all’interno dei miei slip, con i polpastrelli mi accarezzò i testicoli e poi il pene, era la prima volta che una donna me lo toccava, la cosa mi dava un certo imbarazzo dato che il mio pene era ancora flaccido ed in quella posizione misurava solamente circa 9 cm. , mi sentivo bloccato e non riuscivo a farlo rizzare.
Mi feci coraggio e portai la mano destra sulla sua maglietta ed iniziai a saggiare il volume e la morbidezza di una delle sue tette, la mia mano la palpava tutta mentre lei rispose subito a questa palpazione iniziando a mugolare.
Ora mi stavo eccitando anch’io e così il mio pene cominciò a crescerle in mano ed in breve si irrigidì raggiungendo la misura di circa 23 cm. , Alessia se ne accorse subito sussurrandomi in un orecchio:
“Hmmmm… così da bravo… sento che comincio a farti effetto… “.
Riprese l’iniziativa e la interruppi solo per sfilarle la maglietta.
Non aveva nulla sotto e così scoprii un seno più grande di quello che mi aspettavo, molto bello, rotondo ed alto.
Non venni, ma le misi le mani sulla testa spingendola delicatamente.
Lei si abbassò e me lo prese in bocca.
Era restia per il sesso orale, ma stavolta non esitò.
Se lo sentiva entrare ed uscire dalla bocca, e quando lo portava dentro lo faceva infilare fin quasi alla gola.
Era brava in queste cose.
Lo sentì iniziare a contrarre mentre l’aveva quasi tutto dentro, così lo tirò subito fuori finché non ebbe dentro solo il glande.
Venni gemendo, ed Alessia si sentì inondare la bocca di caldo liquido.
Deglutì la prima volta mentre io continuavo a versarlo sulla lingua, poi deglutì di nuovo.
“Mhh… com’è duro… dov’è la camera? “.
Gliela indicai e la seguii.
Arrivati là mi baciò sulla bocca.
Alessia mi infilò la lingua in bocca, fu una sensazione calda e stupenda, era veramente un nuovo mondo che si stava aprendo davanti ai miei occhi.
Ci baciammo a lungo e poi mi disse:
“Toglimi le mutandine”.
Io non mi feci pregare e le sfilai le mutandine da sotto la mini.
Lei si girò e mi disse con dolcezza:
“Ora slacciami la gonna”. Io feci come mi aveva detto.
“Adesso succhiami il seno, forte e a lungo, ne ho bisogno” aggiunse.
Io cominciai a succhiare, come un bambino con la sua mamma, lentamente e dolcemente, ogni tanto mi staccavo per leccarle i capezzoli con la punta della lingua.
Alessia cominciava ad emettere gemiti sempre più forti e frequenti.
Lei incominciò a spogliarmi, sembrava che avesse molta fretta e che lo facesse in modo quasi selvaggio, ogni volta che mi toglieva un indumento, mi baciava e mi leccava nella parte rimasta scoperta, e gettava i miei indumenti tutt’intorno nella stanza.
Si sdraiò sul letto e allargò ancora oscenamente e fieramente la gambe. Mi resi conto che stava ostentando il suo essere donna.
“Toccami e guardami quanto vuoi” sussurrò dolcemente.
Ho quindi iniziato ad esplorare le sue cosce con la mia lingua.
Quando però gli ho allargato le gambe sono apparse le labbra della sua fica, rosee e grondanti di umori, perfettamente depilate.
è stato quindi un piacere succhiare il suo nettare e sentirla fremere ad ogni colpo di lingua.
Ho continuato così a lungo, delicatamente, sollecitandole il clitoride alternativamente con un dito e con la lingua.
Poi sono sceso più giù seguendo il rivolo dei suoi umori sino al buco del suo culo che mi appariva come un bocciolo di rosa.
Ho avvicinato l’altra mano ed ho spinto dentro il dito indice.
Alessia ha inarcato la schiena, il suo respiro si è fatto affannoso e quando ho infilato nel suo ano anche il dito medio ha cominciato a fremere e mugolare sino all’orgasmo.
“Ecco è proprio qui che lo voglio sentire… nello stesso posto dove avevi infilato il dito… ora comincia a spingere lentamente… “.
L’accontentai, le salii sopra e strisciai il cazzo tra le sode natiche, lo unsi di saliva poi l’appoggiai allo sfintere e spinsi con decisione.
Emise un leggero gemito di sofferenza mentre il mio glande le dilatava lo sfintere, poi scivolai in
lei sempre più profondamente e i suoi gemiti si tramutarono in piacere.
Quando giunsi con il pube a contatto con le natiche vellutate, mi girai, rovesciandola su di un fianco e le feci girare il busto in modo da poter succhiare il duro capezzolo mentre l’inculavo con lentezza e potenza.
Le mie dita le solleticavano il clitoride, mentre ad ogni colpo le sue natiche sobbalzavano e risuonavano oscenamente.
Dopo un po’ presi a giocare sfilando completamente il cazzo dal suo culo, ammirando l’osceno spettacolo del suo sfintere dilatato che si contraeva prima di tornare a violarlo accolto dai suoi caldi incitamenti.
Il suo culo era caldissimo, si contraeva ritmicamente intorno al mio cazzo massaggiandomelo deliziosamente, ed io dovetti sforzarmi per non venire troppo presto.
Dopo aver goduto, Alessia si staccò da me con un guizzo e io la guardai esterrefatto mentre si chinava su di me ed accoglieva in bocca il mio cazzo appena uscito dal suo delizioso culetto.
Mi abbandonai all’indietro mentre la sua mano prendeva frenetica a masturbarmi e la sua lingua non smetteva un istante di lambire il mio glande che ben presto esplose allagandole la bocca di caldo sperma che lei bevve golosamente mugolando di piacere.
Poi mi strinsi a lei, con la testa tra i suoi seni lasciai che il sonno mi prendesse.
Erano le 11, 30 quando ebbi il più bel risveglio della mia vita: mi svegliai con, sopra di me Alessia, più bella del sole, con le tette penzolanti, che mi baciava. Il bacio, peraltro dolcissimo, durò circa trenta secondi.
Staccatasi dalla mia bocca, mi disse:
“Ho voglia di rifarlo”.
“Oggi non devi fare niente? è già tardi” dissi.
“Oh, dovevo andare a Quelli che il calcio, ma ho già telefonato: ho un vecchio zio che sta male… “.
Lei indossava il mio accappatoio, probabilmente si era fatta una doccia.
“Dimmi cosa vuoi fare, voglio essere tua come tu vuoi”.
“Ho voglia di guardarti, voglio vederti nuda ed eccitata”.
Si apri l’accappatoio, sotto non indossava nulla.
“Guardami” e le sue mani scesero tra la sue cosce e le allargarono, frugarono delicatamente fino a far apparire la sua fessura, lucida di umori.
Si accarezzo piano, con gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte lasciò che le sue dita affondassero con dolcezza nella sua fessura.
Le ritrasse e se le portò alla bocca.
Le leccò con la punta della lingua.
Ero nudo, in piedi davanti a lei, il mio membro in erezione fremeva dal desiderio e i miei occhi non riuscivano a staccarsi dall’immagine delle sue dita e della sua lucida fessura.
Aprì gli occhi e mi attirò a se, le sue labbra cominciarono a baciare il mio membro duro e le sue mani stringevano le mie natiche.
Quando la sua bocca si aprì e si appoggiò sulla punta del mio membro mi sentii quasi svenire per il piacere.
Le sue mani accarezzavano il mio corpo e sentivo le sue unghie tracciare invisibili sentieri sulla mia pelle.
Accarezzai le sue spalle ed i suoi seni. La sua bocca si era impossessata del mio membro e sembrava volerlo inghiottire completamente.
“Aspetta Alessia” cercai di fermarla sentendo crescere la voglia di esplodere.
“Ti voglio così, subito, nella mia bocca” e subito riprese a succhiarlo ed a baciarlo.
Sentii il mio piacere arrivare quasi con violenza e i primi getti del mio seme scagliarsi sulla sua lingua, chiuse la sua bocca intorno al mio membro e bevve, succhiò fino all’ultima goccia.
Mi accasciai al suo fianco e la sua bocca cercò subito la mia.
Sentii il sapore del mio seme sulla sua lingua.
Le mie mani trovarono la sua fessura bollente e bagnata di umori, le mie dita entrarono in lei che aprì le sue gambe per riceverle meglio.
Scesi ad appoggiare la mia bocca alla sua fessura e il profumo del suo desiderio invase le mie narici, giocai con la punta della mia lingua sulla sua clitoride.
Leccai le labbra della sua fessura, la mia
lingua entrò in lei per poi uscire ed andare ancora alla ricerca della clitoride.
Continuai a leccarle la vagina alternando il clitoride alle sue labbra interne.
Ben presto si fece umida, così mi fermai, mi spinsi sopra di lei e con una mano diressi il mio pene all’ingresso del suo sesso.
Feci un po’ di fatica per penetrarla e dovette soffrire un po’ dapprincipio: quindi mi mossi lentamente in avanti fino a penetrarla completamente.
Sempre lentamente mi mossi in dentro e in fuori finché non incontrai più resistenza.
Sentivo il suo respiro affannoso sulla mia faccia e il contatto dei suoi seni duri contro il mio petto.
Il suo profumo e quello dei suoi capelli mi inebriavano, allora cominciai a muovermi con più decisione.
Il peso del mio corpo doveva piacerle mi stringeva con forza a se, a volte premendo sulle mie natiche, come per aiutarmi a spingere.
Mi baciava ripetutamente e aveva il viso infiammato; mi incitava a continuare.
Continuammo ancora un po’, poi mi fermò e mi disse di cambiare posizione.
Mi staccai da lei, che si mise su un fianco, e mi invitò a fare lo stesso.
Entrambi ora eravamo distesi su un lato: io ero dietro di lei e le sollevai una gamba.
Con una mano Alessia cercò il mio pene dietro di se e lo diresse verso la sua entrata: lì la penetrai.
La posizione non era molto comoda, ma mi eccitò molto, così cominciai a colpirla con un po’ di violenza: potevo sentire il rumore di risucchio che i suoi umori vaginali provocavano.
Alessia, che mi dava le spalle, aveva un collo meraviglioso: le spostai i capelli e, mentre la penetravo, cominciai a leccarglielo, mentre con una mano le tenevo il seni ormai durissimi.
Cominciava a gemere con più frequenza, sentivo che anch’io stavo arrivando al limite e spinsi più velocemente.
I suoi spasmi aumentarono d’intensità e poco dopo raggiunse l’orgasmo.
Anch’io feci lo stesso: estrassi di colpo il cazzo dalla sua figa, mi portai davanti a lei ancora gemente e gli ordinai:
“Bevi la mia sborra, figona”.
Lei obbedì aprendo la bocca e ospitando al suo interno il mio uccello che ormai stava
eruttando.
Con violenti spasimi gli schizzai una, due, tre volte mentre lei inghiottiva tutto avidamente.
Giacemmo abbracciati ed appagati, mi godevo la vista di quel corpo stupendo che avevo tanto desiderato.
Per quel giorno tutto finì lì, ma continuammo a frequentarci, e grazie ad Alessia non sono più il ‘timidonè che ero, ma ho acquistato fiducia e avuto tante altre avventure, anche con amiche di Alessia (Alessia Marcuzzi, Alessia Mancini e Cristina Quaranta), alle quali aveva raccontato cose molto interessanti. FINE