è la terza decade del mese di dicembre e sono ospite di mio cugino Dario che abita alla periferia di Bologna in una delle poche case coloniche rimaste con gli anziani genitori che coltivano la terra adiacente riuscendo a mala pena a sbarcare il lunario mentre lui lavora in una fabbrica di macchine utensili.
Vive con loro da sei mesi Luca, un’altro cugino comune che abita a Rovigo ma ha trovato lavoro ad Imola.
Dato che ambedue lavorano e guadagnano da poco tempo si arrangiano con quel che c’è di disponibile nel casolare e infatti, ad esempio, ha riesumato il vecchio grande lettone matrimoniale che fu dei nonni dove dormono.
Perché sono ospite di Dario ?
Perché è la settimana del motor-show ed è da tanto tempo che avevo voglia di assistere alle spettacolari esibizioni offerte in esso.
Abitando io lontano da Bologna non avevo ancora avuta l’occasione buona, ma stavolta ho accettato subito l’invito ricevuto dal cugino.
è l’una di notte e siamo appena arrivati a casa reduci dal motor-show dove ci siamo divertiti un mondo, ma si è anche fatto tardi per i cugini che la mattina dopo si dovranno alzare presto per andare a lavorare, ci infiliamo perciò subito nel grande lettone, io in mezzo a loro e senza pigiama perché l’ho dimenticato, come loro due che sono abituati a dormire senza.
Una casa, una stanza, un lettone dove dovremo dormire in tre, una situazione nuova che mi tiene ad occhi sbarrati e lontano dal sonno, immobile e respirante “sottovoce” per non disturbare i cugini.
Mi sono coricato sul fianco destro, a cosce retratte e ginocchia ripiegate, come faccio sempre e per distrarmi ripasso lo spettacolo della serata, immobile, così non corro il rischio di arrecar disturbo perché di sonno neanche a parlarne!
Davanti a me – anche lui coricato sul fianco destro – respira placidamente e già dorme Dario, mentre sento Luca dietro di me preda di un sonno agitato, percorso da scatti nervosi, il respiro inframmezzato da qualche sbuffante sospirone.
Mi metto ancor più comodo così posso permettermi di non dormire ancora a lungo.
Una mano aperta e calda s’appoggia ai boxer sul mio culo.
“Smetto di respirare” ma non succede nient’altro… sarà di certo il movimento inconscio di un dormiente, colpa della “ressa” che si è determinata stasera in quel letto, e mi rilasso.
Una seconda mano si posa, felpata, accanto all’altra… oddio… cosa… i sospironi di Luca si fanno sempre più profondi, le sue mani tiepide, lievi, circospette, mi fanno scendere i boxer… nooo… e sono a culo nudo, fasciato da mani calde…
La gola mi si chiude, non muovo una cellula, fingo di dormire della grossa, mille dubbi, paure, angosce mi obnubilano il cervello, ognuna delle due mani che mi hanno denudato il culo con la levità del ladro mi palpa una “sua” culatta… ma sogna? , ma è pazzo? , ma è possibile? … io sono solo e strettamente etero dalla nascita, ad una tale situazione e suoi “possibili sviluppi” di certo non ho mai nemmeno pensato, “una cosa del genere” non la tollererò di sicuro mai! … un dito mi cerca il buco del culo, me lo trova, me lo circuisce e vezzeggia senza farsi sentire, come un prestigiatore: “se solo si azzarda gli strappo l’uccello dalla radice! “, un polpastrello bussa delicatissimo su di lui e “lui”, lo scandaloso, senza chiedermene il permesso gli risponde “succhiandogli” il polpastrello, una curiosità folle? , una voglia superiore? , un “invito ad entrare”? , una pazzia totale!
Una cappella di velluto unta di saliva o dei suoi stessi umori si intrufola fra le mie chiappe, si posa sull’asola del mio culo, un corpo caldo si appoggia al mio, un uccello duro entra facilmente (! ) dentro di lui, una angoscia soffocante mi ruba le forze, mi toglie il respiro, un temporalesco groviglio di impulsi e di sensazioni contrastanti mi mettono fuori causa il cervello, mi imprigionano i sensi… e continuo a finger di dormire…
Il mio culo, acquiescente ed ospitale, ha spalancata “la porta” all’invasore, slargandosi attorno ed allungandosi in profondità alle ben accettate misure… una penetrazione, una conquista di una facilità e di una dolcezza totali, peli che frusciano sulle mie chiappe, borsa tesa su “uova sode” che vellica la mia, un uccello pulsa nel mio incantato, sorpreso culo dal quale si ritira pian-piano fino alla cappella “non se ne starà mica di già andando! “, pavento, no-no, sta “prendendogli le misure”, sta preparandosi per… oddiooo, ma “questo” sono io? mi chiedo.
Incomincia ad incularmi così come siamo, adagiati sul fianco destro, con la levità di una piuma e la fantasiosa destrezza del giocoliere, sembriamo immobili e dormienti su quel grande lettone e invece…
Terremoto nel mio cervello, maremoto nel mio culo, onde di piacere che partono da loro e si incrociano, si fondono e confondono, si ingrossano e si spandono in tutto il mio essere, dai capelli alle unghie… un gusto sconvolgente…
I marosi di un’inculata fatta di “onde” serene, dolci si infrangono ora sulla mia “battigia” con furia benedetta, sta venendo, sta scagliandomi nelle lontane profondità del culo il suo piacere, sta annegando il cazzo (da me già battezzato “benvenuto”) nel mare della sua sborra e il mio gusto è senza confini.
E quando l’impistolata finale mi ribatte laggiù l’ultimo schizzo allora sì che il mio stupito ed incantato “buco del” sente dentro di se “l’invasore” di Luca che diventa sempre più morbido, che sta abbandonando un nido riluttante a restar vuoto e vorrei avere il coraggio di urlargli “resta! ” tanto ho da subito goduto questo benedetto, nuovo piacere.
Luca emette un sospirone che mi scalda il collo, cava il suo caro uccello dalla mia “figa” (? ), si rigira sul fianco sinistro e si addormenta di botto.
Beatificato dal miracolo appena conosciuto e di già forse amato mi rigiro sul fianco sinistro anch’io, un segno di ringraziamento? , meno male che Dario dorme e non se ne è neanche accorto, sennò sai che figura!
E strabiliato, stralunato, mi godo il piacere assaporato, che non avrei certo nemmeno pensato possibile per me solo fino a mezz’ora fa… Dario si rigira, non s’era ancora mai mosso fino ad ora, è quindi normale che… una premonizione, una nuova angoscia-speranza, due mani nuove mi palpano il culo, una cappella decisa entra nella mia asola appena violata tirandosi dietro un cazzo che al mio culo piace subito e mi incula “senza complimenti”, rigodo “senza pentimenti”, gode, viene, sborra, impistolate sempre più lievi, onde di gusto più placide, pisello più blando, dolce, educato, era stato sfacciato, impudente, “feroce” veleggiando nel mio culo “quasi vergine”, grazie Dario, e dopo avermelo estratto dal culo finalmente dormiamo veramente tutti e tre.
Io a “bocca aperta” non riuscendo a tener dentro me tanta novità sorprendente ma meravigliosa, a buco del culo chiuso per tenere ben stretto dentro di lui il mio nuovo, “terribile” gusto.
Mi sveglio a mattina inoltrata quando il sole già riscalda una bella giornata, ricordo e mi prende un tuffo al cuore! , i miei sfinteri si stringono attorno al mio “nuovo culo” autonomamente, una strana sensazione di libertà, di residuo, dolce piacere parte da “lui” e si diffonde in me, il nodo che mi chiudeva la gola si scioglie di fronte alla nuova realtà, mi piace il mio “culo nuovo”, come il gusto che staziona ancora dentro di lui!
Mi alzo controvoglia.
Scendo al piano terra dove trovo una colazione contadina e troppo abbondante, casereccia, protetta sotto un candido tovagliolone.
Meno male che sono solo e posso smaltire il “peccato mortale” che ho commesso nella notte, che posso parlare tranquillamente con me stesso, senza dover barare gli zii sono in campagna, i due cugini in fabbrica, non li rivedrò neanche, torneranno quando io sarò già partito, allora mi apro a me stesso protetto dalla solitudine e mi faccio una lunga sfilza di domande imbarazzanti alle quali non ho nessuna voglia di dar risposta.
Ma i punti interrogativi resistono: come mai era stato così facile per il mio vergine “buco del” prenderne ben due uno dopo l’altro come se fosse “fatto per essere fatto”? e tra l’altro in una “posizione non certo adatta”? , come mai è stato solo bello, piacevole? , perché ho goduto così tanto e ancora ne godo solo a pensarci? … come mai i miei cugini, fidanzati con due belle fighe, scopatori dichiarati ed entusiasti delle gnocche che ci stanno sono così bravi ad inculare un maschio, a goderne, a farlo godere? , che si inculino tra di loro? , ma no, dai o sì? … domande senza risposte perché alle tre del meriggio prenderò il treno del ritorno e tutto finirà (che peccato! ) lì e così.
è l’ora del pranzo, gli zii tornano dalla campagna e mi dicono che i cugini li hanno incaricati di riferirmi che vogliono che io resti ancora loro… “ospite” almeno fino alla fine della settimana per andare stasera a vedere la partita di basket, domani sera Bologna Samp in amichevole, pasdomani in discoteca… mentre li ascolto il mio violato culo boccheggia ritmicamente in segno di gran festa beandosi del suo recente, gustoso passato e… futuro!
Sto forse diventando gay? certo che no! , sto solo facendo “esperienze diverse” che finiranno tra pochi giorni, che presto dimenticherò ed io resterò solamente, sicuramente ed unicamente etero!
Siamo tornati dal palasport, ho ancora dentro i timpani la bolgia urlante nella quale sono stato immerso, ci parliamo e spogliamo “come se nulla fosse stato o dovesse essere”, si lavano i piselli, mi lavo “anche il culo”, che mi carezzano con mani compiaciute, che mi ammirano con occhi vividi, che mi complimentano con frasi “poetiche”… come se fosse per tutti la normalità di tutti i giorni.
Ci distendiamo sul letto, loro a cazzi in su, io a culo in su, culo glabro, sodo tondo, roseo, burroso, che continuano ad adorarmi piacevolmente, dolcemente, come se fosse il bel culo di una star, ed io ne godo psicologicamente così tanto da sentirmi in una consuetudine antica, di già consolidata.
Dario mi fa passare un cuscino sotto la pancia, le mie culatte si aprono meglio agli occhi ammirati dei cugini, alle loro mani che me le palpano e vezzeggiano avvolgendomi in una nebbia erotica fitta e sconosciuta.
Luca si mette gatton-gattoni dietro di me, fra le mie cosce che gli slargo un po’ ancora… le sue mani mettono “in primo piano” l’asola tentata e tentatrice, una lingua… “Nooo! ” me la lecca, unge e lubrifica di saliva sulla quale una cappella vi si avvoltola prima di penetrare nel mio culo beato e già godo! … Luca mi incula, che gusto! , Luca cattura e mi mena il cazzo, che gusto! , e godo “davanti e didietro”, godo troppo e forse svenirò o ne morirò, piacere sublime, gioioso, estremo, Luca ed io “orgasmiamo”, sborriamo, io nelle sue mani che mi ungono ben-bene cazzo, borsa e peli, lui nel mio “buco del” che è un oceano ove è in atto una tempesta tumultuosa e dissoluta, furiosa e libidinosa.
– Sono le prime volte che ti fai inculare, vero? , dì la verità che fino a ieri sera eri vergine! – mi chiede Dario che si era seduto a una spanna dal mio volto a guardare e si stava palpeggiando il pistolone sempre meno morbido.
– è vero, ma come fai a saperlo? –
– Lo so perché ieri sera non hai partecipato ma solo subito anche se hai goduto come una puttana! … se fossi stato abituato avresti “risposto”, e poi si sente che il tuo culo è ancora “grezzo” anche se è “fatto apposta per farsi scopare come una figa”, prensile e morbido come la gnocca di una troia… –
– Che sfinteri rilassati, distesi, prensili, morbidi, dolci – gli fa eco Luca -l tuo bel culo sarà presto più bravo e gustoso di un bella figa – completa Dario mentre fa volteggiare il pisello sempre meno morbido a due dita dai miei occhi incantati, dalle mie mani tentate.
– Fagli una sega… tiramelo duro tu… – sussurra e sto già godendo solo a vederlo crescere fra le mie mani, solo a pensare che mi inculerà.
Luca, placato, guarda, “tifa” e toglie il pisello dal mio culo per far posto a quello di Dario che gli ho fatto durissimo, che scompare alle mie spalle, che scivola fra le mie impudiche culatte, che si ferma sul mio bocciolo impaziente, trepidante e resta lì fermo… – ma che fa! … non mi incula? – e “lui”, il mio culo gli va incontro, lo cattura e risucchia dentro di se lentamente ma deciso, Dario che intanto e finalmente mi sta inculando alla grande, con la voce protettiva e suadente del nonno che racconta la fiaba al nipote: – Senti che avevo ragione? , già da adesso incominci a comportarti come uno “che qualcosa sa”… ieri notte rubavi soltanto, non sapevi cosa restituire, come partecipare, sennò avresti dato eccome! , godi già tanto adesso, le prime volte, sentirai che gusto quando saprai! … hai culo sensuale, più vera figa di una figa vera, fatto apposta per essere inculato! , chissà quanti uccelli farà drizzare e godere… e poi si sente che vuoi godere e far godere così! –
– Ma non è da normale provare piacere prendendolo nel culo! –
– La inculi la tua fidanzata? , gode a farsi inculare? –
– Certo! , e gode ancor più che a farsi montare! –
– Vedi allora? , se lei gode con la figa e con il culo, perché tu non dovresti godere con il cazzo e con il culo? –
– Ma io sono maschio! , e dovrei essere e godere solo da maschio! – (e invece com’ero femmina, come godevo da femmina! , e quanto mi piaceva farmi “scopare” da Dario e da Luca, godere e farli godere, sborrare e farli sborrare)
– Stai facendo l’errore di tutti i principianti… ragiona, impara, distingui, pensa in modo elementare, svegliati! –
Che bello, quant’era eccitante sentirlo sussurrare spiaccicato alla mia schiena, ascoltarlo, sentirmi inculare, rispondergli, distrarmi dal peccato, dalla colpa e il mio culo già “puttano” era tutto intento ad imitare, a contrare, ad inventare, a gareggiare con il pisello che lo stava…
– Ora taci, godi e fammi godere… sì, così… che figa smaliziata che è già questo tuo culooo… bravoooo… che troiona… adesso te lo do ioooaaasì! , sì! , sì! – era il finale di una inculata possente, con sborrata per entrambi, che bello!
Il suo pisello pian-piano s’addolcisce, il mio culo pure, si erano dati e presi l’un l’altro con sfrontatezza e gentilezza, impudicizia e amabilità, lussuria e garbo, audacia e timidezza e Dario, rilassato, pago, a cavallo della mia schiena riprese a soffiarmi nell’orecchio, a raccontarmi la bella favola.
– Tornando a te, risponderti è così semplice da essere banale, forse per questo nessuno ci pensa bene, fallo tu almeno e poi meravigliatene… l’unica differenza tra maschio e femmina sono il cazzo e la figa, tutto il resto del corpo è uguale comune nei due sessi –
– Eh no! … le femmine, per esempio, hanno le tette! –
– Anche i maschi, le femmine le hanno più sviluppate perché devono allattare, punto! , incomincia invece a tirar le somme di un ragionamento logico, le femmine oltre che con la figa godono e fanno godere con le mani quando fanno una sega, con la bocca quando fanno un pompino, con il culo facendosi inculare ma le mani, le bocche, i culi femminili sono uguali alle mani, bocche e culi maschili, hanno le stesse identiche funzioni! … perché allora solo una mano femminile dovrebbe sentire e dar gusto facendo una sega? , perché solo una bocca femminile dovrebbe godere e far godere quando fa un pompino? , perché solo un culo di femmina dovrebbe godere e far godere facendosi “fare”? … insisto, bocche, mani e culi sono comuni nei due sessi, allora la tua mano che ti fa una sega e ti fa godere è una mano maschile o femminile? … il tuo culo che gode quando ti inculo è un organo maschile o femminile? , la tua bocca che gode quando lecca una figa o fa un pompino è bocca di maschio o di femmina? … che confusione eh? … ed invece basta accettare l’evidenza più ovvia e lapalissiana del mondo e tenerne finalmente conto! , il tuo uccello può essere fatto godere dalla mano femmina o maschia, la tua mano può far godere fighe ed uccelli e così sia per il tuo culo, per la tua bocca, per la tua lingua… se ti trovassi in una stanza buia ed una mano ti facesse una bella sega, una bocca un lussurioso pompino, un bel culo impazzire di gusto ed accendendo la luce ti ritrovassi con l’uccello piantato nel culo di un maschietto cosa faresti? , vorresti indietro il gusto che gli hai donato? , gli restituiresti quello provato? , ti racconteresti una bugia e ti diresti che non è stato vero? , se mentre lo inculavi, spinto dalla voglia avessi allungata la mano per fare un ditalino ad una bella figa e ti fossi trovato un bell’uccello da menare cosa sarebbe cambiato? … il piacere non ha sesso, maschile o femminile! –
– Mentre inculo la mia fidanzata mi piace tanto sditalinarle la figa – dico senza sapere che cosa c’entri tal frase, forse per sentirmi ancora “etero”.
– E così tu e lei godete di più? –
– Altroché! –
– Godi a farti inculare e menar l’uccello? –
– Altroché! –
– Vedi? , dai, lasciati andare alla verità e godi a fare un culo e un ditalino, a fare un culo e una sega, godi a farti fare un pompino ed a farlo, godi a fare un sessantanove con una figa ma anche con un uccello! –
Parla, mi istruisce, già mi ri-incula… ascolto, godo, forse d’istinto o attratto da voglia naturale, sono “alla pecorina”, così mi sento più femmina e la mia “figa posteriore” può “contro montare” il cazzo di Dario e Dario “giocare” con il mio cazzo, e godo come una troia ben inculata e come un toro ben menato! , sconvolgente il piacere che m’ammanta, travolgente il comando imperioso che mi viene da dentro e mi obbliga a prendere in mano il bell’uccello di Luca che si è acquattato, all’indiana, di fronte a me… ad accarezzarlo, a scappellarlo e re- incappellarlo, a fargli una sega, ad avvicinarmelo alla bocca, ad assaggiarlo “a pezzetti sempre più lunghi”, a farmi coraggio… a fargli un bocchino… e mi invade una beatitudine sconvolgente, travolgente.
Dario viene e gode con il suo cazzo maschio nel mio culo femmina, con la sua mano femmina che fa una sega al mio cazzo maschio… Luca con il pisello maschio nella mia bocca femmina, io… stra-godo e basta!
Dove, chi sono i maschi? , dove, quali sono le femmine?
Il gusto di Dario, il gusto di Luca, il gusto mio: il Paradiso.
Pace dolcissima, struggente, abbandonata al niente di un uccello che si sta ammorbidendo nel mio culo, di un pisello che si sta addolcendo nella mia bocca ove hanno sparso il seme e raccolto il frutto Piacere, che non avrei mai osato supporre, pensare, sognare così saporosi, che li avrei provati ed… approvati.
Ma “il dopo” mi sbarca nella realtà, riaccendendo dentro di me l’angoscia di essere “diverso” ed affogo nei dubbi, nei rimorsi, nella ricerca spasmodica di nuove certezze e giustificazioni.
Dario: – Hai goduto come non avresti neanche immaginato, vero? –
– Sì, ma così si scavalca la barriera della normalità e si passa sull’altra sponda, si diventa diversi, passivi, si perde il piacere etero, l’attrazione per l’altro sesso… –
– No-no, questo può capitare ai poveri di spirito, di corpo e di cervello, non ai diversi reali che sono i veri normali… e meno ancora ai migliori, a chi ha testa, voglie, cultura, idee, fisico, libertà e fantasie, un bel pisello che gli tira ed un bel culo che “invece pure”, ed iniziative superiori… scadendo nel banale ma chiarendo senza vero appello idee, verità e falsità è chiaro che i tortellini alla panna non ghettizzano gli spaghetti alla carbonara, che un carrello di bolliti non demonizza una grigliata di scampi, che il profiterol non mortifica la zuppa inglese… tutti sapori, piaceri, profumi, gusti diversi ma tutti appetibili, stuzzicanti, da provare, da assaggiare, da apprezzare, da godere, una volta l’uno, una volta l’altro, oggi ti gusti una fragola, domani una banana… pasdomani una albicocca, sabato un cono alla panna… e domenica santifica la festa col piacere attivo e passivo e saprai cos’è un miracolo! –
Dario mi ha convinto con le parole, Luca e Dario mi hanno stregato con i loro uccelli, mi hanno conquistato regalandomi piacere nuovo, gusto certo diverso ma vero facendomi completo: maschio e femmina.
In noi c’è ancora desiderio ma non più carica per prestazioni nuove e allora giochiamo con i piselli di tutti, con i culi di tutti, ci laviamo ed asciughiamo i cazzi ed i culi l’un dell’altro.
Torniamo a letto e dormiamo.
è la sera dopo e nel grande letto avviene un miracolo nuovo, il mio culo “non ha più dubbi”, è deciso, versatile, è “lungo e largo” come l’uccello che me lo fa, pienamente cosciente “di quanto dà e di quanto prende”, immergendomi nelle nebbie di una nuova sessualità, erotismo, e sogno un’inculata senza tempo… sono in “posizione ostetrica” come una femmina vera, pigio sui miei borsa e cazzo per tenerli in disparte e guardare, vedere, adorare il cazzo di Dario che s’allunga, s’accorcia, s’allunga, s’accorcia nel mio godente culo-figa… – Ma cosa sta… – l’uccello duro di Luca scompare dietro Dario – Ma che fa ? – punta deciso sul “buco del” di Dario, lo invade! , ci scompare… s’allunga, s’accorcia, s’allunga, s’accorcia… adesso io sono solo femmina, Dario è maschio e femmina, Luca è solo maschio, tutti e tre siamo solo GUSTO!
Quali sono le parole giuste per narrare tanto e tal piacere ?
Vivo dagli zii di Bologna sette giorni da ospite, con i cugini sette notti da apprendista stregone del sesso e del piacere totale, senza distinzioni maschili o femminili.
Conoscono la verità le mie mani, la mia bocca, il mio cazzo, il mio culo, ma ho poi il culo io? , o al posto del culo come hanno tutti io ho una figa?
E l’ultima notte, sono puttana e toro, io ed i cugini giochiamo alle tre carte e sono la “prima carta” (solo femmina), la “carta di mezzo” (maschio e femmina), ed è così che raggiungo la vetta più alta di ogni possibile piacere, “l’ultima carta” (solo maschio), che godiamo come forsennati è dire niente.
Caro Dario, è l’ultima volta, glie lo scappello a mano, glie lo succhio con la bocca, divien duro, lungo e grosso come deve essere, me lo pianta nel culo-figa, mi “monta” come mai, lungamente, appassionatamente, e se non muoio dal piacere adesso vuol dire che sono immortale! … caro Luca… caro Dario… caro Luca…
Ed è l’alba.
Torno alla mia città, alla mia casa, ai miei studi, ai miei amici, alle mie… “vecchie abitudini sessuali”, alla mia ragazza, che mi trova cambiato, molto più porco, aggressivo, bravo e forte di prima, sessualmente “nuovo”, come non avevo mai saputo essere prima di partire per Bologna.
Si incazza di brutto, litighiamo seriamente, – Chissà con che razza di troie avrai fatto il porco a Bologna, chissà che orge avrete organizzate tu ed i tuoi cugini per essere diventato così maiale! -, sfioriamo la… “separazione”, ma la sto “servendo” così bene che si acquieta e rilassa quasi di botto, e mi risponde con figate dolci e possenti, totalmente partecipe “ma che fa”? , mi palpa il culo e drizzo ancor di più, “Oddio, e adesso”? , mi pianta “un po’ di dito” nel culo e la scopo con maggior foga e forza… ho un dito nel culo e il mio uccello è acciaio, mi “incula” a due dita e la faccio andar fuori di testa, io lo sono già
Godiamo e sborriamo come non mai.
E adesso che siamo tornati normali chi parla? , chi chiede? , chi spiega? , non io che sto annegando nella vergogna, ma lei, il sesso debole, sì, e senza giravolte o riguardi verso la verità intuita.
– Vi siete inculati tra cugini, vero? … godi tanto anche dietro! –
– Come godi tu che t’ho trovata aperta davanti e didietro e ben preparata dalla prima volta… e a te – azzardo ben sapendo che sto dicendo una stupidaggine ma così, tanto per cercarmi una difesa, un alibi – chi ti ha inculata mentre io ero a Bologna? –
– Ferdinando… come al solito e come sempre… e sei pure fortunato perché come amico di entrambi noi sai bene che ragazzo serio, fidato, leale, muto è e quel che non guasta pure con un gran bell’uccello e maiale come me e come te… ma lo sai che sogna di palparmi, leccarmi, montarmi e incularmi mentre ci guardi? … e adesso tieniti forte perché ti faccio una confidenza incredibile, che io sola fino a questo momento so… Ferdinando è bisex attivo e sogna pure di incularmi mentre mi scopi, di scoparmi mentre mi inculi… ma sopratutto sogna di incularti mentre mi scopi, di incularti mentre mi inculi… di incularti e basta… quando viene a letto con me spesso ricorda che hai un gran bel culo… culo che ti ha spesso visto perché è facile e normale che tra amici ciò avvenga… culo che lo fa sognare ed essere ancora più maschio con me… allora, “a quando”? –
Dalla sala da pranzo giunge al mio orecchio il rintocco del pendolo, è nato un giorno nuovo, ha appena un’ora.
Non so che dire, sono sconvolto, il mio cervello è prigioniero del ricordo del bel cazzo di Ferdinando, cazzo che gli ho visto e invidiato nelle occasioni che capitano fra amici, appunto… non avrei mai pensato di desiderarlo, di volerlo come adesso, ma sopratutto che mi fosse proposto dalla mia fidanzata, dalla mia promessa sposa.
Il silenzio tra noi due sta diventando lungo e pesante.
Ed è sempre lei che riprende il pallino in mano.
– Allora! … hai perso la favella? –
– A stasera! –
(So già che non sono più solo “mono e ante”, so di certo che sono “bi, ante e post” stasera saprò se sono ormai solo “mono – post” e basta? ).
A stasera, appunto FINE