Salve a tutti, mi chiamo Alessandro ed ho 28 anni. Vi voglio raccontare un fatto capitatomi circa 3 anni fa.
Era la fine d’agosto e mi stavo recando in ospedale per sottopormi ad un piccolo intervento, per l’asportazione di un neo fastidioso, situato proprio pochi centimetri sopra la base del pene.
Arrivato in ospedale e dopo aver fatto la classica trafila d’impegnative e pagamenti, mi sono sistemato in sala d’attesa.
Dopo circa mezzora che aspettavo, dalla chirurgia è uscita l’infermiera che fece il mio nome ed io alzatomi, la seguii.
Una volta dentro la stanza dove dovevo essere operato, l’infermiera si volta verso di me e mi dice con naturalezza:
“Si tolga pantaloni e slip e si stenda sul lettino. ”
A questo punto, potete capire il mio imbarazzo nello spogliarmi davanti ad una donna giovane ed oltre tutto molto bella, che ti dice di levarti le mutande come se ti avesse chiesto di appendere il soprabito sul attaccapanni.
Una volta steso sul lettino vedo che mi si avvicina reggendo in mano un vassoio, lo poggia sul carrellino a fianco e mi dice:
“Il chirurgo è impossibilitato per circa un’ora, comunque intanto io la devo depilare. ”
Io sorpreso le rispondo che non capivo cosa intendesse e lei innocentemente mi ripete:
“Be, se vuoi che ti togliamo il neo devi farti spiumare l’uccellino. ”
A questo punto capisco che l’affare che ho tra le gambe, che del resto è abbondantemente sopra la media, deve aver fatto il suo effetto e cosi le rispondo: “Ah va bene, basta che non me lo decapiti. ”
E lei:
“non preoccuparti non voglio tagliarti nemmeno un pelo, preferisco usare il sapone che irrita meno e lascia la pelle più liscia, come quella di un bimbo. ”
Detto questo, si mette all’opera e sento che con le manine piccole ed affusolate mi massaggia per bene il pelo in modo che il sapone faccia il suo dovere.
All’improvviso però, oltre al pelo circostante il neo, la porca, comincia ad insinuare le manine fra le cosce e sui testicoli, fino ad arrivare fra le chiappe ed al buco del culo.
Grazie al trattamento, il mio fino ad allora dormiente aquilotto comincia a risvegliarsi e facendo finta di niente le chiedo cosa stia facendo.
E lei mi risponde:
“Non preoccuparti, lo sai che i bimbi non hanno peli sul sederino e perciò non voglio li abbia anche tu! ”
Finita l’operazione di insaponatura, prosegue:
“Vieni, che ora vediamo come sei bello con il pisellino ed il culetto tutto depilato. ”
Mi fa alzare e mi porta in un angolo della stanza dove si trova un bidè e una volta fattomi sedere, comincia a togliermi il sapone con una piccola doccetta.
Da questa situazione, sentendomi esposto completamente al suo sguardo ed oltretutto, data la mia posizione, potevo intravedere le sue superbe pere che ondeggiavano libere da qualsiasi presenza di reggiseno, il mio cazzone si è librato libero e nudo dirigendosi con la rossa e turgida cappella verso la bocca di lei.
“Oh, finalmente ci sono riuscita a far prendere il volo a questo bell’uccellone” e dicendo questo lo afferra e comincia a slinguettare la cappella con quella sua linguetta da gattina.
Nel giro di qualche istante aveva in bocca tutti e 20 i centimetri del mio bigolo e mi stava facendo una delle pompe più belle della mia vita.
Ad un certo punto vedo che si alza e comincia a sbottonarsi il camice e, sorpresa delle sorprese sotto ha solamente un paio di calze autoreggenti bianche ed un paio di mini mutandine che vedo già abbondantemente fradice dei suoi umori.
Io allora non perdo tempo e alzatomi dal bidè ed asciugatomi alla buona, l’ho presa per i fianchi e fattala sedere sul fondo del lettino, le dico di stendersi e di alzare le gambe, in modo che io possa toglierle le mutandine oramai inzuppate dalla sua ficona arrapata.
Appena le sfilo le mutandine vedo che la fica completamente depilata e così capisco perché avesse voluto depilarmi in modo così completo e mi getto con la testa fra le sue gambe a lapparle il clitoride e la passerina tutta, per sentire il suo aspro nettare e poterlo assaporare.
A questo punto, la faccio salire un po’ più in alto sul lettino e mi stendo sopra di lei infilandole la mia bestia nella sua bella topa bagnata.
Dopo una ventina di colpi ben assestati, l’infermiera ormai passò dai mugolii a delle vere e proprie grida di goduria e nei 15 minuti che ci vollero perché le scaricassi la mia sborra tutta dentro la sorca, venne almeno altre 3 volte.
Una volta riassettati, l’infermiera mi si avvicina e dandomi un bacio, mi mette un foglietto in mano e mi dice:
“Non avevo mai goduto così, quando ti tolgono i punti vienimi a trovare che il culetto non me lo hai ancora sfondato”.
Da quel giorno sono passati degli anni e vi posso assicurare che il culo gliel’ho sfondato più di una volta. FINE

Classico racconto erotico in stile vecchio, come si scrivevano una volta